I LOMBARDI A CORLEONE :: MOSTRA VIRTUALE

L’immagine del mare e delle coste nelle carte nautiche

Jaume Olives. Carta nautica manoscritta su pergamena,  metà del secolo XVI, conservata presso la Biblioteca Universitaria di Pavia
Jaume Olives. Carta nautica manoscritta su pergamena, metà del secolo XVI. (A sinistra la sottoscrizione: "Iaume Olliues mallorqui en Mesina, any 1553")
∞ Biblioteca Universitaria di Pavia: Sala Manoscritti

Questa carta, datata 1553, indica sia le sponde del Mediterraneo sia le regioni interne, mettendo in evidenza le sedi dei poteri centrali delle varie formazioni statali. Oltre a Genova e Venezia abbiamo anche Costantinopoli, la Germania, la Spagna. Una rilevanza per noi inusuale è quella attribuita a Tunisi, porto in cui confluivano molte rotte grazie ai venti: anche Enea era giunto, spinto dai venti di burrasca, a Cartagine, proprio nei pressi di Tunisi. Lo stesso Luigi IX aveva scelto come meta della sua seconda disastrosa Crociata (l’ottava) Tunisi, che peraltro fu dal Cinquecento al 1830 circa base della pių pericolosa pirateria del Mediterraneo. L’immagine che propone questa carta nautica è sostanzialmente identica a quella di circa tre secoli prima, quando i Lombardi migrarono in Sicilia, come si può vedere anche nella cosiddetta Carta pisana, conservata a Parigi (Bibliothèque Nationale di Parigi, Dèpartement des Cartes et Plans, Rès. Ge. B. 1118).
La navigazione alla metà e alla fine del Duecento avveniva su navi mosse parzialmente a vela e parzialmente a remi, oppure su navi da carico esclusivamente a vela.
La presenza di rematori nella ciurma diminuiva sensibilmente la capacità di carico, ma rendeva l’imbarcazione manovrabile anche in assenza di vento. La galea è il tipo base di imbarcazione nel Mediterraneo fino alla fine del Cinquecento, pur con migliorie: a Lepanto le galee, con tra la ciurma rematori all’occorrenza anche combattenti, costituivano la gran parte dell’armata di don Giovanni d’Austria.

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