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Giacomo Menochio

(Pavia, 1532 - Milano, 1607)

La statua di Giacomo Menocchio, opera dello scultore Giovanni Ferrari, venne eretta in Prato della Valle nel 1785 su commissione del principe Alberico di Belgioioso. In essa il Menocchio è ritratto in veste del XVI sec. ornata di pelli per indicarne la dignità di Presidente della magistratura di Milano. Vicino a lui c'è un elegante tavolino su cui stanno 2 libri, uno aperto e uno chiuso. Di nobile famiglia, studiò diritto all'Università di Pavia dove, appena laureato, a soli 22 anni, ebbe l'incarico dell'insegnamento di Istituzioni civili.

Ben presto la sua fama divenne tale da indurre molte signorie italiane ad invitarlo presso le loro università con il miraggio di allettanti compensi.
Nel 1561 fu lettore presso la nuova Università di Mondovì e fu poi ingaggiato dalla Serenissima per l'Università di Padova con uno stipendio di 1.000 scudi romani annui, trattamento economico eccezionale per quei tempi che, per ventitré anni, trattenne il Menochio dall'andarsene altrove. Nel 1588 fu chiamato come professore di Diritto civile a Milano dove fu eletto Senatore e in seguito Presidente del magistrato straordinario.
Filippo II lo nominò suo consigliere personale.

Tra le sue molte opere si ricordano il De praesumptionibus, conjecturis, signis et judiciis commentaria ( Genevae, Tournes, 1670; collocazione: 30 L 47)e il De iurisdictione, imperio et potestate ecclesiastica ac seculari libri tres (Lugduni, J. A. Cramer et P. Perachon, 1695; collocazione: M. N. 18 E 3).

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