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autore

ANDREA PONSI

 

titolo

L’ARCHITETTURA DELL’ANALOGIA

 

editore

LETTERAVENTIDUE

 

luogo

SIRACUSA

 

anno

2013

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

 

  

 

Argomento e tematiche affrontate

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Quali sono le fonti di ispirazione degli architetti nel concepire i loro progetti? Come si possono risolvere problemi pratici o affrontare questioni teoriche prendendo a modello esempi appartenenti non solo al mondo dell’architettura ma ad ambiti diversi se non completamente estranei ad essa?

 

Giudizio Complessivo: 9 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Zirafi Angelo

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2015/2016

 

 

 

 

 

 

Descrizione: Descrizione: ponsi

 

Nato a Viareggio nel 1949, dopo la laurea in architettura a Firenze consegue l’AA Graduate Diploma presso l’ Architectural Association di Londra e il Master di Architettura presso l’University of Pennsylvania. Dal 1978 al 1988 vive a San Francisco dove collabora con gli studi di Mark Mack e di Peter Calthorpe-Sym Van Der Ryn a progetti architettonici e piani urbanistici basati sulla sostenibilità ambientale. Nel 2000 ha vinto il concorso internazionale per la progettazione del Palos Verdes Art Center a Los Angeles. Alla attività professionale affianca l’autoproduzione di oggetti, mobili e sistemi di allestimenti per mostre. E’ stato insegnante di progettazione e disegno all’Università di California a Berkeley, la Syracuse University, l’ University of Toronto e l’Istituto Technion in Israele. Attualmente è docente alla Kent State University a Firenze e Visiting Professor alla University of Minnesota e il Savannah College of Art and Design. E’ autore di varie monografie sulla sua attività di progettista: “Design Elementare” (L’Archivolto,1994), “La Casa di Rame” (Alinea Editore, 2000), “Thinking Lines” (Mandragora, 2002). I suoi disegni e testi narrativi sulla percezione e rappresentazione dello spazio urbano sono stati raccolti nei libri “Firenze-Cambi di Vista ” (Alinea Editore, 2001), “ Firenze sensibile ” (Alinea Editore, 2008) “Florence – a map of perceptions” e “San Francisco - a map of perceptions” (University of Virginia Press, 2010 e 2014). Nel 2013 ha pubblicato “L’architettura dell’analogia” (LetteraVentidue Edizioni), uno studio sul ruolo del pensiero analogico nella progettazione. Lavora in Italia e negli Stati Uniti.

 

Andrea Ponsi

 

Contenuto

 

Il ricorso all’analogia è un aspetto determinante di ogni attività inventiva e costruttori, architetti e designer ne hanno sempre fatto ampissimo uso. Dopo un’attenta analisi sui meccanismi cognitivi della creatività e sul ruolo che in essi riveste il ragionamento analogico, l’autore considera i principali modelli cui si sono rivolti i progettisti dalle origini ai nostri giorni: le analogie primarie, ovvero il corpo umano, la natura e l’astratto universo dei segni; le analogie di ambito disciplinare riferite ad architetture e progetti preesistenti; le analogie fuori ambito quali la musica, la letteratura e le arti visive. L’attualità del ricorso all’analogia è quindi verificata analizzando l’opera di architetti e designer contemporanei e le loro privilegiate analogie di riferimento. Poiché il pensiero analogico può costituire un efficace strumento di insegnamento, si indicano infine metodi didattici ed esercizi di progettazione finalizzati a sviluppare la curiosità, le inclinazioni e il potenziale creativo degli studenti.

 

CAPITOLI

Capitolo 1 “Il Pensiero Analogico”

L’autore spiega la differenza tra Analogia e Metafora, e afferma che la prima esprime una serie una serie di relazioni tra due categorie di termini e dunque non  un’identificazione tra essi, come invece è il caso della seconda. Lui afferma che il ragionamento analogico è definito come un processo di trasferimento dell’ informazione da un campo/soggetto specifico  definibile come “Fonte” (source)  ad un altro campo/soggetto definibile come “Obiettivo” (target), quindi è una relazione significante tra campi altrettanto distinti; Afferma che  si ricorre ad essa per spiegare un determinato concetto, ed è per questo che  gli architetti e i designer se ne fanno carico nella descrizioni dei progetti e nel divulgare le loro idee. Ne segue un breve excursus storico dell’uso analogico nell’architettura, dai greci in cui Platone afferma che l’analogia = proporzione cioè il raggiungimento della bellezza, passando per il  periodo rinascimentale in cui Leonardo Da Vinci ne faceva ampio uso per descrivere l’infinità varietà dei fenomeni naturali arrivando ai nostri tempi moderni in cui l’anologia viene usata per descivere la relazione tra il computer ed  il funzionamento del cervello.

Le anologie, con lo scritto “Synetics: The development of creative capacity (1961) di William Gordon, le  possiamo classificare in:

• Simbolica: un es. quella tra la croce di cristo e la planimetria di una chiesa;

Diretta: consiste nel considerare operazioni la cui relazione appare di facile comprensione (es. un edificio per abitazioni che si ispira ai cassoni dei containers);

Personale: sono le analogie basate sui ricordi ed esperienze passate ( es.  è quello di Le Corbusier che ha tratto  l’idea strutturale per la copertura della cappella di Ronchamp dall’ osservazione di un guscio di granchio che teneva sul suo tavolo);

Fantasiosa: sono quelle relazioni appartenenti a condizioni in campi diversi (es. il museo Kiasma a Helsinki di  Steven Holl ispirato all’intreccio anatomico dei nervi ottici alla base del cervello);

Un’ ulteriore classificazione è proposta da Paul Laseau nel suo “Graphic thinking for architects and designers” in cui identifica 3 categorie:

Fisiche:

1.   Strutturali (in riferimento a forme e relazioni);

2.   Meccaniche (secondo il tipo di operazione);

3.   Di Controllo ( finalizzate a mantenere una certa condizione);

Organiche:

1.   Biologiche;

2.   Animali ( il comportamento);

Culturali:

1.   Uomo (L’immaginazione e scelta);

2.   Società (interazione, competitività, organizzazione);

3.   Simbolica ( convenzioni, riferimenti, suggestioni);

Esso afferma anche che  potrebbero esistere: Opere A-Analogiche ed Analogie Multiple, le prime  sono quei prodotti riferiti a se stessi, come es. prende la Maison Domino di Le Corbusier in cui tale schema costruttivo si riferisce a se stesso ed è un risposta a un ben delineato problema. Con le seconde vuole affermare che se un opera ha in se  più riferimenti analogici significa che sara più grande il suo valore innovativo ed evocativo; gli esempi che tratta l’autore sono: L’Opera House di Sydney di Jorn Utzon, il Padiglione della Spagna (Expo 2008) di Francisco Mangado ed infine i giardini sia classico-islamico-orientale.

 

 

 

  

Capitolo 2 “Le analogie primarie”

2.1 Il corpo

Per l’autore  il corpo è il principale riferimento dell’uomo per la presa coscienza del proprio ambiente  e della realtà; la sua relazione corpo-architettura è divenutà uno dei caratteri determinanti l’identità di una comunità ed tuutora serve per la progettazzione dei micro- o macro-ambienti umani.

Le anologie corpo-Architettura si notano:

·       nei “Villaggi Dogon” del Mali Africano, qui è il corpo che ne organizza gli spazi sociali e la loro suddivisione ( la testa è la casa del consiglio e le case private intorno sono il petto); A)

·       I greci con Platone  in cui l’uomo è il modello di riferimento cui uniformare l’organizzazione politica dello stato, cioè lo studio delle sue proporzioni porta alle comprensioni dell’armonia del cosmo.

·       Vitruvio affermava che si devono analizzare i rapporti proporzionali presenti nel corpo e attraverso esempi e regole applicarli a ogni sistema architettonico, dalla configurazione della colonna alla planimetria dei templi e alla forma della città. Tali rapporti proporzionali sono regolati dai principi di eurtmia, simmetria e proporzione.

·       Nel Rinascimento Leonardo riserva le sue attenzione alle “Proporzione Auree”. Nel suo disegno “L’Uomo Vitruviano” sono evidenziate graficamente le relazione tra il corpo umano e le figure del cerchio,quadrato e triangolo verificando che le proporzioni auree del corpo sono di un ordine superiore alle ultime; B)

·       Nello stesso periodo anche Francesco di Giorgio Martini con la teoria “Il Corpo Umano come Città”  immaggina che la città abbia la forma del corpo umano con le sue parti forti e le parti deboli; C)

·       Nel Barocco si perde la metafora del corpo con gli aspetti legati alla misurabilità delle proporzioni  per rappresentare degli aspetti più intimi e psicologiche dell’uomo;

·       Nell ‘800 Heinrich wolfflin nel suo testo “Psicologia dell’Architettura” studia tale rapporto attraverso un indigine di tipo psicologica affermando che le nostre senzazioni sensoriali ed emozionali di fronte ad una architettura li possiamo ricondurre all’analogia che stabiliamo con il nostro corpo; D)

·       Nel periodo Industriale vi è la perdita dei valori umanistici e De Chirico nei suoi dipinti ritrae l’uomo silenzioso, malinconico senza volto e movimento pietrificato di fronte al nuovo mondo che si andava a configurare; E)

·       Nell ‘900 con Le Corbusier vi è un ritorno alle concenzioni del periodo rinascimentale in cui l’uomo è al centro del mondo, con il “Modulor” afferma che le proporzioni del corpo umano devono essere le linee guida nella progettazione dello spazio della città, degli edifici e agli oggeti di uso quotidiano. La loro aggregazione è regolata dal rapporto delle proporzioni auree; F)

L’autore afferma che l’architteura personifica pulsioni primarie derivate da esperienze riferibili all’erotismo, quindi vede l’architettura come un’espressione di sensualità attraverso cui si genera un modo spirituale attivato da tatto, olfatto ,udito e vista. Tale visione si nota:

·       nei templi Induisti ( tale aspetto architettonico si nota con il “Lingam” cioè l’elemento maschile, verticale ed eretto, e lo “Yoni” l’elemento femminile, spazio di accoglienza, sicurezza e calore);

·       nel Barocco in cui la relazione verticale/orizzontale si nota a scala urbana nelle grandi piazze (al cento l’obelisco racchiuso in spazi circolari o ellittici);

·       nel Organicismo i progetti gravitano intorno al corpo umano alle sue propietà di movimento e flessuosa sensualità (es. la sensualità materica del legno curvato, il torso femminile si trasforma nel planimetria di un teatro…).

Descrizione: Descrizione: Mali, Dogon-Haus (d) A)                     Descrizione: Descrizione: l'uomo vitruviano B)                   Descrizione: Descrizione: l'uomo come città  C)

Descrizione: Descrizione: 5298278_279321 D)                   Descrizione: Descrizione: il_trovatore_de_Chirico E)              Descrizione: Descrizione: El-Modulor-Le-Corbusier1F)

 

2.2 La Natura

Per l’autore la natura è stata sempre osservata dall’uomo perche essa lo protegge, lo assiste, lo circonda e lo minaccia. La natura nell’architettura modernista  è stata utilizzata per i suoi aspetti legati al processo di riduzione all’essenziale delle forme e alle sue prerogative di efficienza e di sostenibilità. L’uomo riassume i riferimenti simbolici e analogici della natura nei quattro elementi:

·       Terra: un architetto che fa uso di tale analogia è F.L.Wright cosi da rendere le sue architetture  dei corpi non estranei al luogo in cui si trovano (es. la Taliesin West in Arizona nella quale prende spunto dalle forme e dal colore della roccia  i propi riferimenti, altro es. la Casa sulla Cascata in cui i grandi aggetti orizzontali riprendono la natura del luogo);

·       Aria: la ricerca della trasparenza e caratteristica di alcuni architetti giapponesi come Kazuo Sejima, Junya Ishigami che immagginano la loro architettura fatta da minuscole parti cosi da rendere impossibile la percezione al primo sguardo. Altri es. che si possono riportare sono la “Nuvola” nel Plazzo dei Congressi di Roma di M.Fuksas o il “Blur Building” di Diller & Scofidio nel Expo del 2002 in Svizzera in cui ricreano la nuvola attraverso dei mezzi meccanici cioè creano un architettura-evento;

·       Acqua: questo riferimento analogico fu molto usato da Carlo Scarpa. Esso la uso nella città d’acqua per eccellenza Venezia, cosi da mettere in luce i fenomeni luminosi, l’irrequiettezza e l’indefinitezza dell’acqua. Altro es. è il padiglione H2O-Expo di Lars Spuybroek dei Nox Architects in cui lo spazio privo di angoli retti, finestre e superfici piane richiama la fluidita dell’acqua.

·       Fuoco: esso si nota nel progetto della cappella intitolata a San Nicola di Flue di Peter Zumthor nella quale la struttura cava è il risultato di un incendio appiccato ai tronchi che fungevano da casseformi per le pareti di cemento (la fiamma simboleggia il disperdersi del’aria).

L’autore spiega anche che un'altra analogia molto usata e quella dell’immagine dell’albero; la sua analogia venne usata dai greci nei capitelli delle colonne ioniche e corinzie (sistema tronco-rami-foglie-chioma),  nelle cattedrali gotiche in cui i pilastri sembrano degli intrecci di rami (sembra una foresta architettonica), le colonne tortile di del Baldacchino di San Pietro del Bernini, la copertura della Biblioteca di Sainte-Geneviève di Henri Labrouste a Parigi  ed ecc..

 

2.3 Il Segno

In esso è possibile ritrovare un aspetto importante del carattere di un popolo o di un individuo, personalizza una costruzione, manifesta un tipo di sensibilità, un’ intenzione, uno stato d’animo cioè il segno è la lingua generatrice dell’espressione.  Esistono due tipi:

·       Fluido:  la fluidità si esprime nel percorso continuo e armonioso delle linee, superfici e volumi che distorcono morbidamente il loro percorso nel momento in cui incontrano una barriera (es. le architetture di Zaha Hadid, Alvar Aalto, F.L.Wright, Oscar Niemeyer….); G)

·       Spezzato: esprime la retorica dello squarcio, la dinamicità della violenza ma ache la liberazione di uno stato di oppressione e dunque reazione a una condizione di sottomissione e dipendenza (es. Museo Ebraico di Berlino di Daniel Libenskind, Memoriale ai Caduti del Vietnam di Maya Lin a Washinton..). H)

 

Descrizione: Descrizione: brush-strokes   G)                             Descrizione: Descrizione: blitz-von-wicki-de-d75304135 H)

 

 

 

L’autore spiegaanche  l’uso delle figure archetipe ed elementari nell’architettura: il Quadrato, il Triangolo ed il Cerchio. Il primo fu molto utilizzato nell’architettura da Unger nella quale appare come modulo generatore della griglia di base, si manifesta e si moltiplica in ogni componente architettonico, Ungers la identifica come l’unica capare di riunire modernità a classicità. Il triangolo, figura con il numero minore di latie più solida, fu usato molto da Richard Buckminster Fuller che lo sviluppa nella sua forma a solido, il tetraedro, con tale figura lui definisce e ridisegna con maggiore fedeltà il globo terrestre. Il Cerchio, elemento di passaggio tra un mondo esterno e pubblico e un interno privato e misterioso, fu molto usato da Carlo Scarpa che ne vuole evocare la sua natura esoterica occidentale e orientale, esso soddisfa pienamente il monde dell’architetto fatto di indeterminatezza, mutabilità e continua fluttuazione.

Nell’ultima parte del capitolo l’autore spiega come le scritture cambiano nel tempo seguondo i cambiamenti dell’architettura stessa, è come i Diagrammi (insieme di segni = insieme di relazioni) vengono usati per far capire l’intenzione dell’idea e degli spazi che vi si vuol creare (sezioni, piante prospetti o volumetria). Ulteriori diagrammi analogici sono le Mappe che servono a far capire a scala urbana le relazioni spaziali della città.

  

Capitolo 3 “Le analogie di Ambito”

3.1 L’Oggetto

La costruzione di un oggetto è basata su modelli già definiti di oggetti simili; il riferimento può essere la natura, il corpo. Il pensiero analogico è molto importante per la progettazione dell’oggetto, qui vengono elencati alcuni metodi:

·       Cambio di scala;

·       Decontestualizzazione;

·       Sottrazione;

·       Aggregazione/Collisione;

·       Trasformazione materiale;

·       Associazione di funzioni;

·       Ecc….

 

3.2 L’architettura

Essa è analoga ad altra architettura con simile funzione, alle configurazione utilizzate in uno specifico luogo con un suo clima, le sue risorse, i suoi materiali e cosi via, cioè l’rachitettura è fissata nella memoria di un architetto viaggiatore. Nell’analizzare l’evoluzione dei tipi architettonici, l’autore si sofferma ssu le tipologie più usate nelle epoche della storia:

·       La Torre: simbolo ed espressione del controllo sul territorio e sul mondo;

·       La Cupola:  è la forma architettonica per eccelenza che rappresenta la perfetta sfericità della luna e del sole, simbolo del riparo o del ventre materno

·       Il Palazzo: è la tipologia intermedia tra città e casa, è un’aggregazione di spazi privati e spazi condivisi ed è una superficie esterna individuabile nella sua autonomia.

Un analisi sul ruolo dell’analogia in architettura deve considerare il rapporto tra architettura e luogo, perché essa deriva dal luogo in cui si situa. L’autore tratta le diverse correnti filosofiche sul tema dell’ architettura inserita in un determinato contesto: Vernacolismo,Regionalismo,Modernismo, Post-Modernismo e  Universalismo.

 

3.3 La Città

E’ un modello di interpretazione del mondo: analoga alle città circostanti, alle città utopiche, alle città conservate nelle memoria e poi ricostruite in luoghi lontani; Si possono definire tre modelli di evoluzione della città:

·       Per Estensione ( la città diffusa, lo sprawltown..)

·       Per Sostituzione /Aggregazione ( riuso di strutture esistenti, addizzione di strutture…)

·       Per Fondazione ( quartieri autonomi, città satelliti…)

L’autore poi fa un breve excursus sullo studio della città nel tempo:

·       La differenza tra le città occidentali e orientali;

·       le città nel periodo fascista;

·       La città analoga di Aldi Rossi;

·       Le Utopie dei Superstudio e degli Archizoom;

·       L’idea dei New Urbanists;

·       La citta dei Situazionisti;

·       La Public Art;

·       Burning Man Festival.

 

  

Capitolo 4 “Le analogie fuori ambito”

4.1 La Musica

In questo capitolo l’autore spiega come la musica e l’architettura viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda per l’uso di alcuni vacaboli utilizzati ambedue le discipline: armonia, simmetria, ritmo, proporzionalità, simultaneità ed ecc… Si paragonava: la facciata delle costruzione a uno spartito musicale, o il “contappunto” che si attua quando due linee melodiche dotate di senso proprio risultano intervallate in un’azione simultanea lo si può analogare all’azione nell’architettura della ripetizione; Nel ventesimo secolo con le ricerche nel campo della probabilità e del caos portano a uno stravolgimento della musica e dell’architettura nelle quali  si ricercano delle nuove forme di espressione; o il parogone tra Jazz e Neoplasticismo fatto da Piet Mondrian che afferma “creano un ambiente nel quale l’arte e la filosofia si diluiscono in un ritmo che non ha forma ed è pertanto aperto”.

Un esempio di reciproca influenza tra musica/architettura si nota nei progetti di Le Corbusier e Iannis Xenakis: il Convento de la Tourette in Francia e il Padiglione Philips di Bruxelles.

 

4.2 La Letteratura

L’autore spiega come la letteratura sia stata molta usata dagli architetti nei loro progetti per farli dialogare con i caratteri dei luoghi così da dargli un’identità e un senso di appartenenza. Es. di architetti che hanno usato la letteratura nei loro progetti sono: Terragni nel progetto del Danteum 1938 (mai realizzato) un percorso, sulle tracce dell’ opera di Dante Aligheri , all’interno di una struttura che riproduce i 3 mondi danteschi (inferno,purgatorio,paradiso) con spazi fitti,cupi, e luminosi; Altro progettista è Carlo Scarpa, che nelle sue si denota un architettura che fa riferimento alla letteratura giapponese (orientale), la sua architettura e un continuo soffermarsi negli spazi  per contemplare, meditare ed esplorare il tutto; Italo Calvino  nel suo scritto “le citta Invisibili” abbraccia l’architettura, la trasforma, la modella e la suddivide in piccolissime parti e poi le unisce creando delle città possibili/impossibili ma pur sempre crea nutrimento poetico per l’immaginazione dei lettori e degli architetti.

 

4.3 Le Arti visive ed Ambientali

L’Autore  si sofferma a  trattare le analogie con le altri arti prendono come riferimento:

·       Leonardo da Vinci come Fonte Universale perchè capace di trasferire un flusso continuo di idee da un campo ad un altro  rielabolandole in migliaia di disegni in maniera di sviluppare tutte le realtà distinte che lo circondano;

·       Paul Klee come Fonte Pittorica perché interessato alla questioni plastiche e indagatore di teorie spaziali riconducibili all’architettura;

·       Fausto Melotti come Fonte Scultorea perché le sue opere sono esemplari di una manualità artistica intrisa di poesia;

·       Dani Karavan come Fonte Ambientale-Scultorea  perché  capace di sintetizzare tutte le espressioni riferite alla dimensione urbana e ambientale con una forte componente architettonica;

·       Olafur Eliasson come Ambientale-Sensoriale perché opera a tutte le scale in base ha delle conoscenze del mondo dell’arte ma della scienza e della psicologia percettiva.

 

  

Capitolo 5 “Le Analogie Personale”

E’ un capitolo dedicato ad un’analisi su come il pensiero analogico si differenzi per metod riferimenti e scopi nell’opera di diversi progettisti. I progettisti presi in esempio sono:

·       Steven Holl: lui utilizza un’analogia artistica-scientifica , i suoi progetti partono da un limited concept  trasformandosi dall’astratto al concreto, dal teorico al materico;

·       Kengo Kuma: utilizza un’analogia della tradizione, cioè la rivisitazione dell’architettura  tradizionale giapponese( senso di leggerezza, modularità degli elementi spaziali, fluidità tra interno e esterno) con l’adozione di materiali innovativi;

·       Renzo Piano: utilizza un’analogia formale, usa riferimenti sempre diversi, a seconda del tipo di commitenza e del luogo preso in oggetto o talvolta si riferiscono a tradizione costruttive locali, riferimenti al tema di progetto però basandosi sempre su criteri di leggerezza calviniana affidandosi  alla precisione del dettaglio che alla invenzione tecnologica;

·       Frank Gehry:  utilizza un’analogia iconica, lavora in totale libertà formale manifestando la nuova forma  intrinseca di complementarità delle arti;

·       Louis Kahn: utilizza un’analogia antica, nelle sue opere vi è il ritrovamento  di spazi di valore spirituale, la spazialità romana, l’aggregazione di centralitàe e l’arte di costruire l’architettura solida delle grandi civiltà antiche;

·       Peter Zumthor: utilizza un’analogia materica, propone un ritorno alle senzazioni primarie cosi da poterci collegare nuovamente alla natura, al nostro corpo, alla memoria individuale e collettiva che ci ha forgiato l’identità.Lui ricollega il presente alle esperienze più antiche;

·       Alejandro Aravena: utilizza un’analogia sociale, privilegia il processo rispetto all’oggetto della progettazione, le considerazione etiche rispetto a quelle estetiche, l’apertura verso contributi di enti pubblici, agenzie e individui rispetto a un controllo unilaterale delle scelte del progettista;

·       Glenn Murcutt: utilizza un’analogia vernacolare, propone un architettura funzionale e praticafluttuante e sospesa delle sue costruzione e non allegorica/simbolica;

·       Santiago Calatrava: utilizza un’analogia bio-zoomorfica,  nelle sue opere si notano i riferimenti  al nostro corpo e al mondo animale ( movimento delle braccie, delle palpebre, il tenere in mano un oggetto….);

·       Bernard Tschumi: utilizza un’analogia decostruttivista, nella quale afferma  che attraverso la creazione di situazione destabilizzanti, effimere e fantasiose si poteva accedere a scoperte e creazioni fino ad allora inedite cioè decostruire il linguaggio architettonico per ricomporlo secondo logiche nuove;

·       UN Studio: utilizza un’analogia del movimento,  che consiste nell’usare  elaborazioni di modelli geometrici, matematici o chimici (es. il nastro di Moebius, la struttura elicoidale, la bottiglia di Klein…) cosi da creare spazi fluidi in cui vi è continuità spaziale;

·       Bruno Munari: utilizza un’analogia ludica, così da far capire che un bambino con una creatività libera, aperta all’ingenuità, una mente libera da qualsiasi convenzione sia capace di creare la nuova modernità collegando tra di loro analogie che appaiono impossibili ad essere usate insieme;

·       Philippe Starck: utilizza un’analogia trasversale,  nella quale entrano in gioco delle fonti inusuali che spaziano in qualsiasi campo.E’ colui che per creare degli oggetti guarda le cose da dei punti di vista opposti, incongruenti e contradditori;

·       Charles e Ray Eames: utilizzano delle analogie reciproche, utillizzano lo spazio e il tempo in tutte le possibili direzioni: dal piccolo al grande, dall’ispirazione del passato alla visione del futuro… Le loro analogie giocano sulle relazioni tra design e architettura “strutturale”, per loro è importante agiresugli aspetti emozianali e razionale della percezione.

 

   

Capitolo 6 “Analogia  e Didattica”

L’autore in tale capitolo fa delle riflessioni per fornire una lista di esercitazione da cui attingere per utilizzare un approccio di tipo analogico allo studio e realizzazione di un qualsiasi progetto architettonico, scultoreo, pittorico e di design. Gli esempi che tratta l’autore sono 3:

  • “Esercizio 1: La matrice analogica”:  Prevede l’utilizzo di una matrice composta da infinite fonti analogiche, nella quale lo studente cerchera le relative unioni per far comprendere al meglio il suo progetto (lo studente prendera una parte e non tutte le parole all’interno della matrice);
  • “Esercizio 2: La casa delle analogie”:  Si prende in esame la progettazione della casa e si lascia allo studente ampio spazio d’interpretazione, così da proporre un programma basato su specifiche funzioni e indicazioni funzionali;
  • “Esercizio 3: Le quattro fasi”: L’esercizio consiste nel proporre un progetto analogo al progetto preso in esame anche attraverso veloci schizzi o elaborati in dettaglio ai fini progettuali. Si sviluppa in quattro fasi: osservazione, analisi, astrazione e analogia.

   

GLOSSARIO

Analogia: Rapporto di somiglianza tra alcuni elementi costitutivi di due fatti od oggetti, tale da far dedurre mentalmente un certo grado di somiglianza tra i fatti o gli oggetti stessi.

Metafora: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini