Il progetto della biblioteca
condivisa nasce all’interno del Corso
di Laurea Magistrale in Ingegneria Edile-Architettura dell’Università degli
Studi di Pavia come risposta a una condizione contingente insostenibile
che rischia, tra le altre cose, di minare l’istituzione universitaria, su
cui si basa la trasmissione del sapere e la tradizione occidentale della
formazione.
I recenti tagli alla cultura e all’istruzione stanno pian piano sgretolando
un patrimonio di conoscenza che è forse il valore più alto della nostra
cultura. L’Università di Pavia, che da poco ha compiuto i 650 anni, ha
nella sua storia un potenziale culturale enorme espresso anche dai suoi
archivi e dall’importanza del suo patrimonio fisico rappresentato dai libri
e dal suo sistema bibliotecario.
A partire dal 2010 i tagli dei
finanziamenti all’Università hanno interessato in qualche modo anche il
sistema bibliotecario universitario richiedendo in alcuni casi la riduzione
del numero di abbonamenti alle riviste scientifiche e l’acquisto di nuovi
libri. L’Università di Pavia ha reagito ai tagli imposti dalle condizioni
del paese e dagli indirizzi politici anche attraverso il ripensamento del
sistema universitario, ottimizzando le risorse e rinnovando i suoi spazi
come è successo ad esempio con la nuova struttura del “Tamburo” nella
Facoltà di Ingegneria. Il progetto
della biblioteca condivisa fa parte delle azioni che vogliono concorrere
alla salvaguardia del nostro patrimonio culturale e del ruolo
dell’istruzione universitaria.
Quello delle biblioteche è solo la
punta dell’iceberg di un abbandono progressivo e preoccupante da parte
dello stato e della società civile delle università pubbliche, le uniche
che possono garantire i principi di autonomia e libertà.
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“If we cut funding to the arts, then what are we
fighting for?”
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Durante uno dei periodi più
drammatici della seconda Guerra Mondiale fu
chiesto a Churchill, allora primo ministro britannico, di tagliare i fondi
per la cultura per destinarli agli armamenti.
La risposta di Churchill fu “ma se
noi tagliamo la cultura, allora per cosa stiamo combattendo?”
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Aldo Cibic – Rethinking happiness
Primo libro della Biblioteca Condivisa donato
dall’autore
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Il ruolo protagonista nella
biblioteca condivisa è quello degli studenti chiamati a realizzare le
schede analitiche dei libri in essa contenuti, e verso i quali è rivolto il
progetto. Ogni anno nei corsi di architettura, a pavia frequentati da circa
60 studenti è richiesto di comprare 5 libri, che costituiscono la
bibliografia ufficiale, da studiare. Molti di questi studenti leggono forse
una volta nella loro vita questi libri per i quali spendono circa 150 Euro. L’idea è quindi quella di far comprare un solo
libro a studente da studiare, commentare e trasmettere agli altri, e poi di
donarlo alla biblioteca universitaria.
Gli studenti sono chiamati a scrivere
schede di sintesi e commento di ogni libro e vengono così responsabilizzati
nel ruolo di soggetti che trasmettono una conoscenza. Le schede vengono
raccolte sul sito per diventare uno strumento di ricerca utile agli altri
studenti del corso e dell’università. Le schede, scritte da uno studente
universitario e destinate agli altri studenti della stessa generazione che
posseggono le medesime chiavi interpretative, serviranno per scegliere i
libri per approfondire gli studi negli anni successivi, nella preparazione
degli esami, della tesi,
e del dottorato.
La bibliografia del corso diventa
così costituita potenzialmente da 80 titoli diversi comprendenti testi di
architettura italiani e stranieri, moderni e contemporanei, alcuni dei
quali in lingua inglese.
In un incontro recente con gli
studenti dell’Università degli Studi di Pavia il Designer Aldo Cibic ha aderito al progetto donando una copia del suo
libro Rethinking Happiness,
che rappresenta il primo libro della Biblioteca Condivisa.
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Estratto dal Film
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Ogni studente, legato al libro che
legge, è chiamato a descrivere e sintetizzare i contenuti, individuare le parole
chiave, inserire il libro nel dibattito degli anni in cui è stato scritto e
dare anche un giudizio critico personale legato alla propria visione del
mondo e dell’architettura, diventando così testimone del dibattito
contemporaneo.
Lo studente diventa colui che
trasmette la conoscenza, un po’ come i personaggi del celebre film di
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, raccontati anche dall’omonimo film di
Truffaut, che, in un futuro caratterizzato dalla censura letteraria,
imparano a memoria i libri per poterli trasmettere alle generazioni future,
finendo per immedesimarsi con i libri stessi.
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Questa azione responsabilizza gli
studenti nello studio di un libro che deve essere trasmesso agli altri,
crea partecipazione e dibattito culturale, permette agli studenti di
spendere meno soldi nell’acquisto di libri (che comunque ci si auspica si
continui ad acquistare indipendentemente dalla costrizione del docente) e
infine permette alla biblioteca universitaria di rimanere aggiornata,
costituendo una fondamentale riserva contro l’inverno dello spirito.
Alla Biblioteca Condivisa ha aderito
anche il Sistema Bibliotecario d’Ateneo con l’acquisto di nuovi libri
destinati ad allargare questo progetto.
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