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autore |
ENRICO AROSIO |
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titolo |
PICCOLI INCONTRI CON GRANDI ARCHITETTI |
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editore |
SKIRA |
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luogo |
MILANO |
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anno |
2012 |
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lingua |
ITALIANO |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Questo libro è una selezione di interviste
realizzate dall’autore
dal 2000 al 2012. Oltre ai progetti degli architetti presentati, dei quali si
discute esponendo le dovute considerazioni, viene anche raccontato proprio il
momento dell’incontro,
dell’intervista,
rappresentando anche un ritratto della persona che sta dietro a ogni grande
architettura con la sua personalità, il suo aspetto e le sue passioni. E oltre a palare
di architettura come pura progettazione e realizzazione si discute anche di
rapporti con i committenti, con i cittadini, con la politica, i rapporti tra
architetti e la teoria che ognuno sostiene. |
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Giudizio Complessivo:
9 (scala 1-10) |
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Scheda compilata da: Lorenzo Roncelli |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3
a.a.2015/2016 |
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Autore Enrico Arosio |
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Enrico Arosio è nato a Milano nel 1957 ed è un giornalista de “l’Espresso” che si occupa di attualità, politica e cultura. È stato tra i primi che ha portato
all’attenzione
di un più ampio
pubblico italiano i temi della grande architettura internazionale e delle
mutazioni metropolitane. Laureato in Germanistica all’Università di Monaco, studia la cultura
tedesca, negli anni ’80
lavora per alcune case editrici e collabora con “la Repubblica”, “Abitare” e “Vogue”. Dal 1986 è invece fisso a “l’Espresso” dove ha pubblicato oltre
mille tra servizi, inchieste e reportage in Italia ed Europa, arrivando anche
fino a New York e Hong Kong. Arrivato a mille, ha fatto un libro. |
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Enrico Arosio |
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Contenuto |
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È suddiviso in 4 parti: in “Guru maestri e maestrini” intervista architetti di
diverse nazioni che hanno avuto una certa influenza nel loro campo; “Schegge dal pianeta Piano” è una serie di interviste
dedicate solo a Renzo Piano, per omaggiare lui come persona e il suo lavoro;
in “Racconti
frontalieri”
incontra professionisti che non si collocano in un preciso ambito ma sono
invece ibridi; l’ultimo
capitolo è
intitolato “Gregorotti
con la Storia”.
Lascia questo architetto per ultimo essendo lui il padre dell’architettura contemporanea. Realizza inoltre una
breve “Introduzione
di un intruso” nella
quale descrive, oltre al contenuto del libro, il suo rapporto, e quello del
giornalismo, con il mondo dell’architettura. |
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CAPITOLI |
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Capitolo 0– Introduzione di un intruso |
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L’autore identifica se stesso
come “intruso” tra gli architetti, racconta
della sua passione per l’architettura e dei suoi rapporti con essa e con gli architetti.
Spiega anche la mediazione dei giornali tra l’architettura, le trasformazioni urbane e i
cittadini. |
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Capitolo I - Guru maestri e
maestrini |
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Il capitolo parla di diversi architetti per la maggior parte
stranieri. ·
Massimiliano Fuksas parla del centro congressi dell'Eur ("la
Nuvola"), parla della sua Roma e spiegala il rapporto
architetto-committente ·
Elizabeth Diller spiega il suo progetto di riqualificazione di una
linea ferroviaria a New York, i suoi progetti in Europa e come è diventata
architetto ·
Matthias Sauerbruch presenta i suoi progetti molto colorati basati
sulle diverse “colour families” accennando anche al rapporto tra budget e
qualità estetica/funzionale che viene considerato in un progetto ·
Italo Rota viene descritto per il suo particolare carattere, difende
le critiche al suo modo di progettare da mezzo architetto e mezzo designer
inserendo nel discorso anche il Museo del Novecento di Milano
·
Kazuyo Sejima viene commentata, oltre che da Arosio, da alcuni
critici e architetti per la formazione giapponese che risalta nelle sue
architetture leggere e immateriali ·
Winy Maas confronta l'urbanistica della sua amata Olanda con quella
italiana, da lui disprezzata ·
Jacques Herzog progetta a Beijing lo stadio delle olimpiadi e spiega
i suoi rapporti col committente permettendo al lettore di capire com'è la
situazione orientale ·
Lo studio nasconde nel suo stesso nome un gioco di parole che non fa
capire se si riferisce a "cielo azzurro" o "costruzione del
cielo"; allo stesso modo viene spiegato come in architettura a volte si
fatica a distinguere tra architettura e spettacolo, tra sperimentalismo e
mostrificazione ·
Kengo Kuma introduce il lettore all'architettura giapponese; nei
suoi progetti rappresenta il vuoto permettendo al resto di risaltare ·
Benedetta Tagliabue porta avanti un enorme studio a Barcellona
(nonostante la perdita del socio e marito) e commenta la valorizzazione della
donna in architettura ·
Peter Zumthor nella sua carriera ha rifiutato molti incarichi perché
non gli piacevano o perché il committente gli metteva fretta, è un personaggio
particolare ·
Peter Eisenman è un antidivo, ama stare in cantiere e gli piace la
realizzazione dell’opera ·
David Chipperfield parla del il suo amore per l’Italia e dei suoi
progetti a Milano, Portofino, Salerno e Venezia ·
Rem Koolhaas è un architetto anche teorico, parla di due suoi
progetti e dell’importanza che ha oggi lo shopping |
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Capitolo II- Schegge dal pianeta
Piano |
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In questo capitolo viene si parla di Renzo Piano che lavorando un
po’ in tutto il mondo ha la possibilità di confrontarsi e quindi raccontare
molti dei più vari committenti: la famiglia Niarchos (centro culturale di
Atene), lo Stato di New York (campus della Columbia University a West
Harlem), il giornale Times (nuova sede a New York), i responsabili del
cantone di Berna (Zentrum Paul Klee), i frati cappuccini (Aula litirgica di
Padre Pio) e altri. Nel parlare dei suoi progetti parla anche delle sue passioni, il suo
studio, i suoi viaggi e le sue idee; le interviste sono ambientate in luoghi
e anni sempre diversi e permettono al lettore di comprendere veramente come
affronta il suo lavoro un architetto del livello di Renzo Piano. Renzo Piano, Zentrum Paul Klee (Berna) |
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Capitolo
III - Racconti di frontalieri |
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Troviamo in questo capitolo professionisti che non operano
esattamente nel campo architettonico: ·
Stefano Boeri, ormai nel mondo della politica, riesce a parlare dei
problemi delle città, in particolare Milano, evidenziandone gli aspetti
positivi e negativi a livello urbanistico e sociale ·
Michele De Lucchi ha realizzato incredibili oggetti di design spiegandone
la loro importanza nella società ·
Kurt Forster, critico e storico, commenta l’operato di alcuni
architetti in paesi con regimi totalitari o con politiche economiche non del
tutto corrette ·
Mimmo Paladino, pittore e scultore, parla delle sue opere, delle sue
collaborazioni con architetti e risponde ad alcune domande su artisti del
‘900 ·
Finn Geipel e Giulia Andi, dello studio Lin di Berlino, sono
intervenuti su un enorme bunker di sottomarini della seconda guerra mondiale
in Francia riqualificando questo luogo di guerra e morte per dare alla città
nuovi spazi di condivisione ·
Rolf Fehlbaum parla di design, globalizzazione, industrializzazione
e del evoluzione della sedia riferendosi ovviamente anche alle sedie dei
principali architetti ·
Santiago Calatrava viene raccontato dall’autore con molte delle sue
opere; viene comparato ad altri architetti e gli viene chiesto cosa ne pensa
dei nuovi stili e verso che direzione sta andando l’architettura ·
Ettore Sottsass è designer e architetto, gli vengono fatte diverse
domande: sul suo metodo, sul design di ieri e di oggi, su altri architetti e
anche domande più personali ·
Alessandro Mendini parla di benessere e architettura, quando la
tecnologia può creare benessere o quando invece si eccede e si potrebbe
essere più tradizionali ·
Philippe Starck ha creato tantissimi oggetti del mondo del design
industriale, dalle moto agli spazzolini da denti; parla di comunicazione
globale, della sua evoluzione e delle sue origini francesi ·
Mario Botta, architetto svizzero, non è felice della sua esperienza
come progettista in Italia, dice che qui la grande architettura non è
benvoluta; oltre a questo concetto illustra le altre sue esperienze
internazionali negli Stati Uniti e in Francia e spiga l’etica che sta dietro
al suo mestiere. |
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Capitolo IV- Gregotti con la
storia |
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In questo capitolo viene intervistato solo Gregotti. Si inizia parlando un po’ delle sue opere tra le più importanti e
del suo percorso che l’ha portato a diventare un grande architetto,
successivamente racconta la vita di Alvar Aalto e dei rapporti che aveva con
lui. Si passa poi a parlare di riqualificazione in Italia confrontata con
esempi europei. Per finire racconta Terragni come, nel contesto fascista, ha
innovato l’architettura italiana. Vittorio Gregotti, Teatro Arcimboldi (Milano) |
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