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autore

Italo Rota

titolo

Cosmologia portatile

editore

 Quodlibet Abitare

luogo

MACERATA

anno

2012

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

Titolo originale: Italo Rota, Cosmologia Portatile : scritti, mappe, visioni

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

Il libro non solo vuole presentare la poetica architettonica, ma anche approfondire le tematiche espresse dall’architetto in modo quasi analitico; la prefazione a cura di Francesca La Rocca infatti spiega eventi, idee e personaggi che hanno influenzato l’architetto nel corso della sua vita e portato a vedere nell’architettura un profondo legame con la natura, le persone e l’arte.

Attraverso questo libro si fa un viaggio nel mondo dell’arte, del design e della cultura alla ricerca del vero significato dell’architettura e della relazione che questa ha con il pensiero di Rota.

 

  

Giudizio Complessivo: 7.5 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Giovanni Colombo

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2012/2013

 

Autore Italo Rota

Architetto e designer nato a Milano nel 1953, Italo Rota  prende parte alla creazione della rivista Lotus International insieme a Pierluigi Nicolin tra il 1976 e il 1981.

Trasferitosi a Parigi partecipa e vince insieme a Gae Aulenti al concorso per  il progetto dell’allestimento del Musée d’Orsay, che segnerà l’interesse per l’architetto nei confronti delle installazioni artistiche e del significato del museo.

Rota lavora anche per lo stilista Roberto Cavalli progettandone una boutique, una villa e una serie di club sparsi per il mondo.

Tra le sue opere troviamo progetti di landarchitecture come come la sistemazione urbana del centro di Nantes e la promenade del Foro Italico a Palermo, significativo per Rota è inoltre il tempio indù di Lord Hanuman, di cui si accennerà più volte nel libro.

Italo Rota

 

Contenuto

Il libro si può dividere in tre parti principali : la prefazione a cura di Francesca La Rocca, in cui si presenta il personaggio di Rota, la sua filosofia e si spiegano fatti ed eventi della sua vita significativi, la Cosmologia Portatile, vero e proprio nucleo ideologico del libro dove l’autore stesso parla delle varie tematiche affrontate e per finire l’Atlante dei disegni, una raccolta  di disegni, parole, schemi ed associazioni di idee fatte dall’autore al fine di comprendere al meglio alcuni suoi concetti espressi o semplicemente richiamare immagini, idee o riflessioni su determinate idee.

 

CAPITOLI

Capitolo 0– Il big bang moderno

Francesca La Rocca ci presenta il personaggio di Italo Rota e ci spiega il perché si parla di Cosmologia.

In un universo in cui tutto è interconnesso, la natura, la tecnologia e l’uomo, non si può parlare di architettura senza prendere in considerazione le figure, le idee ma anche gli oggetti che compongono le nostre vite.

Attraverso il progetto c’è la possibilità di vedersi rispecchiati nello spazio e negli oggetti e questo si può vedere in esempi fondamentali per l’autore come l’interno della casa di Freud, dove ogni oggetto appare in ordine casuale ma in realtà è esattamente dove dovrebbe trovarsi ed ha un forte potere evocativo e significativo.

La nostra società è condizionata da una serie di stravolgimenti storici e culturali e questo fa sì che il caos e il disordine vengano rivalutati con una sorta di accezione positiva agli occhi di chi guarda, questo disordine è solo apparente e Rota identifica nelle mappe un modo di fare ordine.

L’autore ricorre a delle mappe ideali che richiamano alle idee ed alla loro formazione, vengono chiamate Rizoma che è più di una semplice mappa, è un’indagine profonda sui concetti fondanti della società.

In quest’ottica si parla delle mostre artistiche, o meglio delle installation art, luoghi in cui (a differenza delle semplici mostre artistiche a scopo pedagogico) si indaga, si ricerca, lo spettatore non è un semplice occhio, ma è parte attiva e presente nel processo, Rota ha curato molte mostre e si accenna alla sua esperienza personale da cui emergono questi concetti.

L’architettura è molto legata anche ai riti ed ai gesti e si parla sempre dell’esperienza personale dell’architetto legata alla costruzione del tempio indù di Lord Hanuman, dove Rota ha potuto vedere e vivere in prima persona la serie di riti e simboli che prendono parte prima della costruzione del tempo stesso, per tanto non si può parlare di architettura in modo freddo e matematico, ma bisogna conoscere l’intero universo di suggestioni ed immagini che sono legate ad essa.

  

Capitolo I - Cosmologia Portatile - Esplosioni, interni della mente, un occhio con un corpo.

Il concetto di spazio è da sempre legato al concetto di vuoto, l’incapacità di pensare al concetto di vuoto è un grosso limite ed il contatto con altre civiltà può aiutare a comprendere meglio questa coppia dialettica.

Lo spazio però è lo spazio della mente, ogni spazio deve raccontare chi lo abita e per questo l’autore, facendo riferimento alla sua esperienza nella rivista Lotus, ricorda alcuni degli interni più significativi nel raccontare la mente umana : l’interno della casa  di Sigmund Freud, la maison des verres a Parigi e l’istituto warburg.

Ognuno di questi interni si può dire un’installazione, un percorso mentale in cui lo spettatore è part attiva, chi visita questi luoghi è chiamato all’indagine e alla riflessione, ogni oggetto appare in modo casuale ma ha un significato ed una posizione specifica, dalle sculture egizie (richiamo all’archeologia come attività affine alla psicoanalisi) alla posizione dei tappeti o dei divani, tutto ha un suo senso compiuto.

Appare quindi logico capire che quando si parla di spazi si debba parlare di spazi della mente e che perché una cosa abbia un senso ci sia una sorta di dialogo tra l’oggetto e l’osservatore.

In quest’ottica ci viene spiegata l’evoluzione che ha portato le mostre culturali dei musei a diventare installation art : la nuova società, fatta di social network, videogames, serie tv e cinema ha portato lo spettatore ad essere sempre più interattivo, lo spettatore non vuole solo guardare, vuole sentire, provare, indagare e questo fa sì che nei musei le opere d’arte non siano più semplici oggetti da osservare ed contemplare, ma bensì uno strumento attraverso cui l’osservatore indaga ed arriva a conclusioni, chiunque può essere un artista e l’arte ora diventa indagine e non contemplazione.

(studio di Sigmund Freud a Vienna)

 

Capitolo II-Costruire in accordo con il cosmo, ecologia profonda, interni informi

L’architettura è innaturale, l’uomo da sempre ha creato miti e riti per giustificare attività come la fondazione delle città alle divinità, è il caso della città di Roma.

L’autore racconta in modo esaustivo il mito della fondazione della città, i simboli che entrano in gioco, il significato di gesti apparentemente casuali come tracciare il perimetro delle mura con l’aratro  o consultare il favore degli dei nella scelta del territorio, tutti questi gesti servono a giustificare la presenza di qualcosa non presente in natura agli occhi delle divinità creatrici.

Questo genere di ritualità è presente in tutte le culture e per collegamento Rota riporta la sua esperienza personale nella progettazione del tempio indù di Lord Hanuman dove possiamo assistere ad una serie di preghiere e gesti simbolici che antecedono la progettazione e la costruzione del tempio simili a quelli riportati per Roma.

Questa condizione si è tramandata nel corso degli anni a noi ed ha cambiato accezione, sopratutto negli ultimi decenni, con l’arrivo della nuova sensibilità ecologica dove con ecologia si intende che l’architettura deve dialogare con la natura, non mimetizzarsi o estraniarsi, ma porsi in un dialogo continuo con questa.

 

Come ricorda l’autore :

“Oggi dobbiamo rinnovare l’architettura così com’è, non possiamo più permettercela , è come le sigarette o l’auto a benzina.Dobbiamo capire ex novo qual è la sua funzione, la sua vera natura: forse tornare ad uno stadio preconscio dell’architettura ci permette di salire sulla novella arca di Noè per riscrivere il contratto con la natura”.

 

Si passa infine a parlare degli interni informi.

La parola informe è una parola il cui significato è cambiato negli ultimi anni, inizialmente ha sempre avuto un’accezione profondamente negativa, non tanto per il suo significato in sé quanto piuttosto per l’uso declassante che si è sempre fatto di questo aggettivo, dando per scontato che  ogni cosa abbia la sua forma.

In verità Rota ci spiega che la vera casa per lui non è un edificio, la casa è una “protesi” un qualcosa che ci si porta sempre con se e si manifesta  ovunque si vada.

Anche un albergo, ad esempio, può essere la propria casa, spostando l’arredamento e risistemandolo in modo più personale.

In questo senso si parla di interni informi, ricollegandosi  a quanto detto nei capitoli precedenti, gli spazi sono spazi della mente, gli interni raccontano chi li abita e per tanto, possono ritenersi informi nel senso oggettivo di termine, privi di una forma propria.

Si presentano una serie di interni visitati dall’autore che hanno lasciato un ricordo nella sua mente per la loro particolarità : è il caso del Merzbau, un edificio mai finito per principio, detto “cattedrale dell’Avvenire “ e in continua evoluzione o  della casa ossesivo-compulsiva dei fratelli Homer e Langley Collyer al 3078 della 5th Avenue, definito  “casino della mente”.

 

C

 

 

 

 

 

 

  

Capitolo III - Sarcofagi e astronavi, il paradosso della città, la fine dell’uomo ideale

I buchi neri si caratterizzano per avere un’attrazione gravitazionale tale da non permettere a nulla di allontanarsi da questi, allo stesso modo Hitler non si allontanò mai dai suoi buchi-sarcofagi, bunker oscuri e profondamente legati alla terra contro i quali si contrappone la bara di vetro in cui giace la salma di Lenin, totalmente trasparente e paragonata ad un’astronave.

Questi due esempi rappresentano due diversi approcci a tematiche analoghe quali la morte e il ricordo.

Il paradosso della città viene dal fatto che le città odierne affrontano una forte differenza tra due aspetti della stessa  : da un lato abbiamo la città antica, timida, chiusa in se stessa nelle mura, che rimane presente con i suoi edifici, dall’altra abbiamo l’utopia della città che si espande, si evolve, “cammina” così per dire.

Questi due aspetti che al momento convivono sono in netta contrapposizione in quanto uno vuole disfare l’altro e creano la situazione paradossale delle città odierne.

Quella che si pone davanti agli architetti ora è la così detta “Terza città” : una città in cui questi due aspetti coesistono in modo esaustivo, senza generare contraddizioni o paradossi.

Rota non conclude dando una soluzione al riguardo, in quanto una soluzione ancora non è delineata e spetta al futuro dettarla, per ora si limita a presentare come nel corso della storia si è cercato di far coesistere queste due realtà : da un lato si cerca di trattare la città antica come oggetto di un “museo” creando quindi dei percorsi interattivi dove l’osservatore è anche parte attiva e permettendo un’evoluzione della città mantenendo i connotati dell’antica città.

La riflessione sulla società attuale porta Rota a convenire che non esiste un edificio ideale, tantomeno un uomo ideale : gli uomini infatti, nella loro diversità fisica, cromatica, artistico-espressiva, compongono il landscape cittadino.

La città non è fatta da edifici, ma da corpi, da persone, non è l’architettura che ha rifatto le città dopo le guerre, ma le persone, questo  è importante perché l’uomo, che da sempre è stato punto focale dell’architettura e che è sempre stato uomo “standard” ed ideale, non è tale.

L’uomo è del tutto differente dagli altri uomini e questo è il nuovo punto focale, l’architettura deve continuare a generare edifici all’interno dei quali ci sia una sorta di “metamorfosi” dell’uomo. (Rota prende come esempio il corpo umano : il cibo dentro l’uomo compie un viaggio tutto interno nel quale muta, allo stesso modo l’edificio deve lavorare con l’uomo)

  

Capitolo IV- Atlante  dei disegni

In questa parte finale sono raccolti i disegni, le mappe concettuali e gli schemi a cui Rota si rifà nel corso del libro e ai quali accenna nella spiegazione delle sue idee.

Ne porto alcuni esempi: