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autore |
EUGENIO BETTINELLI |
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titolo |
LA VOCE DEL MAESTRO. ACHILLE
CASTIGLIONI. I MODI DELLA DIDATTICA |
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editore |
CORRAINI |
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luogo |
MANTOVA |
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anno |
2014 |
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lingua |
ITALIANO |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Eugenio Bettinelli, per molti anni
collaboratore di Castiglioni, approfondisce la sua attività come insegnante,
un aspetto davvero poco esplorato dalla critica. Il volume presenta, tra gli
altri contenuti che riguardano la sua attività didattica, i programmi e le
esercitazioni che Castiglioni proponeva ai suoi studenti, l'apparato
bibliografico dei suoi corsi e il suo particolare approccio all'insegnamento.
Ma presenta soprattutto la trascrizione di alcune sue lezioni, pubblicate qui
per la prima volta. |
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Giudizio Complessivo: 8 (scala 1-10) |
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Scheda compilata da: Paola
Barazzoni |
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Corso di Architettura e
Composizione Architettonica 3 a.a.2015/2016 |
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Eugenio Bettinelli |
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Eugenio Bettinelli
(Cremona 1949), laureato in architettura al Politecnico di Torino, è titolare
del “Laboratorio di Costruzione dell’architettura – Laurea specialistica
(PA2)” presso la Prima Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Ha
collaborato con Achille Castiglioni agli insegnamenti di Architettura degli
interni e di Disegno industriale alle Facoltà di Architettura del Politecnico
di Torino e del Politecnico di Milano. Ha insegnato all’Ecole Nationale
Superieure de Creation Industrielle di Parigi, è stato esperto della
Commissione della Comunità Europea per i programmi Esprit II Home Systems e
Integrated Interactive Home. Ha pubblicato numerosi volumi (fra i quali
Oggetto e Progetto; La prossima casa; Progetto, edificio e servizi; Celebrare
con la luce) e articoli per le principali riviste di architettura e
tecnologia. Svolge attività
professionale nel campo della progettazione architettonica, industriale e
tecnologica con un proprio studio. Ha svolto attività di consulente per la
ricerca, lo sviluppo delle tecnologie, le attività di formazione e
comunicazione (in particolare per lo sviluppo di sistemi tecnologici avanzati
integrati) per il gruppo Bticino. Dal 1998 al 2002 è stato responsabile
scientifico nazionale del progetto “A regola d’arte” sulla valorizzazione dei
beni storico-artistici italiani, in collaborazione con Istituto Centrale del
Restauro, Soprintendenze, Enti locali, e facoltà di Architettura e Ingegneria
di Milano, Venezia, Roma, Napoli e Palermo. Per Casabella e Bticino ha
pubblicato in versione interattiva “Guida alla complessità”, linee guida alla
progettazione integrata per i beni storico artistici in rapporto alle
innovazioni e infrastrutturazioni tecnologiche. Le ultime pubblicazioni:
Sistemi da abitare - Supporto alla formazione dei progettisti; Celebrare con
la luce - Valorizzazione delle chiese con valenza storico-artistica: liturgia
e tecnologie. La gestione illuminotecnica e l’integrazione dei sistemi. |
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CONTENUTO |
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IL TESTO_ Questo
libro vuole essere una testimonianza della grande passione ed umanitá di
Achille Castiglioni, uno dei più grandi designer italiani. Chiunque abbia avuto la fortuna di averlo
come docente, o di seguirlo come assistente o collaboratore, ha potuto avere
prova del carisma di questo personaggio e dell'amore che metteva nel suo
lavoro e nei rapporti umani. Proprio per queste ragioni, Bettinelli cerca di
far rivivere il ricordo del grande maestro riportando le sue parole. “Se non siete curiosi, lasciate perdere. Se
non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello
del designer non è un mestiere per voi”, questo era il consiglio di
Castiglioni per i suoi studenti. Un’interruttore, una lampada, una lavatrice,
una forbice: anche questi oggetti possono diventare dei piccoli pezzi d’arte,
un’arte creata per rendere bello il quotidiano. Bisogna tuttavia essere
interessati alla vita dell'uomo ed alle sue attivitá, per poter progettare
oggetti col massimo della funzionalitá, rispondenti a precise necessitá, e
percio intrinsecamente belli. Castiglioni nei suoi appunti riporta
indici molto schematici, riassuntivi delle sue idee: ·Arredamento urbano: cose che servono a
indicare e servire l’esterno. ·Arredamento casalingo: aggiustamento di
uno spazio interno o sistemazione di uno spazio già precostituito. Castiglioni sostiene la necessitá di
capire le intenzioni del progettista e le sue interpretazioni. Il presente è
la realtà in cui ci si deve calare per progettare. Bisogna provare curiosità
nei confronti di tutti e di tutto. Fondamentale diviene allora promuovere la
formazione di “autonome attitudini progettuali”, non attraverso teorie
preconfezionate o continui riferimenti a modelli storici, ma attraverso lo
studio di oggetti (anche del quotidiano) svincolati dal loro contesto. Dunque
il maestro decide di strutturare le sue lezioni come chiacchierate su oggetti
di uso comune, sulla derivazione della loro forma a partire da necessitá
funzionali. IL MAESTRO_ Castiglioni fu docente sia presso il Politecnico
di Milano che presso quello di Torino e si formò come architetto prima ancora
che come industrial designer. Ci fornisce la definizione di “oggetto
tecnico” con cui intende un prodotto concepito per compiere un lavoro e che
perciò deve avere una forma ottimale. In
passato l’oggetto utile e tecnico aveva una forma, la più semplice
possibile, strettamente legata alla funzione.
Così spesso si ottenevano degli oggetti con forme poco gradevoli alla
vista e poco definite, risultato di un processo meccanico ed industriale. Con gli anni 50 la cura della forma
legata alla funzione è al top. Grandissima cura per tutti i dettagli. Il
prodotto deve essere in grado di trasmettere le sue ragioni d’essere (la
forma suggerisca la funzione). Secondo Castiglioni, il progettista non
deve tendere al grande gesto o alla storia, ma deve costruirla giorno per
giorno, persona per persona, situazione per situazione. In data 8 luglio 1983 fu invitato a partecipare
al congresso “Dal cucchiaio della città: nell’itinerario di 100 designers”.
Per il polo del cucchiaio fu scelta la lampada Gibigiana ( disegnata da
Castiglioni per Flos) e per il polo della città fu scelto il “Sistema
didattico per corsi Universitari”. Le lezioni di Castiglioni avevano una
struttura ed un carattere talmente forti e riconoscibili da essere ricondotti
alla sfera dell’architettura. PROBLEMA
PROGETTUALE_ Ricerca
della funzione: proprio questo é il cuore del lavoro di Castiglioni. Gli artisti, con le loro
problematiche, sono liberi poeticamente. I designer, con problematiche non
loro, cercano di essere poeticamente liberi. POETICA: rimane un concetto
fortemente legato alla sfera artistica: problema alla base dell’irrisolto
dibattito arte- produzione. OGGETTO: assolve a una o più
funzioni, ma sa divenire parte della vita quotidiana e si lega alla memoria. CURIOSITà: dote o caratteristica
base del progettista. Va allenata quotidianamente e pedissequamente. Dalla commistione di questi tre
punti deve nascere l'idea progettuale: un'idea che nasce dall'individuazione
di necessitá funzionali e dal tentativo di soddisfarle nel modo piÙ semplice
ed intelligente, senza cedere al mero formalismo. Il designer e l’architetto devono
rispondere alle esigenze di un’utenza che spesso viene rappresentata dalla
committenza. Nel campo della produzione industriale il capitalismo la fa da
padrone e guida i progetti con una mentalità economica: si punta a far soldi.
Allora il progettista deve essere in grado di capire quanto sia etico fare il
prodotto richiestogli dalla committenza dal momento che non è più un problema
di forma e di creatività. Il
designer deve conoscere i processi produttivi e deve comunicare con gli
operai, così da capire le modalità con cui operano. Deve accogliere i
consigli, ma deve guidare le scelte a monte e a valle: PUBBLICIZZAZIONE
DELL’OGGETTO. Quando
l’industria punta ad un aumento della produzione, spesso mira alla forma: -
No ricerca di mercato -
Affidare il progetto ad un solo designer:
ERRORE. PROGETTAZIONE
ARTISTICA E INDUSTRIA_ L’intelligenza collettiva ( e non di un solo
progettista) sviluppa una profonda
coscienza delle esigenze. Si genera allora un oggetto ottimo, detto di design
anonimo, per il fatto che non risponde al nome di un solo e noto progettista.
Il
prodotto industriale non è mai visto da Castiglioni come a sé stante, ma
viene sempre calato nel contesto. Bisogna sempre mantenere lo spirito di chi
agisce liberamente, nonostante le normative. La
produzione industriale ha una sua logica. Conoscerla e sfruttarla con
intelligenza permette di dare un valore aggiunto al prodotto. Permette
inoltre di abbatterne i costi. Dell’oggetto
industriale bisogna tener conto che: funzione d’uso e forma relativa – modo
d’uso e forma relativa – mezzi di produzione e funzione relativa – quantità
di produzione e forma relativa variano col passare del tempo ed il risultato
formale dell’oggetto si trasforma. A volte però la priorità del rapporto
forma-funzione è così forte che rimane invariata. Allora la forma originaria
rimane immutata nel tempo. INSEGNAMENTO_
I corsi che si tennero a Milano furono
differenti rispetto a quelli tenuti a Torino, per ragioni di impostazioni
della scuola. A Milano furono molto più orientati verso la progettazione del
prodotto industriale, mentre a Torino si concentrarono maggiormente sugli
aspetti teorici legati ai motivi dell’oggetto., alle relazione eccetera. Il
designer è e deve essere sulla sua matrice culturale e sulla preparazione fondamentale,
un architetto. BISOGNI –
PROGETTO - RICERCA_ Progetto
proprio: innovativo Progetto
improprio: ripetitivo Si deve
tenere conto, in fase di progetto, delle relazioni umane e con l’ambiente:
relazioni di affetto. L ’espressività del progetto è quella che deve
provocare una corretta considerazione (uso) del prodotto come determinante
nella qualità dei rapporti umani e con l’ambiente. LEZIONI_ Bettinelli
riporta alcune delle lezioni tenute da Castiglioni, minuziosamente riscritte
a partire da registrazioni vocali. Generalmente ogni lezione era monotematica
e molto discorsiva. Toccava i punti che il maestro si era prefissato in fase
di stesura di una scaletta. Fra le
lezioni più memorabili, Bettinelli riporta quella sull'ARTE. “architettura”
= arte e tecnica del costruire (Treccani) “industrial
design”: arte (valori di cultura) e tecnica (valori di produzione) della
produzione Arte:
per gli antichi era l’opera dell’uomo poiché si distingueva dall’opera della
natura (inconsapevole). Non ci può essere bellezza alcuna laddove non si
riscontra una qualche utilità. Foma:
“Dare forma significa rendere un oggetto conoscibile”. Non si può perciò
parlare solo di ricerca estetica, bisogna considerare una ricerca
scientifica. Per
Argan , la ricerca scientifica governa la vita contemporanea. Dunque un
progetto non può prescindere da analisi e ricerche concrete. Per questo l'
Industrial Design è la determinazione di modelli formali, possibili di essere
riprodotti in migliaia di esemplari senza perdere nulla delle proprie qualità
espressive. Il designer è colui che lavorando in èquipe, progetta e realizza
oggetti vari per BISOGNI REALI. Il
designer produce oggetti in serie per la comunità. L’artista produce opere
rare per sé stesso o per un’elite. PRODUZIONE
INDUSTRIALE E DESIGN INDUSTRIALE IN ITALIA: l’industria in Italia si è
sviluppata tardi ed in parte forzatamente, quindi non ha acquisito tutte le
capacità tecniche e tecnologiche del caso. Il design italiano pertanto
risente parzialmente di queste “ristrettezze produttive” e maggiormente …
delle lacune, eccellendo nell’aspetto formale e nella qualità. Oggetto
del D.I. : deve servire la collettività, qualità intrinseca + funzione_
produzione in serie _ scarsa qualità. Bisogna unire le due cose:
INDUSTRUA-> PRODUZIONE IN SERIE DI QUALITà –> SODDISFO FUNZIONI
COLLETTIVE (non progetto per un’ elite). Non punto all’apparenza ma a una
qualità formale. L’Italia
è un Paese fortemente segnato da uno “spirito artigianale” che limita
l’accesso di “contenuti culturali estranei”. Il problema centrale però rimane
la PRODUZIONE PER IL GRANDE NUMERO e il conflitto interno dell’industria
(produrre per soldi Vs produrre per soddisfare bisogni ed esigenze). L’industria
è un servizio sociale che trasforma lavoro sociale in prodotti socialmente
necessari. Il
ruolo del progettista si configura come quello di continuo ricercatore e la
sua attività si evolve nei metodi con l’evolversi delle situazioni politiche,
economiche e produttive. LEZIONE
17 DICEMBRE 1981 La
progettazione è una questione di comportamento e quindi riferita a tutta una
situazione, ad un contesto, ecc. per cui va di volta in volta rivista e
considerata. Rapporto
forma-funzione: è alla base dell’industrial design. Ogni forma si esprime
sempre in funzione di qualche cosa. Quello
che dell’architettura e del prodotto di design alla fine si vede è la forma,
poiché essa è risultato di profondi ragionamenti su funzione e bisogni:
bisogna OSSERVARE per andare oltre alla forma. In
questa lezione vengono analizzati differenti tipi di forbice progettati da
nessuno, disegnati da una moltitudine così da adempire ad una certa funzione
(studiata nel tempo). LEZIONE
25 MAGGIO 1985 Esposizioni
museali: in questo campo bisogna prestare particolare attenzione alle informazioni
da fornire ai visitatori e al modo in cui vengono comunicate. Si necessita di
un catalogo che accompagni la mostra (e rimanga dopo di essa). In questa
lezione, Castiglioni sceglie di analizzare la mostr“Vie d’acqua di Milano”:
svoltasi all'interno di Palazzo Reale, sfrutta legno e staccionate che
ricordano quelle del cantiere per le operazioni di navigabilità del Po.
All’ingresso (corrispondete allo scalone principale del Palazzo) fu
utilizzato il legno, cosi come per tutto il resto della mostra, ma fu
inserita anche una chiusa di Leonardo (come elemento che segnala l’accesso,
posizionato all’inizio e alla fine della mostra). Tutti questi elementi
suggeriscono il tema principe, nonché i periodi in cui sono accaduti
avvenimenti narrati nel corso della mostra. Castiglioni
sottolinea come, nell'allestire una mostra, ci sia necessitá di compresenza
di esperti di differenti settori. Gli aspetti da governare sono molti e
svariati, ma rispondono tutti ad un'unica "macchina": la mostra
stessa. In conclusione Bettinelli auspica che il
ricordo del maestro non muoia mai. Sicuramente l'eco delle sue parole e dei
suoi insegnamenti continuerá a riempire le menti dei progettisti che hanno a
cuore la qulitá della vita dell'uomo e degli oggetti, poichè dalle loro
interazioni scaturiscono esperienze ed emozioni. |