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autore |
JOSEPH RYKWERT |
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titolo |
LA SEDUZIONE DEL LUOGO |
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editore |
BIBLIOTECA EINAUDI |
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luogo |
TORINO |
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anno |
2003 |
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lingua |
ITALIANO |
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Titolo originale: La seduzione del luogo. Storia e futuro della
città |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Il
libro tratta delle infinite variazioni sul tema urbano. I mutamenti
demografici e le innovazioni tecnologiche degli ultimi tre secoli, le utopie
sociali dell'Ottocento, il potere delle odierne multinazionali e l'evoluzione
professionale del design sono solo alcune delle forze storiche che hanno
modellato le città in cui viviamo, nei dettagli della loro forma materiale e
nell'insieme del loro segno metaforico. Su questa base, sostenuto da una
costante tensione critica, Rykwert traccia il
resoconto dei paesaggi urbani del globo: Città del Messico e Shanghai, Londra
e Parigi, Berlino e Barcellona, Brasilia e Nuova Delhi, ma anche le
onnipresenti baraccopoli, le periferie, le cinture verdi e i quartieri di
lusso, i parchi tematici e le città giardino, in cerca di insegnamenti per il
futuro contenuti nei modelli urbani del passato. |
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Giudizio
Complessivo: 7 (scala 1-10) |
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Scheda compilata da: Lipari Francesco |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2
a.a.2014/2015 |
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Autore Joseph Rykwert |
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Joseph Rykwert (1926) è uno storico di
architettura inglese e professore di architettura presso l’Università della
Pennsylvania. Nel 1967 diventa Professore d’Arte presso la nuova Università
dell’Essex dove rimane fino al 1981, anno in cui
inizialmente assume l’incarico di professore di Belle Arti all’Università di
Cambridge, e in seguito diventa Docente di Architettura. Ha insegnato o
tenuto conferenze nelle più importanti scuole di Architettura del mondo come
Princeton, la Cooper Union a New York, Harvard Graduate School of Design,
l’Università di Sydney, all’Institute d’Urbanisme a Parigi e alla Central European
University. Nel 2000, ha vinto il Premio Zevi alla
Biennale di architettura di Venezia. E’ stato nominato Comandante dell’Ordine
dell’Impero Britannico nel 2014 per i servizi all’Architettura. |
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Joseph Rykwert |
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Contenuto |
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Il libro traccia
il quadro completo della situazione storico sociale della più importanti
città del mondo negli ultimi 300 anni, il loro rinnovamento come nei casi di
Londra, Parigi, Berlino, o la loro nascita e sviluppo come New York,
Canberra, Nuova Dheli, Shangai. Il libro si sofferma molto su quelli che sono
stati gli avvenimenti stociri che hanno contribuito a creare le città che
oggi conosciamo, come ad esempio le rivuolzioni industriali; tratta inoltre
di come sempre in questo periodo alcuni uomini abbiano porvato a proorre
scenari o idee per la risoluzione del disagio sociale che questi avvenimenti
avevano creato, in particolare tratta le proposte di alcuni filosofi,
urbanisti o sociologi che hanno pensato a piani di rinnovamento o rivoluzione
delle città. |
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CAPITOLI |
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Capitolo 0- Introduzione |
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L'introduzione apre
facendo un'analisi su quella che era la situazione nel 1945, che offriva ad
architetti e urbanisti, coadiuvati da sociologi ed ingegneri uno dei più
grandi folio bianchi della storia. Pensavano di poter realizzare città
perfettamente e razionalmente disegnate che potessero offrire felicità ai
superstiti della guerra. In realtà lo scenario offerto dal 1965 è quello di
grandi piani che non hanno saputo rispettare le attese, ma che in alcuni casi
erano addirittura inferiori a realtà antecedenti. Ma successo di una città
non è misurabile in termini di crescita finanziaria, ma dipende piuttosto
dalla forza intrinseca del suo tessuto sociale e dall'accessibilità per le
forze sociali a plasmare la vita dei suoi abitanti. Nell'immaginario storico
le città sono sempre state viste come luoghi di lussuosa corruzione ma dove
prosperavano lo sviluppo economico ed intellettuale. Fin dall'antichità
l'uomo si è riunito in città, per gli antichi Greci la "Città" era
Alessandria D'Egitto, che fu il primo esempio di riconoscimento di capitale
del mondo allora conosciuto, per il suo noto peso economico e culturale.
Successivamente fu la volta di Roma, l'Urbs per i
popoli di lingua latina per più di mille anni. Con l'avvento del Medioevo
molteplici sono le proposte di città ideali, si ha la Sfrozinda
di Filarete, Utopia di Tommaso Moro, la Città del Sole di Tommaso Campanella.
Per tutto il XX secolo i futuristi pensavano che con l'avvento del 2000 la
realtà sarebbe stata quella di ammassi di megalopoli che si sarebbero unite,
come BosWash, San-San o Chipitts;
ma la verità è quella di una New York catalizzatrice dell'attenzione
dell'East Coast o dell'esplosione inaspettata di
Città del Messico. |
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Capitolo I - Come siamo arrivati a
questo punto |
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In
questo primo capitolo vengono trattati tutti quelli che sono stati gli
avvenimenti socio-economici che hanno trasformato la vita dell'uomo negli
ultimi 3/400 anni; viene citato il cambiamento nella tecnica dell'aratura dei
campi, delle enclosures, dell'introduzione della telaio mobile e della
spoletta volante e dell'invenzione delle macchine a vapore. E soprattutto
quest'ultima è stata causa sia di grandi progressi tecnologici sia delle
terribili condizioni del proletariato inglese. Il progresso tecnologico portò
al miglioramento dei mezzi di trasporto supportati però da un pessimo stato
delle vie di comunicazione, di cui le migliori erano ancora le millenarie
strade di pietra dei romani. Questo spinse sia a migliorare i mezzi di
trasporto come le carrozze sia a progettare nuove vie di comunicazione come i
treni, che intrapresero tratte regolari per il trasporto passeggeri. Tutto
ciò, in architettura, si trasformò nell'esigenza di grandi strutture
multipiano grandi campate che potessero ospitare e sostenere i pesanti
macchinari della nuova industria. |
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Capitolo II- Prime cure |
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Qui
vengono analizzate le prime proposte di urbanisti e sociologi per una città
migliore, nella maggior parte dei casi si appoggiano sempre a modelli di
società utopistiche, in grado di trasformare anche le attività lavorative più
indigeste un piacere. E quest'idea fu appoggiata dai nostalgici come Marx, Fourier, Ruskin. Vengono
anche analizzate le proposte di colonie felice per società ideali che venne
intraprese tra il 700 e l'800. Che le città fossero congestionate e
disordinate fosse fuori discussione, ma nonostante ciò i tentativi di
rivoluzione sociale furono ostacolati da chi nutriva fiducia nel mondo
liberale. |
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Capitolo III - La casa: luogo da
costruire e luogo da abitare |
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Con la
continua crescita demografica, la domanda di alloggi continuò. Qui viene
analizzata la realtà delle principali città dell'800, come Parigi, Londra e
Berlino. A Londra per esempio l'intervento di Roberts produsse abitazioni a
basso costo per le famiglie operaie e a Cubitt si
dovette il miglioramento del sistema fognario. Innovazioni e miglioramenti
simili fiorirono in tutte le grandi città d'Europa, anche se il vero problema
è che fino alla seconda metà dell'800 gli architetti si disinteressarono del
problema sociale della casa, perché non lo ritenevano degno di essere preso
in considerazione, mentre già agli inizi del 900 professionisti e riviste
concentrarono la loro attenzione sulle abitazioni. Un'altra tipologia
edilizia, prima non considerata, divenne fulcro delle idee dei progettisti:
la fabbrica, in cui venne riconosciuta la sfida di creare edifici di
carattere monumentale. |
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Capitolo IV - Stile architettonico,
tipo edilizio, tessuto urbano |
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I
dibattiti dell'800 più astiosi riguardarono questioni di stile. Prima era
l'ornamento a determinare lo stile di un edificio, non la sua pianta, la sua
forma o il suo volume. In questo dibattito stilistico Pugin
propose due teorie, le quali prevedevano che ogni edificio dovesse presentare
solo caratteristiche che fossero giustificate de esigenze di comodità,
struttura o convenienza e che ogni ornamento dell'edificio si sarebbe dovuto
armonizzare con la struttura essenziale dell'edificio. In questo periodo fu
forte la ricerca da parte dei governi di uno stile nazionale che
rappresentasse la nazione. Le esposizioni internazionali portarono alla luce
i difetti di gusto e design e si pensò che l'istruzione fosse la risposta
giusta per il rinnovamento del gusto. |
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Capitolo V – Fuga dalla città:
spazio vissuto e spazio virtuale |
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Le città
che venivano a formarsi erano città di alloggi e uffici, inevitabilmente
queste città erano spoglie di monumenti, spazi aperti, monumenti, punti di
riferimento per gli abitanti. L'effetto che producono sui cittadini è quello
di una totale alienazione e sconforto, i cittadini sono privi di punti di
riferimento. Per questo motivo spesso nella storia è successo che si provasse
a fornire condensati di mimetici d'altri tempi e luoghi. Un esempi possono
essere le raffigurazioni della via crucis nelle chiese oppure, fenomeno molto
italiano, spagnolo e sudamericano, è la realizzazione di <Sacri Monti>.
Un fenomeno nato da questa fame di riferimenti e immagini note è il turismo,
che dalla seconda metà dell'800 ad oggi, per molte città, risulta essere la
fonte di guadagno più importante. Ma un'altra realtà sta prendendo il
sopravventi nelle nostre vita, una realtà recentissima al tempo stesso già
profondamente radicata nelle nostre vite, la realtà virtuale, la realtà dei
PC. Ma il rischio che questa realtà prende il sopravvento nelle nostre vite è
reale, vite che vivremo solo all'interno del nostro alloggio, dal quale lo
spazio pubblico verrà percepito come una minaccia, violento ed insicuro. |
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Capitolo VI - Sobborghi e nuove
capitali |
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La mole
di difficoltà che si presentava a chi doveva gestire le città fu tale che una
delle soluzione che si presentava fu quella di spingere gli abitanti a creare
una nuova città che però fosse ben pianificata, questa volta non puntando a
modelli utopistici come era successo in passato. I sobborghi delle città hanno sempre
attirato attività illecite e condizioni sociali alquanto deprimenti. Il
sobborgo vive sempre a spese della città. Anche una volta che ottiene
un'amministrazione autonoma. Ma nel XVIII secolo i sobborghi cominciarono ad
assumere una nuova funzione, infatti divenivano metà per quei cittadini che,
non appena potevano permetterselo, cercavano una sistemazione più salubre
rispetto alla città congestionata. Viene così trattata la nascita di
Canberra, da piccola cittadina a capitale, e di Nuova Delhi. Il CIAM nel 1933
raccolsero 111 tesi, conosciute come la Carta D'Atene: ·
L'abitazione
doveva privilegiare case alte e ben distanziate rispetto ad altre forme
residenziali ·
Il
lavoro comprendeva sia gli uffici che le industrie ·
Il
tempo libero doveva essere imperniato sullo sport, quindi parchi pubblici e
stadi ·
La
circolazione doveva essere corrisposta in una zona separata. |
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Capitolo VII - Manhattan: cuore di New
York e capitale del mondo |
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Al
giorno d'oggi è lampante come New York sia per tutti la capitale del mondo. E
naturalmente tutte le altre città invidiandola, provano ad imitarla. Viene
trattata, quindi, la nascita e lo sviluppo della città; di come nel 900 sia
partita la lotta per la conquista del cielo con edifici sempre più alti e
imponenti come il Woolworth Building, il Bank of
Manhattan Trust Building, il Chrysler Building, l'Empire State Building, il
Trump World Tower Building e molti altri che hanno
modificato e contribuito a creare quello che oggi è l'inconfondibile skyline
di New York. L'egemonia mondiale di New York fa si che ogni tipo di imitazione
sia destinata al fallimento perché più forte è lo sforzo emulativo e più si
esplicita la sottomissione, perché le caratteristiche che hanno fatto di New
York la capitale del mondo sono soltanto sue e sono inimitabili. |
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Capitolo VIII – Interrogativi per il
nuovo millennio |
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Gli
architetti devono farsi carico della loro posizione sociale contro il
saccheggio ambientale e contro la povertà formale e sensoriale degli edifici
che costituiscono la città e rendersi conto di quanto si urgenti
un'inversione di rotta. Per troppo tempo si sono accontentati di essere
considerati uomini di gusto, ma questo ha portato a trasformarli nel XX
secolo in specialisti che prima facevano funzionare gli edifici e poi li
abbellivano. Per plasmare le nostre città e farne una nostra espressione è
necessaria la partecipazione costante della comunità. Per capire la città e
poter lavorare efficacemente su e con essa, bisogna comprenderla come
concatenazione di oggetti fatti e voluti dall'uomo, che formano un tessuto di
luoghi. |
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