|
Argomento e tematiche affrontate |
|
||
"Nessuno ha cambiato l’architettura di più e con meno mezzi di Cedric Price" (Rem Koolhaas) Re:CP come “ritorna Cedric Price”, ma anche come ”recipe” (ricetta). In questo libro Price ha riunito alcune delle sue ‘ricette’ architettoniche preferite, tratte dall’esperienza di lavoro sui propri progetti oltre che dall’osservazione rivolta al lavoro di altri. Ricco di disegni e proposte, questo libro dà modo di comprendere le ragioni della profonda influenza che le idee di Cedric Price esercitano da quarant’anni sull’architettura internazionale e perché tale influenza risulti oggi più importante che mai. Re:CP è una raccolta di saggi, interviste e
lezioni nelle quali lo stesso Price fa il punto sulla sua visione di una
architettura mobile, interattiva e innovativa ispirata a principi di
flessibilità e adattabilità. |
|||
|
|||
Giudizio Complessivo: 9 (scala 1 - 10) |
|||
Scheda compilata da: Marina Bosi |
|||
Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 A.A. 2014/2015 |
|||
|
|||
|
|||
CONTENUTO |
|||
Cedric Price sostiene che l'atto di cucinare sia una buona metafora per la sua architettura; come per la cucina le idee del progetto possono essere sviluppate, discusse e verificate durante un singolo incontro. In questo libro sono raccolte alcune delle sue ricette architettoniche. Contrario a una concezione di architettura meccanicamente funzionalista, le sue ricerche lo hanno portato a proposte che utilizzando le potenzialità della tecnologia, definiscono spazi variabili che possono essere adattati alle necessità e ai desideri del fruitore. La tecnologia è cioè utilizzata, non come fine, ma come mezzo per offrire il massimo grado di libertà all'uomo nella sua interazione con lo spazio abitato. Il libro si compone di un’ introduzione di Rem Koolhaas,
di un saggio di Cedric Price intitolato “Il sandwich invisibile”, di un testo
di Arata Isozaki , di un’ intervista di H.U. Obrist, di un testo di P. Keiller
e di una rassegna intitolata “73Snacks” nella quale sono pubblicati disegni,
cartoline, schizzi e brevi testi di Cedric Price. |
|||
CAPITOLI |
|||
INTRODUZIONE |
|||
L’introduzione del libro parte con il contributo di Rem Koolhaas che descrive la figura di Cedric Price come
quella di un “distruttore” che, attraverso disegni ed epigrammi lapidari, è
stato in grado di mobilitare il reale
contro le pretese di una professione ancora megalomane e ha portato ad un
cambiamento nel campo dell’architettura. |
|||
|
|||
IL SANDWICH INVISIBILE |
|||
Price introduce l’immagine del sandwich invisibile prendendo come esempio l’edificio a tre piani, il quale investe ogni piano di qualità particolari puramente derivanti dalla sua relazione con gli altri due. Le strane qualità dell’edificio a tre piani sono: PIANO TERRA: capacità di contatto fisico diretto con un esterno indefinito; PIANO INTERMEDIO: uguale opportunità di facile accesso a piedi ai volumi sopra e sottostanti che insieme compongono il volume totale; ULTIMO PIANO: accessibilità del livello alto e possibilità di un’ampia gamma di traffico veicolare al di sotto. Price propone Re:CP come il sandwich
invisibile, un’intelligente sacca da viaggio di opinione, vedute, confronti,
discussioni libere e dubbi; un mix di idee e immagini, alcune delle quali
nuove e altre viste e pensate dallo stesso autore in precedenza. Tutto questo
perché Price vede il progettare non come una semplice giustapposizione di
piani, ma vede in esso qualità aggiuntive che portano al rifiuto del ruolo
dell’architettura come semplice dispensatrice di migliorie e di arricchimento
formale dell’ambiente. |
|||
|
|||
ANNULLARE L’ARCHITETTURA NEL SISTEMA |
|||
Arata Isozaki afferma che Cedric Price non si presenta come l’immagine classica dell’architetto, una persona che progetta edifici grandi e audaci, ma bensì come l’esatto contrario; tutto questo non perché si rifiuta di costruire per spavalderia e non perché sia un architetto poco dotato. A sostegno di questa affermazione porta l’esempio di alcuni dei suoi progetti tra cui: - il Fun Palace, edificio polivalente, altamente tecnologico, destinato ad ospitare spettacoli di ogni genere, quasi un prototipo del successivo progetto per il Centre National d'Art et de Culture G. Pompidou di Piano e Rogers. Il committente Joan Littlewood chiedeva a Price, all’ingegnere Frank Newby e al consulente di sistemi Gordon Pask non semplicemente un edificio, ma un “servizio”, un “mobile spaziale”, un “giocattolo gigante”. In poche parole, il Fun Palace sarebbe dovuto essere un magnete in grado di soddisfare pienamente chi avesse voluto occupare costruttivamente il proprio tempo libero; - la Thinkbelt, un approfondimento della ricerca sviluppata da Price sui componenti architettonici semplici. In questo caso egli non si limita a disegnare l’hardware ma un intero programma e accenna a possibilità di integrazione entro più vasti interventi a scala regionale e nazionale. Propone di istituire un centro di ricerca universitaria in combinazione con un quartiere residenziale su un sito a forma di cintura totalmente avulso dall’impianto tipico del campus universitario. L’elemento che accomuna tutte queste proposte progettuali è il
disinteresse per le caratteristiche formative. Sembra che Price tenda a
prendere una direzione che si potrebbe definire di non-architettura, verso lo
smantellamento dell’architettura fino a farla scomparire entro sistemi non
convenzionali che rispondono a domande sociali. |
|||
|
|||
INTERVISTA CON CEDRIC PRICE |
|||
L’intervista a Cedric Price a cura di Hans Ulrich Obrist è una trascrizione editata delle scene, selezionate da oltre 40 ore di conversazione filmate, nate dopo una serie di collaborazioni tra i due. Può essere suddivisa in tre parti nelle quali vengono affrontate tematiche differenti: la città, i musei e la cibernetica. La prima viene esaminata tramite la spiegazione di un progetto con il quale aveva partecipato ad un concorso per la riqualificazione urbana di un’area a Manhattan. Price propone di non fare nulla e lasciare il sito com’era - uno spazio urbano aperto - per non peggiorare la qualità pessima, statica dell’area producendo altri edifici e per evitare che la città diventasse sempre di più un museo. I musei sono visti da Price come un luogo dove il tempo viene distorto. A tal proposito afferma che l’architettura non fa abbastanza, non arricchisce, non ravviva la vita delle persone e non funziona come performer; lui come architetto cerca di trovare modi che indichino le lacune che non possono essere colmate da altri per permettere all’architettura di migliorare l’esistenza. Per quanto riguarda la tematica della cibernetica si accenna ai progetti del Fun Palace, dell’Inter-Action Center e della Thinkbelt. Un’ultima intervista racconta dei laboratori di Barcellona ai quali
Price ha partecipato durante una scuola estiva e durante la quale ha tenuto conferenze
parlando di mobilità, velocità e tempo.
|
|||
|
|||
LONDRA – ROCHESTER - LONDRA |
|||
In quest’ultima parte Patrick Keiller
racconta una giornata trascorsa insieme a Cedric Price: una gita lungo
l’estuario del Tamigi che da sempre Keiller associa
a diversi temi - la mobilità, l’utilizzabilità e il non-plan
– presenti nel lavoro di Price. |
|||
|
|||
73 SNACKS |
|||
Si tratta di una serie di disegni, cartoline, schizzi e brevi testi di
Cedric Price, nei quali l’autore affronta e approfondisce tematiche a lui
care come la tesi contro la conservazione,
la velocità, lo spazio, le città del futuro, il tempo, la casa.. |
|||
|