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autore |
LUDWIG HILBERSEIMER |
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titolo |
MIES VAN DER ROHE |
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editore |
CITTA’ STUDI EDIZIONI |
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luogo |
CHICAGO |
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anno |
1956 |
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lingua |
ITALIANO |
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Titolo
originale: Ludwig Hilberseimer, Mies van der Rohe |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Il
libro scritto nel 1956 è come il resoconto di un lavoro in corso, una specie
di diario sui lavori di Mies van der Rohe. Tratta le questioni che si
presentano ogni volta che ci si pone il problema dell’architettura e del
progetto, su come l’architetto li affronta e li risolve. La prima parte
descrive le questioni che Mies affronta, e come si pone davanti alla nuova
architettura. La seconda parte affronta i vari edifici, suddivisi in base
alla funzione, progettati e realizzati dall’architetto. |
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Giudizio
Complessivo: 8 |
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Scheda compilata da: Xhulia Qushku |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica |
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Autore Ludwig Hilberseimer |
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Architetto, urbanista e teorico tedesco
(Karlsruhe 1885-Chicago 1967). Tra i maggiori esponenti e teorici del razionalismo, dopo aver fatto parte nel 1919 del Novembergruppe, nel 1928 fu chiamato a insegnare urbanistica
al Bauhaus di Dessau. Nel 1938 si trasferì negli
USA per insegnare all'Illinois Institute of Technology di Chicago, divenendo
nel 1955 direttore del Dipartimento di pianificazione urbana e regionale. La
teoria urbanistica di Hilberseimer si sviluppò attraverso due fasi
principali. Nella prima (espressa inGrosstadtarchitektur,
1927, Architettura delle metropoli) Hilberseimer, legato soprattutto alle
prime formulazioni teoriche del razionalismo tedesco, si interessa alla
grande città, mettendo a punto un preciso tipo di piano urbanistico: la
“città verticale”. La fase successiva (The
New City-Principles of Planning, 1944; The
New Regional Pattern, 1949) coincide con l'avvicinamento ai problemi
della pianificazione territoriale e dell'integrazione città-campagna. Tra le
sue opere: casa d'abitazione al Weissenhof di Stoccarda (1927); sezione
tedesca organizzata dal Werkbund alla IV Triennale (Monza, 1929); piano
per Dessau (1932); piani per Montréal, Chicago, Detroit, Seattle. |
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Contenuto |
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Il libro tratta su
come Mies van der Rohe tratti i vari temi dell’architettura, su come risolve i
problemi che deve affrontare. I primi capitoli trattano dei cambiamenti che
sono avvenuti negli anni venti e su come Mies gli affronta, proponendo sempre
soluzioni semplici ma mai banali. Espone le sue idee e la sua visione
dell’architettura. La seconda parte tratta principalmente dei suoi progetti,
su come arriva alla soluzione dei problemi che deve affrontare e su come
mette in pratica le idee esposte in precedenza. |
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CAPITOLI |
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1– Architettura |
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Il libro inizia affermando che la tecnologia è la più grande conquista
del nostro tempo. Solo l’ultima generazione di architetti ha capito ne ha
capito i modi di impiego e ne ha fissato le forme architettoniche. Prima gli
oggetti di produzione industriale erano orribili, ma ora l’industria stessa
produce oggetti di alta qualità sia rispetto ai materiali che alla forma.
Conseguenza di questa tendenza fu lo sviluppo di una nuova architettura negli
anni venti. Tra gli esponenti di questa riforma uno dei più autorevoli è Mies
van der Rohe. Il suo lavoro si basa sulla convinzione che non possa esservi
alcuna contraddizione tra architettura e struttura, le due devono coesistere
armonicamente. Il valore della sua architettura risiede nella padronanza dei diversi elementi
che la conpongono, ma sopratutto nell’ordine armonioso che ha saputo
stabilire tra essi. Mies è un artista, non un inventore di forme ma un vero
costruttore. La sua architettura trae origini dalla natura dei materiali. |
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2 – Nuove strutture |
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Il rapporto tra quelli che ritengono che l’architettura si costruisca
meccanicamente, che risulti dalle funzioni, dai materiali usati e dalla struttura impiegata e quelli che la
ritengono una spinta ideale, una volontà di forma; è sempre stata
contrastante. Ma questi fattori sono strettamente legati gli uni agli altri.
Per esempio i Romani hanno sostituito la struttura architravata con quella ad
arco e volta, allo stesso modo si il muro portante è stato sostituito dalla
struttura a scheletro. La struttura a scheletro concentra la funzione di sostegno dell’edificio
in pochi punti, così si ottengonono due risultati: maggior libertà nell’uso
dello spazio e la riduzione ddrastica del pesodell’edificio che permette di
aumentarne l’altezza. Spesso però queste nuove possibilità furono ignorate e
soli pochi cercarono di risolvere i nuovi problemi. Il Monadnock Block di John Root a Chicago è il primo grattacielo, che ha
ancora i muri ortanti all’esterno ma mentre internamente gli elementi di sostegno
sono pilasti in ghisa e travi in acciaio. Ma dal punto di vista
architettonico si tratta di una grande realizzazione. Luis H. Sullivan nel Carson, Pirie e Scott Building diede alle travi e
ai pilasti una identità architettonica, i due elementi sono assunti come
equivalenti, non accentuando né la verticalità né l’orizzontalità. Nei suoi edifici residenziali Mies van der Rohe ha affrontato il
problema dell’uso dell’acciaio in archiettura sviluppandolo a partire dalla
natura del materiale. Impiega esclusivamente acciao e vetro, gli elementi
strutturali diventano elementi architettonici. Mies riesce a ricostruire
l’unione tra architettura e ingegneria. |
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3- Materiali e Struttura |
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I materiali e la struttura influenzano profondamente l’architettura. Mies van der Rohe ha impiegato nei suoi progetti diversi materiali come
il cemento armato, l’acciaio, il vetro, i mattoni, tenendo conto delle loro
particolari caratteristiche e sviluppando le potenzialità architettoniche di
ognuno di essi. Considera il mattone come elemento ordinatore e ha restituito a questo
antico materiale il suo ruolo nella costruzione. La struttura di un grattacielo in costruzione supera ogni immaginazione
e suggerisce nuove possibilità architettoniche impensate. La stazione
Friedrich Strasse di Berlino è un esempio di un edificio completamente
rivestito in vetro la cui logica strutturale sui basa sui principi adottati
nellecostruzioni in cemento armato. Durante lo studio sul modello, Mies scoprì che la luce sui prismi di
vetro dava effetti diversi da quelli prevedibili sulla carta, così modificò
la forma esterna secondo le esigenze del nuovo materiale. La leggerezza
archittonica viene ancor più messa in risalto nel progetto per l’ Adam
Building, un edificio interamente in vetro e dalla struttura portante in
acciaio. I piani sporgendo verso l’esterno, rendono possibile un rivestimento
in vetro. Un altro esempio è la casa costruita nella Fox River Valley vicino
a Plano nell’Illinois. Solo su un piano, sostenuta da otto pilastri, i piani
orizzontali sporgono a mensola, i pilastri portati all’esterno passano
davanti ad una vetrata continua, mentre lo spazio interno è libero. |
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4 - La proporzione |
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Chiarezza strutturale e, perfezione
dell’opera combinate ad una bellezza sua propria, sono le caratteristiche
dell’architettura di Mies van der Rohe. Oggi l’architetto deve essere anche
artigiano. Il mezzo espressivo della sua abilità è la cura per i dettagli, la
cui qqualità non dipenda solo dalla soluzione tecnica ma anche dalla forma
architettonica. Se si crede che l’architettura sia un’arte, allora la
bellezza è la sua finalità primaria. Il concetto di bellezza non può essere
spigato facilmente, ma nella sua realizzazione il ruolo della proporzione è
fondamentale. Si riprendevano gli edifici antichi, soprattutto greci come
modelli. Si pensavo che riprendendo le proporzioni si sarebbe potuto
riprudurre la loro bellezza, ma questo non avvenne. La costruzione di edifici
armoniosi e proporzionati richiede un atto creativo. Mies è un maestro nella chiarezza
della struttura, ma anche delle proporzioni.
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5- Il concetto di spazio |
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L’architettura si colloca nello spazio
e allo stesso tempo lo racchiude in sé. Da ciò nasce un duplice problema: il
controllodello spazio esterno e dello spazio interno. La casa di campagna di mattoni è la
testimonianza della sua idea di spazio:un fluire insieme di spazio interno ed
esterno. Mies manifesta il suo concetto di
spazio con incredibile forza nel padiglione tedesco della Mostra
Internazionale di Barcellona, un edificio senza vincli funzionali. L’edificio
doveva la sua bellezza non solo all’uso di marmi pregiati dai colori vivaci
ma soprattuto da susseguirsi di luoghi diversi communicanti l’uno con
l’altro. |
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6– Architettura, scultura e pittura |
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Negli anni ’20 vi fu il divorzio
tral’architettura e le arti figurative. Entrambe si trovavano in un periodo di
splendore ma in modo indipendente. La separazione tra le due ha portato anche
conseguenze positive. Gli architetti hanno approfondito la loro conoscenza
degli elementi dell’architettura costruendoli nella loro forma più pura. Il nuovo rapporto tra architettura,
scultura e pittura si deve basare su una relazione di eguaglianza reciproca. Mies van der Rohe usa li elementi
dell’architettura in modo che ciascuno manifesti la sua identità nel rapporto
con l’insieme. Mies non degrada mai l’arte a ruolo decorativo, considera le
tre della stessa importanza. |
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7 – Materiali e colori |
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Negli anni ’20 gli architetti si accorsero della gran quantità di elementi
archiettonici insignificanti e si misero alla ricerca degli elementi
fondamentali. L’intonaco bianco divenne l’elemento predominante, che aveva lo
scopo di creare uniformità nella diversità. Questa idea venne ripresa nel
quartiere del Werkbund a Stoccarda, in cui si decise che tutti gli edifici
sarebberostati intonacati e colorati di bianco. Mies ha usato raramente l’intonaco, infatti ha sempre preferito
materiali naturali. Egli ha usato la loro materia, i loro colori, come
elementi dell’architettura. Un esempio significativo è il padiglione alla
mostra internazionale di Barcellona. |
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8- Un nuovo linguaggio architettonico |
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Mies van der Rohe è riuscito a
creare l’architettura dell’acciaio e a creare un vocabolario del nuovo
linguaggio architettonico. Ha saputo sviluppare questa architettura
direttamente dalla natura di quel materiale. L’edificio della Library and
Administration dell’I.I.T. di Chicago è una delle opere più perfette in acciaio
progettata da Mies. Il progetto non è stato realizzato, ma è stato studiato
nei minimi dettagli. L’interno ed esterno sono identici di struttura,
materiali e forma. La pianta e i prospetti interni ed esterni riflettono la
struttura dell’edificio che è allo stesso tempo struttura e architettura. L’architettura di Mies è basata su
elementi strutturali, ciascun elemento è importante in sé e per il suo
rapporto con l’insieme. La struttura a scheletro elimina i
muri portanti. I muri di tamponamento possono essere collocati tra i
pilastri, dietro o davanti in base alle decisioni di natura strutturale ed
architettonica. La rivoluzione industriale hanno
distrutto il lavoro dell’artigiano, creando anche nuovi prodotti per
l’edilizia. Questi furono usati creando un nuovo linguaggio architettonico
basato sulle nuove conquiste tecnologiche. La crezione di questo nuovo
linguaggio è uno dei compiti principali di Mies, riescì a dimosrare che gli
strumenti del suo tempo sono equivalenti a quelli di qualsiasi altro momento
della storia e con questi è possibile raggiungere gli stessi valori
architettonici. |
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9 –Casa unifamiliari e case d’appartamenti |
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La crisi degli alloggi degli anni venti rappresentò un problema edilizio
senza precedenti per tutti i paesi. Mies van der Rohe fu uno dei maggiori
sostenitori della prefabbricazione e della produzione in serie. Questa idea
era solitamente contrastata perché si credeva che la prefabbricazione avrebbe
portato ad una monotnoma uniformità formale. Mies sosteneva che l’industria
avrebbe prodotto solo gli elementi costruttivi e non l’intero edificio. La casa Tugendhat a Brno è un esempio significativo. La casa è costruita
su un terreno in pendenza e si sviluppa su tre piani. Gli unici elementi di
divisione della zona giorno costruiscono uno spazio articolato e vario che,
insieme alla disposizione dell’arredo conferisce al luogo un particolare
carattere , accentuato ulteriormente dai colori e dalla struttura dei
materiali pregiati. L’edificio per la mostra dell’edilizia di Berlino è simile alla casa di
campagna in mattoni per i muri liberi che escono all’esterno con la variante
che alcune stanze si affacciano su una corte esterna. Mies ha progettato molte case con una o più corti, in cui
l’intimità delle stanze e lo spazio aperto delle corti si stabilisce
un rapporto singolare, come nalla casa Hubbe a Magdeburgo. La casa sul fiume Fox fu la prima casa costrita in America, purtroppo
non bvenna mai completata. Colloca i pilastri all’esterno della casa, saldati
alla soletta del pavimento e di copertura. Questa soluzione lascia libero e
flessibile lo spazio interno, l’unico elemento fisso è il blocco dei servizi.
La casa d’appartamenti della Weissenhof Siedlung mostra quanto possa
essere flessibile in pianta un alloggio con struttura a scheletro. Si
mantengono fissi elementi come scale, cucine e bagni e finestre, metre lo
spazio restante puù essere utilizzato secondo le necessità dei futuri
abitanti. A Chicago continua la ricerca sul tema delle abitazioni e approfondisce
lo studio dei materiali. È particolarmente attratto dalle architetture in
acciaio e vetro, e gli appartamenti del Lake Shore Drive ne sono un valido
esempio. |
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10- Edifici commerciali |
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Alla fine degli anni venti Mies
partecipò al concorso per la ricostruzione dell’area attorno alla Alexander
Platz a Berlino. Mies, al contrario degli altri, progettò gli edifici
indipendentemente dalla strada e li trattò come elementi autonomi, ognuno con
il suo carattere e libero ai lati, mentre un edificio più alto doveva
unificare il sistema. Tutti gli edifici commerciali di
Mies sono liberi intorno. Nel progetto della Reichsbank di
Berlino doveva dare all’edificio un’immagine particolarmente rappresentativa,
grazie alla sua funzione non solo commerciale ma anche pubblica. Risolve il problema con un amio atrio ed
enormi finestre che danno all’edificio un aspetto monumentale. |
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11-
L’Illinois Institute of Technology di Chicago |
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Nel 1938 Mies van der Rohe ottenne
l’incarico della progettazione e realizzazione del nuovo Campus dell’Illinois
Institute of Technology. Sceglie una maglia regolare, che utilizza sia per
gli spazi aperti che per gli edifici. La funzione della maglia modulare è
quella di stabilire una regola di distribuzione che garantisce un ordine
generale. Siccome è unmodulo spaziale, influenza in modo determinante la
forma degli edifici e degli spazi tra di essi. Questo crea un ritmo e allo
stesso tempo un senso di unità e di libertà. Ci furono due progetti con
alcune differenze. Nel primo gli edifici sono più articolati e alcune loro
parti invadono gli spazi liberi, nel definitivo le articolazioni spariscono e
gli edifici sono a blocco con rigorosi confini rettangolari. Alcuni edifici non rispettano la
regola. L’Administration Building è caratterizzato da campate rettangolari. Il Building for Architecture,
Planning and design è un’eccezione sia riguardo al modulo sia per il concetto
architettonico su cui è costruito. |
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12- Edifici pubblici |
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Per quanto riguarda gli edifici
pubblici Mies van der Rohe fin ad alllora aveva fatto solo progetti: un
piccolo museo, un teatro e una grande sala convegni. Il museo fu progettato per una piccola
città e avrebbe dovuto svolgere più funzioni di un museo, doveva diventare un
centro culturale per la città. È costruito su un basamento e i suoi elementi
strutturali sono molti semplici. Le pareti sono mobili per dare flessibiltàm
agli spazi. Il progetto per il teatro di
Manheim rompe con l’idea tradizionale di teatro. Gli elementi fuzionali come
il palcoscenico e la platea non ne determinano la forma ma sono posti in una
grande aula costruita in acciaio e vetro senza pilastri interni. Nell’edificio
vi sono due teatri, uno grande e uno piccolo. Il progetto per la Convention Hall
era pensato come un centro culturale per diversi usi. Il problema consisteva
nel costruire un grande spazio con caratteri diuniformità e fu scelto per la
copertura una struttura piana che dovava diventare l’elemento unificatore. La
struttura si basa su un modulo che regola la disposizione degli elementi
strutturali e conferisce unità ed armonia al sistema architettonico. |
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