BIBLIOTECA CONDIVISA   

> ELENCO LIBRI

 

 

 

Descrizione: cop

autore

ELEONORA FIORANI

 

titolo

GEOGRAFIE DELL’ABITARE

 

editore

LUPETTI

 

luogo

MOTTOLA

 

anno

2012

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

Titolo originale: Geografie dell’abitare

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

Descrizione: cop

 

Il libro si interroga sul senso dell’abitare, una parola densa di significati, che non comporta solo risiedere ma anche trovare un posto nella società. L’abitare è una questione che cambia costantemente, a pari passo con la società e i valori. Per queste ragioni lo studio parte dall’analisi della metropoli contemporanea, che ci permette di leggere la storia e il processo che ha portato alla rete globale di città. L’autrice affronta lo studio della metropoli su diversi livelli. Analizza i vari “mondi” che si sono formati all’interno di essa, la città ristretta, la città palcoscenico, le nuove utopie che si sono sviluppate, come la città ecologica e i modi diversi di abitare la città, che la ridefiniscono secondo i punti di vista di chi la abita.

 

  

Giudizio Complessivo: 7 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Margaux Binotti

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2014/2015

 

 

Descrizione: e4156

 

 

Autore Eleonora Fiorani

 

Eleonora Fiorani (nata a Milano) ha studiato filosofia della scienza con Ludovico Geymonat. Epistemologa e saggistica, si occupa delle nuove scienze della complessità e di quelle dell’antropologia e della comunicazione. Ha condotto ricerche sul cognitivismo radicale, sulla comunicazione e sulle nuove tecnologie. Ha indagato i nuovi oggetti dell’arte e del design, i nuovi materiali, le nuove territorialità e gli immaginari delle società postmoderne. Insegna antropologia al Politecnico di Milano e Semiotica all’Istituto Europeo di Design e alla Nuova Accademia di Belle Arti.

Eleonora Fiorani

 

Contenuto

 

Il libro si basa sulla concezione dell’abitare, che è la radice della condizione umana. Spiega come questo influenzi il nostro modo di percepire la città e di definire gli spazi che la compongono.

Analizza quindi i molteplici modi dell’abitare soffermandosi sugli aspetti più contemporanei, come la necessità di un nuovo legame con la natura, che ha portato a una nuova visione dell’architettura e del design.

Ogni capitolo è dedicato ad alcuni aspetti della città spiegati anche attraverso progetti.

 

 

CAPITOLI

 

Capitolo I – L’urbanizzazione del mondo

 

L’autrice usa la territorialità come chiave interpretativa delle forme dell’abitare, questa permette di individuare le logiche spaziali e gli intrecci tra spazi virtuali e spazi fisici. In questo capitolo si pone l’accento sulla complessità del fenomeno urbano, caratterizzato per la liquidità dei flussi che l’attraversano, per i panorami culturali globali in cui si innerva e di cui è al contempo portatore. La città non è più classificabile nelle diverse tipologie, ciò che la caratterizza è una crescita inorganica lungo le coste e le vie di comunicazione. Occorre dunque tornare alla città vissuta e ripensarla. Il capitolo si interroga su cosa rende denso e definisce un luogo, per questo analizza vari aspetti  della città: la città palcoscenico, la megatropoli, la città ristretta, intermedia e patologica.

 

  

Capitolo II- Nuove città ecologiche e futuribili

 

Che fine ha fatto il futuro? Con questa domanda viene introdotto il capitolo. Viene spiegato  che il tempo non ha più un andamento lineare, viviamo in una pluralità di tempi, bisogna quindi progettare tra le pieghe del tempo. Anche se non esiste più uno stato futuro verso cui tendere questo non toglie l’importanza dell’utopia.  Vengono descritte alcune forme utopiche di città che si sono sviluppate in questi anni, anche attraverso dei progetti. La prima è la città compatta, che si propone come alternativa sostenibile allo sviluppo incontrollato delle metropoli. La città sostenibile, che delinea nuovi stili di abitare e consumare. Si analizzano poi immaginari sempre più utopici: la città smeraldo, le ecopoli galleggianti e le aerometropoli.  A conclusione del capitolo viene previsto un ritorno alla città, anche se nell’epoca della sua supposta estinzione, perché integra la conoscenza e la tecnica globali con i contesti locali.

 

  

Capitolo III – I molteplici modi dell’abitare

 

Il Novecento pone fine all’abitare, il XX secolo con la sua porosità e con la sua trasparenza inaugura la fine dell’abitare nel vecchio senso. Si sviluppa un nomadismo irrequieto che ci porta ad abitare i flussi, le architetture transitorie. La strada è in occidente il luogo del nostro vivere, il palcoscenico della vita. Il camminare realizza alcune delle possibilità previste dal sistema spaziale, le strade sono depositi di storie. La strada è solo uno dei molteplici modi dell’abitare del XX e XXI secolo. Insieme alla città sono mutati i ponti, le piazze e i muri, che vengono ripensati non solo a livello architettonico, ma anche a livello funzionale. I muri vengono dissolti nella piena visibilità della trasparenza e svincolati dalla struttura architettonica trovando nuove forme di vita e tipi di spazi.

  

 

Capitolo IV- Abitare in spazi ermafroditi

 

Dagli anni Settanta è all’opera il movimento dei guerrilla gardening, che compiono incursioni nelle zone abbandonate e degradate della città per piantare fiori e alberi. Ogni posto può diventare buono per far crescere un po’ di verde e introdurre orti e allevamenti negli spazi inutilizzati. Gli orti sono iscritti nella storia della città, nel suo processo evolutivo e distanziazione dal paesaggio. La presenza di quest’ultimi  è indice di nuovi valori e modi d’essere sostenibili. Nel ritorno dei giardini e degli orti è presente una rifondazione riferita alla natura. Non si torna più solo a vivere in campagna, si torna a vivere sull’albero, questo comporta un cambio di valori e un diverso rapporto con la natura e con la terra. Esempio di questo cambiamento sono lo sviluppo di vere e proprie architetture verdi:  giardini pensili, pareti e tetti verdi, che non hanno solo una funzione decorativa ma diventano materiale per il progetto.

 

   

Capitolo V– Pre/Visioni

 

Andrea Branzi definisce una nuova Carta di Atene, in cui le moderne megalopoli vengono definite come foreste tecnologiche, piene di nuove qualità materiali e mentali, territori privi di un confine, dove si vede un interno continuo. Città più gestibili che governabili. Territori che si modificano in una continua rifunzionalizzazione.  Lo spazio che definisce l’architettura e la metropoli come una  realtà sensoriale ed esperienziale. L’ambizione è quella di far diventare le città intelligenti, anche se questo comporta un mutamento di mentalità e di cultura. Il modello della rete internet e della città verde vengono coniugati insieme, anche se è difficile pensare la loro applicabilità a città esistenti. Viene tutto influenzato in funzione di questa visione verde dell’abitare. I grattacieli acquisiscono nuovi significati, vengono considerati il modo più efficace e sostenibile per affrontare l’urbanizzazione. L’innovazione si colloca nel modo di pensare non nell’artificiale, ma nella dimensione verde. Questo comprende anche la casa, ripensata con materiali vivi e l’intera città, che vuole portare dentro di sé la foresta. Anche il design è sempre più coinvolto nell’impronta ecologica della città, agli oggetti da consumare si contrappone il prodotto servizio, che suggerisce una dematerializzazione dell’oggetto.