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autore

MICHELA DE POLI, GUIDO INCERTI

 

titolo

ATLANTE DEI PAESAGGI RICICLATI

 

editore

SKIRA EDITRICE

 

luogo

MILANO

 

anno

2014

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

Descrizione: Descrizione: AtlantePaesaggi_72dpi

Il libro definisce, con specificità crescente, il concetto di Terzo Paesaggio, ovvero l’insieme di tutti quei luoghi abbandonati dall’uomo: gli spazi ai margini delle strade, le aiuole spartitraffico, gli spazi di risulta in un contesto urbano, ma anche spazi più estesi, come le riserve naturali, i parchi e le aree disabitate.

Questi spazi, diversi per forma, funzione, dimensione e statuto, hanno in comune il fatto di essere indipendenti dall’attività umana; essi costituiscono però una risorsa importante per il sistema biologico del pianeta, e per questo è importante favorirne la sopravvivenza (o meglio, non provocarne la scomparsa attraverso l’azione umana).

 

 

  

Giudizio Complessivo: 9 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Francesco Giannotta

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2014/2015

 

 

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Autori Michela De Poli, Guido Incerti

 

Michela De Poli, architetto, ha fondato con Adriano Marangon lo studio MADE associati, in cui si occupa di progetti di Architettura e di Paesaggio, ricevendo premi e riconoscimenti. I suoi lavori sono pubblicati nelle principali riviste di architettura. È docente di Architettura del Paesaggio all’università IUAV di Venezia e svolge attività di ricerca.  Membro della commissione di verifica del concorso "Luoghi di Valore" 2007 e 2008. Fa parte del Comitato di redazione della Rivista "Architettura del Paesaggio", Milano, organo ufficiale Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP).

 

Guido Incerti (San Donà di Piave (VE), 1972) architetto (Bd’A- Bottega d’Architetti), oltre all’attività professionale svolge attività didattica e di ricerca presso la Kent State University, la Washington State University e l’Università di Ferrara.

Collabora con riviste d'architettura quali Area, Materia, d'Architettura, AND. Tra i fondatori di IF Research, crede fermamente nelle potenzialità della ricerca d'avanguardia, della “rete” e nell''impegno personale, sociale e politico, per migliorare il presente e costruire il futuro. Per Skira ha già curato la monografia Architetture in dissolvenza su Diller Scofidio + Renfro, con i quali collabora. Alcuni scritti inediti tra cui  “Megarchitettura, dieci regole per un manifesto dell’architettura”; “Metti una sera a cena”, Saggio teorico di progettazione, scritto non pubblicato, per il libro “Roma, nuova architettura”curato da Sebastiano Brandolini.

Michela De Poli,

Guido Incerti

 

Contenuto

Il libro vuole offrire una riflessione sul recupero e la re-invenzione del paesaggio come possibilità di fruibilità del territorio. Sono presentati tanti progetti realizzati nel mondo per recuperare il suolo, o per rendere nuovamente fruibili le porzioni di territorio che negli ultimi anni hanno subito l’aggressione dell’industrializzazione e altri fenomeni che ne hanno compromesso la loro qualità e bellezza originaria.

La ricerca non si è formata attraverso categorie o indagini sui diversi componenti quali lo scarto e il rifiuto, ma si è strutturata illustrando la diversità dei modi di interpretare un “paesaggio riciclato”, cercando di documentare la vastità del tema e le sua dimensione fisica.

Si è scelto di organizzare i progetti facendo rientrare diverse sezioni sia interventi che abbracciano quasi un decennio sia eventi contenuti nel tempo, mostrando attraverso immagini e disegni i vari passaggi di stato. Nell’atlante sono coinvolti progetti realizzati, ricicli conclusi e opere ancora in corso controllati da committenze private e pubbliche. I progetti pubblicati sono organizzati per ampiezza di territorio recuperato, con una selezione di progetti internazionali e nazionali, così da descrivere i risultati ottenuti e aprire scenari futuri.

CAPITOLI

Capitolo 0– Le ragioni della ricerca

L’Atlante è figlio di un processo molto lungo; Ha alla base una forte esigenza di porre sotto gli occhi di tutti il problema del riciclo urbano e dell’architettura a bassa definizione.

Nella realtà questo Atlante è proseguito con l’intento di mostrare una sorta di volontà, dettata forse da un certo “senso di colpa” nei confronti del paesaggio, inteso come ambiente madre di recupero delle indentitè da parte delle comunitè umane.

La società degli uomini ha infatti da sempre utilizzato, come è naturale che sia, l’ambiente per le proprie esigenze, ma mai danneggiandolo al ritmo che la crescita della rivoluzione industriale ha imposto. In quel punto si è rotto l’equlibrio che garantiva al sistema naturale di reggere lo sviluppo antropico.

Questo ha messo in evidenza una realtà che l’uomo aveva sempre tenuto nascosto. In quel momento l’uomo si è reso conto dell’unicità della terra, scosso nell’animo inizia a portare avanti una sorta di recupero protesico del corpo della terra.

Questo è stato quindi il punto zero della ricerca. Una ricerca che ha avuto come primo riferimento la necessità che l’ambiente recuperato, i progetti presentati nell’Atlante, fossero la risposta conseguente a una ferita che l’uomo stesso aveva provocato in quei luoghi. Progetti atti a ricostruire l’immagine del paesaggio deturbato. 

Capitolo I – kmq. Progettare nuovi paesaggi

   Nel processo di riqualificazione non si dovrebbe “cancellare” ogni traccia del passato industriale, ma piuttosto conservare gli esempi migliori di architettura e paesaggio quali testimonianze dei vantaggi e degli svantaggi della storia industriale. Dopotutto, questi testimoni oculari caratterizzano il territorio. Le demolizioni e le misure di rigenerazione convenzionali servono soltanto a privare le popolazioni della propria identità e della propria storia. Bisogna fare in modo che il passato affianchi il presente, l’identità locale sia preservata e si lasci ampio spazio alla fantasia e alla creatività per realizzare cose nuove che fungano da stimolo e ispirazione per lo sviluppo sostenibile. In questo scenario l’esempio più famoso è quello della F60, una miniera per visitatori a Liechterfield. Il progetto simboleggia al meglio la strategia dell’IBA (Internazionale Bauausstellung). L’IBA si è posta come obiettivo la conseravazione degli esempi più interessanti del patrimonio indistriale della Lusazia integrandoli in un nuovo percorso di sviluppo.

Capitolo II- 100 ha. Ripensare il paesaggio come incontro tra percezione soggettiva e costrutto socio culturale.

Qualsiasi riflessione sul tema del paesaggio che non voglia essere riduttiva a livello scientifico deve coinvolgere i saperi e le pratiche di quelle discipline che ne hanno favorito la crescita sul piano analatico: architettura, urbanistica, filosofia, antropologia, sociologia, storia, geografia. L’intreccio di queste conoscenze favorisce l’ampliamento della nozione stessa paesaggio che di per sè appare già ambivalente perchè chiama in causa una dimensione soggettiva, intesa come percezione individuale derivata dalla frequentazione del luogo , e una oggettiva costituita da cose, elementi e fenomeni presenti nello spazio geografico. La polisemia del paesaggio è insita nel suo essere: nella prima forma è carattere di una porzione spaziale dotata di qualità ambientali, nell’altra espressione di uno stato d’animo contemplativo.

Si potrebbe dire che l’uomo abita realmente il territorio solo se ne ha prodotto una sua rappresentazione paesaggistica. Il paesaggio, dunque, è piena  rappresentazione del nostro spazio vitale concreto, del terriotorio costruito e plasmato in quanto nostra dimora. Per questo si parla sempre di cultura del paesaggio, a indicare la reciprocità del rapporto uomo-habitat e il conseguente impegno a programmare interventi il più possibile integrati e partecipati. La qualità del paesaggio può infatti essere fortemente alterata da nuove edificazioni, riusi, ricicli, sovrapposizioni che finiscono con il tradire l’identità del luogo.

In questa prospettiva si apre una ricerca su una possibile soluzione al progressivo sfilacciamento dei rapporti tra uomo e paesaggio, quest’ultimo non è per lui solo un palcoscenico indifferente , ma piuttosto un teatro nel quale ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte, facendosi spettatore invece che attore. Questo può far richiamare l’attenzione alle conseguenze socio-culturali di abitare  in un paesaggio sempre più artefatto, dove le relazioni che contano non sono più quelle tra uomo e natura ma quelle tra uomo e uomo, tra società e società.

 

  

Capitolo III – 50 ha. Nuove territorialità sub specie artis.

   Ground Zero a New York e l’ex Fabbrica dove Oskar Schindler stipava gli ebrei sottraendoli alle camere a gas, sono gli esempi di poli estremi, uno creato da un brutale atto terroristico e l’altro da un ancor più brutale storia di terrore. Ma anche questi due buchi neri sono stati trasformati, obbedendo all’obbligo del cambio d’uso, dell’aggiornamento dei luoghi e delle loro funzioni che scandiscono il tempo della nostra epoca.

In entrambi i casi l’architettura sostituisce la memoria di quei buchi neri per trasformarli in luoghi di intrattenimento, commercio, offerta culturale.

 In realtà la capacità trasformativa dell’architettura  si individua laddove questa è chiamata a sanare una situazione compromessa, pratica che gli artisti hanno abbracciato con forza a partire dagli anni settanta. L’arte e l’architettura sono oggi un’attitudine e un linguaggio dotati di una capacità di intervento forte sulla realtà. Possiede il potere di trasformare la prospettiva concettuale entro cui guardare il mondo, rendendone possibile il cambiamento. In questo senso l’arte è un linguaggio che mette ordine, che opera una sintesi anche laddove il terreno di partenza è caratterizzato dal disordine creato, dai processi industriali e dagli orrendi eventi storici, che hanno portato guerra e distruzione. L’architettura porta avanti una trasformazione  di carattere additivo, intervenendo in un contesto naturale che non sarebbe modificato per cancellare una memoria pregressa e negativa, ma che andrebbe ad aggiungere un’identità “sub specie artis” alla sua identità naturale.

Un esempio riuscito di quest’attitudine manipolatrice dell’architettura, mirante di una realtà artificiale che quasi cerca di competere con l’originaria bellezza della natura, è dato dalla Montana Tindaya che l’artista Eduardo Chillida ha realizzato sull’isola di Furteventura.

 

Capitolo IV- 10 ha. Nuovi paesaggi: operazione di selezione.

Il progetto di paesaggio è una pratica conoscitiva, di indagine e di interpretazione, è un processo di misurata azione all’interno di una rete di connessioni di diversa natura, tra le persone, tra gli oggetti, tra le funzioni.

Leggere e interpretare il paesaggio richiede di dotarsi di una strumentazione multiscalare per poter di volta in volta mettere a fuoco l’oggetto delle diverse attenzioni e costituisce il terreno delle interrelazioni disciplinari. Il paesaggio è un organismo complesso costituito da parti visibili, costituite da sistemi di relazione. Ogni intervento di modifica attuata sul corpo vivo del territorio ha delle ripercussioni immediate, ravvicinate nel tempo e nello spazio  e successivamente delle innegabili trascrizioni di lungo rilascio, lente nel loro mostrarsi e lontane nella dimensione spaziale. Ogni osservazione genera una selezione, ritaglia una finestra nel sistema ampio territoriale che isola attraverso una personale interpretazione, sezioni di paesaggio. La selezione non lavora solo per ricavare immagini ma costituisce il valore attivo del progetto, è l’azione consapevole di mutazioni controllate e trasformazioni attente: è attraverso programmi di selezioni combinate che si riannodano i paesaggi, quelli degradati, incerti, abbandonati, quelli apparentemente isolati da un ritmo e da una temporalità che li hanno esclusi.

Capitolo V– 1 ha. Paesaggio riciclato come paesaggio protesico.

La protesi è un ausilio  meccanico adeguatamente studiato e costruito per integrare o sostituire un organo danneggiato o mancante, ristabilendone la corretta funzione.

L’essere umano è un essere protesico, che assorbe quotidianamente nuovi elementi materiali tanto quanti immateriali per nutrire la propria esperienza di vita. Una esperienza la cui conoscenza è sempre embodied, vissuta e trasformata in un essenza che può definirsi concreta e che emerge dall’azione di un corpo nello spazio e nel tempo. Un’esperienza che provoca costanti trasformazioni non solo nello strato psicologico, ma anche a livello corporale di fisicità che ha avuto bisogno di iscrivere elementi del corpo nel paesaggio tanto quanto di iscrivere il paesaggio nel corpo.

È un paesaggio, il corpo umano, che in parallelo con il paesaggio antropico può essere costantemente trasformato, influenzato, migliorato o eventualmente danneggiato, in quanto l’uomo, sul suo corpo, vive la medesima condizione che vive il paesaggio in cui si trova immerso; è attratto dal desiderio di benessere ma, allo stesso tempo è consapevole dei danni inferti al suo stesso corpo, e al mondo che lo circonda dalle sue conquiste.

La costante tensione tra attrazione e repulsione, seduzione e paura è ben sintetizzata dalla condizione protesica in cui troviamo immersi. Per condizione protesica del paesaggio si considerano gli artifici che, a partire dall’ambiente urbano hanno portato l’uomo alla modellazione del paesaggio e ai processi percettivi correlati attraverso la proiezione della condizione corporale di sé nello spazio che lo circonda.

La rigenerazione e la trasformazione del corpo che oggi stiamo vivendo, così come la rigenerazione, riciclo del paesaggio, sono quindi due fattori di uno stesso processo di proiezione che assume carattere protesico sul corpo umano e viceversa.

GLOSSARIO

Elenco dei progetti analizzati nell’Atlante

-        Internationale Bauauaatellung (Mostra internazione dell’edilizia IBA). Fürst-Püchler-Land;

-        Montagna Sacra. Giuseppe Anzani;

-        Fresh kills Park. James Corner Field Operations et all;

-        Incompiuto Siciliano. Alterazioni Video;

-        Negev Phosphate Works. Shlomo Aronson et all;

-        Riqualificazione del sito Unimetal. Dominique Perrault Architecture;

-        Kam Kotia kkm. The Rehabilitation Inspection an Compliance Section of the Ministry of Northern Development, Mines an Foresty;

-        Parc del Iles, ex cokerie di Drocourt. Sylvie Duval et all;

-        Pyramid. Daniel Manheim, Tanya Preminger;

-        Progetto Tindaya. Eduardo Chillida et all;

-        Skogskyrkogarden. Gunnar Asplund & Sigurd Lewerentz;

-        Cava Do Viriato. Joao Nunes, Carlos Ribas;

-        Umi-no-mori. Tadao Ando Architect & Associates;

-        Recupero paesaggistico della discarica di Vall d’en Joan. Enric Batlle, Joan Roig;

-        Zollverein Park. Planergruppe Oberhausen;

-        Riserva naturale e parco ricreativo Adlershof. Büro Kiefer landschaftsarchitektur;

-        Hong Kong Wetland Park. Architectural Services Department Hong Kong SAR goverment;

-        Parco di Zittau-Olbersdorf. Rehwaldt Landschaftarchitekten;

-        Ex Saline a La Rochelle. André Gomis (ATUA) et all;

-        Buttes- Chaumont. Jean-Charles-Adolphe Alphand;

-        Parque da Juventude. Rosa Grena Kliass et all;

-        Spoor Noord Park. Studio Associato Secchi;

-        Fiumara d’arte. Antonio Presti;

-        Riemer Park. Latitude Nord, architetti del paesaggio;

-        Natur-Park Schoneberger Sudgelande. ARGE planland/ Büro Okocon;

-        Lagunage de Harnes. Agence Paysages;

-        Landesgartenshau Eberswalde. Topotek 1 et all;

-        Recupero degli argini del fiume Gallego. Inaki Alday;

-        AMDEART’s Vintodale Project. T. Allan Comp;

-        Shangai Houtan Park. Kongjian Yu et all;

-        Cava di Crazannes. Bernard Lassus;

-        Cultuurpasrk Westergasfabriek – Amsterdam. Francine Houben;

-        Gas works Park. Richard Haag Associates;

-        Il giardino delle energie, giardino sperimentale. Pascal Cribier;

-        Promenade Plantée. Jacque Vergely;

-        High Line. Diller Scofidio + Renfro;

-        Parco Lineare. Marco Navarra;

-        Vecchio campo d’aviazione Kalbach/Bonames. GTL Gnuchtel Triebswetter Landscape Architects;

-        Park de Hoge Weide. Sylvia Karres;

-        Northside Park. Wenk Associates;

-        Alumnae Valley del Wellesley College. MVVA;

-        Lithica – Riqualificazione delle cave di s’Hostal. Laetitia Lara;

-        Sede della Urban Outfitters. D.I.R.T. Studio;

-        Olympic Sculpture Park. Marion Weiss e Michael A. Manfredi;

-        Miniere di ocra a Gargas. Christine Dalnoky;

-        Whitney water purification Facility and Park. MVVA;

-        Cava di pietra di St.Margarethen. AllesWirdGut architektur ZT GmbH;

-        Stadio di Braga. Souto Moura;

-        Le Gallerie di Piedicastello/Trento Tunnels. Terragni Architetti;

-        SNA Saint- Nazaire Alveole 14. LIN Finn Geipel, Giulia Andi;

-        All we nedd. ArGe lux07;

-        Miniera di Ravi Marchi a Gavorrano. Massimo Carmassi;

-        Jardin des Fonderies. Benoite Doazam, Stephane Hirschberger & Associe;

-        Brick Pit Ring. Neil Durbach;

-        Million Donkey Hotel. Feld 72

-        Vacant Lot_ Vacant Lot 1. Gareth Morris;

-        Sixty Minute Man. Sami Rintale;