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Descrizione: 978880620485GRA

autore

PAUL CONNERTON

 

titolo

COME LA MODERNITA’ DIMENTICA

 

editore

PICCOLA BIBLIOTECA EINAUDI

 

luogo

TORINO

 

anno

2010

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

Titolo originale: How Modernity Forgets

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

Descrizione: 978880620485GRA

 

Perché a volte non siamo capaci di ricordare eventi, luoghi e oggetti? In questa concisa ma illuminante panoramica del concetto di oblio, Paul Connerton esplora i modi nei quali la società moderna tende a dissolvere la nostra facoltà di ricordare. Sulla scorta del classico L'arte della memoria di Frances Yates, che faceva derivare la memoria dalla stabilità del luogo, l'autore dimostra come il mondo contemporaneo, cosí gremito di incessanti mutamenti, abbia nell'oblio una delle sue componenti strutturali. Viviamo le nostre vite a grandi velocità; le dimensioni delle metropoli sono tali da impedire qualsiasi tipo di memorizzazione; il consumismo è sempre piú dissociato dai processi di produzione; l'architettura urbana è lungi dal durare come in altre epoche e i rapporti sociali sono definiti in modo sempre meno chiaro: tutto questo ha contribuito a erodere le fondamenta sulle quali costruiamo e condividiamo le nostre memorie. 
Offrendo una profonda indagine interdisciplinare sugli effetti della società contemporanea, questo libro costituisce un prezioso strumento di riflessione per antropologi, sociologi, psicologi e filosofi, oltre che per chiunque si interessi alla teoria sociale e alle problematiche del mondo occidentale di oggi.

  

Giudizio Complessivo: 7 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Davide Adorno

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2014/2015

 

 

 

 

Descrizione: paul-connerton

Autore

 

Paul Connerton è docente di Antropologia sociale all’Università di Cambridge. E’ meglio conosciuto per il suo lavoro in studio della memoria. Il primo libro di Connerton , Come le società ricordano (1989), ha aperto la discussione della memoria collettiva per includere i gesti del corpo , trovare in abbigliamento, costumi, performance musicali e altre pratiche i Locii in cui la memoria è "insabbiata" nella coscienza corporea umana. Connerton fa seguito a questo lavoro con Come la modernità dimentica ( 2009). 

Paul Connerton

 

Contenuto

 Questo saggio indaga il concetto di “oblio”, e spiega come la nostra capacità di ricordare sia compromessa dalla natura stessa della società contemporanea. Il libro sostiene che il perenne mutare del mondo di oggi è tale da aver reso il “dimenticare” una delle principali caratteristiche della nostra società. Viviamo vite dai ritmi frenetici; le città sono talmente grandi da diventare poco memorizzabili; l’architettura urbana è in continua metamorfosi; le relazioni tra le persone sono sempre più confuse. Tutto ciò ha eroso le fondamenta sulle quali costruiamo e condividiamo i nostri ricordi.

 

CAPITOLI

Capitolo I – Introduzione 

L’autore cerca subito di dare una spiegazione al motivo per il quale il tema della memoria sia diventato così attuale e fonte di dibattito negli ultimi anni, individuando come causa principale il rapporto problematico della modernità con l’oblio. Spiega poi cosa intende per modernità: l’autore intende la trasformazione oggettiva del tessuto sociale provocata dall’avvento del mercato mondiale capitalista.  Cronologicamente questo processo ha inizio alla metà del XIX secolo e subisce un accelerazione  man mano che ci si avvicina ai giorni nostri.

  

Capitolo II – Due tipi di luoghi della memoria

In molti casi l atto del ricordare è legato a un particolare luogo, ma non sempre questo avviene  nello stesso modo. Infatti l’autore, attraverso esempi, indica modi diversi in cui l atto del ricordare può essere legato a un particolare luogo. Per definire questa differenza distingue la commemorazione dal locus

I luoghi di commemorazione possono essere ridotti ai nomi di luoghi. Nel momento in cui un nome viene assegnato ad un luogo, coloro che compiono questa operazione sono spesso perfettamente coscienti del tipo di memoria che vogliono imporre. Per quanto riguarda i luoghi di commemorazione dice che essi possono assumere l’aspetto di codici più elaborati ed essere legati alle strutture di uno spazio mobile. 

Parla poi del concetto di locus, il quale può comprendere diversi ordini di grandezza; un esempio di locus è la casa.

Nella casa l’architetto costruisce un mondo chiuso con un insieme minimo di coordinate: l’autore definisce la casa  un aide-memoire delle ricorrenti necessità della vita quotidiana in cui le persone che vi abitano hanno diverse gerarchie, in cui la disposizione degli oggetti negli armadi per esempio, è anche essa gerarchica (gli oggetti più preziosi occupano le posizioni più in alto mentre gli oggetti più economici occupano le posizioni più basse per essere a portata di mano ed essere facilmente rimpiazzabili). La casa diviene quindi un mezzo di rappresentazione e letta come un sistema mnemonico. 

Altro esempio di locus è la strada urbana. L’autore afferma che le strade migliori sono quelle che si ricordano; basti pensare che quando pensiamo a una città, pensiamo probabilmente a una strada particolare che è rimasta impressa nella nostra memoria.  All’interno delle strade sono inoltre molto importanti i punti di rottura (una piccola piazza, uno spazio aperto o un parco) che offrono un punto d’arresto e riferimento. Altro elemento assolutamente importante è il tema del incrocio; gli incroci accelerano gli incontri all’interno della rete urbana e con l’andar del tempo le singole azioni che compiamo all’interno della rete stradale andranno a comporre la vita della strada urbana. Inoltre non bisogna sottovalutare la staticità dei quartieri all’interno di una città; infatti la presenza di vincoli legali e i diritti di proprietà impongono tutta una serie di ostacoli,  i quali si oppongono al cambiamento.

  

Capitolo III- Temporalità dell’oblio

Il mondo moderno è il prodotto di un gigantesco processo di lavoro e la prima cosa che viene dimenticata è proprio questo processo. L’autore afferma che nella società capitalista il tempo del lavoro è diventato più esplicito di quanto non sia mai stato e approfittare al massimo del tempo a propria disposizione è diventato il principio supremo che regola le attività umane. Dunque, ciò che diventa opaco è quella forma di tempo indispensabile al processo di trasformazione del lavoro. (secondo Marx il lavoro umano è la nozione essenziale in ogni forma di produzione sociale che attraversa tutte le epoche storiche). 

Il caso del luogo è quello che più chiaramente illustra il problema della decifrazione dell'opacità del processo lavorativo; secondo l'autore possiamo parlare di "oblio" a proposito della mercificazione, che nasconde infatti il lavoro compreso negli oggetti industriali prodotti e venduti. 

Parlando di luoghi, bisogna però ricordare che l'identità che caratterizza uno specifico luogo (che può essere una città, una nazione o un certo tipo di paesaggio), è caratterizzata da lunghi processo di lavoro; la loro identità è sempre stata un processo in corso. 

Per l'autore il tema dell'oblio, oltre che al processo di lavoro, si può estendere anche ad altri campi come per esempio il consumo, o le strutture delle carriere lavorative o della produzione dei mezzi di comunicazione e ovviamente si avrà a che fare con diversi tipi di oblio. Nel loro insieme tuttavia, queste diverse temporalità si rafforzano a vicenda e instaurano un oblio sistemico all'interno della struttura della modernità. L'analisi dell'oblio come sistematico fenomeno culturale porta dunque infine al problema del luogo, e più particolarmente alla questione del luogo della memoria.

 

  

Capitolo IV – Topografie dell’oblio

In questo capitolo l'autore cerca di rispondere  ad una domanda che si pone: "qual'è l'effetto degli spazi prodotti dalla cultura contemporanea sulla trasmissione della memoria culturale?"

Le strutture spaziali di una cultura occupano un ruolo cruciale nella localizzazione della memoria culturale, formano ovvero una topografia della memoria; la sua tesi è che questi spazi generino un tipo di amnesia culturale.  Per definire come si crea questa condizione di oblio culturale l'autore distingue tre aspetti dell'insediamento umano contemporaneo:

·      la scala di insediamento umano

·      la produzione di velocità

·      la distruzione dell'ambiente edificato

1. La prima cosa che sottolinea è la scala estremamente piccola dei primi insediamenti europei. Ciò che distingueva le città medievali era il fatto che esse erano separate dall'ambiente rurale circostante; si trattava infatti di entità urbane che nascevano entro mura fortificate e la cui pianta prendeva forma  e significato dall'opposizione fra città e campagna, fra centro e periferia. Nei primi insediamenti moderni europei oltre alla scala ridotta vi era la presenza di due ulteriori punti che rafforzano la sua memorabilitá spaziale:  si tratta del loro perimetro e il loro punto di focalizzazione centrale.

Il perimetro infatti era uno degli elementi più caratteristici del disegno urbano, caratterizzato da un contorno facilmente riconoscibile creato da fortificazioni. Queste mura non erano però barriere permanenti, poiché man mano che le città crescevano incorporando il terreno e la popolazione circostante, esse venivano ampliate e costruite. Al centro di queste città, le cattedrali gotiche erano così grandi da dominare l'intero paesaggio urbano. 

Fino a duecento anni fa era ancora possibile abbracciare con lo sguardo qualsiasi città del mondo. Invece nelle grandi città della fine del XIX secolo tutto questo non era più possibile. Tuttavia al confronto con le città di oggi, esse sembravano tutto sommato piccole; oggi siamo di fronte ad una grande frattura fra persone e luoghi. Le città non sono racchiuse in perimetri e le costruzioni sembrano affiorare un ovunque denotando scarse relazioni fra di loro e il luogo. 

2. Nel XIX secolo l'introduzione di vari tipi di movimento meccanico, rimpiazzarono il movimento pedestre. Questo determinò una rivoluzione assoluta non solo per lo sviluppo delle città ma anche per le abitudini delle persone che ora non avevano più il problema della vicinanza del posto di lavoro e quindi potevano spostarsi con più libertà. 

Per muoversi servivano però le strade e uno degli aspetti più evidenti del moderno paesaggio culturale è il predominio delle strade sugli insediamenti e noi occupiamo sempre più uno spazio di flussi più che uno spazio di luoghi. 

3. Gli effetti della produzione di velocità sono rafforzati da un terzo aspetto dell'insediamento umano contemporaneo: la distruzione ripetuta e deliberata dell'ambiente edificato. Un tempo gli edifici erano costruiti per durare, erano loro a sopravvivere agli uomini e facevano parte di una memoria storica ben consolidata; oggi invece siamo di fronte ad un processo di distruzione creativa, provocato dall'invenzione di nuovi materiali da costruzione, il cui fine è ottenere leggerezza, apertura e velocità. È come se il mondo della fine del XIX secolo fosse ossessionato da quello che veniva percepito come il peso del passato. 

 

  

Capitolo V- Conclusione

 

In quest’ultimo capitolo l’autore cerca di spiegare il momento in cui emerse questo processo di oblio culturale che ha provocato una “rottura” senza precedenti. Secondo la sua tesi la rottura cruciale ha preso piede a partire dal 1800 circa; per quanto riguarda l’emergere di grandi città il punto di riferimento cronologico significativo si situa un secolo dopo, a partire dal 1900. L’emergere delle megacittà, la crescente importanza dei mezzi di comunicazione elettronici e lo sviluppo della tecnologia dell’informazione implicano poi un successivo punto di rottura, situato approssimativamente a partire dalla metà del XX secolo. Quindi nell’isieme, l’oblio culturale tipico della modernità è dunque un processo segnato da un’accelerazione e da una concatenazione di trasformazioni successive.