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autore

COLIN DAVIES

 

titolo

IL PRIMO LIBRO DI ARCHITETTURA

 

editore

PICCOLA BIBLIOTECA EINAUDI

 

luogo

LONDRA

 

anno

1988

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

Titolo originale:  Il primo libro di architettura

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

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Negli anni la teoria Architettonica in Europa e in America era una materia improvvisata, una disciplina del tutto priva di ambizioni sotto il profilo intellettuale.

Insegnanti e studiosi ai margini della professione si chiedevano se l'architettura riguardasse la risoluzione di problemi e l'aggiornamento dell'industria edile.

All'incirca in questo periodo, nei dipartimenti di Anglistica dell'Università scoppio un acceso dibattito su un nuovo approccio alla critica letteraria chiamato Strutturalismo.

Lo strutturalismo era nato in Francia e ben presto cominciò a penetrare nell'ambito culturale relativamente più ristretto della teoria architettonica.

  

Giudizio Complessivo: 9 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Giulia Leone

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2014/2015

 

 

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Autore

 

Colin Davies è professore di teoria architettonica alla London Metropolitan University ed è autore di molti libri tra i quali “High Tech Architecture” (Rizzoli international, 1988),

“ The Prefabricated home” (Reaktion Boos, 2005) e “Planimetrie, sezioni e prospetti”. Le più belle delle case del XX secolo (Logos, 2007). È anche autore di monografie dedicate all’opera di Michael Hopkins, Nicholas Grimshaw e Normal Foster, e collabora regolarmente a riviste internazionali di architettura.

Colin Davies

 

Contenuto

Il primo libro di architettura si propone di illustrare in termini chiari e accessibili i concetti teorici fondamentali del linguaggio architettonico, come rappresentazione, forma, natura, città e spazio.

 

CAPITOLI

Capitolo 0 – Introduzione 

1- Un campo specialistico autosufficiente 

Ci sono quarto problemi principali della disciplina architettonica.

Il primo è la sopravvalutazione della novità, il secondo è l'enfasi posta su certi filosofi anziché sui temi che potrebbero essere utili agli architetti, il terzo problema è l'impenetrabilità, infine il quarto problema riguarda il progressivo allontanamento tra pratica e teoria. In questo momento, infatti, sembra necessario ripristinare un equilibrio, ricostruire una linea di comunicazione tra teoria e pratica, rifondare la teoria ed evitare che se ne vada alla deriva nella stratosfera intellettuale.

 

2- Che cos'è l'architettura?

Il dizionario ci dice che il termine significa "progettare edifici". Ma questa definizione comprende tutti gli edifici? Nikolaus Peysner sostiene che un edifico, per essere architettura, deve essere concepito con un "valore estetico". Se tutti gli edifici fossero architettura la parola cesserebbe di avere significato.  Scopriremo che nel senso più generale si riferisce a un'area culturale specialistica in cui alcuni tipi di persone si contendono un capitale sociale e culturale.

Capitolo I -Rappresentazione

"Architetture in the age of Divided Representation" Dalibor Vesely,

" Secondo un'interpretazione convenzionale, la rappresentazione è una questione secondaria e derivata, strettamente legata al ruolo delle arti figurative. Tuttavia, un esame più approfondito rivela, spesso sorprendentemente, quanto il problema della rappresentazione sia cruciale e universale."

Il passaggio prosegue sviluppando l'idea che l'architettura sia un'arte figurativa.

Questo non è possibile in quanto l'architettura ha un'ovvia funzione pratica che deve essere sollevata da quella della rappresentazione.

 

1-Scultura e architettura 

Un modo scontato in cui una costruzione può essere figurativa è quando incorpora dipinti o sculture. 

Esempio Partenone ad Atene

( edificio raffigurativo perché raffigurazione dell'originale in legno).

 

2-Le colonne e la figura umana

Esempio il tempo dell’ Eretteo. In questo tempio si può vedere ancor più chiaramente la scultura incorporata nell’architettura. Rappresenta la tendenza a proiettare di continuo  caratteristiche umane su oggetti inanimati. L’idea generale è che gli edifici possano rappresentare aspetti dell’esperienza umana.

 

3- La regolarità dell’architettura

Quando parliamo dell’“Architettura” di un romanzo, stiamo parlando di una struttura ordinata, delle regolarità nascoste che lo tengono insieme e lo rendono un’opera d’arte coesa. In architettura la regolarità può essere per esempio la simmetria assiale o bilaterale.  La regolarità è, ed era, la configurazione standard dell’architettura.

 

4- Il ritmo nell’architettura

La regolarità nell’architettura a volte viene chiamata con un altro nome: ritmo. Si parla di più di ritmo per la musica ma come la musica anche l’architettura ha un suo ritmo, la differenza sostanziale tra i due è che il primo lo crea nel tempo con il suono, la secondo lo rispecchia in una composizione materiale statica. Ma in entrambi i casi il ritmo è la rappresentazione di una qualità essenziale della vita umana, infatti il movimento umano è ritmico per natura (esempio battito del cuore).

 

5- L’importanza del significato

La capacità di trovare un significato alle cose nel mondo è, per l’uomo, naturale e quasi ci dimentichiamo di averla. I sensi raccolgono i dati grezzi e la mente li converte in insieme di significati. Una data configurazione di forme, colori, suoni e odori viene confrontata con la nostra esperienza passata.  Questa capacità dev’essere appresa, come una lingua o almeno la precondizione del linguaggio. Il linguaggio, in fin dei conti, è un’inutile analogia per pensare l’architettura.

Capitolo II- Linguaggio

L’architettura è statica e spaziale, si estende per tre dimensioni e può essere percepita, almeno per alcuni aspetti simultaneamente.

L’architettura ci parla in alcuni modi evidenti. Ad esempio, un edificio può dirci cos’è, qual’ è la sua funzione. A quanto pare siamo in grado di “leggere” gli edifici, di comprenderli e farci strada nella città.

                              

1- Denotazione e connotazione

Nel linguaggio, solitamente i termini hanno più di un significato. Se l’architettura è un linguaggio, allora usa la denotazione e la connotazione. Durante la ricostruzione della stazione di St Pacras a Londra è stato mantenuto il vecchio tetto del capannone dei treni, anche se era troppo corto per la nuova configurazione delle pensiline  ed è stato allungato. Forse sarebbe stato più  facile demolirlo, ma così si sarebbe distrutta l’atmosfera dell’edificio. In altre parole, il suo significato sarebbe stato alterato, cancellando alcune di quelle connotazioni romantiche. Il linguaggio è un processo biunivoco, che coinvolge lettori (o ascoltatori) e scrittori (o parlanti), e il significato decodificato dal lettore non è necessariamente lo stesso che intendeva il scrittore.  Forse sarebbe meglio dire che lo scrittore e il lettore contribuiscono entrambi alla costruzione del significato.

 

2-Sistemi di segni

Se l’architettura è come il linguaggio è perché entrambi sono sistemi di segni. Il significato delle parole è determinato dalla tradizione, non da un’eventuale somiglianza tra parole e cosa. Inoltre il significato è piuttosto sfuggente e variabile. La stessa parola può significare cose completamente diverse. Il significato varia a seconda del contesto. Si può quindi affermare che una parola è definita da tutte le cose che non significa.

 

3-Icona, Indice e Simbolo

Charles Sanders Peirce è convinto che la cultura umana fosse essenzialmente basata sui segni, tentò quindi di elaborare un sistema completo di classificazione dei segni, o piuttosto delle diverse tipologie di rapporto tra significanti e significati. Tre delle sue categorie di segni erano: Icona, Indice e Simbolo. Per simbolo intendeva il tipo di rapporto tra una parola e una cosa: un legame arbitrario, sanzionato soltanto dalla tradizione e non basato su alcun tipo di somiglianza. Un’ icona è un significante che assomiglia alla cosa a cui rinvia, alla stesso modo in cui un ritratto assomiglia alla persona raffigurata. E un Indice è significante che “indica” la cosa a cui rinvia, come un cartello stradale indica una destinazione. Apparentemente siamo in pieno territorio architettonico. I progettisti di edifici grandi e complessi come ospedali e aeroporti si preoccupano sempre della loro “leggibilità” cioè della questione assai pratica se la gente sarà in grado o meno di trovare la strada. 

Esempio Biblioteca Laurenziana di Firenze, disegnata da Michelangelo.

 

4-Ambiguità e doppio codice

Alcuni teorici dell’architettura hanno posto grande enfasi sull’ambiguità e su quello che hanno definito “doppio codice”. Nel linguaggio scritto o parlato è solitamente negativo, e un crollo della sintassi porta solo alla confusione. Mentre in architettura, come le parole in una poesia, un edificio può significare diverse cose allo stesso tempo, senza dover creare per forza confusione.

 

5-Intenzioni estetiche

È il momento di una considerazione più generale sulle intenzioni estetiche nel linguaggio e nell’architettura. Un costruttore normale, estraneo al mondo dell’architettura, userebbe tutte le cose (es le finestre) in maniera standard mentre l’architetto utilizzerebbe le stesse per crearne qualcosa di esteticamente bello (es mettendo la finestra in un punto laterale dell’edificio).

Esempio Giulio Romano che utilizzava i pilastri posti a distanze irregolari, finestre decentrate e trabeazioni spezzate.

Una volta compreso che l’architettura è un linguaggio, è difficile abbandonare quest’idea. Eppure è proprio quello che hanno tentato di fare gli architetti modernisti all’inizio del XX secolo. Erano interessanti alla funzione, non al significato. Credevano che un edificio fosse un elemento d’ingegneria, una soluzione puramente pratica a un problema funzionale, e che bellezza sarebbe scaturita naturalmente dall’utilità.

 

6-Creare il significato architettonico

Un edificio non ha il significato che l’architetto intende dagli ma quello che tutti i parlanti del linguaggio architettonico gli concedono.

 

7-Decostruzione

La parola “decostruzione” ha evidenti connotazioni architettoniche, anche se come modalità d’ indagine filosofica infatti, in origine, non aveva a che vedere con l’architettura. Il termine è stato coniato dal filosofo francese Jacques Derrida.

Il significato di un testo è sempre provvisorio e approssimativo.

La decostruzione vede se stessa non come un sistema filosofico ma come attività o processo grazie al quale ci vengono rammentati i limiti del linguaggio e del pensiero.

Il risultato fu un curioso stile ibrido noto come Decostruttivismo nato dall’unione di costruttivismo e decostruzione nell’architettura russa dopo la rivoluzione del 1917.

 

8-Collisione e combinazione

Il Decostruttivismo  balzò per la prima volta all’attenzione pubblica in occasione della mostra intitolata “Decostructivist Architecture”, allestita nel 1988 al Museum of Modern Art di New York, nella quale sono esposti i progetti che rappresentavano edifici che erano assemblaggi di frammenti, distorti e giustapposti in combinazioni apparentemente casuali. La Decostruzione e il Decostruttivismo erano movimenti paralleli o equivalenti, ma non erano direttamente collegati come la pratica e la teoria.

Capitolo III -Forma

La forma e la materia sono compagne inseparabili. Per Platone, la distinzione tra forma e materia era legata al pensiero stesso. Un luogo in cui la forma potrebbe esistere senza la materia è la mente umana. Aristotele, invece, non riteneva necessario postulare l’esistenza di forme ideali. Era sufficiente osservare che la forma, esisteva nel mondo reale. Nella versione di Aristotele la forma non era eterna e immutabile come la materia, riteneva infatti che sia la forma che la materia fossero dinamiche.

 

1-La separazione tra forma e materia

Disegnare e progettare sono attività strettamente connesse. Il progetto pensato viene disegnato e la forma dell’oggetto senza la materia poi lo costruirà.

 

2-Disegni e progetto

Le forme possono essere raffigurate da aree di colore che rappresentano luce e ombra, grana e colori dei materiali dell’oggetto reale. Le linee di un disegno a tratto sono uno stratagemma artificiale per rappresentare i profili ect. Delineano la forma, non la materia, e non sono visibili nell’oggetto reale. Ci sono molti tipi diversi di disegno architettonico ma la distinzione fondamentale è tra il disegno di qualcosa che esiste già e il disegno di una proposta: un progetto.

I disegni non solo mostrano che aspetto avrà l’edificio, ma sono in grado di raffigurarne la realtà potenziale in modo più completo e accurato, comprese le dimensioni relative dei suoi componenti.

 

3-Proporzione armonica

Quando pensiamo alla proporzione pensiamo alla forma e al modo in cui è delineata.

Definizione di architettura di Le Corbusier: “il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volume assemblati nella luce”.

La proporzione è una tematica trattata da diverse discipline: matematica, filosofia, musica.

Nel Rinascimento se gli edifici erano belli era perché risvegliavano nell’osservatore umano la misteriosa dolcezza dell’armonia interiore.

Esempi: Notre-Dame a Parigi, l’uomo vitruviano

                   

4-Il problema della prospettiva

L’armonia musicale sembrava udibile a prescindere dalla posizione dell’ascoltatore in rapporto alla fonte sonora. La visione, invece, era diversa. Le forme di un edificio apparivano all’occhio umano rimpicciolite e ridotte, tanto che diventava impossibile apprezzare le proporzioni armoniche.

Esperimento del Brunelleschi.

Prospettiva e architettura sono reciprocamente dipendenti: ognuna ha bisogno dell’altra per provare la sua proporzionalità.

 

5-Sistemi proporzionali

Esistono due tipologie di base di sistemi proporzionali: il sistema armonico, caratterizzato dall’architettura rinascimentale; e il sistema geometrico, che forse fu usato in epoca antica e nel medioevo. Il promo consiste essenzialmente in rettangoli formati da una serie di quadrati; il secondo è “irrazionale” perchè, pur semplice da costruire, produce numeri complicati e poco maneggevoli.

 

6-Coordinamento modulare

Nel 1913 Hanry Ford lasciò la prima catena di montaggio per le automobili, decretò che la produzione in serie sarebbe stata il tema industriale ed economico del secolo. Alcuni progressisti come Walter Gropius cominciarono a chiedersi perché gli edifici non potessero essere prodotti a basso costo e in serie come le automobili. Si iniziò cosi a parlare di strandardizzazione dei componenti edilizi. Per progettare un edificio, l’architetto avrebbe usato le dimensioni modulari approvate.

 

7-Il Modulor

Le Corbusier alla fine degli anni quaranta riuscì ad elaborare un proprio sistema proporzionale, che battezzò Modulor. Sarebbe diventato, ne era certo, il metodo standard per determinare le dimensioni degli edifici di tutto il mondo. Le Corbusier ovviamente conosceva l’Uomo vitruviano. La sua versione inscrive la figura umana non in un quadrato e in un cerchio, ma in un rettangolo aureo, o piuttosto in una combinazione di quadrati e rettangoli aurei.

 

 

8-L’importanza della scala

Per lo più gli edifici vengono progettati per essere usati dalle persone, quindi è sensato che le loro dimensioni vengano decise in base a questo.

 

Capitolo IV- Spazio

Lo spazio è una pre-condizione per l’esistenza di qualsiasi cosa. Dalla prospettiva moderna, lo spazio è ovunque. Lo spazio è tridimensionale: ha altezza, ampiezza e profondità, può essere riempito di oggetti o di sostanze, siano esse solide, liquide o gassose.

 

1-Lo spazio medievale e rinascimentale

Esempio della “Maestà” di Duccio

Dimensione della vergine maggiori rispetto a quelle degli angeli vicini pur essendo tutte le figure nel medesimo spazio. Le dimensioni non sono, quindi, date dalla posizione nello spazio ma dalla importanza della vergine nella narrazione.

Nel secondo pannello che raffigura la “seconda annunciazione” le dimensioni dei personaggi sono le stesse ma l’uniformità è tutto tranne che perfetta. La vergine e l’angelo infatti sembrano rialzati da terra.

La perfetta unità spaziale nella prospettiva venne ottenuta non prima di un secolo più tardi, quando l’architetto Filippo Brunelleschi elaborò i principi geometrici della rappresentazione prospettica.

 

2-Spazio architettonico

Quando un architetto pensa allo spazio, pensa al rapporto, non a un fenomeno oggettivo: a uno spazio umano, non scientifico che modifichi parti del mondo perchè l’essere umano possa abitarle.

 

3-L’approccio fenomenologico

L’architettura della stanza è profondamente influenzata dall’ “architettura” del corpo e dell’esperienza umana. La casa per Banchelard è una sorta di modello dell’esperienza umana, una dimora per la mente oltre che per il corpo, e soprattutto per i sogni. Gli architetti, per quanto possano pensare di essere razionali, si occupano inevitabilmente di poesia oltre che di scienza dello spazio.

 

4-Lo spazio moderno

Spesso gli architetti modernisti del XX secolo hanno dato l’impressione di voler abolire del tutto gli interni e rimpiazzarli con un nuovo tipo di spazio che non fosse né interno né esterno.

Esempio Padiglione di Barcellona di Mies Van der Rohe

 

5-Tipologie costruttive

Tendiamo a classificare gli edifici a seconda delle tipologie di attività che ospitano e ci aspettiamo che i loro spazi accolgano e sostengono quelle attività.

L’architettura non solo deve essere adeguata alla funzione, ma deve risponde in modo sottile agli schemi dell’uso umano, compresa la dimensione psicologica.

Aldo Rossi sostiene, nel libro “architettura della città”, che la tipologia non dipende dalla funzione che ha un edificio bensì dalla forma dell’edificio. Alcune forme di edifici permangono anche quando le funzioni per cui sono stati progettati cambino, senza che esse diventino obsolete. Vecchie costruzioni vengono riconvertite a nuovi usi anche preservandone le forme.

 

6-Architettura e società

Le strutture architettoniche riflettono quelle della società, e l’architettura, nella sua concezione tradizionale, è sempre al servizio dell’autorità. L’architettura risponde alle necessità delle persone e alle funzioni per la quale è stata costruita. 

 

7-Organizzare forma e funzione

Esistono vari approcci alternativi alla gestione del rapporto tra forma e funzione.

Esempio delle architetture High Tech, Centre Pompidou, Renzo Piano.

Elementi strutturali e canalizzazioni dei servizi, che normalmente sarebbero nascosti alla vista nell’interno dell’edificio, sono stati relegati all’esterno per creare ampie superfici ininterrotte ma ricche di servizi.

Capitolo V– Verità

Anche l’architettura può essere figurativa, come abbiamo visto nel primo capitolo, ma non è questo il suo scopo.

 

1-La dottrina dell’onestà

John Ruskin scrive nel “The Seven Lamps of Architetture”  un capitolo intitolato “la lampada della verità” egli e i goticisti si erano schierati contro l’industria meccanizzata.

I modernisti del XX secolo proposero di ristabilire un rapporto organico tra la società e la architettura. Invece di imitare i vecchi edifici, come facevano i goticisti, sostenevano che l’architettura doveva essere l’onesta espressione della nuova società.

 

2-Lo stile High Tech

Confronto tra la “Villa Sovoye” di Le Corbusier che assomiglia ad una nave, le architetture High Tech (esempio Inmos Factory di Richard Rogers) che sono, invece, delle vere e proprie rappresentazioni delle macchine.

   

3-La tradizione classica

La storia dell’architettura, in occidente, è la storia della grande tradizione architettonica pertanto dal tempio greco fino alle successive architetture che si basarono sulla reinterpretazione delle prime architetture.

 

4-Ornamento e schematizzazione

Semper era un architetto tedesco che progettò edifici importanti come il teatro dell’opera di Dresda e il Politecnico federale di Zurigo, immaginando che la fonte dell’architettura sia una capanna primitiva.

I modernisti pensano che l’architettura debba essere formata da cose reali: struttura reale, materiali reali, soluzioni reali per problemi reali.

Gli ornamenti sono considerati imitativi e spesso ciò che imitano sono forme naturali e organiche, vegetali o animali.

L’Art Nouveau è un esempio perfetto: basti pensare alle entrate della metropolitana di Parigi di Hector Guimard.

 

5-Ornamento figurativo

Ci sono diversi modi in cui l’architettura può essere definita “figurativa”. Uno di questi è progettare un edificio basandoci su un altro.

Esempio Palazzo Rucellai di Firenze paragonato al Colosseo. 

Esempio Torre di St.George’s Church a Bloomsbury.

La Torre è quasi tutta un ornamento. È vestita di abiti antichi.  È una finzione basata sull’imitazione.

 

6-Scultura e ornamento

Esempio edifici High Tech che assomigliano a ponti, raffinerie di petrolio o aerei. Esibire i servizi meccanici all’esterno non è molto semplice ma hanno lo scopo di dare un’idea di efficienza dell’edificio.

Esempio Casa Farnsworth di Mies Van der Rohe nella quale gli elementi strutturali sono usati come decorazione.

Nell’architettura moderna gli ornamenti non sono scomparsi ma sono stati camuffati o semplicemente soppressi.

Esempio Seagram Building di New York di Mies Van der Rohe nel quale usa le bifore sono usate per scopo puramente decorativo.

Esempio della galleria d’arte contemporanea di Nottingham dello studio Caruso St John dove il muro è assimilabile a una tenda.     

Capitolo VI -Natura

Cosa significa “architettura organica”.

LArt Nouveau con le sue balaustre in ferro, che si incurvano a rappresentare dei rampicanti è lesempio più lampante di architettura organica. Ci sono altri modi per cui un edificio possa essere definito organico?

La Sydney Opera House dalla forma assibilabile a delle conchiglie può essere definita architettura organica. Larchitetto Frank Lloyd Wright si autodefinì, dopo questopera, un architetto organico eppure I suoi edifici, come Robie House, sono composizioni rigidamente rettilinee.

 

1-Forma, materiale, spazio

Larchitettura organica ha molti aspetti differenti. Prediligie un rapporto stretto tra forma e materiali, lasciando che la prima scaturisca dai secondi piuttosto che imponendola su di essi. Analogamente, cerca soluzioni spaziali non in schemi astratti o in configurazioni tradizionali ma nelle esigenze pratiche e spirituali di particolari istituzioni sociali e culturali.

 

2-Architettura vernacolare

Per “Architettura vernacolare” si intende edifici costruiti in società che non possiedono alcuna concezione di architettura. Gli Architetti, per definizione, non possono progettare architettura vernacolare. Nel 1964 Bernard Rudofsky scrive “Achitettura senza architetti” nel libro non intende che gli edifici descritti si siano costruiti da soli ma che il costruttore non possa essere chiamato architetto in quanto non prende decisioni come le dimensioni o i materiali che debbano essere usati nella costruzione.

 

3-Rapporti e processi

Il concetto di organico sembra avere a che fare con i rapporti e i processi quanto con le apparenze. Un edificio può essere definito organico per il modo in cui funziona anche se la sua forma è rigida e prestabilita come quella delle ville rinascimentali, oppure può essere definito organico per la sua forma.

Esempio Eden Park in Cornovaglia disegnato da Nicolas Grimfhaw. Queste sono delle semplici serre ma guardandole non si può fare  a meno di paragonarle a degli organi viventi.

 

4-Forme naturali

Per imitare la natura bisogna avere una conoscenza approfondita dell’argomento. Se si parla con uno scienziato ci verrà detto che la natura è in continua mutazione quindi che le sue forma cambiano con il tempo.

 

5-Forme estese e intensive

“Tutto ciò che accade o appare è correlativo a ordini di differenza; differenza di livello, di temperatura, di pressione, di tensione, di potenziale, differenza d’intensità”, Deleuze.

Le forme estensive e intensive sono molto diverse tra di loro. Le prime possono essere divise quantitativamente con risultati prevedibili, le seconde invece sono più difficili da prevedere in quanto le intensità non si riescono a controllare.

 

6-Il rapporto tra architettura e natura

Esempio le architetture di Antoni Gaudì che senza dubbio è stato un architetto organico.

 

7-Il diagramma virtuale

L’architetto ha a che fare con topologie e intensità proprio come la natura. La forma finale dell’edificio è la realizzazione nello spazio esteso di questi edifici diagrammi virtuali.

Il progetto di Zaha Hadid per il centro permance art ad Abu Dhabi è un buon esempio del tipo di forma curvilinea che emerge dal processo del design parametrico.

In che modo l’architettura ottiene quest’integrità, questa continuità, questa fluidità?

La risposta è: con i computer. L’invenzione di programmi come CAD hanno permesso la progettazione di edifici come quello di Zaha Hadid grazie all’utilizzo di algoritmi che facilitano la progettazione.

 

8-Evoluzione e progettazione

Dati il giusto algoritmo e la giusta serie di parametri, un computer può progettare un edifico proprio nel modo in cui la natura progetta un animale o una pianta, ovvero trovando forme adatte all’ambiente. L’edificio si comporterà in modo organico, e probabilmente avrà anche un aspetto organico.

Esempio lo stadio “ a nido d’uccello” progettato da Herzog e Meuron per le olimpiadi di Pechino nel 2008. L’edifico non avrebbe mai potuto essere costruito così senza il supporto di un computer quindi nell’epoca del non-digitale.

Capitolo VII-Storia

Perché gli studenti di architettura studiano la storia dell’architettura?

Questa in alcuni casi viene anche chiamata “contesto culturale”.

La connessione tra storia dell’architettura e pratica architettonica dipende semplicemente dalla tendenza degli edifici, come le cattedrali, a perdurare per lunghi periodi di tempo.

 

1-Lo spirito dell’epoca

Nella versione hegeliana della storia dell’architettura, ciascuno stile o epoca è suddiviso in fasi, che corrispondono all’incirca a quelle di una vita umana creativa. Nella fase giovane lo stile è vigoroso e immaginifico, ma relativamente primitivo; nella maturità si trova l’apice delle sue potenzialità e produce le opere più grandi; negli anni finali, inevitabilmente, declina e diventa ozioso e indulgente.

Esempio Saltzman House 1969

Persino l’architettura che sembra completamente moderna ha una dimensione storica. Le case di Richard Meir si ispirano liberamente al Purismo delle ville prebelliche di Le Corbusier.

 

2-Il canone artistico

La verità è che la storia dell’architettura, come qualsiasi altro tipo di storia, è strettamente selettiva e spesso ideologicamente parziale. E la parzialità tende a essere rafforzata dalla ripetizione. Gli esempi scelti da uno storico per rappresentare un periodo o un paese o uno stile in particolare vengono riciclati nelle storie successive e diventano un gruppo definito, noto come “canone artistico”.

 

3-Il concetto di autorità

Gli architetti canonici sono rappresentati da molti edifici e questo attribuisce loro inevitabilmente una sorta di “autorità storica”.

 

4-Le origini dell’autorità

Le origini del concetto di autorità sono rintracciabili negli scritti di Giorgio Vasari “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori” pubblicato nel 1550, che contiene le biografie di 178 artisti, tra cui importanti architetti del Rinascimento come Brunelleschi, Alberti, Bramante, Raffaello, Sansovino, Peruzzi, Antonio di Sangallo, Giulio Romano e Michelangelo.

Capitolo VIII –La città

Le città durano centinaia, persino migliaia di anni. Basti pensare a Roma e alla sua fondazione che risale al 753 a.C.

Le città però durante gli anni cambiano, si evolvono a seconda delle necessità dei suoi abitanti; hanno un rapporto speciale con il tempo e con la memoria umana.

Le città sono “monumentali” nel significato latino di “ricordare”, “avvenire”. Le città ci ricordano le nostre storie personali e la storie della società in cui viviamo. Ci ricordano chi siamo.

 

1-Forme urbane tradizionali

La chiarezza spaziale e sociale è caratteristica delle città tradizionali. Tendiamo a confrontarle con le piante a scacchiera delle città moderne come New York o Chicago, ma in realtà queste non sono affatto nuove.

Tendiamo, infatti, a pensare alle vecchie città come a creazioni organiche che crescono nel tempo adattandosi al flusso dell’umanità, ma in realtà la città progettata da zero, con la pianta a scacchiera, è tutt’altro che nuova.

Esempio della carta di Nolli, una pianta estremamente accurata di Roma settecentesca. Poiché la città è cambiata pochissimo, può essere usata come guida turistica.

In un libro intitolato “Collage City”, pubblicato nel 1979, Colin Rowe e Fred Koetter confrontano la “città della profezia” modernista e la “città della memoria” tradizionale. Nella città della profezia il flusso di tempi è congelato in una visione utopica, impossibile da ottenere nella pratica. Per enfatizzare che le città sono strettamente legate al tempo e in particolare all’evoluzione della società.

 

2-La città motorizzata

Un grande cambiamento che ha segnato la città è stato l’avvento delle macchine. Prima la città non doveva garantire il passaggio delle automobili mentre ora non solo le città ma anche il territorio hanno subito grosse modifiche dovute alle  creazione di strade più grandi e ad alta velocità.

 

3-Tecnologia digitale, distanza e tempo

La tecnologia cambia la città, come dimostrato con l’esempio della città motorizzata. Le tecnologie digitali potrebbero avere un effetto ancora più profondo sulla forma urbana. Nel mondo moderno, la distanza è stata quasi abolita e in molte transazioni umane la prossimità non è più un fattore importante.

 

4-Architettura e mondo virtuale

Esempio del sito “Secondo Life”

La gente è indaffarata a scegliere un’identità, a incontrare altra gente, fare affari, comprare e vendere cose, imparare lingue, visitare gallerie  d’arte e concerti, proprio come nel mondo reale. Naturalmente si possono fare tutte queste cose in altri luoghi, su internet, ma Second Life è più allettante perché è, o sembra, omogenea e continua.

Su Second Life nessuno ha davvero bisogno dell’architettura. Non ci sono vento e pioggia da tener fuori, nessuna gravità a cui opporsi, nessuna presenza umana e quindi nessun bisogno di comfort fisica. Eppure Second Life contiene molti edifici. Mentre le città del mondo reale sono minacciate dalle tecnologie digitali non spaziali, nel mondo virtuale le persone si aggrappano alle sembianze dell’architettura fisica.