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autore

SERGE CHERMAYEFF – CHRISTOPHER ALEXANDER

 

titolo

SPAZIO DI RELAZIONE E SPAZIO PRIVATO

 

editore

ALBERTO MONDADORI

 

luogo

MILANO

 

anno

1968

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

Titolo originale: Community and Privacy

 

 

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

 

Il libro stabilisce le basi di una critica alla sopraffazione esercitata sull'ambiente fisico dall'incontrollato prevalere delle esigenze dell'economia di consumo; inoltre imposta il tema della progettazione come scienza ovvero come correlazione oggettiva tra previsione, azione e controllo.

 

  

Giudizio Complessivo: 8 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Giulia Vergine

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2014/2015

 

 


 

 

Autori S. Chermayeff – C. Alexander

Serge Chermayeff(1900-1996) inglese di origine russa, fu un architetto, designer industriale, scrittore e co-fondatore di diverse società architettoniche inclusa la American Society of Planners and Architects. Nell'arco della sua vita insegnò in diverse università quali Yale,Harvard and MITe scrisse numerosi libri di architettura.

 

Christopher Alexander(1936) è un architetto austriaco naturalizzato statunitense. Insegna presso l'Università della California ed ha curato la progettazione di edifici complessi in California, Giappone e Messico.

 

 

Contenuto

Il libro si compone di due parti ben distinte tra loro: nella prima dal titolo “la cultura di massa” gli autori trattano varie tematiche che a parer loro ogni architetto dell'epoca dovrebbe affrontare ; son spiegati infatti numerosi problemi che sussistono nella società moderna, cambiamenti radicali nella vita dell'uomo  che si ripercuotono con effetti negativi sull'ambiente circostante.

Nella seconda parte “l'abitazione umana” l'attenzione viene invece concentrata sull'insediamento urbano partendo da un excursus storico sulle varie tipologie fino ad arrivare a definire la singola unità abitativa, i problemi che potrebbero sorgere in essa riguardo all'identificazione degli spazi pubblici,privati e semi privati.

CAPITOLI

Capitolo 1– Il clima culturale

In questo capitolo vengono raccolti diversi estratti di scritti di diversi autori dell'epoca che descrivono la cultura urbana , i conflitti e le perturbazioni che la interessano, la crescita a dismisura della popolazione e i problemi che ne derivano, l'interesse politico e la città intesa come strumento disordinato.

  

Capitolo 2- Erosione dell'habitat umano

Il secondo capitolo si concentra sulla popolazione umana mondiale e sulla sua capacità produttiva che sta raggiungendo dimensioni esorbitanti. Le persone si spostano più velocemente, comunicano a lunghe distanze in brevissimo tempo e l'urbanizzazione rapida richiede sistemazioni di ogni sorta. Tutto ciò non fa che creare disorientamento, confusione e caos. Cresce quindi la necessità di un nuovo ordine fisico urbano che dia senso ed espressione alla vita dell'uomo, che chiarisca e definisca gli scopi e l organizzazione umana e dia loro una forma. Il procedimento della progettazione deve essere un atto informato e controllato dalla coscienza delle nuove realtà. Bisogna riconoscere che i vari elementi dell'habitat umano sono ormai superati e cercare di creare qualcosa di nuovo appoggiandosi a nuovi principi di base.Particolare attenzione va posta sulla privacy, che rischia con i cambiamenti in atto di estiguersi rapidamente. La privacy è urgente ed essenziale nel luogo dove l'uomo vive, nella propria abitazione. Lo scopo è quindi quello di ridare alla vita urbana un fecondo equilibrio tra comunità e privacy.

  

Capitolo 3- La scomparsa della natura

Altro problema da affrontare è l'invasione da parte dell'uomo della natura. Vi è quindi il pericolo di perdere il confronto con essa; la bellezza naturale si logora rapidamente cosi come la bellezza artificiale delle città antiche. E' difficile avere un contatto con la natura non soltanto perchè si estende la presenza dell'uomo, ma perchè si estende il suo controllo,la sua trasformazione della natura stessa rendendo impossibile ormai la distinzione tra mondo naturale e mondo artificiale. In futuro l'uomo dovrà assumersi le proprie responsabilità e progettare una sua ecologia, un suo adattamento all'ambiente che lui stesso si è creato.Una forma urbana che rifletta in modo appropriato tutte le pressioni del tempo potrebbe consentire una vita equilibrata al suo interno, senza la necessità di evasione che prima avveniva negli ambienti naturali.

  

Capitolo 4 – La città in disfacimento

In questo capitolo l'attenzione passa alle città antiche e alla loro qualità urbana. Erano città con un loro preciso carattere e una forma originale che potevano suscitare amore o avversione ma mai apatia.  Sono città con una propria chiarezza fisica in quanto le loro forme sono nate in risposta diretta a pressioni semplici e limitate. Ogni pressione ha prodotto una forma  e ogni aspetto della forma che si è rilevato inadeguato è stato eliminato nel tempo.Sono poi elencate esempi di città antiche quali Amsterdam, Pechino, la città Inca di Pikillacta e altre ancora, mettendone in evidenza la chiara organizzazione interna e un chiaro rapporto con il loro ambiente naturale.

Invece le pressioni che agiscono sulle città contemporanee sono cosi tante e differenti che i rapporti con la forma si distorcono e le forme risultanti sono in contraddizione con l 'originario tessuto di pressioni. Ne risultano città dalla fisionomia urbana volgare, rozza, dominata dalla monotonia della routine e senza alcun rapporto con il paesaggio circostante.

  

Capitolo 5- Il fiasco suburbano

Secondo gli autori le case negli spazi sub-urbani sono sbagliate , non soltanto per molti difetti di organizzazione ma anche perchè non consentono un rapporto armonico con la natura. Si tratta di pseudo case di campagna. Il sobborgo infatti non riesce a essere campagna perchè è troppo denso e non riesce a essere città perchè non è abbastanza denso. Son veri e propri sobborghi isolati in cui viene meno il rapporto con le applicazioni della moderna tecnologia. In una società tecnicamente progredita infatti le città e le abitazioni non sono piu unità a se stanti ma le loro componenti vitali sono quelle che le collegano al più vasto ambiente e che in genere non si vedono. Bisogna dare quindi all'habitat umano una forma che rispecchi la sua nuova funzione.

   

Capitolo 6– La ricerca della piccola dimensione

Secondo gli autori gran parte della vita di un uomo è estremamente uniforme, in un mondo caratterizzato dalla produzione di massa e consumo di massa, da atti e sensazioni ripetitive e mediate che offrono sempre più raramente occasioni di esperienze di prima persona.L'esistenza manca di autentica varietà, proprio per questo è necessario riportare l'attenzione sulle cose normali troppo trascurate. Tutto è rapido e conciso, grande e chiassoso, non c'è più posto per il ritmo lento e disteso, la piccola dimensione, il silenzio.

L'individuo invece dovrebbe essere protetto dalle voci e dalla presenza di intrusi. Soltanto l'isolamento fisico può arginare questo caos.

   

Capitolo 7 – Il nemico numero uno: l'automobile

L'uomo è un essere mobile e soprattutto nella civiltà moderna è un uomo su ruote. Si è ormai in una società motocentrica infatti, dove anche gli aspetti piu dannosi dell'automobile passano inosservati.Il volante non genera virtù ma piuttosto nuovi vizi; gli altri guidatori sono il "nemico", la fratellanza si è trasformata in odio. Se la tendenza ad avere sempre più macchine continua i problemi che ne deriveranno saranno parecchi come ad esempio lo spazio, l'inquinamento e altri ancora.

 

Capitolo 8- Il nemico numero due: il rumore

L'ondata travolgente della radio e della televisione ha trasformto la vita dell'uomo, la cui vita è ormai estremamente volubile. L'abitazione è come un arena non più un rifugio. In queste condizioni l'uomo comincia a perdere la capacità di discriminare tra suono e rumore, tra ciò che è desiderabile e ciò che è irrilevante. L?uomo si adatta quindi al rumore.

   

Capitolo 9 –Fede e ragione

In passato l'architettura tendeva ad espimere le più nobili aspirazioni dell'uomo: era soltanto dominio degli scienziati-artisti. Con il passare del tempo invece, costretta ad assumersi la responsabilità di complessi impianti e attrezzature, è diventata aanche dominio dei tecnici, e investe problemi molto più vasti. Cos'è diventata la progettazione , un arte una professione o un affare? Il problema è aggravato dal fatto che la professione architettonica stessa è superata. É necessario che la professione si adatti di mano in mano alle nuove condizioni e rifletta tutti e sei gli stadi del ciclo dell'obsolescenza ovvero: ricerca, progettazione, produzione, distribuzione, utilizzazione, eliminazione.

Il compito del progettista è quello di creare ordine, di organizzare molteplici e contrastanti elementi, e di produrre forme. Non basta che egli produca forme ad elevato standard di rendimento, ha anche responsabilità sociali, tecniche e artistiche.

  

Capitolo 10-Anatomia dell'urbanesimo

L'anatomia urbanistica, nell'ambiente artificiale, deve essere organizzata su due livelli.Per prima cosa si dovrebbero tradurre i numerosi tipi di esperienza in zone fisiche nettamente differenziate e adeguatamente strutturate; in seconndo luogo si dovrebbero organizzare queste diverse zone in rapporto all'intensità della loro interazione, in gerarchie secondo la loro dimensione e qualità.Vengono in seguito riportati vari esempi a riguardo.

   

Capitolo 11- Le gerarchie

L'abitazione deve essere considerata parte del grande ambiente, parte dell'anatomia urbana. Per capire quali proprietà deve avere è necessario esaminare le gerarchie del controllo, le gerarchie tecnologiche e le gerarchie dell'obsolescenza.

  

Capitolo 12- Definizione del problema

Il problema campione è il collegamento tra un gruppo di alloggi e la città. Questo problema permette di esaminare sia l'anatomia della struttura urbana nel suo insieme, sia l'anatomia degli alloggi.Per affrontare il problema vengono poi usate come parole chiave le nove categorie funzionali che evitano di confondere la semplicità dei problemi con immagini troppo vivide o non pertinenti. Le parole chiave sono le segenti: organizzazione e uso del suolo, spazi di protezione, responsabilità, controllo climatico, illuminazione, acustica, circolazione, comunicazione, impianti e servizi. In seguito vengono poi elencati trentatre requisiti base che definiscono solo in parte il problema in quanto la logica interna del problema viene date dai nessi tra i requisiti. Infinte viene specificato che il problema cruciale è come questi requisiti si debbano raggruppare.

 

Capitolo 13-   Valutazione critica

In questo capitolo vengono esaminati alcuni stereotipi esistenti per vedere se contengono le cinque componenti generatrici del piano indicate nell'analisi precedente. Si tratta di esempi di case unifamiliari e di gruppi di alloggi che rientrano in alcune categorie tipiche e riconoscibili quali: la lottizzazione suburbana degli speculatori e variazioni, la città giardino, l'ordine funzionale, il gruppo di case a corte e case alte ad appartamenti distribuite sul terreno.

 

Capitolo 14- Anatomia della privacy

Qui invece vengono esamiate e criticate diverse tipologie di abitazioni preogettate da differenti architetti che vengono quindi giudicate in base alla separazione degli ambiti, alle transizioni o chiusure tra gli ambiti e al godimento della privacy. Le planimetrie degli alloggi scelti si possoo classificare come: case singole unifamiliari suburbane-rurali, case in linea urbane ,case in linea suburbane-urbane e case a corte in linea urbane.

 

Capitolo 15 – Nuovi elementi della progettazione

In seguito alla ricerca effettuata è emerso come le barriere e i diaframmi non sono necessari soltanto nei gruppi  di aloggi e nelle singole abitazioni, ma valgono a ogni scala della gerarchia urbana. Cruciale è l'integrità degli ambiti e l'efficienza della transizione tra gli ambiti in modo da riportare equilibrio tra la vita di relazione e la vita privata. Per creare un habitat umano migliore bisogna ce ogni elemento, naturale e artificiale, ispiri uguale rispetto. L'uomo civile deve dare priorità assoluta alla creazione di un campo unificato di controllo ambientale dove l'arte sia di nuovo moderata dalla rigorosa disciplina della scienza, e la scienza vivificata dalle illuminazioni dell'arte.