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autore |
MARCO BIRAGHI, GIOVANNI
DAMIANI |
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titolo |
LE PAROLE DELL'ARCHITETTURA. Un'antologia di testi teorici e
critici: 1945-2000 |
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editore |
EINAUDI |
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luogo |
TORINO |
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anno |
2009 |
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lingua |
ITALIANO |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Si tratta di una
raccolta di saggi, suddivisi in ordino cronologico. Gli argomenti sono
numerosi, essendo brevi estratti. Si passa dalle correnti architettoniche
culturali a ragionamenti politici e filosofici. Quali sono stati i
cambiamenti dal dopoguerra fino agli anni 2000? |
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Giudizio
Complessivo: 8 |
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Scheda compilata da: Vassilia Maria Chachlakis |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica |
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Marco Biraghi |
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È nato a Milano nel |
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Marco Biraghi |
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Contenuto |
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Il libro consiste in
una raccolta di saggi teorici e critici scritti da persone illustri
nell’ambito architettonico. Saggi che, come suggerisce il titolo stesso, sono
stati composti dal 1945 agli anni 2000. Si tratta di 36 saggi, alcuni sono
stati estratti da libri completi mentre altri invece sono articoli di alcune
riviste quali Domus e Casabella. Il contenuto è stato
suddiviso in tre parti seguendo un ordine cronologico con una piccola
introduzione da parte di Marco Biraghi e Giovanni
Damiani. |
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CAPITOLI |
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Capitolo I |
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La prima sezione del libro raccoglie scritti che vanno dagli anni 45, la
fine della seconda guerra mondiale al 1965. Periodo di grandi ricostruzioni
culturali, a discapito delle inevitabili ristrettezze economiche. Gli studi bellici hanno però portato a molte innovazioni
tecnologiche e ha facilitato gli scambi tra i diversi stati. I grandi viaggi
hanno portato inevitabilmente ad un grande rilancio delle culture lontane,
offrendo così nuovi spunti culturali. L’industrializzazione diventa
appannaggio di tutti, anche le classi meno abbienti avranno la possibilità di
avvicinarsi e sfruttarla. Tutti necessitano di una casa, e questi sono
proprio gli anni della ricostruzione. Sono gli anni in cui la corrente predominante è quella
del movimento moderno, di cui ce ne parla Rogers, riguardo a quale sarebbe il
rapporto tra edificio e abitante e con il contesto. Tra i saggi proposti in questa sezione ben quatro
provengono dall’Inghilterra, Londra, città vincitrice di questa grande
guerra, diventa punto di ritrovo per l’élite culturale europea. Centro di
appoggio anche per coloro che cercano fortuna nel grande mercato
statunitense. |
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Capitolo II |
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La seconda parte
raccoglie scritti invece del biennio degli anni Sessanta - Settanta. Si tratta di anni complessi, di
boom economico e di fiducia nel futuro. Periodo che segue la ripresa del
dopoguerra, le avanguardie artistiche in quel periodo sono andate definendosi
e modificandosi. Grandi spinte da parte dei giovani che godono finalmente di
una scolarizzazione di massa. Dal punto di vista architettonico i discorsi
sono molto ampi: si passa da progetti di città largamente estese sul
territorio, a progetti minimali come bolle autosufficienti. In questi anni i tre
grandi protagonisti sul dibattito architettonico sono Aldo Rossi, Robert Venturi,
e Aldo Rossi. Rossi studierà il passato, cercando di coglierne gli aspetti
più peculiari al fine di riproporli nelle sue architetture. Gregotti tenterà
di allargarsi sul territorio imponendosi sul territorio mentre Venturi
afferma che per quel periodo il moderno è diventato troppo stretto ed è
necessario tralasciare quei limiti che erano stati imposti da quel movimento.
L’architettura si sentiva stretta. Si ha un nuovo
concetto per la progettazione: “tutto è architettura”,come
afferma Hans Hollein, anche quelli che possono
apparire come un semplice oggetto di design in realtà acquisisce
un’importanza spaziale tale da diventare indispensabile. A partire da questo
ventennio ci si interroga su quale sia il successore della corrente del
modernismo. Le alternative sono due: O si parla di coesistenza o di
superamento. |
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Capitolo III |
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Gli anni settanta dello scorso secolo terminano
lasciando dei grandi dubbi riguardo a ciò che si intende, in senso
stretto,per architettura. C’è una scissione
tra coloro i quali rivendicano i tempi passati, chi cerca di recuperare quel
rapporto che sia aveva col contesto, e altri che tentano di rielaborare le
avanguardie nate pochi anni addietro. Siamo entrati nell’epoca della cultura
pop, come ciinsegna Denise Scott-Brown. E’ un periodo di grandi dibattiti e
grandi incomprensioni, Charles Jenks è uno di coloro che cercano dei dare una
classificazione di quello che sta succedendo, iniziando dal differenziare il
post modernismo dal tardo modernismo. Siamo nell’epoca della nascita delle
architetture su grande scala, la cosiddetta bigness: Rem Koolhaas si occupa
di darcene una breve descrizione. Questa architettura non è legata al
contesto, quello che noi osserviamo, che percepiamo, non è altro che un mero involucro.
Cosa accade all’interno? L’architetto ha libera scelta di sfruttarla in tutti
i modi. Va ricordato che proprio gli anni Novanta entra in gioco
il boom economico. Gli architetti danno sfogo alla loro fantasia creando
forme sempre più particolari e complesse. |
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