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autore

MARCO BIRAGHI, GIOVANNI DAMIANI

 

titolo

LE PAROLE DELL'ARCHITETTURA. Un'antologia di testi teorici e critici: 1945-2000

 

editore

EINAUDI

 

luogo

TORINO

 

anno

2009

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

 

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

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Si tratta di una raccolta di saggi, suddivisi in ordino cronologico. Gli argomenti sono numerosi, essendo brevi estratti. Si passa dalle correnti architettoniche culturali a ragionamenti politici e filosofici. Quali sono stati i cambiamenti dal dopoguerra fino agli anni 2000?

  

Giudizio Complessivo: 8

Scheda compilata da: Vassilia Maria Chachlakis

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2014/2015

 

 

 

 

Descrizione: 1

Marco Biraghi

 

  È nato a Milano nel 1959. Ha studiato architettura al Politecnico di Milano, dove si è laureato nel 1986 con Massimo Cacciari. Negli anni successivi, sempre a Milano, ha svolto attività di dottorato e post-dottorato, e ha collaborato con la Facoltà di Architettura di Genova e con lo IUAV di Venezia.
Nel 1997 è diventato ricercatore in storia dell’architettura presso la Facoltà di Architettura-Leonardo del Politecnico di Milano. Dal 2003 è professore associato presso la Facoltà di Architettura Civile, sempre presso lo stesso Politecnico, dove insegna storia dell’architettura contemporanea.
Dal 2012 collabora con lo IULM, dove ha tenuto un corso sulla spazio pubblico.
Ha collaborato con diverse riviste di architettura e fa attualmente parte del comitato di redazione di “Casabella”. È inoltre consulente della casa editrice Einaudi per il settore architettura.
Nel 2004 ha fondato GIZMO (www.gizoweb.org), centro studi e di ricerca.
Ha tenuto conferenze alla Columbia University e alla Cooper Union di New York, alla Faculty of Fine Arts di Toronto, al Berlage Institute di Rotterdam e alla HafenCity Universität di Amburgo.

Marco Biraghi

 

 

 

Contenuto

Il libro consiste in una raccolta di saggi teorici e critici scritti da persone illustri nell’ambito architettonico. Saggi che, come suggerisce il titolo stesso, sono stati composti dal 1945 agli anni 2000. Si tratta di 36 saggi, alcuni sono stati estratti da libri completi mentre altri invece sono articoli di alcune riviste quali Domus e Casabella.

Il contenuto è stato suddiviso in tre parti seguendo un ordine cronologico con una piccola introduzione da parte di Marco Biraghi e Giovanni Damiani.

 

CAPITOLI

  

Capitolo I

  La prima sezione del libro raccoglie scritti che vanno dagli anni 45, la fine della seconda guerra mondiale al 1965. Periodo di grandi ricostruzioni culturali, a discapito delle inevitabili ristrettezze economiche.

Gli studi bellici hanno però portato a molte innovazioni tecnologiche e ha facilitato gli scambi tra i diversi stati. I grandi viaggi hanno portato inevitabilmente ad un grande rilancio delle culture lontane, offrendo così nuovi spunti culturali. L’industrializzazione diventa appannaggio di tutti, anche le classi meno abbienti avranno la possibilità di avvicinarsi e sfruttarla. Tutti necessitano di una casa, e questi sono proprio gli anni della ricostruzione.

Sono gli anni in cui la corrente predominante è quella del movimento moderno, di cui ce ne parla Rogers, riguardo a quale sarebbe il rapporto tra edificio e abitante e con il contesto.

Tra i saggi proposti in questa sezione ben quatro provengono dall’Inghilterra, Londra, città vincitrice di questa grande guerra, diventa punto di ritrovo per l’élite culturale europea. Centro di appoggio anche per coloro che cercano fortuna nel grande mercato statunitense.

 

Capitolo II

La seconda parte raccoglie scritti invece del biennio degli anni Sessanta -  Settanta. Si tratta di anni complessi, di boom economico e di fiducia nel futuro. Periodo che segue la ripresa del dopoguerra, le avanguardie artistiche in quel periodo sono andate definendosi e modificandosi. Grandi spinte da parte dei giovani che godono finalmente di una scolarizzazione di massa. Dal punto di vista architettonico i discorsi sono molto ampi: si passa da progetti di città largamente estese sul territorio, a progetti minimali come bolle autosufficienti.

In questi anni i tre grandi protagonisti sul dibattito architettonico sono Aldo Rossi, Robert Venturi, e Aldo Rossi. Rossi studierà il passato, cercando di coglierne gli aspetti più peculiari al fine di riproporli nelle sue architetture. Gregotti tenterà di allargarsi sul territorio imponendosi sul territorio mentre Venturi afferma che per quel periodo il moderno è diventato troppo stretto ed è necessario tralasciare quei limiti che erano stati imposti da quel movimento. L’architettura si sentiva stretta.

Si ha un nuovo concetto per la progettazione: “tutto è architettura”,come afferma Hans Hollein, anche quelli che possono apparire come un semplice oggetto di design in realtà acquisisce un’importanza spaziale tale da diventare indispensabile.

A partire da questo ventennio ci si interroga su quale sia il successore della corrente del modernismo. Le alternative sono due: O si parla di coesistenza o di superamento.

 

Capitolo III

Gli anni settanta dello scorso secolo terminano lasciando dei grandi dubbi riguardo a ciò che si intende, in senso stretto,per  architettura. C’è una scissione tra coloro i quali rivendicano i tempi passati, chi cerca di recuperare quel rapporto che sia aveva col contesto, e altri che tentano di rielaborare le avanguardie nate pochi anni addietro. Siamo entrati nell’epoca della cultura pop, come ciinsegna Denise Scott-Brown. E’ un periodo di grandi dibattiti e grandi incomprensioni, Charles Jenks è uno di coloro che cercano dei dare una classificazione di quello che sta succedendo, iniziando dal differenziare il post modernismo dal tardo modernismo. Siamo nell’epoca della nascita delle architetture su grande scala, la cosiddetta bigness: Rem Koolhaas si occupa di darcene una breve descrizione. Questa architettura non è legata al contesto, quello che noi osserviamo, che percepiamo, non è altro che un mero involucro. Cosa accade all’interno? L’architetto ha libera scelta di sfruttarla in tutti i modi.

Va ricordato che proprio gli anni Novanta entra in gioco il boom economico. Gli architetti danno sfogo alla loro fantasia creando forme sempre più particolari e complesse.