BIBLIOTECA CONDIVISA   

> ELENCO LIBRI

 

 

 

 

Descrizione: copertina

autore

SILVIA MALCOVATI, STEFANO SURIANO,

MICHELE CAJA

 

titolo

NUOVO REALISMO E ARCHITETTURA DELLA CITTA’

 

editore

MAGGIOLI

 

luogo

TORINO NAPOLI

 

anno

2012 2013

 

 

 

 

lingua

ITALIANO

 

(alcune schede tradotte in INGLESE, TEDESCO, SPAGNOLO)

 

autore

SILVIA MALCOVATI, STEFANO SURIANO,

MICHELE CAJA

 

Titolo originale: Nuovo realismo e architettura della città

 

 

 

Argomento e tematiche affrontate

Descrizione: copertina

 

L'argomento trattato dal libro è la discussione filosofica sul Nuovo Realismo la quale ha alimentato negli ultimi anni in Italia un ampio dibattito e suscitato anche tra gli architetti alcuni interrogativi che riguardano, da un lato, il rapporto della realtà con la città e più concretamente tra teoria e pratica dell'architettura e, dall'altro, il ruolo degli architetti nel rapporto tra la storia e la tradizione dell'architettura. A questi interrogativi si è cercato di dare risposta in due convegni internazionali, uno svolto a Torino e l'altro a Napoli, nel 2012 e nel 2013, e, per non perdere di vista il contatto con la realtà costruita dell'architettura, si è deciso di affiancare alla discussione teorica anche una mostra, con l'obiettivo di affrontare la questione del rapporto tra architettura e realismo anche sul piano concreto delle opere costruite.

 

 

  

Giudizio Complessivo: 7 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Vittorio Andrea Sellaro               (Febbraio 2015)

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2014/2015

 

 

Descrizione: s200_silvia

Autore Silvia Malcovati

 

È nata a Milano (1969), ha studiato architettura tra Milano (1997-90) e Barcellona (1991-93) e si è laureata a Milano    

con Giorgio Grassi. È membro del comitato editoriale e scientifico delle collane Maestri di Architettura e Schola dell’Editore Libraccio di Milano.

Professore Associato (L.240) presso il Politecnico di Torino.
Attualmente è professore Aggregato a.a. 2014/2015
DAD -Dipartimento di Architettura e Design
Membro effettivo del Collegio di Architettura.

Silvia Malcovati

 

Descrizione: 20106_141_PNATE

 

Michele Caja

Autore Michele Caja

 

Ha studiato Architettura al Politecnico di Milano e alla TU di Dortmund. E' attualmente Ricercatore in Composizione Architettonica al Politecnico di Milano, Dipartimento ABC. Ha collaborato con diversi studi di architettura in Italia e all'estero, tra cui quello di Giorgio Grassi a Milano, città in cui attualmente svolge attività di architetto.

Insieme a Silvia Malcovati è stato membro scientifico della mostra "nuovo realismo e architettura della città" (2012-2013).

 

 

Autore Stefano Suriano

 

Architetto milanese contemporaneo. Ha effettuato studi classici ed è "Cultore della materia".

Ha curato l'impaginazione del testo.

 

Contenuto

Il testo è strutturato in due parti: la prima, molto densa di contenuti, raccoglie i contributi critici ed il manifesto del tema oggetto della discussione filosofica; la seconda dedicata alla mostra attraverso un percorso che tocca le città di Amsterdam, Barcellona e Berlino oltre alle città ospiti della mostra, Torino e Napoli.

In questa seconda parte gli autori hanno deciso di stringere il campo di indagine a tre generazioni di architetti, che corrispondono a tre fasi di costruzione delle città:

- gli architetti degli anni Trenta e i progetti degli anni Ottanta

- gli architetti degli anni Quaranta e i progetti degli anni Novanta

- gli architetti degli anni Cinquanta e i progetti degli anni Duemila

 

CAPITOLI

Manifesto del nuovo realismo – Maurizio Ferraris

Nel mondo postmoderno la nozione di "realismo" ha subito un declassamento, considerata una ingenuità filosofica: la realtà essendo mediata dai nostri sensi e dai nostri pensieri non è mai accessibile in quanto tale.

Il "New Realism" vuole restituire alla nozione di "realismo" lo spazio che si merita.

La sfiducia nella realtà è stata incrementata dalla politica , quella in cui "la ragione del più forte è sempre la migliore", e dal pensiero di Nietzsche secondo cui "non ci sono fatti, solo interpretazioni".

Alla fine degli anni '90 Umberto Eco parla di realtà come "zoccolo duro" con cui necessariamente fare i conti a compimento di un discorso iniziato dieci anni prima con "I limiti dell'interpretazione".

Sono tre le parole chiave del New-Realism:

 

ONTOLOGIA: il mondo ha le sue leggi e le fa rispettare; è chiaro poi che per sapere che H2O è l'acqua ho bisogno di un linguaggio , di schemi, di categorie. Ma l'acqua bagna e il fuoco scotta sia che io lo sappia sia che io non lo sappia, indipendentemente da linguaggio e categorie.

Ad un certo punto c'è qualcosa che ci resiste.

 

CRITICA: è intrinseca nel realismo, la realtà è un accertamento, che non vuol dire accettazione.

 

ILLUMINISMO: come fiducia nell'umanità con il fine della salvezza  

Realismo come metodo - Silvia Malcovati

Nei primi anni Novanta alcuni filosofi hanno suggerito di riflettere sull'opportunità di un ritorno alla realtà, considerata dal "pensiero debole" inaccessibile poichè sempre mediata dai sensi; con il New Realism si vuole riportare la discussione dal piano dell'apparenza al piano della concretezza.

L'architettura contribuendo in maniera determinante alla definizione dell'ambiente fisico in cui viviamo si pone come protagonista della realtà, la quale, parafrasando Aldo Rossi, rappresenta uno "zoccolo duro" con il quale è necessario confrontarsi.

Anche in architettura già dai primi anni Novanta ( gli stessi anni in cui Eco parla di "zoccolo duro") la realtà dell'architettura e il suo essere nella città risulta l'obiettivo principale di ogni progetto.

Per Aldo Rossi il realismo è lo strumento critico necessario al superamento del funzionalismo in favore della figura, come dice "Jorge Silvetti".

Il realismo deve quindi essere un metodo, una attitudine, facendo tesoro della storia per quanto riguarda il carattere ma non le immagini.  

Ricostruzione - Michele Caja

L'arte del costruire declinata, dal punto di vista urbano, come arte del ricostruire i caratteri propri della città storica europea.

 

- Bernard Huet (teorico francese) ---> ricostruire nel significato di ritrovare le tracce urbane

- Leon Krier ---> ricostruire come riscoperta di tipologie e spazi urbani

- Aldo Rossi ---> ricostruire come ricerca di un patrimonio collettivo

 

Il concetto urbano di ricostruzione viaggia su due binari paralleli corrispondenti a due differenti linee teoriche di ricerca: quella dei fratelli Krier che riscoprono la qualità degli spazi urbani della città storica trasformandoli in schemi astorici da applicare alla città contemporanea e quella di Colin Rowe il quale vede la nuova città come insieme di oggetti decontestualizzati.

Architettura, Ragione, Realtà - Renato Capozzi

Architettura , Ragione e realtà sono aspetti di un medesimo problema: la conoscenza e la trasformazione di ciò che ci circonda, ossia il "mondo della vita".

L'architettura determina lo spazio fisico, la scena fissa, e sia nella sua ideazione (progetto) sia nella sua costruzione effettiva (opera) non può essere una negazione una fuga dalla realtà  e nemmeno una passiva accettazione.

Per Lukacs la vera arte aspira allo scavo in profondità ed alla massima comprensione e questo "scavo" non si accontenta di una presa d'atto bensì vuole svelare le strutture profonde del reale il quale è analizzato dalla ragione.

Monestiroli parla di realtà come una inesauribile fonte di conoscenza e come unica scelta possibile in architettura.

Per Rossi il rapporto con la realtà è sempre da ritrovare poichè è la realtà stessa ad essere dinamica nel tempo.

Città come principio di realtà - Gaetano Fusco

L'architettura è relazione sensibile tra forma e materia, la cui autenticità risiede nell'atto costruttivo che ne salda il legame al luogo, al tempo e alla funzione che le è propria.

La città se "nuovo" in rapporto con il passato è fonte di realtà.

La vera modernità è capire che non si può inventare il "nuovo" senza rapportarlo al passato.

Il paesaggio invisibile del realismo – Stefano Suriano

L'architettura è parte della realtà fisica, sta nel reale e lo costituisce: è una "seconda natura artificiale".

Gli studi ed il manifesto di Maurizio Ferraris sono stati il pretesto per approfondire la questione del "Nuovo Realismo" in architettura partendo dal concetto di continuità della città storica come spunto per una riflessione sul tema del paesaggio urbano e della città compatta in relazione alle modalità del progetto contemporaneo.

Il progetto di architettura istituisce un rapporto con la realtà solamente attraverso la conoscenza.

Vi è la necessità di un atteggiamento progettuale per cui, parafrasando Calvino, "un paesaggio invisibile" (quello del realismo) "condiziona quello visibile", ossia il paesaggio dell'architettura.

L'immaginazione, come suggerisce Monestiroli, è il trait d'union tra realismo e architettura: l'immaginazione è una pratica necessaria al realismo, senza di essa il realismo sarebbe semplicemente un atto di adesione alla banalità del reale e non un processo conoscitivo.

L'obiettivo deve essere la costruzione di un paesaggio materiale in cui l'architettura possa nuovamente definire uno spazio "evocativo" e "adeguato": il paesaggio invisibile del realismo.

Architettura, Città, Realtà - Federica Visconti

La mostra "Nuovo realismo e architettura della città" nasce da una esigenza: riaffermare che esiste in architettura un inscindibile nesso tra teoria e sua applicazione concreta.

Riprendendo Maurizio Ferraris: << quello che ora è necessario non è tanto una nuova teoria della realtà quanto piuttosto un lavoro che sappia distinguere che cosa è costruito e cosa no>>.

L'architettura è equidistante tanto dall'arte pura quanto dalla mera pratica: esiste per rispondere ad esigenze collettive più che individuali.

 

Nuovo Realismo e architettura della città: la mostra

Temi:

- Realtà e rapporto con la città

- Realtà e rapporto con la storia e la tradizione dell'architettura

Campo di indagine:

- gli architetti degli anni Trenta e i progetti degli anni Ottanta

- gli architetti degli anni Quaranta e i progetti degli anni Novanta

- gli architetti degli anni Cinquanta e i progetti degli anni Duemila

Città:

-  Amsterdam, Barcellona, Berlino

- Torino, Napoli

Amsterdam - Andrea Marlia

La capitale olandese ha da sempre rappresentato in architettura una peculiarità all'interno dei piani urbanistici.

- 1901: "Woningwet"

prima legge sulla casa per sopperire alla richiesta di rinnovate condizioni abitative (PRIMA LEGGE URBANISTICA EUROPEA nel senso moderno del termine, anche se incentrata sull'edilizia). Vuole frenare la speculazione fondiaria e garantire standard minimi di qualità dell'abitare

- 1918: "Woning Congress" (Amsterdam)

necessità di realizzare abitazioni economiche popolari ricorrendo ad elementi standardizzati, ma di buona qualità strutturale; architetti come Berlage, Oud, de Bazel appoggiano il congresso mentre i tradizionalisti rivendicano il diritto dell'architetto ad una autonoma espressione artistica

 

In questi anni si afferma la scuola olandese nel campo dell'edilizia sovvenzionata.

La struttura della città viene così via via a mutare. All'architetto Hendrik Petrus Berlage viene affidato il piano di espansione a Sud di Amsterdam (Plan Zuid). Dopo gli interventi di Berlage si può agevolmente tracciare un lungo percorso progettuale che porta all'ampliamento costante della città fino almeno agli anni Cinquanta del Novecento.

 

- 1928: "Algemeen Uitbreidngsplan"

nuovo Piano Generale di ampliamento di Amsterdam, l'obiettivo era la policentricità della città in seguito ad un principio ispiratore di espansione a ventaglio.

 

- 1968: "Quartiere Bijlmermeer"

completamento del primo edificio di edilizia intensiva; il quartiere Bijlmermeer (17000 alloggi sul terreno di proprietà pubblica) è nato per dare alloggio alle famiglie olandesi con reddito medio ma nel 1975 con l'indipendenza del Suriname (ex colonia olandese) divenne il ghetto che ospitò una imponente ondata migratoria.

 

- 1983: "Piano quinquennale per il Bijlmermeer"

viene varato un piano quinquennale di ristrutturazione gestionale e di rinnovo edilizio del quartiere; l'incarico viene affidato allo studio OMA di Rem Koolhass il quale propone un progetto che però non trova consensi dall'amministrazione comunale e viene accantonato.

 

Nella seconda metà degli anni Ottanta , sull'Omval, località lungo il fiume Amstel, vicino Amsterdam, sono eretti i primi grattacieli della città con l'idea di realizzare un "Business District" esterno al centro storico.

 

ACQUA:

Da sempre l'architettura di Amsterdam ha instaurato uno stretto dialogo con l'acqua, come elemento essenziale paesaggistico-urbano della città. La centralità economica della città-commercio-porto ha fattò sì che l'acqua costituisse un fattore chiave dello sviluppo urbano

 

1995-2000: KNSM Eiland / Java Eiland / Borneo-Sporenburg

emblematici esempi delle rinnovate esigenze di progettazione di aree ad alta densità abitativa.

Borneo-Sporenburg: le residenze hanno l'affaccio sull'acqua con prospetti vetrati, privilegiando gli spazi privati a quelli pubblici, ridotti al minimo essenziale. Numero alto di residenze pur mantenendo le altezze relativamente basse, tipiche delle costruzioni olandesi, fondando una nuova tipologia edilizia residenziale: case a schiera che si differenziano da quelle tradizionali per la presenza di patii e tetti giardino. Borneo e Sporenburg sono collegate da due ponti (Brother e Sister).

 

2013-    : "Zuid As"

è in corso il progetto Zuid As sul modello progettuale del "Dokmodel": si tratta della scelta di localizzare le infrastrutture, quali metropolitana ferrovia e autostrada, nel sottosuolo al fine di una ottimale integrazione urbanistica in favore di una migliore viabilità.

 

Mostra

- Hertzberger : tema dell'edificio per educazione concentrando l'attenzione all'impianto volumetrico della situazione urbana in cui si colloca.  La scuola Montessori Apolloschool è costituita da due volumi distinti che, concepiti come ville urbane, si fondono con le unità residenziali che la circondano.

- Kollhoff e Rapp: progettazione del recupero delle aree portuali dismesse. Tema dei grandi volumi dei magazzini per lo stoccaggio delle derrate alimentari, l'edificio Piraeus è un imponente volume urbano che riprende il tema dell'isolato urbano.

- Arets: intervento residenziale il cui progetto presenta quattro edifici adagiati a cavallo tra terra ed acqua; gli edifici sono edificati su parcheggi sotterranei il cui tetto è coperto con del manto erboso in modo da costituire quella continuità progettuale sia con lo spazio pubblico che con l'intero principio del piano urbanistico originario.

Barcellona - Celia Marin Vega

La città con l'arrivo della democrazia, dal 1975 (anno di caduta del regime di Franco), ha subito molte trasformazioni le quali definiscono la attuale fisionomia della città.

Il campo di indagine, come detto precedentemente, riguarda progetti dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri in coerenza con il tema della mostra: "Nuovo Realismo e architettura della città".

 

Il precursore dell'architettura realista a Barcellona  è lo studio MBM di Oriol Bohigas. Il progetto presentato alla mostra è il complesso residenziale sull'area dismessa della fabbrica de La Maquinista a Barceloneta, progettato nel 1979 e realizzato nel 1988. Questo progetto si integra nel tessuto urbano in continuità con la struttura del quartiere e valorizzando le peculiarità del suo intorno. Le case non si limitano alla semplice risoluzione delle unità abitative bensì generano una serie di spazi pubblici intermedi attraverso grandi gallerie-corridoio che gli abitanti occupano allo stesso modo con cui continuano oggi ad occupare le strade del quartiere della Barceloneta: con piante, sedie e vita sociale, intendendo la vita in comunità in una forma complessa e rilassata.

 

Un altro progetto significativo è dell'architetto Emili Donato poichè nella progettazione di una casa per anziani nel quartiere della Teixonera (1992) usa l'architettura come riferimento a se stessa in mancanza di riferimenti urbani. La residenza sorge con la sua chiarezza geometrica sul crinale della montagna, affacciandosi su un ripido pendio e funzionando come un grande balcone.

 

Il progetto degli anni Duemila, oggetto della mostra, è uno spazio pubblico: piazza di Sant Agusti Vell di Josep Llinas (2005). Questo progetto è integrato nel tessuto denso del centro storico medievale, dando continuità alla struttura di isolati e strade strette, ma anche contemporaneamente aprendosi e arretrando per portare più luce al complesso. Una particolarità è data dalle facciate degli edifici le quali si piagano e curvano verso l'interno per formare i cortili privati.

Berlino - Alexander Pellnitz

Berlino è una città che presenta alcune opere architettoniche diverse tra loro che forniscono dei suggerimenti utili al dibattito attuale sul Nuovo Realismo in architettura. Questa città con il crollo del Muro ha subito dei cambiamenti sensibili e l'architettura ha avuto un ruolo di rilievo, è quindi utile vedere e capire qual è stato tipo di approccio.

 

Due casi studio significativi:

 

- Giorgio Grassi, Potsdamerplatz (1999-2001) :

Per gli uffici della ABB, Grassi decide di lavorare sul concetto di "margine", di confine rispetto alla città antica. Come elemento base ripetuto viene scelto un unico tipo edilizio a forma di "H", in grado di offrire sui lati opposti due soluzioni differenti di affaccio sullo spazio pubblico, corrispondenti alle condizioni planimetriche dell'area di progetto.

 

Descrizione: grassi

 

 

- Christoph Mackler Architecten, Hardenbergstrasse (2009-2012) :

Hotelalto 118 metri, lo Zoofenster, si propone come nuovo simbolodello skyline di Berlino.

Lo  Zoofenster riprende con la sua edificazione in cortina la tipica forma degli isolati berlinesi.

Il progetto dell'edificio si fonda sul concetto di destinazione mista in verticale. L'area si trova nei pressi della Breitscheidplatz, un punto d'incontro caratterizzato dalle forme storiche di edificazione e dove vengono a contatto differenti concezioni spaziali.

La nuova figura urbana corrisponde alla complessità del luogo e sottolinea le qualità rinvenute.

La facciata è plastica grazie all'impiego di pietra e abbinata ad  un numero limitato di piastre, lapidee, con scalanature orizzontali.

 

Descrizione: 2222

 

  

Napoli - Claudio Finaldi Russo

Napoli si trasforma pochissimo, in modo particolare all'interno del suo centro storico.

La sezione napoletana della mostra fa emergere che la realtà differisce da ciò che per lungo tempo è stato interpretato e considerato un "fatto".

 

Lo studio su Napoli mette in evidenza una grande ricchezza nel patrimonio napoletano in materia: la sapienza dell'impianto planimetrico nei confronti del contesto è un tratto distintivo dell'esperienza napoletana. 

Torino - Giulia Perona

La storia dell'architettura recente di Torino sottolinea la tendenza degli architetti, qui più che altrove, ad operare singolarmente. Forse questa caratteristica ha portato la critica a considerare la città come periferica rispetto al dibattito nazionale ed internazionale.

 

Nell'ambito della mostra è d'obbligo rievocare Edoardo Persico, nato a Napoli, giunto a Torino per questioni di militanza politica ed infine approdato nella Milano di "Casabella" e "Domus": una vita che tocca le sedi del convegno "Architettura e Realismo" e che porta con , come legandole da un filo rosso, questioni e dubbi sul ruolo e sul significato di una architettura veramente "moderna".

Egli disse: << il contenuto "pratico" della nuova architettura è soltanto una forza ideale, è prima di tutto esplosione morale, non già preoccupazione realistica di bisogni >>.

 

Lo Studio De Ferrari dice inoltre che il presunto razionalismo/realismo di scuola milanese non è concepibile nella realtà torinese, non le appartiene così come non le appartiene, sempre secondo Studio De Ferrari, l'autoreferenzialità intellettuale o commerciale delle archistars di ogni tendenza e di ogni periodo.

 

Vi è un tratto comune nell'architettura torinese: la cura e la precisione nel ricucire gli angoli urbani e di lavorare in continuità con la struttura dell'isolato riconfigurandolo ma sempre all'interno della maglia urbana; tratto comune da Gabetti e Isola fino ad arrivare a Robiglio passando per Baietto-Battiato-Bianco.