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autore

F.L.WRIGHT

titolo

LA CITTA’ VIVENTE

editore

EINAUDI

luogo

TORINO

anno

2013

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

Prima edizione:  New York, 1958

 

 

 

 

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Argomento e tematiche affrontate

F. L .Wright nel libro “La città vivente”, partendo dall’analisi dello sviluppo dell’uomo e dei suoi istinti di aggregazione dall’era primitiva, si propone di formulare un modello di città ideale contrapposta a quella attuale. Secondo l’autore tutta la vita del cittadino contemporaneo non è altro che un eccesso o una frustrazione, la sua esistenza è limitata e confusa, sterilizzata dalle macchine. La città moderna non è che un mercato insaziabile, un grande contenitore che esige la quantità a scapito della qualità e in essa l’uomo smarrisce la sua individualità per conformarsi alla massa.

Per ritrovare se stesso dovrà rielaborare i suoi valori attraverso il continuo rapportarsi ai principi essenziali della Natura. I caratteri architettonici della futura città democratica, proposta da Wright come soluzione, trovano ispirazione nella topografia del luogo su cui devono sorgere secondo una pianificazione organica. Broadacre City, questo è il nome della “Città Vivente”, sarà un’unità completamente nuova, del tutto indipendente da qualunque modello precedente. Ogni abitante avrà diritto a uno spazio minimo di un acro, in cui edificare la sua casa secondo le proprie esigenze.  Gli unici edifici “alti” saranno collocati in campagna per coloro che non sono ancora pronti ad un diverso tipo di esistenza.

I collegamenti viari saranno autostrade allargate con sottopassaggi e cavalcavia che permettano un veloce scorrimento e vi sorgeranno intorno aziende agricole, mercati, scuole giardino e fabbriche.

Queste ultime, in particolare, saranno organizzate a misura d’uomo e saranno collocate a una distanza tale da permettere un risparmio di tempo che potrà così essere investito nella cura del proprio terreno e della famiglia.

Cambierà la condizione dell’agricoltore che, da semplice affittuario, diventerà padrone del suo terreno e dei conseguenti beni ottenuti finché gli sarà possibile lavorare; l’agronomia sarà la fonte privilegiata della civiltà.

L’uomo americano moderno dovrà liberarsi dalla dipendenza dal potere finanziario per potersi rapportare correttamente al nuovo ideale di città libera, per comprendere e difendere il significato di democrazia, dovrà avere fiducia in se stesso e nella propria terra.

 

Giudizio Complessivo: 7 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Giulia Bonezzi

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2012/2013

  

 

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Autore

Frank Lloyd Wright (Richland Center 1869 – Phoenix 1959) è uno dei massimi architetti del ‘900. Frequento per alcuni anni la facoltà d’ingegneria all’Università del Wisconsin, quindi passò alla Chicago Architectural School.

Dopo un periodo di intensa attività progettuale, quello delle “case della prateria” nel Middle West, visitò l’Europa, nel 1910; poi, durante la prima guerra mondiale, visse per qualche anno in Giappone. Nel 1939 si recò una seconda volta in Europa e fu insignito dal re d’Inghilterra di una medaglia d’oro. Tornato negli Stati Uniti, visse tra Taliesin West in Arizona e Taliesin in Wisconsin, dirigendo in entrambe le località un libera scuola d’architettura.

Fra le numerose opere che lo hanno reso celebre ci limiteremo a ricordare: il Larkin Building a Buffalo (1904); l’Imperial Hotel a Tokyo (1915-22); la casa Kaufmann detta “casa sulla cascata” (1936) a Bear Run; il museo Solomon R. Guggenheim a New York (1943) e l’ardito progetto della “torre da un miglio” a Chicago (1956).

F.L.Wright

   

Contenuto

Il libro è strutturato in cinque capitoli nei quali, a partire da un’analisi critica della città moderna e della società, Wright esplica la sua proposta di una città democratica e organica, Broadacre City, la “città vivente”.

Nel primo capitolo (La Natura) Wright parla del cittadino e lo vede come condannato dalla propria società e quindi dall’industrializzazione, che critica, non come tale, ma come viene utilizzata. L’unica salvezza per l’uomo moderno è vista da lui nell’architettura organica.

Nel secondo capitolo (L’illusione) l’autore descrive la città d’oggi come frutto di un’ eccessivo accentramento degenerato, in cui si scorge una circolazione sempre più forzata. Questa città, governata da una logica capitalistica non è più rispondente alle necessità attuali.

Nel terzo capitolo (Il Decentramento) Wright analizza e critica la città moderna e il suo sviluppo sul territorio; infatti la caratteristica principale della città moderna è l’eccessivo accentramento che porta ad uno sviluppo in altezza, identificato dal grattacielo. Nella città odierna, come in quella di ieri, il suolo viene misurato in mq. Nella città organica di domani il suolo verrà misurato ad acri disponibili per ogni singolo individuo, uomo, donna e bambino. Sulla base di un acro a persona, l’architettura potrebbe in breve mettersi al servizio dell’uomo stesso come elemento naturale della sua vita. Wright arriva così all’introduzione di Broadacre City (Grande Acro). Aspetto fondamentale di questa città è il decentramento e l’architettura organica.

Il quarto capitolo è diviso in due parti (l’Usoniano e l’Industrializzazione)  nella prima Wright parla di come sarà la vita dell’ usoniano, i vantaggi che i cittadini di Broadacre riceveranno dal tipo di architettura organica. Nella seconda descrive punto per punto tutti i componenti che andranno a formare la città dell’avvenire.

Nel quinto capitolo (Il Presente)  L’autore sostiene che l’unica speranza per l’uomo adesso sia il

Pioniere lungo la frontiera del Decentramento, agendo secondo l’ideale del Successo, e da tale ideale

dipenderà una cultura Organica per il libero cittadino. Per creare un mondo Libero servono individui di ogni genere e un’unica Cultura, la cui anima è formata dall’Arte, dall’Architettura e dalla Religione unite alla Scienza.

  

CAPITOLI

Capitolo 1 – Natura

“L’accentramento, non pianificato, ha ecceduto nella costruzione. La felicità del cittadino compiutamente inurbato consiste nell’ammucchiarsi in una grande confusione [...] lo stridere acuto ed il frastuono meccanico della grande città fa girare la testa del cittadino, gli colma gli orecchi - come il canto degli uccelli, il fruscio del vento negli alberi, le voci degli animali o come un tempo gli colmavano il cuore le voci e i canti dei suoi cari. La sua felicità cresce sui marciapiedi.”

In questo meccanismo il cittadino non conta più di una macchina e come una macchina opera, mosso dalla sola logica del “profitto”; è un’ uomo che non riflette più. Le bellezze naturali, “gli svaghi spontanei tra i corsi d’acqua” sono stati barattati con la comodità e la facilità degli spostamenti, la casa di campagna con un “cubicolo” tra altri cubicoli. La città non è che un sistema di locazione di cui il padrone di casa e l’inquilino sono l’apoteosi vivente. Fin dall’infanzia il cittadino è contaminato dallo spirito del gregge, i bambini vengono raccolti in scuole costruite e amministrate come fabbriche.

Il cittadino americano è arrivato al punto di dover abbandonare il meccanismo capitalista che porta con se l’idea che il denaro aggiunto all’autorità possa dominare il mondo e protendere verso una consapevole individualità caratteristica di un sistema democratico cioè verso una civiltà dell’uomo e della terra. L’uomo, se si trovasse a vivere in una libera città democratica, arricchirebbe con il proprio operato e il proprio pensiero la vita della comunità grazie alla propria individualità.

Oggi il cittadino è educato a vedere la vita come un cliché, è compito dell’architetto abituare sua mente a comprendere la natura delle cose, a vedere tutto nelle reciproche relazioni come in quelle con il Tempo, il Luogo e l’Uomo e lo deve fare attraverso l’architettura organica. L’architettura organica è infatti ispiratrice per l’uomo; essa è intrinsecamente fondata sulla legge della natura: una legge per l’uomo, non che domina l’uomo. E’ la forma architettonica dello spirito umano.

Nell’architettura organica forma e funzione sono una cosa sola e su questa base una civiltà potrebbe durare per sempre come una felice condizione umana.

Esistono infinite possibilità per rendere la città un luogo adatto all’uomo libero basta operare in un ottica di decentramento e reintegrazione.

   

Capitolo 2 – Illusione

“Guardare la sezione di un qualsiasi piano regolatore di una grande città vuol dire guadagnare qualche cosa di simile alla sezione di un tumore fibromatoso”.

 

Alla luce delle esigenze di spazio del ventesimo secolo vi scorgiamo esagerazioni e una circolazione sempre più forzata. La moderna motorizzazione e le nuove comodità che annullano le distanze hanno avuto un forte impatto nella caratterizzazione delle città, sviluppatesi concentricamente dagli antichi centri feudali per sopperire la crescente necessità di spazio. L’antica città è sempre meno rispondente al nostro tempo in conseguenza di ogni ampliamento forzato.

Wright sostiene che la naturale risposta a questo problema stia in nuove possibilità di accesso a buoni sfruttamenti di buon terreno, un’agronomia intelligentemente amministrata, un sistema in cui il consumo, rappresentato dall’uomo individuale, controlli la produzione.

Tutto ciò secondo Wright è necessario poiché egli sostiene che la guerra sia l’unico orizzonte di un sistema in cui la produzione controlla il consumo, un meccanismo inevitabilmente destinato alla distruzione.

Questo sistema mal funzionante fonda le sue radici nella storia della nazione, una nazione che venne fondata sulla libertà dell’individuo ma che presto finì con l’adottare un ordine economico più appropriato  alla monarchia e al dispotismo, conseguenza di un’indiscriminata ricchezza privata. questo sistema in breve inaridì la cultura nelle forme esistenti o la comperò fatta in serie. I nuovi ricchi preferivano comprare bello e fatto tutto ciò che gli faceva piacere, importando dall’Europa un’arte che modificata e rivisitata degenerò in un eclettismo sfrenato.

Fu in particolare l’architettura a risentirne. Un’arte “bell’e fatta”, anticheggiante e pseudoclassica era ciò che la società chiedeva. L’arte divenne una merce e nessuno spazio fu lasciato al radicarsi di un’arte indigena. “Al posto di una cultura che ci appartenesse subentrò un’inclinarsi servile al passato”.

L’architettura decadde ad un’imitazione sfrenata da parte di eclettici alla moda. Lo sfruttamento del cliché si radicò perché i ricchi ritenevano opportuno acquistare con facilità la cultura. Questa maschera culturale ha così nascosto l’autentica natura in nome di deplorevoli forme di decorazione superficiale. Nelle università venne impartita agli adolescenti una lezione di eclettismo da finti esperti.

Ancora una volta Wright propone come soluzione la democrazia, concepita come libera crescita dell’individualità umana, un umanità libera di esercitare una funzione collettiva, avversa sia al formalismo che all’istituzionalizzazione. l’autentica capacità creativa è ciò che sta più a cuore all’individualità democratica.

Se il significato della forma manca, l’arte creativa non può essere parte dell’anima o esserle di qualche giovamento e senza di esso vi potrà solo essere l’uso e l’abuso del materialismo. L’individualità democratica può quindi essere definita organica; appartenete al carattere delle persone o delle cose.

 

Prendendo come esempio negativo New York Wright sostiene che essa sia stata grandiosamente innalzata come “pesante sbarramento di inesorabili trappole commerciali per l’uomo” per ammucchiare e confondere tra loro uomini e materiali alla rinfusa, frutto di un’ambizione sfrenata. Il grattacielo, considerato in se stesso come realizzazione indipendente può essere giustificato come realizzazione imponente: un edificio alto può essere bello, economico e desiderabile per se stesso, però esso non deve interferire con le vite che si svolgono ai suoi piedi.

Perciò esso dovrebbe innalzarsi nella campagna, isolato, non far parte di una congestione metropolitana: le ombre dei grattacieli si proiettano sul suolo e dove essi sono ammassati costituiscono uno sfruttamento assolutamente egoista, minimamente rispettoso dei diritti civici del vicino che si trova in basso. In un luogo aperto esso acquisterebbe un autentico splendore, contributo alla gloria e alla dignità della nostra epoca.

 

Ora, se l’umanità si basasse solo sulla sua giusta eredità, la terra, ogni bruttezza potrebbe gradualmente guarire. La piccola fattoria-casa rurale dovrebbe sostituire i promiscui fabbricati agricoli e delle case in affitto. Perché ciò avvenga è importante il graduale ridestarsi dell’istinto originario degli agricoltori che deve però fare i conti con le nuove tecnologie che hanno portato ad un radicale mutamento nella base della nostra civiltà.

1.   L’ELETTRIFICAZIONE ha portato all’annullamento delle distanze in fatto di comunicazioni umane e, grazie alla luce elettrica, le attività dell’uomo sono perpetuamente illuminate;

2.   La MOBILITAZIONE MECCANICA ha permesso l’ampliarsi della sfera umana di contatto;

3.   L’ARCHITETTURA ORGANICA, l’edificio naturale. Dati i principi della natura le risorse naturali non sono più elementi da combattere ma piuttosto da conquistare. Ovunque questa nuova architettura richiede basi più organiche per la vita quotidiana economica, etica, sociale ed estetica.

Il decentramento è quindi una necessità innata, una città nuova è inevitabile. in passato la città era necessariamente una massa compatta di costruzioni, un mercato, l’unico generale luogo di ritrovo poiché le reciproche comunicazioni umane potevano aver luogo soltanto attraverso un diretto contatto personale e le comunicazioni sociali e commerciali erano lente e difficili. L’agglomerato umano non era allora un male in quanto portava con se qualche vantaggio e la città cresceva in modo naturale come un organismo, non contraria al corso della normale vita umana in rapporto alla bellezza naturale dell’ambiente. Ma ora, grazie alla motorizzazione non si ha nessun vantaggio a vivere a qualche isolato di distanza piuttosto che a dieci miglia di distanza. C’è oggi una nuova scala temporale che sostituisce quella di una volta di centimetri e metri.

Alla casa, resa economica dalla standardizzazione, può oggi essere offerta una bella ubicazione e il progetto architettonico tenderà a dare più ampio respiro alla vita di ogni singola famiglia, rendendo un’unità l’edificio e il luogo in cui viene costruito.

L’obiettivo della proposta di Wright è quindi quello di creare una nuova città che raccolga in se le caratteristiche attraenti della città con la libertà del terreno in una felice sintesi naturale: ha questa città egli da il nome di Broadacre City in cui le macchine e la nuova tecnologia industriale vengano utilizzate per migliorare la vita dell’uomo.

   

Capitolo 3 – Decentramento

Nell’ottica del decentramento, la casa individuale avrà organici rapporti con il paesaggio, con i mezzi di comunicazione, con la distribuzione dei mezzi di consumo, con le possibilità scolastiche e con le manifestazioni culturali, essa rappresenta un miglioramento fondamentale posto a disposizione del cittadino in quanto individuo.

La proposta di Wright consiste in un decentramento seguito da una reintegrazione pianificata. In questa nuovo città il lavoro, l’arte, la religione e la scienza saranno tutte, per quanto possibile, un’attività  unica. Perché ciò avvenga il cittadino il cittadino deve farsi padrone dei mezzi meccanici ora mal adoperati poiché questi sono i mezzi potenziali della liberazione umana e il carattere organico nella pianificazione e nell’edilizia deve guidare questo processo.

Nella città odierna, come in quella di ieri, il suolo viene misurato a mq. Nella città organica di domani il suolo verrà misurato ad acri disponibili per ogni singolo individuo, uomo, donna e bambino.

Sulla base di un acro a persona, l’architettura potrebbe in breve mettersi al servizio dell’uomo stesso come elemento naturale della sua vita. Questo ci porta alla creazione di  Broadacre ( grande acro), città in cui libere unità che sviluppano energia imparano a funzionare ed a svilupparsi insieme in uno spazio adeguato, e con la libertà reciproca diventata reale, capace di sfruttare a favore dell’uomo la mobilità meccanica. La città attuale deve scomparire e ricomparire come ben spaziata struttura nello spazio, il grattacielo deve essere situato nella sua sede ideale, la campagna: se deve essere più alto, allora si deve estendere maggiormente sul terreno.

Tutto ciò è nella natura del razionale ideale umano di un mondo libero, ed anche pratico, ma sarà così soltanto se questa età della macchina sarà tenuta bene in pugno non solo dalla scienza ma dal carattere organico dell’arte e dell’architettura ed effettivamente usata nella natura di tutti i materiali in relazione alla loro natura intrinseca. Anche la standardizzazione verrà usata in modo tale da non essere un impedimento alla libertà di espressione naturale, come vuole l’architettura organica, un’architettura che cerca di servire l’uomo piuttosto che diventare una forza che tenta di dominarlo, è un’architettura che parte dall’interno. L’architettura e lo spazio saranno congiuntamente visti come paesaggio, diventando reciprocamente più essenziali e la grande architettura sorgerà dalle esigenze della civiltà. Se i cittadini comprenderanno i principi della natura e impareranno a servirsi delle loro ricchezze e dei macchinari industriali sulle ampie riserve dei nuovi materiali facendone buon uso, adoperandoli cioè con rigoroso senso di coerenza allo scopo, si arriverà naturalmente alla forma naturale con uno stile autentico.

 

Broadacre è una città di edifici moderni efficienti ed economici, contrari ad ogni forma di imitazione, edifici nati secondo natura. L’edilizia nella nuova città sarà libera nel proprio ambiente verde o si estenderà in lunghezza, allungandosi dolcemente senza elevarsi sulle praterie, cioè sarà in grado di immedesimarsi nell’ambiente. Gli edifici pubblici o industriali saranno un alto pennone o una striscia luminosa ben riconoscibile nella campagna

       

Capitolo 4 – L’Usoniano

In questa quarta parte Wright parla di come sarà la vita dell’usoniano, i vantaggi che i cittadini di Broadacre riceveranno dal tipo di architettura organica. L’uomo moderno per Wright è predatore delle indispensabili forze  della natura, protagonista di una corsa al guadagno , al raggiungimento di potenza materiale che lo porta solo ad essere schiavo della macchina (per produrre) e del tempo (per produrre di più). Al giorno d’oggi l’uomo è preda in ogni campo della propaganda pubblicitaria. Attraverso l’addestramento accademico si ha poco e sempre meno spazio per sviluppare la propria personalità.

 

Wright si immagina una città in cui la buona terra determini la forma fondamentale e lo stile di ogni sua occupazione da parte di qualsiasi edificio, strada o istituzione. Questa città sarà servita da collegamenti funzionali, grandi strade allegre, con aiuole fiorite laterali o fresche ed ombreggiate tra filari di alberi, collegate a campi di atterraggio per elicotteri. pubbliche stazioni di servizio con dignità architettonica saranno poste ai lati della strada per servire il viaggiatore ed in esse sarà disponibile ogni tipo di mercanzia. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, ci saranno molte piccole stazioni di transito invece di poche più importanti, non più necessarie a causa del decentramento. I nuovi sistemi di traffico includerebbero il collegamento con piccole stazioni aeronautiche. I tralicci telegrafici e telefonici non esisteranno ma tutti i cavi saranno spostati nel sottosuolo. Dovunque sia possibile, senza che il panorama ne venga occultato, ci saranno ampie distese di alberi caratteristici del paese. La fabbrica, la fattoria, l’ufficio, il negozio e l’abitazione saranno ad un raggio di dieci minuti da vasti e svariati mercati e scuole posti al margine delle strade, per il cittadino è ora tutto comodamente raggiungibile per mezzo della sua macchina personale o dell’aereo privato o di qualsiasi altra forma di trasporto pubblico. Tutti gli edifici saranno diversi tra loro, non si troveranno mai due case o  due fabbriche uguali tra loro né edifici che smentano la propria funzione, frutto di uno stile indigeno. Gli edifici saranno progettati in modo da trarre maggior vantaggio dalla natura e la loro progettazione partirà dal senso dello spazio interno, lo spazio in cui vivere. Tutti i cittadini vivranno insieme in un ambiente consono alle loro differenti esigenze, ma non di meno dominato da essi. Gli edifici alti non saranno esclusi ma isolati in particolari zone verdi in campagna.  La vita domestica usoniana non eliminerà nessuno dei comfort meccanici che sono connessi agli agi moderni.Ci sarà aria fresca, cibo non meno fresco, luce del sole, buona terra, verde sotto i piedi ed intorno lo spazio necessario, gente che si costruirà la propria dimora facendo sviluppare una vita umana più morale!

 

Il tempo e il denaro che oggi l’impiegato spende per andare e venire dal posto in cui lavora, verrà ora impiegato nelle vivaci attività che l’ampliato margine di riposo in più favorevoli circostanze concederà al lavoratore. Il professionista costruirà la sua clinica a fianco della sua abitazione sul terreno suo proprio. I bambini sani e felici andranno in scuole sempre più piccole, scuole giardino situate in parchi vicino a campi di gioco all’aperto. I maggiori benefici che si potrebbero trarre dalla città libera non proverrebbero da uomini impiegati nel vecchio significato del termine, ma da uomini che lavorano liberamente perché amano la propria attività. Il denaro non avrà nessun potere, sarà solo un mezzo di scambio. Ai poveri sarà messa a disposizione la buona terra dando via libera alla loro iniziativa: luogo di lavoro e abitazione familiare saranno la stessa cosa e piacevoli. L’agricoltore fin quando sarà in condizione di poter in qualche modo lavorare con la sua famiglia, potrà tenere la sua terra con i miglioramenti da lui fatti e, grazie a questi, la sua casa dove se l’è fatta, senza mai dover temere uno sfratto. Egli è il padrone del nutrimento della grande bocca che è la città. La sua produzione passerà direttamente dal produttore al consumatore; l’intermediario onnipresente non ingrasserà più a spese dell’agricoltore. Al suo servizio sarà l’architettura organica: la fattoria, la rimessa per i veicoli, la serra, un posto per imballaggio e distribuzione ecc. l’intero complesso sarà ben architettato, piacevole da guardare. questi complessi saranno in diretta relazione con le principali arterie di comunicazione.

All’individuo non basta l’impiego: quel che occorre, se la democrazia funziona, è la libertà di lavorare a qualche cosa in cui crede. L’impiego infatti altro non è se non un modo per legare l’individuo in una forma di schiavitù.

   

Capitolo 4 – L’Industrializzazione

In questa fase Wright descrive punto per punto tutti i componenti che andranno a formare la città dell’avvenire.

 

La Fabbrica: la fabbrica è già tanto bene organizzata, costruita ed amministrata che esige meno ritocchi di qualsiasi altra unità imprenditiva. La nuova tipologia di fabbrica necessiterà di più terreno libero, e si dovrà dividere in blocchi e volumi più piccoli. Questa divisione avverrà in funzione dell’automobile. Le  fabbriche saranno le prime a porre rimedio all’assurdo spreco di movimento.

 

Gli Uffici Commerciali: Esisteranno e saranno tutti tra di loro comunicanti e tutti posti nei posti strategici della città(es. incroci…).

I tribunali distrettuali saranno molto ridotti per le semplificazioni portate ad un autentico governo del popolo saranno anch’essi in punti strategici, con funzionari e addetti stabiliti nelle vicinanze. nessuno di questi edifici sarà pomposo poiché queste funzioni ufficiali non sono in verità imponenti ma utilitarie.

 

Il Professionista: Vivrebbe vicino agli uffici nei quali lavora,per evitare un continuo andirivieni.

Edifici professionali con intenso carattere individuale  laboratori di ogni genere, aggiunti alle case, arricchiranno e renderanno vario l’aspetto della nuova città.

 

Banche e Banchieri: La banca sarà una responsabile ben calcolata, non dall’individuo ma dal popolo,un’istituzione apolitica. Queste si troveranno assieme ad edifici ufficiali in qualche sede di contea o a qualche importante incrocio stradale. Gli edifici che ospiteranno questa istituzione avranno un proprio carattere pari a quello che potrebbero avere una stazione di servizio o una chiesa, non saranno più edifici megalomani simili a tempi di pietra.

 

I Mercati: Grandi spaziosi luoghi di piacere siti ai lati della strada che si elevano come ampi e bei padiglioni, concepiti come posti di scambio cooperativo, non solo di prodotti commerciali ma anche di occasioni culturali. questi saranno integrati con ampi posteggi liberi o con sorveglianza. I proprietari, in veste di venditori o amministratori, vivrebbero tutti non troppo distante (in un raggio di dieci o venticinque miglia), in località di campagna.

 

Gli Appartamenti:  Saranno torri di acciaio,cemento e vetro; elementi verticali che si innalzeranno sopra il verde, ognuno con il proprio spiazzo di verde privato e parcheggi privati. Simili edifici renderebbero possibile a molta gente che si è tanto assuefatta alla vita d’appartamento di andare in campagna con tutte le comodità possibili se fossero poco disposti o se non fossero capaci a stabilirsi nella città libera.

 

I Motels: I motels diverranno un gruppo di piccole unità convenientemente coordinate ad un’unità più grande che comprenda i servizi comuni.Straordinaria importanza avrà alla roulette.

 

I Centri Comunitari: Campi da Golf e ippici, un giardino zoologico, un acquario, un planetario sarebbero tutti riuniti in questo Centro generale. Begli edifici raggruppati in un complesso architettonico con orti botanici, musei d’arte, biblioteche, gallerie, teatri ecc. Questo sarebbe un centro di svago. Tanto i terreni che gli edifici dei vari centri si svilupperebbero gradualmente in reciproca armonia in modo che ogni singolo centro possa avere la propria particolare individualità e il proprio fascino; ed in conseguenza diventare in se stesso una grande opera d’arte.

 

Il teatro: sarà radicale, animatore, ispiratore, stimolatore dell’emozione popolare, presentatore di problemi insiti nel luogo. Più che professionisti, saranno gli abitanti della zona a fare da ispiratori. Il palcoscenico sarà panoramico. L’architettura di questa componente sarà probabilmente ipogea. In ogni centro di contea ci sarebbero serie continue di produzioni, tanto teatrali quanto cinematografiche. Tutto questo verrebbe mantenuto a spese della comunità stessa.

 

La Chiesa:  La chiesa tornerà ad essere il porto in cui si rifugia il cittadino ed egli nel rapporto individuale non sarà meno invidiabile, bensì più profondo e comprensivo. A Broadacre la cattedrale potrebbe diventare la potente cultrice dell’indipendenza , protettrice del prossimo, pilota della coscienza umana, e così vivente per un popolo intero. Sarebbe un chiesa che vivrebbe di comune accordo con la scienza e con l’arte, perché entrambe vengono dall’intimo e che senza di esse la vita di nessun uomo è libera.

 

L’Ospedale: Diventerebbe più piccolo e si accentuerebbe la normalità. Cliniche luminose, collegate a vicenda in modo naturale o da bei giardini, progettate perché l’individuo vi stia come nell’intimità della propria casa. Comunque sarebbe gratuito, perché fatto dal popolo per il popolo.

 

 

L’Università: Saranno dirette da “Padri spirituali” scelti uno dagli scienziati, uno dagli artisti, uno dai filosofi, uno dagli architetti, uno dai poeti di ogni stato. Questi saranno uomini fuori dal comune capaci di condurre all’eccellenza uomini comuni. Solamente chi darà prova di forza interiore per progredire, di integrità in qualcuno dei settori qualificati della vita umana potrebbe venir accettato in qualsiasi università sia per essere di guida che per essere ammesso agli studi. Le università non dovrebbero essere numerose ma qualificate.

 

Le Scuole: La scuola dovrebbe essere situato nel posto più bello di tutta la regione, vicino ad un corso a ad uno specchio d’acqua, edifici all’interno dei quali i ragazzi crescerebbero affezionandosi agli ideali di libertà, amando la terra, lo spazio e godendo della luce. Gli edifici stessi saranno ben progettati e non soltanto costituire un complesso, ma fatti in maniera che il piccolo possa venir ancora suddiviso in corpi minori per quanto sia possibile. Edifici a prova d’incendio, costruiti in metallo e in vetro o in altri materiali del luogo. Ogni piccola scuola sarà fatta per contenere 25 bambini. Una sufficiente estensione di terreno per aiuole di fiori e ortaggi verrebbe seminata e mantenuta in efficienza dai bambini stessi. I bambini verranno educati al lavoro sul suolo e all’osservazione. Di importanza fondamentale nella scuola dovrà essere la qualità che dovrà sempre essere la meta attraverso il processo educativo invece della quantità. I bambini praticherebbero la responsabilità individuale nella libertà.

  

Capitolo 5 – Il Presente

Lo scrittore parla adesso del cittadino Usoniano, cioè il cittadino americano. Vede questo come un pioniere che apre la strada al modernismo. Il progresso ha però ormai invaso l’occidente, saturo e schiavizzato dallo sviluppo stesso. Come può adesso l’uomo salvarsi? La salvezza è vista nel tornare ancora una volta pionieri lungo una nuova frontiera, quella del Decentramento che è poi l’unico sviluppo della Democrazia. L’uomo deve avere nuovi valori della libertà umana e deve mettere in pratica la Democrazia senza più difendere solo i propri interessi. La nostra base deve quindi essere organica poiché le cose inorganiche, come lo sono attualmente le nostre, non si riproducono, dobbiamo quindi studiarle finché non saranno per natura sicure. La vera città democratica nasce dallo studio dei principi dell’architettura organica che ci potrà finalmente riportare alla libertà. La libertà di un popolo che dipende dalla sua scienza solo se è correlata con l’arte, l’architettura e la religione. L’autore fa poi uno studio della struttura organica per la futura città libera data dalla Democrazia e dalla architettura organica. Ogni autentica casa nella città deve svilupparsi secondo i concetti propri dell’uomo che deve abitarla poiché la dimora si integra nella natura ed è da essa integrata. I miglioramenti umani sono infatti dati dalla natura stessa che, intesa come nuovo concetto di spazio tempo, da sicurezza all’uomo.

L’architettura organica è quindi giurisdizione di questa nuova vita libera, ogni proprio diritto è un diritto di tutti ed anche la scienza, la politica l’economia, la filosofia, come le forze interiori dell’uomo, sono per l’abitante della nuova città organiche. Le parole d’ordine per la nuova città sono organico, decentramento, integrazione, democrazia .      

  

GLOSSARIO

Usonia: Gli usa.