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Descrizione: Complexity-and-Contradiction-in-Architecture-9780870702822

autore

ROBERT VENTURI

titolo

COMPLESSITÀ E CONTRADDIZIONI NELL’ARCHITETTURA

editore

EDIZIONI DEDALO

luogo

BARI

anno

2002

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

Titolo originale: Robert Venturi, Complexity and contradiction in architecture, The Museum of Modern Art, New York, 1966

 

 

 

 

 

Descrizione: Complexity-and-Contradiction-in-Architecture-9780870702822

Argomento e tematiche affrontate

Questo libro tratta di architettura soprattutto dal punto di vista compositivo, sostenendo la tesi secondo la quale non per forza la semplificazione formale dell’edificio e la pulizia siano la soluzione migliore e più accettata dalla comunità.

L’autore, partendo da esempi di architetture più o meno importanti o valide, descrive come spesso le necessità o le condizioni avverse hanno portato a delle “contraddizioni” nell’edificio, esse possono manifestarsi fra pianta e volume, fra interni e prospetto, o sotto altre forme ancora; e ciò che l’autore vuole metter in luce è il modo in cui il progettista riesce a risolvere queste contraddizioni, pervenendo ad un risultato “complesso”, vale a dire non pulito, non elegante e non ideale. Questo tipo di risultato spesso non è accettato dalla maggioranza degli architetti moderni e contemporanei, ma risulta molto familiare e gradito alle persone comuni che hanno tutto il giorno a che fare con una città piena di elementi discontinui e contraddittori.

L’autore passa in rassegna tutti gli elementi scomodi nell’architettura: quelli fuori scala, quelli fuori posto, quelli che non hanno nulla a che vedere con il contesto, descrivendone le potenzialità. Analizza le maglie irregolari di piante e prospetti, e le maglie interrotte da elementi estranei mostrandone la validità in termini compositivi.

A seguito di quest’analisi sulle principali criticità rilevate nei progetti che egli personalmente apprezza, Venturi espone alcuni dei suoi progetti spiegando come questi non abbiano un impianto semplice o ideale ma si adattino di volta in volta alle situazioni contraddittorie tra interno e esterno. I suoi volumi sono spesso scomposti, i suoi prospetti asimmetrici, gli spazi non chiaramente definiti, ma tutto porta secondo la tesi dell’autore ad  un’unità, anche se diversa da quella abituale.

Egli infatti non ha mai cercato di levigare le impurità dei suoi progetti o di nasconderle, ma le ha evidenziate, rendendole il fulcro nella visione dell’osservatore; le parti comunemente considerate le più ignobili sono diventate protagoniste della sua architettura, come ad esempio l’antenna televisiva del centro per anziani diventa il coronamento centrale sulla facciata principale.

   

Giudizio Complessivo: 10

Scheda compilata da: Francesco Mattio

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2012/2013

 

 

 

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Autore

Robert Venturi è un architetto statunitense nato il 25 Giugno 1925 a Filadelfia e tutt’ora vivente. È oggi considerato uno dei principali esponenti della corrente postmoderna.

Ha studiato sia in America che a Roma, poi ha collaborato con celebri architetti tra cui Louis kahn, in seguito ha fondato un proprio studio associato prima con John Rauch e successivamente con la moglie Denise Scott Brown.

Le sue opere principali realizzate sono: la Guild House per anziani a Filadelfia 1960 – 1963, la casa Vanna-Venturi del 1964, l’Allen memorial art museum ad Oberlin del 1976, il Seattle art museum del 1991, il First campus center all’università di Princeton del 2000, e l’Episcopal Academy a Newton Square del 2008.

I suoi scritti più importanti sono: “Complessità e contraddizioni nell’architettura” del 1966, “Imparando da Las Vegas” del 1972, “Iconografia ed elettronica sopra una generica architettura” del 1996 e “Maniera del moderno” del 2000.

Robert Venturi

  

Contenuto

Numero dei caratteri libero.

Il libro si apre con il manifesto dell’architettura complessa e contraddittoria, essa è assai più adatta alla nostra epoca dell’architettura ideale del movimento moderno, la complessità esprime la realtà e quindi è più vicina all’immagine popolare di quanto non lo sia un’architettura ideale; l’architettura moderna esclude i problemi a priori perché nella ricerca della semplicità forzata, seleziona un problema da risolvere e ne sviluppa la soluzione nell’opera finale.

Il mondo contemporaneo ha bisogno di risolvere tutti i problemi inerenti al processo progettuale, non selezionarli, non è vero che «Il meno è più», Venturi ironizza storpiando la frase in «Il meno è una noia» (che in inglese funziona per assonanza «Less is more» e «Less is a bore»).

Per argomentare la sua tesi cita un gran numero di architetture, molte delle quali non sono affatto famose, addirittura alcune sono edilizia rurale; questi edifici, non avendo spesso un progetto d’insieme, in alcuni infatti sono intervenuti diversi progettisti, risolvono tutti i problemi presentatisi nel cammino con soluzioni dubbie e incerte dal punto di vista estetico e della chiarezza formale, ma assolutamente valide dal punto di vista funzionale. L’architetto moderno, spiega l’autore, si priva a priori di molti strumenti utili di lavoro in nome di un principio di pulizia ingiustificato.

A questo punto Prende in esame alcune delle caratteristiche che egli ammira in alcuni progetti e in alcuni elementi costruttivi, quindi fa un elenco delle caratteristiche possedute da queste opere e le rivaluta positivamente adattandone le proprietà ad un concetto generale applicabile ad architetture su più larga scala, quali per esempio le sue esposte nell’ultimo capitolo.

Un breve cenno ora a queste caratteristiche di cui parlerò più approfonditamente dopo nell’analisi dei singoli capitoli. Le caratteristiche che Robert Venturi va cercando sono la presenza di più elementi slegati tra loro all’interno di un unico progetto, che quindi preferisce la logica «e-e» alla logica «o-o» dei moderni amanti della pulizia formale; sono quegli elementi in disaccordo col contesto, o che trovano ragione soltanto con esso, elementi che hanno un carattere ambiguo o una doppia funzione; sono quelle opere che usano non tecnologie avanzate, ma elementi convenzionali, che usano l’ordine e poi lo infrangono con un elemento estraneo o fuori scala; sono quelle architetture che risolvono la contraddizione di piante, volumi, prospetti e interni non con una forzatura, ma con un piegarsi della regola alla volontà delle circostanze, o con una regola che dove se ne ha la necessità viene infranta.

Infine da grande importanza all’unità che si ottiene con questo tipo di architettura, cioè l’unita di più elementi messi in correlazione, l’unità difficile della complessità e della contraddizione delle parti; quest’unità si contrappone all’unità facile dell’esclusione propria dei moderni. L’autore a questo punto fornisce diversi metodi validi per raggiungere tale unità, quello dell’inflessione e quello dell’elemento connettivo.

Il libro si conclude con l’esposizione delle opere dell’autore dove egli spiega come ha adottato questi insegnamenti che ha tratto dalle più diverse architetture, e come sia riuscito ad ottenere l’unità difficile cercata.

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Furnes: Clearing house, Filadelfia, è uno degli esempi che Venturi cita di edificio complesso e contraddittorio con molte contraddizioni evidenziate

  

CAPITOLI

Capitolo 1 – Una architettura non semplice: un manifesto gentile

Questo breve capitolo è il manifesto dell’architettura di Robert Venturi: egli afferma di amare la complessità e la contraddizione, mentre rifiuta l’incoerenza, l’arbitrarietà e i preziosismi del pittoresco. Queste caratteristiche di ricchezza e di ambiguità dice che sono tipiche dell’epoca moderna, citando la prova di incoerenza della matematica di Gödel. Continua poi nell’affermare che ama gli elementi ibridi piuttosto che quelli puri, quelli di compromesso piuttosto che quelli puliti e che preferisce l’ «e-e» all’ «o-o». Tutto ciò naturalmente si deve riassumere nella difficile unità dell’inclusione piuttosto che nella facile unità dell’esclusione. Conclude infine ribattendo alla frase di Mies Van Der Rohe dicendo che il “più non vale di meno”.

  

Capitolo 2 – Complessità e contraddizione contro semplificazione o pittoresco

Da la colpa al moderno del fatto che per iniziare da capo si ha idealizzato il primitivo e l’elementare, portando a privilegiare le forme primarie. Ma oggi i problemi aumentano, e Venturi accusa Mies di avere fatto degli splendidi edifici solamente perché trascurava molti problemi; tenere molti fattori in considerazione porta a problemi insolubili ai quali necessita una soluzione inclusiva e improvvisata. Una semplificazione a priori porta all’esclusione dei problemi.

 

Capitolo 3 – Ambiguità

L’ambiguità e la tensione sono tipiche dell’architettura complessa, infatti ogni elemento va analizzato sia per le caratteristiche interne, sia per il contesto in cui si colloca. Le diverse relazioni complesse e contraddittorie che si creano a seconda del punto di vista generano ambiguità, questo incrementa la ricchezza del significato a scapito della chiarezza.

 

Capitolo 4 – Livelli contraddittori: il fenomeno «e-e» in architettura

Nel moderno le funzioni programmate sono articolate in volumi differenti piuttosto che ammettere l’impurità dei volumi contaminandoli con la presenza di più elementi, nel moderno il muro non è violato dalle finestre, ma si interrompe per dare spazio alla vetrata; per contro nel manierismo la pianta ellittica è sia centrale che longitudinale. In alcuni edifici la facciata funge da muro, e in altri funge da gigantesco portale; Il doppio significato dell’ «e-e» può condurre alla metamorfosi e, a seconda del momento, può far percepire come dominante un significato rispetto ad un altro.

   

Capitolo 5 – Ancora livelli contraddittori: l’elemento a doppia funzione

L’elemento a doppia funzione si riferisce a particolarità d’uso o di struttura; la galleria è sia stanza che corridoio. Un ambiente con una destinazione generica e arredo mobile è più flessibile di un ambiente con destinazione specifica. Il moderno per esempio separa la struttura dall’involucro. Venturi usa un camino come coronamento monumentale di una casa; questo elemento non è superfluo ma ha due significati: è sia camino che coronamento; anche in questo caso il significato si arricchisce invece di chiarirsi.

 

Capitolo 6 – Adattabilità e limitazioni dell’ordine: l’elemento convenzionale

L’ordine non è per forza la regolarità, quando le circostanze lo chiedono si deve piegare; un elemento estraneo all’ordine acquista di importanza e valorizza l’insieme; però, perché tutto ciò possa funzionare, un ordine di partenza ci deve essere. Molti architetti contemporanei si spingono senza freni verso le nuove tecnologie, dimenticandosi delle vecchie,; Venturi trova nell’elemento convenzionale l’ordine che cerca, quindi le tecniche costruttive più comuni, e usa come elemento estraneo, qualora se ne abbia bisogno, la nuova tecnologia.

 

Capitolo 7 – Contraddizione risolta

La contraddizione in architettura può essere sia risolta che evidenziata; è evidenziata nel momento in cui ad esempio si riesce a trovare un ritmo quasi regolare in facciata, oppure quando alcuni elementi non sono centrati, ma sono comunque allineati ad altri. Questo tipo di contraddizione permette l’uso di una maglia irregolare ad intervalli diversi che si possa adattare di volta in volta alle circostanze.

  

Capitolo 8 – Contraddizioni evidenziate

Se la contraddizione risolta è un approccio prudente, la contraddizione evidenziata è un approccio violento: le relazioni contraddittorie si manifestano nei ritmi, nelle direzioni e nelle adiacenze discordanti, ma soprattutto nella sovrapposizione di elementi eterogenei. È il caso di un prospetto in cui un piano ha un ritmo diverso dai piani vicini, oppure di un pilastro obliquo che taglia diagonalmente una vetrata, o di due elementi affiancati aventi scale contraddittorie.

 

Capitolo 9 – Interno ed esterno

Uno dei dogmi del moderno è stato la coerenza e la continuità fra esterno ed interno, ma lo scopo principale di un interno è sempre stato il separare l’interno dall’esterno. La contraddizione può mostrarsi come nel barocco tramite un rivestimento distaccato dal muro esterno, e la creazione di uno spazio addizionale; oppure la creazione di uno spazio circolare sormontato da una cupola all’interno di un perimetro rettangolare. Tale contraddizione può avvenire infine anche tra fronte e retro, tra base e coronamento.

 

Capitolo 10 – L’impegno nel tendere verso l’unità difficile

Arriviamo infine alla conclusione costruttiva di tutto questo discorso: Un architettura complessa e piena di compromessi deve comunque tendere all’unità, ma questa non è l’unita facile dell’esclusione, bensì l’unità difficile dell’inclusione. L’inflessione è un modo per raggiungere l’unità per mezzo delle caratteristiche interne di ogni parte, piuttosto che per la loro posizione o quantità, è un modo per distinguere parti diverse implicando continuità. Un altro metodo per ottenere l’unità è l’elemento connettivo. In questo tipo di architettura, dove l’unità mantiene il controllo tra gli elementi contrastanti che la compongono, il caos è vicinissimo, ma l’evitarlo da forza all’intero complesso.

 

Capitolo 11 – Opere

Quest’ultimo capitolo raccoglie i progetti dell’autore attraverso i quali spiega come ha attuato le sue teorie. In essi si può notare la differenza e la molteplicità di funzioni degli elementi, i volumi incompleti e tagliati secondo linee oblique o curve, gli elementi convenzionali contrapposti a quelli non convenzionali, la moltitudine delle parti che si compenetrano e si completano a vicenda per giungere a quell’unità difficile di cui parla nei capitoli precedenti.

 

GLOSSARIO

Complessità – Venturi la intende come la somma degli elementi derivati da tutti i problemi rilevati in un progetto, essi devono essere tenuti tutti in considerazione, non scartati, non levigati, ma tutti presenti anche se contrastanti tra loro.

Contraddizione – Derivata dalla complessità, è il rapporto che sussiste tra gli elementi della complessità; questi elementi, derivando da problemi diversi e autonomi, non hanno una risoluzione ordinata e piacevole, ma è possibile che si scontrino tra loro generando tensioni e incertezze, è possibile che un elemento si metta in contrapposizione con un altro.

Ambiguità – Elemento a doppia funzione – L’ambiguità è la caratteristica propria di un elemento per la quale all’interno dello stesso si verificano la complessità e la contraddizione generate dai diversi scopi perseguiti. Simile è la spiegazione per l’elemento a doppia funzione.

Elemento convenzionale – È l’elemento che fa parte della nostra tradizione e che riconosciamo come familiare: ad esempio il muro intonacato bucato da una finestra.