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autore |
MOHSEN MOSTAFAVI con
GARETH DOHERTY |
titolo |
ECOLOGICAL
URBANISM |
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editore |
LARS
MÜLLER
PUBLISHERS |
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luogo |
HARVARD UNIVERSITY GRADUATE SCHOOL OF
DESIGN |
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anno |
2010 |
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lingua |
INGLESE |
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ARGOMENTO E TEMATICHE AFFRONTATE La popolazione mondiale è in
continua crescita, fenomeno parallelo alla migrazione delle masse dalle zone
rurali a quelle urbane. Le persone, e le città di conseguenza, aumentano
esponenzialmente di numero grazie allo sfruttamento intensivo delle limitate
risorse del pianeta. Ogni anno sempre più città iniziano a rendersi conto
dell'impatto devastante di questo sviluppo insostenibile. Qual è la mansione
dei progettisti nel veicolare questa
mutevole realtà? Lo scenario a cui si fa riferimento
è quello delle difficili decadi trascorse fino a oggi: dal Brundtland Report del 1987 sul surriscaldamento del
pianeta alle battaglie del vicepresidente americano Al Gore, controbilanciate
però dalla mancata ratifica da parte degli Stati Uniti del protocollo di
Kyoto e dal fallimento del Summit di Copenaghen. Gli
architetti sono stati partecipi di queste discussioni da tempo, ovviamente, ma
la proporzione dell'incidenza di tematiche quali sostenibilità ed ecologia è
rimasta secondaria. Anzi, se non per alcuni esempi molto recenti, la maggior
parte dei lavori prodotti quali “sustainable architecture” è stato di bassa qualità formale. La maggior
parte di questi, infatti, girava prevalentemente attorno alla capacità di
semplici tecnologie di produrre energia e riciclare rifiuti. Ma
l'architettura sostenibile, di per sé, significa anche un modo di vivere
alternativo, di rinuncia, privo di inutili orpelli. Questo è ciò che sta
cambiando e che cambierà ancora. Il progettare-sostenibile sta
diventando uno dei main theme
della professione. Negli Stati Uniti il LEED - lo standard nazionale per la
valutazione degli edifici sostenibili – è ormai più che applicato. Ma rimane
il problema che l'imperativo morale ecologico, e di conseguenza del sustainable-design, tende a soppiantare i
contributi tipici delle varie discipline. E questo design sostenibile non è
affatto visto come un'eccellenza o un'innovazione. Questa situazione
continuerà a provocare scetticismo e tensioni tra chi lo promuove e chi
invece difende l'indipendenza delle discipline, a meno che non si sia capaci
di cercare contributi da entrambe le parti. Una
seconda sfida riguarda la scala. La maggior parte dei lavori votati
all'ecologia da parte degli architetti ha avuto un'influenza spaziale molto
limitata. Il LEED, per esempio, si concentra principalmente sull'oggetto
architettonico e non su sistemi infrastrutturali o cittadino-regionali. Le sfide
portate dalla rapida urbanizzazione e dai limiti delle risorse globali,
sempre più pressanti, portano al bisogno di trovare nuove soluzioni
soprattutto su scale maggiori rispetto a quanto non si sia mai fatto nel
passato. La città, così come le complesse relazioni economiche, politiche,
sociali e culturali che la riguardano, richiedono un range
di prospettive e responsi equamente interconnessi tra loro, che possano
indirizzare le attuali condizioni altresì che le possibilità future. Lo scopo
di questo libro è fornire un insieme di punti di vista attraverso i quali una
congiunzione tra ecologia e urbanistica possa delineare conoscenza, metodi e
proposte riguardanti l'urbanistica nei prossimi anni. |
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Giudizio Complessivo: 9 |
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Scheda compilata da: Vincenzo Sichera |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2
a.a.2012/2013 |
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Mohsen Mostafavi |
AUTORE |
Mohsen Mostafavi
è un architetto e professore iraniano-americano. Egli è preside della Harvard
Graduate School of Design. E 'stato il
preside della Facoltà di Architettura, Arte e Pianificazione presso la Cornell University, e il
Presidente dell'Architectural Association
School of Architecture di Londra. Mostafavi fa parte del comitato direttivo del Premio Aga Khan per l'Architettura, della tavola del Van Alen Institute, e di numerose
commissioni universitarie tra cui la commissione dell'Università di Harvard
sugli spazi comuni. Ha fatto parte del comitato di progetto della London Development Agency (LDA) ed è attualmente
coinvolto come consulente per una serie di progetti architettonici e urbani
internazionali. Mostafavi ha ricevuto la laurea in
architettura presso l'AA nel 1976 con una tesi sulla storia urbana
Controriforma nelle Università di Essex e
Cambridge. In precedenza è stato Direttore del Master di Architettura presso
la Harvard University Graduate School of Design. Mostafavi ha anche insegnato presso l'Università della
Pennsylvania, l'Università di Cambridge e presso l'Accademia delle Belle Arti
di Francoforte (Städelschule). I suoi progetti di
ricerca e di progettazione sono stati pubblicati in molte riviste, tra cui
The Architectural Review,
AAFiles, Arquitectura, Bauwelt, Casabella, Centro e
Dedalo. Alcune delle sue
pubblicazioni: ñ On
Weathering: The Life of Buildings in Time (with David Leatherbarrow,
MIT, 1993) vincitore del premio
dell'American Institute of Architects per gli scritti sulla
teoria architettonica; ñ Approximations (AA/MIT, 2002); ñ Surface Architecture (MIT, 2002) vincitore
del CICA Bruno Zevi Book Award; ñ Logique Visuelle
(Idea Books, 2003); ñ Landscape
Urbanism: A Manual for the Machinic Landscape (AA
Publications, 2004); Structure as Space (AA Publications, 2006). |
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CAPITOLI |
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ANTICIPATE |
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1) ADVANCEMENT VERSUS APOCALIPSE Rem Koolhaas Il punto
di interesse, per Rem Koolhaas, è la coesistenza di
modernità ed ecologia. In un articolo carico di contenuti di varia natura, da
un’analisi storica emergono due principali correnti di pensiero riguardo al
problema ecologico odierno: c’è chi prevede un’evoluzione in sincronia con la
natura e chi profetizza scenari apocalittici. Si aggiungono, a questa prima
analisi, elementi di economia e sociologia, quali la caduta del sistema
Euro-Dollaro-Yen, la fine dell’Americocentricità
economica ed elementi di ecologia. Come reagisce a ciò l’architettura? Di
certo rifiutando la “Greenwash” (disinformation disseminated by
an organization so as to present an environmentally responsable public image - Concise Oxford English
Dictionary, 2008) alla base di numerosi progetti odierni (K. si scaglia
contro Renzo Piano e la sua California Academy of Sciences
di San Francisco), e riconoscendo importanti meriti a progetti in cui la base
architettonica è intatta ma non a discapito dell’aspirazione ecologica (Masdar City di Foster and Partners). 2)
ZEEKRACHT OMA Questo
progetto di OMA prevede la costruzione del cosiddetto “Energy super Ring”,
nel North Sea Masterplan. Il complesso, formato da
un enorme anello di pale eoliche, un centro di ricerca e industrie a
contorno, non si dimentica di aspetti importanti quali la salvaguardia
dell’ambiente marino e l’accessibilità turistica del luogo. Dal punto di
vista energetico, il complesso (sfruttando i venti e le correnti del mare del
Nord) dovrebbe fornire addirittura 13.400 TWh,
contro gli attuali 11.300 TWh prodotti dagli
idrocarburi nell’intero Golfo Persiano. 3) MUMBAI ON MY MIND: SOME THOUGHTS ON
SUSTAINABILITY Homi Bhabha L’ecologia,
in quanto fenomeno culturale, ha sicuramente un carattere transitorio. In
sostanza il suo principale obiettivo è quello di mantenere invariato il
quantitativo di risorse energetiche disponibile per le generazioni future (un
quadro quindi principalmente statico). La conclusione dell’autore è comunque
che l’ecologia, nonostante non possa salvarci in eterno, rimane comunque un
salvagente di vitale importanza a cui aggrapparsi in questo momento storico.
Considerazioni di vario genere sono inoltre argomentate mediante un
interessante studio della realtà della città indiana di Mumbai, ed in particolare
dei suoi slumbs. 4) NOTES ON THE THIRD ECOLOGY Sanford Kwinter In questo
momento storico, il binomio classico città-campagna ha perso significato, a
discapito della nuova diade uomo-natura. La soluzione per la nuova disciplina
dell’Ecological Urbanism non sarà la razionalizzazione, ma nemmeno il caso. E
non basteranno discorsi economici, riforme politiche o studi e ricerche,
bensì il problema è etico, filosofico, formale. E richiede un salto di scala
notevole sia spaziale che temporale. A ogni problema deve susseguire una
soluzione, e quindi una forma. E detta soluzione può essere tratta da
situazioni inusuali: negli slumbs di Mumbai, ad
esempio, il riciclo è ai massimi livelli,
e l’occupazione è del 100%. 5) SOCIAL INEQUALITY AND CLIMATE
CHANGE Ulrich Beck U. Beck
collega il concetto di “catastrofe naturale” a quello di “vulnerabilità
sociale”, illustrando il meccanismo del “side-effect
principle”, ossia lo slittameno
nel tempo e nello spazio dei danni climatici. I quali, alla fin fine, non
fanno altro che aumentare le disparità sociali nei luoghi del mondo più
deboli. Forse la soluzione a questi problemi è il riconoscersi come un vero “cosmopolitan citizen” 6) FOR A POST-ENVIROMENTALISM: SEVEN
SUGGESTIONS FOR A NEW ATHENS CHARTER AND THE WEAK METROPOLIS Andrea Branzi 7) WEAK WORK: ANDREA BRANZI’S “WEAK
METROPOLIS” AND THE PROJECTIVE POTENTIAL OF AN “ECOLOGICAL URBANISM” Charles
Waldheim [6]
Esposizione di sette punti programmatici per modificare la città esistente
oltre il mito dell’enviromentalism . Le soluzioni sono principalmente
piccoli interventi, quale il microcredito e la dinamicità degli spazi, o la
coabitazione (come nelle città indiane) di animali e umani nella stessa
città. La Metropoli Debole è invece un
progetto-manifesto che commistiona territorio
agricolo e semiurbanizzato. Punti fondanti sono la
dinamicità e la possibilità di autotrasformarsi. [7]
L’articolo seguente, a cura di Charles Waldheim, è sostanzialmente un’analisi
del lavoro di Branzi e degli Archizoom, dai
principi teorici ed i punti del [6] a progetti quale la No-Stop City. 8) FROM “SUSTAIN” TO “ABILITY” JDS
Architects Esiste una
particolare dicotomia quando si parla di ecologia al giorno d’oggi: green vs sostenibile. Il tutto è riconducibile ad un problema di “coolness” (appetibilità, moda), che a giudizio di JDS Architects è alla base del green. L’obiettivo deve essere quello di spostare il discorso
sulle “ability”, ossia sulla sostanza del
cambiamento. La nuova generazione di progettisti, infatti, sarà quella della
“post-sostenibilità”, per la quale lo sguardo ecologico non sarà più un tema
bensì un prerequisito tecnico. 9) FORTY YEARS LATER – BACK TO
SUB-LUNAR EARTH Bruno
Latour Bruno Latour espone un parallelismo tra i viaggi sulla Luna
dell’Apollo 13 e degl’anni ’70 con il modernismo: ad oggi reputa siano due
sogni ormai tramontati, un passato a cui si tende a legarsi affettivamente.
Sono finiti i tempi dei programmi NATO per la Luna, si ritorna sulla Terra. |
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COLLABORATE |
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1) ART FIELDWORK Giuliana Bruno Analisi dell’opera
dell’islandese Katrin Sigurdardóttir, che crea dei landscape mediante elementi chiusi ed autonomi, sul
modello della New York studiata da Koolhaas.
Importante il ruolo della memoria e dell’emozionalità. In questa visione,
l’Ecological Urbanism assume temi e caratteri formali di un artwork. 2)
ECOLOGICAL
URBANISM AND/AS URBAN METAPHOR Lawrence
Buell Il
contributo di questo letterato tratta delle possibilità date all’architettura
dal tema della metafora, soprattutto nel campo del binomio città-natura. Questo binomio può
essere descritto in vari modi, come “olistico macro-organismo”, palinsesto,
frammento, network, apocalisse. Si sofferma soprattutto sulla metafora
dell’organismo, che sempre più permea l’architettura con termini usualmente
utilizzati per descrivere il corpo: “le lingue della città”, “l’impronta
ecologica”, “le arterie”… 3)
BLACK
AND WHITE IN GREEN CITIES Lizabeth
Cohen Da qualche
anno, anche a causa della crisi economica, si può assistere ad un massivo
ritorno alle città, soprattutto nel sud-ovest degli stati uniti. Per rendere
però queste città davvero ecologiche non basta pensare alle emissioni e alle
acque reflue: il problema sociale dell’integrazione razziale deve tornare al
centro del discorso sociologico cittadino. 4)
THE
RETURN OF NATURE Preston
Scott Cohen and Erika Naginski L’architettura
è, principalmente, ricerca estetica. Non può essere sottomessa a innovazioni
tecnologiche, che deve riuscire a sfruttare a proprio vantaggio. Un discorso
analogo deve essere fatto per l’ecologia, che non può diventare il tema madre
dell’architettura bensì deve essere inglobato nella ricerca progettuale come
a loro tempo fu per gli ascensori o per le norme di sicurezza antincendio. 5) URBAN ECOLOGICAL PRATICES: FELIX GUATTARI’S THREE ECOLOGIES Verena Andermatt
Conley L’autore
parte da un’analisi dell’opera di Guattari “le Tre
Ecologie”: natura e cultura non possono essere separati, l’educazione e la
maturazione interiore sono alla base del cambiamento. Alla nuova corrente dell’Ecological
Urbanism non servono slogan o leader carismatici: le micropolitiche
sono la chiave per rendere abitabile la città. 6)
RETROFITTING
THE CITY Leland D. Cott Ricerca
sulla sostenibilità degli edifici, basata sull’ipotesi utopica di riuscire a
ricoprire con nuove pelli ecologiche tutti gli edifici degli Stati Uniti. La
conclusione è che, per uno sviluppo sostenibile, la via da seguire è quella
del riammodernamento piuttosto che quella della demolizione. 7) PRODUCTIVE URBAN ENVIRONMENTS Margaret Crawford La produzione autonoma della città
del proprio fabbisogno alimentare è alla base di ogni ipotetico discorso
sulla sostenibilità. Questo è il pensiero di Margaret Crawford, che propone
una città dilatata, trapuntata di orti ed agricolture urbane in contrapposizione
al modello presentato da buona parte dell’urbanistica odierna della città
compatta. |
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SENSE |
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1) THE CITY FROM THE PERSPECTIVE OF
THE NOSE Sissel
Tolaas Riattivare
l’olfatto come “senso conoscitivo”. Nell’uomo, al contrario della maggior
parte degli animali, l’olfatto viene attivato dall’esperienza e non ricalca
sensazioni date dall’istinto. L’uso di questo senso può essere schematizzato
da tre occasioni di utilizzo in tre diverse situazioni urbane: zone
industriali (in cui non si fa caso agli odori in gran parte sgradevoli in cui
ci si imbatte), zone pubbliche (con tolleranza olfattiva alta ma non totale
come nelle precedenti) e zone private, nelle quali si sfrutta a pieno
l’organo olfattivo che riconosce all’istante fragranze inusuali. Riattivare
questo senso nelle zone pubbliche può essere un modo per creare
un’identificazione maggiore con la città: così nasce l’esperimento “TALKING
NOSE – Mexico City”. 2) CitySense: AN URBAN-SCALE SENSOR NETWORK Matt Welsh and Josh Bers Descrizione
di un progetto di analisi urbana basato su nodi-sensoriali installati nella
città di Cambridge, in Massachusset. A
cura di un team dell’Harvard’s
School of Engineering and Applied Sciences e BBN Technologies. 3)
EAT LOVE Marije Vogelzang Tre
progetti di alimentazione sostenibile nelle città: “Urban Eco Project”, “Sustainability Dinner” e “Roots”. 4) SELF-ENGINEERING ECOLOGIES Christine Outram, Assaf Biderman, and Carlo Ratti In questo
articolo vengono esposti due progetti riferiti al loro network “SENSEable city” : TRASK|TRACK (microchip che tracciano
mediante un sistema satellitare gli spostamenti dei rifiuti) e COPENCYCLE,
unità di microtecnologia installati nelle biciclette di Copenaghen con
vantaggi per i ciclisti e importanti informazioni statistiche per la
municipalità. 5) THERE’S MORE TO GREEN THAN MEETS
THE EYE: GREEN URBANISM IN BAHRAIN Gareth Doherty Ricerca tesistica sulla storia delle coltivazioni nel Barhein, isola desertica ma ricca d’acqua. Si indaga sui
significati culturali della palma da dettero, e sull’urbanesimo selvaggio del
Barhein, rimarcando l’immenso miracolo di riuscire
a rendere verde persino il deserto. 6) PLAY ME, I’M YOURS Luke Jerram Progetto
che ha previsto la disposizione di pianoforti
in vari spazi di numerose città (Londra, San Paolo, Sidney…) liberamente
utilizzabili dalla comunità, e relativa analisi dei risultati. 7) MAPPING MAIN STREET Jesse Shapins,
Kara Oehler, Ann Heppermann,
and James Burns Progetto
che vuole crare una nuova mappa degli Stati Uniti
d’America basandosi su storie, foto, video registrati nelle oltre 10.000
strade chiamate “Main Streer”
degli States. |
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CURATE |
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1)
CURATING RESOURCES Niall Kierkwood L’analisi
della disciplina della Landscape Architecture porta
a definire i confini, le nuove materie naturalistico-scientifiche e
tecnico-artistiche, nonché le potenzialità del salto di scala. Il problema
principale della contemporaneità per questa disciplina è, però, quello delle
risorse, non solo tradizionali ma anche innovative (una risorsa su tutte: i
rifiuti…). Il campo d’analisi principale per questi temi sono le città
indiane in via di sviluppo. 2) THE SEA AND MONSOON WITHIN: A
MUMBAI MANIFESTO Anuradha Mathur and Dilip da Cunha La storia
di Mumbai, in India, ossia l’isola-estuario senza confini definiti. La spinta
a creare confini (processo iniziato con la colonizzazione inglese del ‘600) e
a costruire sulle zone ibride ha portato alla catastrofe del 2005, nella
quale un forte monsone (si sono calcolati 994 mm di precipitazioni, ossia
l’intera media stagionale) ha ucciso innumerevoli persone e devastato i
raccolti. La via del progetto, in questo estuario monsonico, sembra essere
quella dei terreni drenanti e assorbenti, ed il metodo di lavoro quello della
ripetizione di innumerevoli sezioni ambientali. 3)
TRASCENDENT
ECO-CITIES OR URBAN ECOLOGICAL SECURITY? Mike Hodson and Simon Marvin In questo
articolo di Hodson e Marvin si studiano a fondo ed
in modo dettagliato le premesse, le sfide e le criticità dell’Ecological
Urbanism. Dalle differenze storiche rispetto ai movimenti ecologici degli
anni ’70 all’analisi di modelli di ecourbanismo (si
parla di Dongtan, Masdar
city e di Thames Gateway) vengono brillantemente
analizzati aspetti ecologici ed economici che la che la modifica “eco”
porterà alla città. Nell’era dell’antropocene, ci si chiede quale pianeta ci sarà restituito
dal sistema industriale odierno: una delle visioni più ottimistiche è quella
di una nuova “urbanatura”, ossia una commistione
benefica di città e verde. Tutto ciò è possibile incentivando politiche che
portino alla Urban Ecological Security, ossia alla possibilità per le città
di accedere alle risorse senza rischi di esaurimento-scorte. In chiusura,
cinque pungenti domande pongono spunti per approciarsi
a tali innovazioni e focalizzarne i punti critici (a partire dal problema
delle nuove periferie). 4)
NEWWATERSCAPES FOR SINGAPORE Herbert Dreiseitl Il
problema dell’acqua potabile a Singapore: in questo articolo di Dreiseitl si analizzano le relazioni col clima
equatoriale, il problema del riciclo d’acqua e alcuni innovativi progetti in
atto per ovviare a tali criticità. 5)
ENVISIONING ECOLOGICAL CITIES Mitchell Joachim Le città
mutano anche a causa di invenzioni epocali e tecniche innovative: basti
pensare agli ascensori e alle automobili. Qual è il limite tra tecnologia e
urbanistica? E come delle nuove invenzioni (ad esempio il Jetpack
o pareti organiche) potrebbero cambiare il design delle nostre città? 6)
RETURN TO NATURE Sandi Hilal, Alessandro Petti, and Eyal
Weizman Il
progetto per fare tornare alla vita un conteso fortino israeliano abbandonato
in Palestina. La tattica progettuale è quella di accelerare il suo processo
di degradazione, decadimento, ritorno
alla natura. Essendo quei luoghi tappa dei viaggi degli uccelli
migratori, i nuovi fruitori dell’edificio saranno loro e non più gli umani.
Forando i muri con bucature ripetute si creano luoghi ideali per i nidi dei
nuovi inquilini temporanei. 7)
HARMONIA 57 Triptyque Casa in
cemento a San Paolo, Brasile. Ricicla acqua dal tetto ed ha un particolare
cemento poroso e organico che permette la crescita di vegetazione sulle
pareti. Il tutto condito da un accattivante design scatolare. |
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PRODUCE |
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1)
ENERGY
SUB-STRUCTURE, SUPRA-STRUCTURE, INFRA-STRUCTURE D. Michelle Addington Riorganizzare
lo sfruttamento e la produzione di energia elettrica su scale diverse, da
quella dell’edificio a quella regionale o più; sfruttare sia l’energia
elettrica continua che quella alternata; ottimizzare i consumi degli edifici
riconvertendosi alla scala dei recettori neurologici: in cinque punti
un’analisi attenta dello sfruttamento delle varie tipologie di energia, e
metodi attuabili su come limitarne gli sprechi (un grafico mostra come oltre
il 60% dell’energia elettrica prodotta attualmente venga dissipato alla
nascita o durante il trasporto, così come quasi il 50% dell’energia prodotta
da combustibili fossili). 2) CR LAND GUANGANMEN GREEN TECHNOLOGY
SHOWROOM Vector
Architects Showroom
temporaneo (progettato per durare solo tre anni) in acciaio e prato sia
verticale che in copertura. Lo scopo di questo progetto è stato quello di
creare un edificio con impatto 0 sul suolo e totalmente riciclabile. 3)
AUX FERMES, CITOYENS! Dorothée Imbert Una connessione
forte sta, al giorno d’oggi, tra una responsabile crescita tecnologica ed il
cibo. Il tema degli orti urbani torna alla ribalta a gran voce, e in questo
articolo se ne parla in tre categorie di pensiero: “Palliative”, “Recoperative”, “Projective”.
Particolare riferimento al “queen kitchen garden”
del 2009 a Buckingam Palace, Londra, che riprende
il giardino Vittoriano del tempo della Seconda Guerra Mondiale. 4) LOCAL RIVER: HOME STORAGE UNIT FOR
FISH AND GREEN Mathieu
Lehannneur with Anthony van den Bossche Oggetto di
design consistente in una grande vasca d’acqua per l’allevamento di pesci
fluviali e vasi per piante interdipendenti rispetto all’ambiente acquatico.
Nato dall’attenzione al movimento dei “Locavores”,
che non consumano cibo prodotto a più di 100 miglia di distanza (circa 160
km) dalla loro città. 5)
SOFT CITIES KVA MATx Progetto
del MIT Energy Initiative e del comune di Porto per
rivalutare il quartiere “Casa Burrgesa”, quartiere
popolare e caratteristico della città. Essendo un quartiere antico e molto
denso, per rendere ecologicamente sostenibile il quartiere si è dovuto
ricorrere a tecnologie innovative, quali il fotovoltaico organico, utilizzato sia per le proprie specifiche
tecniche che estetiche. 6)
THE ZEDfactory Bill Dunster Come rimediare
all’aumento del costo del petrolio? Esposizione delle teorie e dei progetti
della ZEDfactory (Zero Energy Development). 7)
LOGROÑO ECO-CITY MVRDV Eco-Città
progettata dagli olandesi MVRDV, Logroño in Spagna autoproduce con fonti
rinnovabili tutta l’energia che necessita, abbattendo le emissioni di CO2. La
superficie costruita si concentra nel 10% del territorio a disposizione della
città, con la possibilità di creare un gigantesco “Eco-Park”, formato da pale
eoliche di ultima generazione, alle quali con progetti di integrazione e di
fruizione da parte dei cittadini si prova a dare una dignità paesaggistica. 8) THE BIG FOOT REVOLUTION Kongjian
Yu Partendo
dalla metafora dei piedi delle antiche donne cinesi, deformati dal gusto
estetico e forzati ad entrare in scarpe minuscole, la progettista espone
un’etica dei “piedi grandi”, ossia dell’architettura funzionale e pensata per
vivere più che per abbellire. Espone anche interessanti suoi progetti in
Cina, tra cui il “Red Ribbon
Park” e il “Rice Campus of Shenyang Architectural University”. |
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INTERACT |
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1) URBAN ECOLOGY AND THE ARRANGEMENT
OF NATURE IN URBAN REGIONS Richard
T.T. Forman Partendo
dalla storia dell’ecologia come disciplina, si arriva ad identificare
principalmente nel progetto urbano la funzione preponderante delle fasce
periferiche dei grandi centri abitati. La totalità dello spazio viene diviso
dall’autore in natural area, semi-natural area, intensive use greenspace e built area, e ne studia le interrelazioni
mediante un progetto di ricerca in 38 regioni urbane di tutto il pianeta. 2) THE AGENCY OF ECOLOGY Chris Reed Secondo
l’autore esistono quattro tipi di strategie ecologiche per il progetto: “Structured Ecologies” (con un
occhio di riguardo ai processi strutturali in natura), “Analog
Ecologies” (provare a spostare le dinamiche del
mondo vivente in quello non-vivente), “Hybrid
Ecologies”(che provano a sviluppare strategie di
design simultaneamente ingegneristiche, sociali, dinamiche…) e “Curated Ecologies” (che si
basano sulla figura del curatore
delle nuove strutture dinamiche). 3)
REDEFINING INFRASTRUCTURE Pierre Bélanger L’ecologia
non può essere scissa dal mondo delle infrastrutture: le inondazioni,
l’energia, l’agricoltura, le comunicazioni, nel nuovo mondo non possono che
essere fertili terreni per discorsi ecologici. Riprendendo le tappe dello
sviluppo infrastrutturale americano dell’ultimo secolo, l’autore definisce nuovi
campi di sfida per l’Ecological Urbanism, focalizzando particolare attenzione
sul ruolo della catastrofe naturale nella scoperta di potenziali punti di
sviluppo. 4)
USER-GENERATED URBANISM Rebar Esistono
due tipi di urbanistica: quella “tecnocratica”, imposta dall'alto, e quella
spontanea. Con vari progetti per invogliare la partecipazione alla creazione
della città, il gruppo fondatore del PARK(ING) DAY propone la nascita di un “greening movement” autonomo,
plurale e dinamico. 5) SITUATING URBAN ECOLOGICAL
EXPERIMENTS IN PUBLIC SPACE Alexander
J. Felson and Linda Pollack Nonostante
le difficoltà causate dalla complessità delle città e delle sue
sovrastrutture, la via che deve seguire l'Ecological Urbanism per studiare la
città è quella della ricerca sul campo, con progetti che si basino dia sulla
possibilità di modificare l'esistente che sulla ibridazione di sociologia ed
ecologia (vedi abandoned lots
in brooklyn 6) A HOLISTIC VIEW OF URBAN PHENOMENON Salvador
Rueda Un sistema
di dice “olistico” quando le proprietà di tale sistema non possono essere
spiegate solamente dall'analisi delle sue parti. L'affrontare i problemi
urbanistici senza una visione olistica è stato uno dei più grandi problemi
della nostra città: portando l'esempio della Barcellona Urban Ecology Agency e del suo lavorare sui tre livelli della
città (sotterraneo, del suolo e livello superiore degli edifici) l'articolo
si propone di esplicare nuovi metodi di approccio eco-urbanistico, basato
anche sull'utilizzo di “superblocchi”. 7) A METODOLOGY FOR URBAN
INNOVATION Alfonso
Vegara, Mark Dwyer, and Aaron Kelley L'approccio
alla ricerca della Fundación Metrópoli (descritto
in questo articolo) si contrappone a quello olistico precedente, puntando la propria
riflessione sull'importanza dell'organizzazione. La metodologia degl'indici,
dei grafici e dei questionari viene utilizzata per mappare fattori
non-fisici, come quelli demografici, sociali ed economici. 8) GREENMETROPOLIS Henry Bava, Erik Behrens, Steven Craig, and Alex Wall Progetto
per l'area metropolitana europea a cavallo tra Olanda, Belgio e la regione
tedesca dell'Aachen. In questo panorama vario e straordinario (in cui sono
presenti centri città, zone verdi e le miniere di Düren) il progetto propone tra l'altro una struttura
ecologica continua che funziona da collettore delle varie parti della
regione. |
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MOBILIZE |
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1)
MOBILITY, INFRASTRUCTURE, AND SOCIETY Richard Sommer Il ruolo della democrazia moderna (come
nel sogno americano) della possibilità di spostarsi velocemente e per lunghe
distanze è inconfutabilmente positivo, per le molte possibilità culturali,
economiche e sociali che offre. Di fatti, numerosi meccanismi economici sono
innescati proprio dalla possibilità di spostarsi (e di spostare i materiali).
Ma quali sono le criticità per l'urbanistica che nascono da questa nuova
mobilità? 2)
SUSTAINABLE URBAN MOBILITY THROUGH LIGHT
ELECTRIC VEHICLES William J. Mitchell È possibile pensare ad un futuro in
cui i mezzi di trasporto non inquinino? La proposta di W. J. Mitchell passa
per la presentazione di tre oggetti ad alimentazione elettrica (la “Greenwheel Electric Bicicle” del MIT, il “RoboScooter”
sviluppato da Smart Cities Group e la “CityCar Electric Automobile” by
Smart Cities) e dei relativi sistemi di
distribuzione e ricarica. Si presentano innumerevoli soluzioni ecologiche
(anche alla scala del dettaglio) con attenzione particolare alle
infrastrutture, e nonostante la lunghezza dell'excursus può risultare
interessante per chi si interessa di green mobility. 3)
SUSTAINABLE MOBILITY IN ACTION Federico Palotto L'aspetto meno sostenibile della
mobilità odierna è la cultura del mezzo di trasporto privato. L'implemento
della funzionalità dei mezzi pubblici può essere una soluzione; l'esempio
virtuoso è senza dubbio Masdar City, in Abu Dhabi,
progettata da Foster and Partners, della quale
vengono illustrate alcune soluzioni viabilistiche e di green mobilty quale il sistema di connessione dei nove
parcheggi periferici con la città (interamente pedonale), ossia il PRT,
Personal Rapid Transit. 4)
SUSTAINING THE CITY IN THE FACE OF ADVANCED
MARGINALITY Loïc Wacquant Secondo L. Wacquant
esistono tre modi per fronteggiare il problema sociale nelle nostre città: il
primo è l'aumento, dall'alto, dei benefici del Welfare State, la seconda la
criminalizzazione della povertà (sul modello della “ghettizzazione” americana
degli anni '60). Il terzo, nel quale l'autore riconosce la via migliore, è la
ricostruzione dello stato sociale a partire dalle emergere delle nuove
condizioni economiche, garantendo una nuova aspirazione alla vita sociale. 5)
A GENERAL THEORY OF ECOLOGICAL URBANISM Paul
Robbins Analisi puntuale dei vari tipi di
urbanistica identificati dall'autore: dallo scriteriato “Irresponsible
Urbanism” ai più tradizionali “Old Urbanism” e “New
Urbanism”, passando per il “Landscape Urbanism”. Il
tutto per definire, infine, i caratteri generali dell'Ecologica Urbanism. 6)
THE POLITICAL ECOLOGY OF ECOLOGICAL
URBANISM Paul Robbins I rapporti tra ecologia,
urbanistica e politica sono rapporti complessi e talvolta contraddittori.
Sono poste tre domande: 1) quali saranno i criteri di una città più verde,
dove andranno le scelte progettuali? 2) chi renderà la città più verde e per
chi? 3) Quali forme di sviluppo sostenibili creeranno le nuove città? 7)
THE SYNCITY URBAN ENERGY SYSTEM MODEL Niels Schulz, Nilay Shah, David Fisk, James Keirstead,
Nouri Samsatli, Aruna Sivakumar, Celine Weber,
and Ellin Saunders “SynCity
Urban Energy Model” è un progetto del 2005 che si propone di studiare il
territorio urbano mediante un modello formato da tre layers:
1. “Land-use and layout model”; 2. “Transport model”; 3. “Resources technology and service
network model”. Questo
modello è in prova in numerosi piani urbanistici di green cities
nel Regno Unito, in Cina e in India. 8)
OIL CITY: PETRO-LANDSCAPES AND SUSTAINABLE FUTURES
Michael Watts Il business del petrolio è, come
tutti sanno, una delle maggiori forze economiche del pianeta. Il sistema
infrastrutturale che ne è alla base, oltretutto, ha dimensioni titaniche:
oltre a trivelle e raffinerie, la macchina dell'energia proveniente dall'oro
nero e dai gas naturali annovera oltre due milioni di kilometri lineari di
oleodotti che perforano il nostro suolo. Ma questo, oltre a essere un
problema economico e ambientale è anche un problema sociale e paesaggistico:
in città come Luanda, in Africa, il repentino arricchimento dovuto alla
scoperta di nuovi pozzi ha creato una situazione abbastanza singolare, nella
quale l'ipermoderno watwefront
dei ricchi signori del petrolio si contrappone bruscamente ad una colossale
baraccopoli. Dubay è, alla vista dell'autore, “la
mostruosa caricatura di un mondo futuro”. Ma il petrolio si sta esaurendo.
Cosa succederà alle oil-cities dopo? 9) THE UPWAY Rafael Viñoly Progetto che prevede un sistema
stradale alternativo, che si somma al sistema odierno mediante strade sospese
come ponti sulle strade tradizionali. Queste nuove vie, per essere davvero
sostenibili, dovranno essere percorse solo da vetture ad alimentazione
elettrica. 10) GDS RESEARCH Nairobi Studio instructors:
Jaques Herzog and Pierre de Meuron “Reclaiming
Utopia” è uno studio in due volumi della città di Nairobi: mediante fumetti e
illustrazioni si esplorano sei facce della vita urbana contemporanea: vivere,
lavorare, comprare, muoversi, imparare e la fascia del benessere. A queste sei analisi
corrispondono sei idee progettuali. Un estratto di questo lavoro è l'articolo
presentato a cura di Herzog e De Meuron. |
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MEASURE |
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1)
FIVE
ECOLOGICAL CHALLENGES FOR THE CONTEMPORARY CITY Stefano Boeri La sfida di affrontare politiche urbane
di larga scala (paragonabili alle premesse dell'EXPO 2015 di Milano) viene
colta da Boeri ponendo l'attenzione su cinque punti fondamentali: sostenibilità
e democrazia, agricoltura e consumo di suolo, natura e
controllo (rimboschimento), compattamento e scarto, desertificazione
(urbana) e sussidiarietà. Molti i riferimenti alla situazione
odierna italiana. 2) REVOLUTIONIZING ARCHITECTURE Jeremy Rifkin Dichiarazione di intenti ecologici
mirati a rinnovare l'architettura del ventunesimo secolo firmata da Enric Ruiz-Geli (Cloud 9), Josè L.
Vallejo (Ecosistema Urbano), Jan Jongert (2012 Architekten) e
Stefano Boeri (Boeri Studio), presentato all'Undicesima Biennale di Venezia
di Architettura. 3)
“PERFORMALISM”: ENVIROMENTAL METRICS AND
URBAN DESIGN Susannah Hagan L'avvento repentino della cultura
ecologista è vista da alcuni come la possibile fine del discorso
architettonico e formale, con uno spostamento del dibattito solo sulle performance
degli edifici. Da un'analisi più attenta, però, la nuova cultura ecologica
può essere intesa come una sfida per urbanistica e architettura di rinnovare
i temi formali e compositivi. 4) NATURE CULTURE
Kathrin Moore La “Natura”, in quanto pensiero del
verde come erba e poco altro, è ovviamente inutile all'uomo. E, oltretutto, i
sistemi naturali non si interrompono dove iniziano gli edifici, ma mutano.
Cultura e natura non sono concetti separati, non si deve scegliere tra arte
ed ecologia. La sfida è dare un'impronta ecologica alla progettazione del
paesaggio, non viceversa. 5)
INVESTIGATING THE IMPORTANCE OF CUSTOMIZED
ENERGY MODEL IMPUTS: A CASE OF STUDY OF GROUND HALL Holly A. Wasilowski and Koen Steemers Qual'è la reale
affidabilità dei simulatori di consumo o di spesa energetica? Questa ricerca
della Graduate School of Design di Harvard prova che la misura “caso per
caso” rimane l'unico modo veritiero per la valutazione di questi fattori. 6)
PERCEPTION OF URBAN DENSITY Vicky Cheng and Koen Steemers Negli ultimi anni si è assistito,
in urbanistica, ad una “corsa alla densificazione”.
Ma l'eccessiva densità porta a malcontento se oppressiva. Lo studio
presentato porta come principale fattore percettivo della densità la visione
del cielo. Questo studio dimostra, inoltre, che per alcune persone il verde a
bordostrada (in stile boulevard) può
addirittura essere visto come oppressivo (per il resto di popolazione è al
contrario portatore di tranquillità). 7)
LONDON'S ESTUARY REGION Sir Terry Farrel La qualità della vita dello spazio
urbano è la chiave per la qualità della vita rurale e la salvaguardia
dell'ambiente. Esposizione del progetto per l'estuario del Tamigi. 8)
SUSTAINABILITY INITIATIVES IN LONDON Camilla Ween L'impronta ecologica di Londra, nel
2000, era di 293 volte la sua area geografica. Questo articolo si propone di
esplicare le soluzioni che la Londra contemporanea sta studiando per
diminuire il proprio impatto inquinante. 9)
MOVING BEYOND LEED: EVALUATING GREEN AT THE
URBAN SCALE Thomas Schroepfer Confrontandosi con i nuovi standard
del LEED, si espongono due progetti di città sostenibile: Vauben,
Friburg, Germania; Solar City, Lima. 10) SLAVE
CITY Atelier Van Lieshout Una sinistra utopia si cela dietro
questo progetto di città ecologica, in cui gli abitanti vengono chiamati
“partecipanti” e le normali regole sono rivoluzionate. 11) ECOBOX/SELF-MANAGED
ECO-URBAN NETWORK Atelier d'architecture
Autoger Gli ecobox
sono strutture leggere e mobili, grandi vasi urbani autogestiti per
un'agricoltura biologica spontanea. Hanno la caratteristica di contaminare
luoghi pubblici e di spostarsi di città in citta. |
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COLLABORATE |
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1)
COMFORT AND CARBON FOOTPRINT Alex Krieger Uno dei campi di ricerca odierni votato
a rendere più ecologico il nostro modo di vivere è quello riguardante gli
sprechi: si è giunti alla conclusione che le città compatte consumino meno
dei sobborghi (anche se la qualità della vita non è sempre maggiore). Ma
questo articolo fa notare come anche le nostre scelte quotidiane possono
essere un importante fattore nell'ottica dell'Ecological Urbanism. 2)
ECOLOGICAL URBANISM AND HEALT EQUITY: AN
ECOSOCIAL PERSPECTIVE Nancy Krieger L'Ecological Urbanism non può che
essere foriero di una equa salute pubblica. Il benessere fisico dei cittadini
deve essere un fondamentale campo d'indagine, per portare all'equità nelle
possibilità di vita. 3)
NATURE, INFRASTRUCTURES, AND THE URBAN
CONDITION Antoine Picon Il ruolo della città e delle sue
infrastrutture sta mutando nel proprio rapporto con la natura. Basti pensare
al piano della “Grand Paris” avallato dal
presidente francese pochi anni fa. Numerosi riferimenti alla situazione delle
città francesi. 4) SUSTAINABILITY AND LIFESTYLE Spiro Pollalis La produzione di CO2 è stratificata
tra le classi sociali. Secondo questo articolo di S. Pollalis,
la sostenibilità ecologica non è data dall'urbanistica, ma dall'economia
globale e dagli stili di vita dei singoli cittadini. 5)
ECOLOGICAL URBANISM AND THE LANDSCAPE Martha Schwartz Ribadendo che il progetto del
paesaggio è qualcosa di strettamente connesso alla progettazione della città,
si espone che, per raggiungere la sostenibilità vera, si debbano creare
luoghi a cui le persone possano connettersi emozionalmente. 6) OLD DARK John Stilgoe Il buio, in sé, non esiste nella
nostra città. Valutazioni sull'impatto luminoso, sull'inquinamento dell'animo
e sulla non-ecologia del rifiutare il “vecchio buio”. 7)
RELIGIOUS STUDIES AND ECOLOGICAL
URBANISM Donald K. Swearer Come punto fondante dei valori
della nostra civiltà e come indispensabile movente nella trasformazione
morale, le religioni possono ancora avere un ruolo importante nel proiettare
la visione di un futuro sostenibile. 8)
ECOLOGICAL URBANISM AND EAST ASIAN
LITERATURES Karen Thornber Le nuove politiche che promuovono
un'urbanistica ecologica, per non parlare delle loro avanguardie, richiedono
modifiche nella coscienza collettiva. Le letterature dell'Estremo Oriente
hanno il potenziale per giocare un ruolo vitale in questa lotta ecologica. |
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ADAPT |
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1)
INSURGENT ECOLOGIES: (RE)CLAMING GROUND IN
LANDSCAPE AND URBANISM Nina-Marie Lister La nuova urbanistica del paesaggio
richiede più interconnessioni e scambi culturali dell'urbanistica classica. Dal
punto di vista del progetto, interconnessione di fattori tanto disparati pone
l'obbligo di percorrere la via dell' “adaptive
design”. Questo nuovo metodo di progetto è incentrato sull'accondiscendenza
rispetto alle variazioni spontanee piuttosto che ad una staticità invasiva.
Due progetti a Toronto (River+City+Life e Evergreen
Brick Blocs) sono
portati ad esempio. 2)
PERFORMATIVE WOOD: INTEGRAL COMPUTATIONAL
DESIGN FOR A CLIMATE-RESPONSIVE TIMBER
SURFACE STRUCTURE Achim Menges Il “Responsive Surface
Structure Research
Project” è un interessante progetto basato sullo studio delle capacità
igroscopiche del legno: creando una nuova pelle modulare, con delle chiusure
in legno elastico, si può sfruttare il grado di umidità dell'aria per aprire
e chiudere le cellule della parete, regolando la climatizzazione e lo scambio
d'aria senza apporto di energia elettrica o di altro genere. 3) SHRINKING GOTHAM'S FOOTPRINT Laurie Kerr La situazione di New York City, dal
punto di vista delle emissioni e dell'inquinamento, è di difficile
miglioramento: l'80% dell'inquinamento della città è prodotto dagli edifici,
e la popolazione nei prossimi anni si prevede cresca di un ulteriore milione
di unità e con lei la congestione del suolo. Ciò ha dato vita a uno dei più
ambiziosi piani di abbassamento delle emissioni basato sull'ammodernamento
degli edifici, chiamato “Greener, Greater Buildings Plan”. 4)
ADAPTIVITY IN ARCHITECTURE Hoberman
Associates, Ziggy Drozdowski
and Shawn Gupta Lo studio dell'adattabilità
dell'edificio è al centro di questo progetto. Lo studio di piccoli movimenti
nei componenti architettonici è sfruttato per cercare di ricevere grandi
benefici. Il progetto consiste nell'elaborazione di una pelle formata da vari
strati di “pois” di legno, che può creare una texture
fitta e oscurante così come rada e illuminante. 5)
GDS RESEARCH - CLIMATE
CHANGE, WATER, LAND DEVELOPMENT, AND ADAPTATION: PLANNING WITH UNCERTAINTY
(ALMERE, THE NETHERLANDS) Armando Carbonell,
Martin Zogran, and Dirk Sijmons L'Olanda, da sempre, ha vissuto un
duplice rapporto di amore e odio nei confronti dell'acqua. Un processo di
adattamento, per lavorare coi movimenti delle maree, è l'unica via
intraprendibile. Almere, una città in forte espansione, trova tre punti
fondanti per descrivere il proprio futuro rapporto con l'acqua. |
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INCUBATE |
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1)
BALANCES AND CHALLENGES OF INTEGRATED
PRATICE Toshiko Mori La sfida dell'ecologia
contemporanea sta nell'edificio e nelle microcomponenti che lo compongono. Esposizione dei lavori a Buffalo, NY (Center for Frank Lloyd Wright's
Darwin Martin House); a Syracuse, NY (Syracuse Center for excellence in
Energy adn Enviromental
System Headquarter); e in Perù, a Lima (Interbank
Corporate University complex). 2)
THE LUXURY OF REDUCTION: ON THE ROLE OF
ARCHITECTURE IN ECOLOGICA URBANISM Matthias Sauerbruch Sono due
le vie per diminuire l'inquinamento della città: modificare lo stile di vita
comune in senso più ecologico (il che
dovrebbe teoricamente comportare una rivoluzione culturale e, probabilmente,
causare gravi danni all'economia) o affidarsi alla tecnologia (che però
significherebbe relegare i propri obblighi morali a delle macchine). Così
anche l'architettura, nonostante possa essere virtuosa, non sarà (se non in
piccola parte) la protagonista della rivoluzione ecologica: è la città nel
suo insieme che avrà il ruolo preponderante. 3)
IN SITU: SITE SPECIFICITY IN SUSTAINABLE
ARCHITECTURE Anja Thierferlder and Matthias
Shuler L'architettura non può essere
slegata dall'analisi del contesto. Come hanno detto C. Norberg-Shulz
in “Genius Loci” e J. Nouvel in “Luisiana Manifesto”,
Architettura significa adattarsi ad un particolare luogo che si
vuole modificare. Anche dal punto di
vista energetico, la specificità del sito non è mai tralasciabile.
Vengono esposti quattro progetti: 1. Zollcerein
School, Essen, Germania, by SANAA; 2. Masdar City Masterplan, Abu Dhabi, by Foster and Partners; 3. Linked
Hybrid Building, Beijing, by Steven Holl
Architects; 4. Louvre Abu
Dhabi, Abu Dhabi, by Atelier Jean Nouvel. 4) PROGETTO BIOCLIMATICO Mario Cucinella Partendo da sole, aria,
acqua e terreno, si espongono analisi dello sviluppo, strategie
alla scala urbana e strategie alla scala architettonica. 5)
VEGETAL CITY: DREAMING THE GREEN UTOPIA Luc Schuiten Studi utopici e visionari di Luc Schuiten su una città
vegetale del 2015: tra concetti quali “habitarbre”
e “archiborescent cities”,
disegni ad alto impatto grafico sulla città del futuro. 6)
VERTICALISM (THE FUTURE OF SKYSCRAPER) Iñaki Ábalos Lo sviluppo in verticale della
città, così come il design del “grattacielo-tipo” (Seagram
Building di Mies Van der Rohe) sono temi ormai facenti parte del background
culturale collettivo. Le nuove possibilità degli edifici verticali, però,
sono innumerevoli: dalle soluzioni tecniche quali la ventilazione interna a
soluzioni urbanistiche quali quella della cosiddetta “agopuntura”. 7) URBAN
PROTOTYPES Raoul Bunschoten L'importanza del prototipo, in
urbanistica ed in architettura, è fondamentale come in tutte le altre
scienze. Prototipo è Santa Sofia a Costantinopoli, come lo è il Guggenheim di
Bilbao. Ma prototipi sono anche piani urbanistici e unione di ritrovati
tecnologici con altre arti. Viene presentata una ricerca sulle possibilità di
sviluppo sfruttando la tecnica del prototipo. |
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GLOSSARIO |
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La moltitudine di autori che ha
collaborato a quest'opera rende molto complessa l'individuazione di termini
con significato univoco durante tutto il libro. A seguire, l'elenco dei
termini principali usati da Mostafavi condivisi
dalla maggior parte degli autori partecipanti. ECOLOGICAL URBANISM: unire ecologia e urbanistica per
risolvere problemi vitali riguardo la fragilità del pianeta e la mancanza di
risorse, condizioni che creano un campo fertile per innovare nei progetti. CITY: nuovo principale campo di ricerca
dell'Ecological Urbanism. Come città viene sempre inteso non solo
l'agglomerato urbano, ma anche il complesso delle sue periferie e campagne,
così come l'insieme dei fattori culturali, sociali, economici e politici che
la caratterizzano. DESIGN: è inteso come “progetto”, a tutte
le scale, da design del paesaggio a quello di un piccolo oggetto. Il discorso
complessivo sull'ecologia è finalizzato ad indirizzare le proposte
sostenibili verso un design di buon livello. |