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Descrizione: Descrizione: http://www.italnews.info/wp-content/uploads/2011/06/Yes-is-More-An-Archicomic-on-Architectural-Evolution-by-TASCHEN-Xmas-gift-number-6-yatzer-1.jpg

autore

BJARKE INGELS

titolo

YES IS MORE.

Un’archifumetto sull’evoluzione dell’architettura.

editore

TASCHEN

luogo

KOLN

anno

2011

 

 

lingua

ITALIANO

 

 

Titolo originale: Yes is more. An Archicomic on Architectural Evolution

Prima edizione: 2009

 

 

 

Descrizione: Descrizione: http://www.designweek.co.uk/Pictures/web/g/c/j/va_yes_is_more_0_420.jpg

Argomento e tematiche affrontate

 

Yes is More è una monografia dedicata esclusivamente a BIG, un team di architetti, designer e pensatori di Copenaghen che si occupa di architettura, urbanistica, ricerca e sviluppo. Questo libro è un manifesto di cultura popolare, dove vengono descritti gli strumenti, i metodi e gli approcci alla disciplina utilizzati da questo gruppo dai caratteri anticonvenzionali, inattesi e produttivi sintesi del mondo in cui il team lavora riaffermando continuamente la propria missione con un deciso “Yes”. Parlano della quotidianità portando il lettore nel cuore dei loro progetti facendogli condividere la creatività dell’architettura con uno strumento di comunicazione alla portata di tutti: il fumetto. BIG dimostra come il suo team risponde ai requisiti richiesti di volta in volta, alle regole, ai vincoli e all’alta specializzazione che sono propri della società contemporanea, giungendo a soluzioni concrete attraverso percorsi artistici che richiamano lo stupore del pubblico oltre che quello degli appassionati d’architettura in tutto il mondo. Ingels vuole raccontare i retroscena dell’architettura, da come nasce un’idea a come si modificano le forme. L’architettura evolve a partire dallo scontro tra interessi politici, economici, funzionali, logistici, culturali e strutturali ancora sconosciuti e imprevisti. Per raccontare in modo semplice cose tanto complesse decidono di trasmettere con il loro libro l’energia dell’incontro faccia a faccia con l’architetto, anziché mettere in fila saggi adottano il fumetto per combinare parole e immagini e raccontare la storia che si nasconde dietro ad ogni progetto. Ciascun capitolo è una storia a sé e mostra come ogni opera nasca da una particolare combinazione d’ingredienti, vogliono rivelare le condizioni caotiche in cui lavorano ma non ridicolizzare la loro incapacità di controllare il processo creativo dato che proprio improvvisando e adattandosi agli ostacoli inattesi compiono i maggiori progressi. Da ogni problema sorto loro riescono a ricavare tantissimo infatti il motto diventa: “yes is more”, le idee sostenibili si concretizzano solo dopo moltissimi tentativi andati a vuoto e a volte le buone idee vengono riesumate dai fossili di precedenti evoluzioni.

 

 

 

Giudizio Complessivo: 10

 

Scheda compilata da: Laura Collura

 

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2012/2013

 

  

 

 

 

Descrizione: Descrizione: http://www.floornature.it/media/photos/6/7064/01_popup.jpg

Autore

 

Bjarke Ingels ha fondato il Gruppo BIG-Bjarke Ingels nel 2005, dopo essere stato, nel 2001, co-fondatore di PLOT Architects e aver lavorato presso OMA, a Rotterdam. Grazie ai molti premi ricevuti per progetti ed edifici, Bjarke Ingels si è guadagnato fama internazionale di esponente di una nuova generazione di architetti che coniugano analisi acuta, sperimentazione giocosa, responsabilità sociale e humour.

Nel 2004 ha ricevuto il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per la Stavanger Concert House e l’anno seguente si è aggiudicato il Forum AID Award per le case VM. The Mountain ha ricevuto numerosi premi sin dal suo completamento, tra cui il World Architecture Festival Housing Award, il Forum Aid Award e il MIPIM Residential Development Award. Recentemente, Bjarke è stato inserito nell’elenco delle 100 persone più creative dalla rivista Fast Company di New York.
Oltre a svolgere la sua attività di architetto, Bjarke ha insegnato come Professore ospite alla School of Architecture della Rice University e alla Graduate School of Architecture, Planning and Preservation della Columbia University. Bjarke è stato recentemente Professore ospite alla Harvard University dove ha tenuto un corso congiunto con la Business School e la Graduate School of Design.

Opere:

Bjarke Ingels

 

   

 

Contenuto

 

 

Yes is more racconta attraverso delle vignette i caratteri generali ed i processi che hanno portato alla realizzazione o alla progettazione delle seguenti opere:

 

·       People’s building

·       The danish pavilion

·       Little Denmark

·       The VM houses

·       The mountain

·       8 house and a little tower

·       Scala Tower

·       Lego Towers

·       Escher Tower

·       Tojhuset

·       The battery

·       Vilnius World Trade Center 1

·       Vilnius World Trade Center 2

·       Zira Zero Island

·       Superharbour

·       Vejle houses

·       W towers

·       The Fan Buildings

·       Holbaek harbour

·       Maritime Youth House

·       Danish maritime museum

·       Helsingor psychiatric hospital

·       Sjakket Youth Club

·       Water culture house

·       Stravanger concert hall

·       Landsbanki

·       Slussen

·       The housing Bridge

·       The Clover Block

·       Holy road

·       Art Cross

·       Roovre Tower

·       VMCP hotel

·       Leadership Tower

·       5 Pilars of Bawadi

 

Descrizione: Descrizione: http://www.abitare.it/it/wp-content/uploads/2011/01/BIG_vernissage_münchen-10_Gal700px-488x324.jpg

 

Esposizione del libro nella Technische Universität München di Monaco 2011

 

 

 

CAPITOLI

 

Capitolo 1 - Found in traslation

 

I Big partecipano alla gara di progettazione per il padiglione dell’expo danese 2010 a Shanghai con un hotel diviso in due parti, per far passare tra le gambe ottenute un viale. Una gamba deve approdare in acqua creando una piscina e l’altra a terra con un centro conferenze e un auditotium. Il progetto però fallisce perché non è coerente al contesto ma viene realizzato in Cina con dimensioni triplicate, il simbolo infatti in questa lingua vuol dire “people”. Così viene riadattato al nuovo ambiente e un lato viene dedicato alla cura del corpo, l’altro a quella della mente con un centro conferenze, le due torri si fondono in un hotel a cinque stelle. I Big creano atri panoramici e collocano l’ascensore nel punto di congiunzione delle due aree, introducono inoltre i cinque elementi tipici della cultura del luogo: il fuoco è il triangolo che dalla città porta all’acqua, la terra è un quadrato perfetto che si riscontra nella piazza pubblica all’ombra della congiunzione delle due torri, il metallo è il cerchio della rete a maglie che forma la struttura portante della torre, l’acqua è l’onda del profilo del complesso con piscina e sala conferenze, infine il legno è un rettangolo cioè il profilo della torre dal terrapieno.

 

Descrizione: Descrizione: http://4.bp.blogspot.com/-_QYhKVTOIEc/TkWGhrJsaRI/AAAAAAAAAC4/gDCmKwSyI8Y/s1600/Plot+-+Peoples+Building.jpg

 

People’s building

 

   

 

Capitolo 2 - A welfairytale

 

Decidono di donare alla città 1001 bici per l’expo 2010 di Shanghai, quindi strutturano il loro padiglione come una sorta di  pista ciclabile avvolta su se stessa. Creano nel cuore del padiglione una struttura balneare con la vera acqua del porto di Copenaghen e decidono di porvi al centro la vera sirenetta danese. Si tratta di una struttura lineare che si avvolge a doppio anello con piscina al centro e biciclette sul tetto: si arriva, si visita l’esposizione, si sale sul tetto e si sceglie la bici, si pedala per l’ultima parte della mostra e per gli altri padiglioni. La struttura è un sistema tubolare reticolare autoportante. La facciata è traforata in maniera differente a seconda delle sollecitazioni strutturali causate dalla struttura reticolare, crea luci ed ombre e riflette persone e biciclette all’interno del padiglione. Per il trasporto della sirenetta sorge un dibattito che ne fa fallire la nuova collocazione.

 

Descrizione: Descrizione: http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSlU1ihcvbge5LAz4KmhW4rdOXjvryHOk9PNPyoDjul3IEaJkR7

 

The danish pavilion

 

  

 

Capitolo 3 - Learning from Lomborg

 

In questo capitolo parlano dell’utilizzo delle risorse rinnovabili come fonte energetica e coniano il termine “ecolomia” in cui si fondono ecologia ed economia ed arrivano alla conclusione che è possibile progettare un ecosistema in cui ogni prodotto sia rimesso in circolo come fonte di alimentazione. Ad esempio il calore in eccesso prodotto dai frigoriferi di un supermercato può scaldare gratis un’intera piscina pubblica. Cercano un’area da trasformare in un ecosistema ecologico ed economico e trovano la zona del Rigsarkiv in Danimarca. Inclinano le facciate dei blocchi strutturali per ricavare il massimo guadagno termico solare ed installano nelle zone mai ombreggiate pannelli solari fotovoltaici. Le zone in ombra al massimo due ore al giorno vengono destinate alle abitazioni, mentre quelle coperte per più di questo periodo vengono eliminate. Usano diverse tipologie costruttive, le abitazioni occupano i pendii a sud, gli uffici le facciate verticali a nord per non avere eccessiva luce e calore, le attività pubbliche e di parcheggio la zona centrale. Concepiscono una piramide come una pila di uffici e unità residenziali disposti attorno ad un impianto sportivo, un’altra è costituita da spazi di lavoro e abitativi in cui viene intagliata una zona commerciale ed un bar. Creano la biblioteca comunale ed un parcheggio coperto da un tetto di case a schiera, la prima è una rampa ininterrotta che ospita nello spessore del pavimento un parcheggio, gli appartamenti sopra invece hanno un terrazzo alberato verso sud. Ultimano l’opera con un albergo con piscina e supermercato per usufruire dello scambio di calore.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.egodesign.ca/_files/articles/blocks/5038_little_denmark_bjarke_ingels_group_2004_big2.jpg

 

Little Denmark

 

 

 

Capitolo 4 - Urban tetris

 

Questo progetto è collocato nel nuovo quartiere residenziale di Copenaghen. Prendono due strisce parallele e le piegano e ruotano per garantire il maggior numero di vedute sul paesaggio circostante e per evitare che gli abitanti si guardino dentro casa. Il lato ovest dell’edificio sulla città nuova raggiunge i 12 piani mentre il lato opposto sulla periferia si ferma a 4. La V house è pensata come un condominio con balconi. La M come un’interpretazione nuova dell’unitè d’habitation dove i pianerottoli entrano ed escono da un lato all’altro e sono bene illuminati grazie all’andamento dell’edificio mentre le aperture si trasformano in zone di passaggio e socializzazione. Gli appartamenti sono duplex e triplex con pareti mobili per permettere agli abitanti di meglio adattarli alle loro esigenze, le vetrate sono ampie e ci sono 225 unità abitative di cui 80 sono pezzi unici. Il trattamento della facciata con ampie vetrate, legno ed alluminio fa risaltare all’esterno dell’edificio i giochi compositivi che si creano grazie ai diversi tagli degli alloggi come in  una sorta di tetris. La facciata sul parco ospita un nuovo tipo di balconi a forma di cuneo che consente un minimo d’ombra con un massimo d’aggetto. Per non fare apparire glaciali gli ingressi ricoprono la superficie con piastrelle da bagno di colori diversi, disposte in modo da formare i ritratti dei due committenti.

 

Descrizione: Descrizione: http://ad009cdnb.archdaily.net/wp-content/uploads/2008/05/vm-01-husene-big-528x418.jpg

 

The VM houses

 

  

 

Capitolo 5 - Vertical suburbia

 

Creano ad Orestad un edificio a forma di pendio dove la base è il parcheggio che sale verso l’alto in un sinuoso zig zag da nord a sud facendo da podio alle abitazioni che si spalmano su di esso con ampi giardini e bella vista. Il lato sud della costruzione è un pendio terrazzato di cortili privati, le case a schiera sono ad L e vi si accede tramite un ascensore inclinato, dal basso. Il lato nord è un parcheggio dalla struttura aperta e con facciata traforata in modo da creare l’immagine del massiccio del monte Everest. Con questo progetto rompono il paesaggio pianeggiante della Danimarca con una montagna fittizia.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.floornature.it/media/photos/30/5356/mtnbig_09_popup.jpg

 

The mountain

 

  

 

Capitolo 6 - Infinity Loop

 

Si addentrano nel progetto di un grande caseggiato e una piccola torre ad Amager Faelled. Il complesso ha la forma di una corte tagliata per creare una pizza urbana e non fondere la torre col complesso introducendola al centro di questa. Essendo stretta ed alta i piani superiori non hanno alcun problema ma quelli inferiori guardano proprio sul retro dell’edificio allora ruotano questa parte in modo da far affacciare gli appartamenti a sud-ovest, sulla piazza. La forma che ne risulta è un frontone a punta con un tetto a capanna. Il complesso ha le dimensioni di un intero quartiere in cui sovrappongono in altezza strisce di funzioni diverse: parte commerciale alla base, alloggi con un vialetto che è in realtà un tetto a giardino che costeggia le abitazioni collocate più in basso, come nelle tradizionali case a schiera danesi; uno strato di appartamenti di tipo classico e infine una copertura di due piani di case a schiera con tetto a giardino e giardino sul davanti. Per permettere il passaggio alla piazza centrale trasformano il rettangolo in un otto creando un nodo e due nuove piazze, abbassano negli angoli a sud la zona degli uffici sfavorita dal soleggiamento eccessivo e invece sviluppano in altezza i locali commerciali in un complesso di uffici di 4 piani, sollevano le case a schiera e gli appartamenti in cima portandoli a sud-ovest. Schiacciano quasi a terra un angolo per aprire il cortile e tutti i suoi appartamenti alla vista di Amager Faelled creando così un sentiero di montagna che corre lungo tutto il complesso. Gli spazi collettivi eccetto il caffè sono collocati nei punti d’intersezione dell’”8”.

 

Descrizione: Descrizione: http://ad009cdnb.archdaily.net/wp-content/uploads/2010/10/1287612711-8h-image-by-jens-lindhe-01-528x352.jpg

 

8 house and a little tower

 

  

 

Capitolo 7 - Danish steps

 

Progettare torri a Copenaghen è estremamente complesso a causa del vincolo di non costruire oltre i 21 metri e del paragone con le altre in loco, così quando si trovano a dover affrontare questo problema decidono di reinterpretare la torre storica della città utilizzando un corpo sottile ed un basamento in scala con gli edifici circostanti. La torre ospita un albergo e una spa panoramica, il basamento tutte le parti pubbliche dell’edificio. Questi elementi si fondono in una cascata di gradini a spirale che si arrampicano sulla facciata. Creano una piazza pubblica sul tetto che sovrasta la piazza della città e i giardini di Tivoli.

 

Descrizione: Descrizione: http://static.dezeen.com/uploads/2007/07/scala-copenhagen.jpg

 

Scala Tower

 

  

 

Capitolo 8 - Modular mania

 

La Danimarca è caratterizzata da un’edilizia fondata su elementi modulari prefabbricati simili ai lego così, dovendo realizzare un complesso polifunzionale in un lotto piuttosto piccolo, decidono di omaggiare il sistema modulare vigente tracciando un paesaggio pixellato di colline e valli caratterizzato dalla presenza di due torri. Ai livelli più alti le terrazze diventano balconi destinati agli uffici, ai piedi delle torri gli altipiani si fondono formando piazze e anfiteatri. I negozi ed i parcheggi si trovano sotto i giardini. La luce nelle unità abitative arriva in maniera massimizzata grazie al fatto che esse sono tutte ad angolo.

 

Descrizione: Descrizione: http://static.dezeen.com/uploads/2007/09/big_lego_model_building_2.jpg

 

Lego Towers

 

  

 

Capitolo 9 - Scandinavian skyscraper

 

Devono progettare un grattacielo scandinavo e per farlo optano per una forma del tutto nuova: torre centrale dritta invece quelle laterali cambiano posizione dal pianterreno agli attici con una rotazione del volume di 90° ottenendo il massimo punto d’appoggio. Il risultato finale viene battezzato torre di Esher e cambia forma a seconda del punto di vista: bottiglia, clessidra, calice e un disegno di Escher, da cui il nome.

 

Descrizione: Descrizione: http://img205.imageshack.us/img205/571/eschertower14ox.jpg

 

Escher Tower

 

  

 

Capitolo 10 - Bureaucratic beauty

 

Si tratta di un intervento nell’area di nuova trasformazione urbanistica al centro di Copenaghen con blocchi residenziali e scatole di vetro per uffici che si specchiano nell’acqua. Devono progettare un parcheggio accanto ai magazzini e destinarlo a funzioni residenziali con una densità molto elevata date le esigue dimensioni dell’area e i vincoli costruttivi vigenti sulle altezze. Fanno quindi uno studio sulle massime altezze possibili per ogni punto del fabbricato in modo da poter sfruttare la maggior superficie utile. L’opera ha successo poiché al cliente piace l’incremento di metri quadrati, all’urbanista la relazione tra edificio e contesto, a loro l’espressività del volume.

 

Descrizione: Descrizione: http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcR54ZwEMJDNebAFggtTvQPDx6BssgpnKytMYiwJfnGWvDANDXN1QQ

 

Tojhuset

 

  

 

Capitolo 11 - Urban integration

 

Dato che il precedente tentativo di costruire una moschea in Danimarca è fallito quando ai Big è assegnato l’incarico di progettare un’area ad altissima densità abitativa, quattro volte superiore agli standard, trovano in questa un’occasione per realizzare l’edificio religioso tanto richiesto. Questo progetto consente loro di integrare tre quartieri tra loro slegati in un unico centro d’attività oltre che la cultura islamica e danese. Partono dallo stemma di Copenaghen e decidono di dare nuova energia alla formula alchemica contenuta in esso: torri acqua e diversità creano una città viva. Usando lo stesso metodo dei vincoli per definire le altezze usato nel progetto precedente definiscono un crinale montuoso. Lo dividono poi in singole montagne con il passaggio dei collegamenti tra i quartieri, le torri a sinistra essendo larghe vengono destinate ad usi pubblici, collegano poi a livello della strada i singoli rilievi creando un luogo unico coperto e aprono le caverne alla luce e alla vista. La valle offre un’oasi protetta e quindi vi collocano l’asilo nido di quartiere, le caverne costituiscono uno spazio pubblico di dimensioni variabili dall’umano al colossale e ospitano un bazar, dei negozi, infrastrutture sportive, una spa e un asilo. Nel cuore del complesso una cupola a nervature e una guglia diventano la prima moschea costruita in territorio danese.

 

The Battery

 

  

 

Capitolo 12 - Baroque network

 

Viene chiesto ai Big di progettare un nuovo World Trade Center di fronte alla città barocca di Vilnius, intervento che ha le dimensioni più di un’ opera urbana che locale ed inoltre deve confrontarsi con il tema della scelta tra la città barocca o quella moderna, quella organica o quella ortogonale. Decidono di guardare i quartieri sull’altra riva del fiume e hanno così l’idea di sovrapporre la mappa della città vecchia con il loro sito ma siccome si ottengono così corpi separati dalle strade questa viene invertita con come risultato una struttura reticolare, un groviglio di radici e collegamenti con tutte le strade vicine, cortili e giardini penetrano ovunque. Collocano il centro conferenze al centro e da qui sviluppano le funzioni contigue in tutte le altre direzioni, protese o verso la città vecchia o il fiume o il parco. Il museo va verso l’acqua. La banca verso le vie stradali. Creano poi, per armonizzarsi al contesto e aumentare la densità al centro del complesso, una seconda collina sull’altra riva del fiume. Il progetto piace sia al committente in quanto rispondente alle esigenze di collegamento, sia al proprietario perché si sfrutta proficuamente il terreno, sia alla municipalità in quanto reinterpretazione del reticolo cittadino ma per diverbi tra le parti l’affare fallisce.

 

Descrizione: Descrizione: http://img.lrytas.lt/show_foto/?id=11963338141194515266&s=1&f=1

 

Vilnius World Trade Center 1

 

  

 

Capitolo 13- Baroque city upside down

 

I Big si trovano a dover realizzare il progetto precedente in una nuova area ma purtroppo questa non è idonea all’intervento essendo tagliata a metà da una grande arteria stradale che rende impossibile l’idea di reticolo ininterrotto. Decidono di capovolgere il progetto trasformando la vetta del WTC1 in tre piedistalli: creano una struttura stabile simile alla chioma di un albero. Al suolo si trovano aree verdi e parcheggi, sul tetto un parco a struttura reticolare circondato da spazi pubblici, atri e ristoranti. Dall’interno della struttura si vedono le automobili in transito nella zona sottostante o il cielo, le chiome accrescono le dimensioni dell’immobile.

 

Descrizione: Descrizione: http://spacelab.myblog.it/media/01/01/1392477834.jpg

 

Vilnius World Trade Center 2

 

  

 

Capitolo 14 - The 7 peaks of Azerbaijan

 

In Azerbaijan Zira è stata una base navale ora abbandonata e il presidente non ha mai autorizzato trasformazioni urbanistiche per paura rovinassero l’intera vista della capitale Baku sul Caspio. Chiede ai Big di creare una nuova città per la cultura e il tempo libero da cui siano visibili le sette vette dello stato. Decidono allora di creare un’isola ad emissioni zero concentrando lo sviluppo edilizio nella zona pianeggiante dislocata su sette montagne collegate tra loro da parchi è sentieri. Utilizzano gli schemi dei vortici di vento per progettare la distribuzione degli alberi e degli spazi pubblici: dove la turbolenza è più intensa la vegetazione si infoltisce, rallentando il vento e rendendo più accogliente l’atmosfera. Tutti gli edifici sull’isola sono riscaldati e raffrescati da pompe di calore collegate al mar Caspio, i pannelli solari forniscono acqua calda e le celle fotovoltaiche alimentano piscine e parchi acquatici, le acque reflue vengono recuperate per l’irrigazione e le parti solide vengono lavorate per essere usate come fertilizzanti, grazie ad un parco eolico l’isola ha le sue riserve di energia. Savalan è la prima montagna che dall’albergo centrale si ramifica in appartamenti e in un reticolo di strade e negozi, Ayidagh è progettata come un cumulo di unità residenziali e commerciali sovrapposte al centro una sala, Ilandag è la montagna più scoscesa con due profili che si intersecano, Shandagh ricorda in pianta una grande scacchiera, Kapaz è la montagna della corona nuziale e si avvolge attorno al porto esistente: una sottile soletta forma un sinusoide a livello del terreno e le sue deformazioni creano terrazze digradanti e caverne protette sui due lati della montagna, Beshbarmaq è un insieme di torri connesse da un’unica strada, Babadagh è un gigantesco cortile avvolto attorno ad un porticciolo, le residenze si staccano dal suolo in modo che si possa accedere al porto sia via terra che via mare. Tutte sono unite da un sentiero che permette di scalarle in un solo giorno.

 

Descrizione: Descrizione: http://media.treehugger.com/assets/images/2011/10/zira-island.jpg

 

Zira Zero Island

 

  

 

Capitolo 15- The big picture

 

Si tratta del progetto di un unico grande porto che consenta di bypassare Rotterdam. Liberando i litorali della Danimarca dal porto le dimensioni di ogni centro cittadino raddoppiano e questi valgono venti miliardi di euro che forniscono più del capitale necessario per l’ opera. Disegnano un porto a sette punte simbolo dello stato rappresentante e ogni molo viene destinato ad una funzione diversa. Purtroppo il progetto fu bocciato perché considerato inadeguato a gestire i traffici internazionali.

 

Descrizione: Descrizione: http://2.bp.blogspot.com/-qTxMAGNJD7g/TjxIiwfUggI/AAAAAAAAA7c/jX7yegpnyF4/s1600/BIG+Architect+SUPERHARBOUR.jpg

 

Superharbour

 

  

 

Capitolo 16- Urban typography

 

I BIG si rendono partecipi di una serie d’Interventi nel porto di Vejle, che ha impedito alla vita cittadina di svilupparsi fino al mare. Progettano una striscia residenziale, ma un rettangolo di cemento avrebbe impedito la vista e l’accesso allora realizzano cinque piccole torri di diverse tipologie che formano il nome della città.

 

Descrizione: Descrizione: http://1.bp.blogspot.com/_apFpwnMI2hs/S-yn2IOuPSI/AAAAAAAAC10/kC9CDZMmbYw/s1600/BIG_Vejle.jpg

 

Vejle houses

 

  

 

Capitolo 17- Split personality

 

I Big devono realizzare una torre a destinazione mista a Praga che sia in armonia con il panorama, con negozi al piano terra , gli uffici sopra e i condomini in cima; doveva essere una barriera acustica e consentire il passaggio  della metro. Ruotano e torcono l’edificio per riadattarlo al contesto e massimizzare l’illuminazione e le vedute. L’edificio così si trasforma gradualmente assumendo di volta in volta le forme ideali per la destinazione d’uso: negozi, uffici e alloggi. Al centro le piante s’incrociano per strutture di uso comune.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.eikongraphia.com/images/w/BIG_Walter_Towers_Prague_1_S.jpg

 

W towers

 

  

 

Capitolo 18- Twisted Minds

 

Progetto in collaborazione con i West 8, sono due edifici che riprendono la tipologia dei magazzini ad essi confinanti, piegati a formare due ventagli di piani sovrapposti (fan buildings). Rimangono perpendicolari alla costa per non avere il monopolio del panorama ma torcono i caseggiati per sfruttare l’orientamento sud-ovest e far convergere meglio la vista sul mare. Per far sporgere il palazzo di 26 metri s’ispirano al seggiolone dei bimbi e lo fanno poggiare su un parcheggio interrato, le pareti divisorie formano una serie di colonne in lieve pendenza lungo tutto l’edificio fino al basamento.  Usano finestre accavallate come le scaglie di un pesce per risolvere l’inclinazione della facciata. Come evoluzione dell’unitè d’habitation gli spazi piani del versante soleggiato ospitano ambienti comuni, cucina e soggiorno con un’ampia terrazza, il lato nord-est  le camere da letto. Le unità abitative sono lungo il corridoio centrale e ospitano appartamenti su due o tre livelli.

 

The Fan Buildings

 

  

 

Capitolo 19- Cadavre Exquis

 

Edificio a ventaglio con una serie di terrazze sul tetto e spazi sottostanti a uso pubblico. Dato che piace molto ne progettano uno accanto: una kasba fitta di villette tri familiari basse con tetti a terrazza strutturata come un motivo di pentagoni deformati. Per i parcheggi viene creata una collina che assicura anche la vista sul mare. Decidono di realizzare un blocco col porto fuori e la marina all’interno, realizzano case a forma di W, mutazione delle case perpendicolari al litorale, le case sulla collina spiraliforme  e le case a schiera di Holbaek. Creano un masterplan con stili architettonici diversi.

 

Descrizione: Descrizione: http://farm2.staticflickr.com/1189/1446451917_bfdab91ac3_z.jpg?zz=1

 

Holbaek harbour

 

  

 

Capitolo 20- Swept under the carpet

 

Si tratta della progettazione della Maritime Youth House nel club nautico di Sunndby nell’isola di Amager considerata una “Shit Island” perché molto inquinata. Anziché asportare la parte del terreno contaminata decidono di rivestire l’area con un’ampia copertura in legno con pali di diverse altezze che creano una spiaggia, spazi per il rimessaggio delle imbarcazioni e la sede del circolo. In questo modo aggirano anche la norma di lasciare otto metri dalla riva per il passeggio perché la struttura viene considerata pubblica, la pendenza in alcuni punti si spinge oltre la massima consentita poiché la costruzione si configura più come paesaggio che come edificio. Con questa soluzione risultano contenti sia i bambini sui quali il paesaggio ondulato ha un effetto energizzante, sia i marinai che hanno un posto per il loro circolo e un riparo per l’attracco delle barche. Inoltre il luogo viene frequentato per passeggiate da tutti i cittadini e non più solo da marinai, assistenti sociali e ragazzi.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.eikongraphia.com/wordpress/wp-content/Plot%20-%20Maritime%20Youth%20House,%20Kopenhagen.jpg

 

Maritime Youth House

 

 

 

Capitolo 21- To be and not to be

 

Per questo progetto si trovano a dover costruire in uno scantinato, dato che il museo è stato spostato dalla sua collocazione originaria all’interno delle mura del castello dell’Amleto di Shakespeare. Si tratta di un bacino pieno d’acqua e hanno inoltre il divieto di sporgersi oltre il terreno, data la vicinanza al sito dichiarato patrimonio dell’umanità. Per non toccare la struttura che si regge proprio grazie all’acqua all’interno che fa pressione sulle pareti, decidono di capovolgere il bacino e progettare tre ponti. Uno per impedire all’acqua di entrare nel bacino e collegato al lungoporto, il secondo di collegamento col castello, l’ultimo scende rimbalzando da una parete all’altra e conducendo i visitatori al museo. Il pubblico è come se scendesse negli abissi, sotto il livello delle acque circostanti in una biblioteca, uno spazio espositivo, un auditorium e una caffetteria. Essendo il bacino un cortile i luoghi di lavoro per lo staff che necessitano di luce vengono portati all’interno del museo, evitando trasporti inutili. Per condurre i visitatori al museo studiano un pavimento inclinato leggermente. Hanno risolto così il problema progettuale costruendo intorno al bacino.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.designbuild-network.com/uploads/feature/feature1976/8-danish-maritime-museum.jpg

 

Danish maritime museum

 

  

 

Capitolo 22- Color therapy

 

Progettano un ospedale psichiatrico vicino all’ospedale esistente. Dovendo avere in quantità di spazi due livelli, data l’area, e per accedere direttamente ad esso dall’esterno fanno in modo che il paesaggio tracimi sui reparti per ricavare giardini ritagliati nel manto erboso. Gli altri spazi funzionali s’inseriscono nel vuoto centrale come padiglioni di vetro in un paesaggio sopraelevato. Si creano aree collegate ad un punto centrale e che si irraggiano nell’ambiente ognuna nella sua direzione. Collocano i pazienti da un lato e i medici dall’altro con gli spazi comuni in mezzo e molti giardini per creare una sufficiente illuminazione. Affrontano il problema dei materiali optando per della semplice vernice a causa del budget limitato, ma si scontrano con i contrasti degli psichiatri che non vogliono le tonalità da loro suggerite perché considerate troppo forti e causa di disagi nei pazienti. Propongono allora i colori primaverili presenti nei quadri “i girasoli” di Van Gogh, rappresentante appunto dei destinatari dell’opera.

 

Descrizione: Descrizione: http://t0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSVpkfsGZjFP-gYFCk0RmJpP_ioBM1CG7EpFpFNlBLzu0RSMRow

 

Helsingor psychiatric hospital

 

 

 

Capitolo 23- Re-Squat

 

Si tratta di un progetto in una zona disagiata di Copenaghen ed è il riadattamento di una fabbrica per una banda di ragazzi di strada chiamati Sjakket. Essendo costituita da due grandi ambienti a volta propongono di riempirne uno e svuotare l’altro, il primo ospita così il centro giovanile, scuola, uffici e kickboxing, il secondo si apre ad eventuali spazi collettivi per concerti e attività sportive. Tra le due volte creano una sorta di terrazzo abitabile per i ragazzi, l’unica cosa che viene aggiunta è lo studio di registrazione a forma di container che poggia tra le due volte.

 

Descrizione: Descrizione: http://c1038.r38.cf3.rackcdn.com/group1/building387/media/media_21722.jpg

 

Sjakket Youth Club

 

 

 

Capitolo 24- Swimming pool inside out

 

Partecipano al concorso per il centro acquatico di Aalborg, a nord della Danimarca. Decidono di organizzare prima di tutto l’acqua e tutto il resto di conseguenza, creano una piscina per il nuoto, una per il relax, una per i giochi ed una per le immersioni. La prima forma un canale lungo 150m a cui si collegano le altre piscine, piegano poi questo canale creando un cerchio e realizzando così una sorta di grande lago con un’isola al centro. Le penisole sono destinate alle diverse attività ed in mezzo si trova la postazione del bagnino. Sollevano la parete di tre metri offrendo ai clienti il panorama a 360° della collina; dei ponti a trave solcano il soffitto e poggiano su colonne poste nell’isola congiungendosi alla facciata e sostenendola a sua volta e sono destinati alle terme, agli spogliatoi e a un atrio/ristorante di raccordo con gli edifici limitrofi. Il bagno turco è pensato come una grande scalinata con temperature crescenti salendo in altezza, la sala massaggi ha una finestra ritagliata nel pavimento per osservare i nuotatori più in basso, ci sono vasche d’acqua calda da parete a parete e una sauna con vista sulla foresta di betulle. Le nuove elezioni comunali portano ad un taglio nelle spese e l’edificio non viene costruito.

 

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 Water culture house

 

  

 

Capitolo 25- Public proscenium

 

Si tratta del progetto di una sala concerti in un’area parcheggio di uno scalo dismesso. Decidono di creare una sorta di topografia architettonica per intensificare le relazioni col contesto; l’atrio è posto al centro, affacciato sulla baia e di raccordo tra due auditorium. Inseriscono questi nell’ambiente creando un avvallamento tra i rilievi dei due, un valico che dalla città porta al mare. Ottengono un paesaggio terrazzato con molti gradoni, la valle forma una sorta di arena pubblica. In questo modo la concert hall è una sorta di interpretazione architettonica della topografia naturale del posto.

 

Descrizione: Descrizione: http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQZv-bIyuLooosAeM5SblNoelgnUfO7RObPDpcnuNp8FH8Dd0RCOg

 

Stravanger Concert Hall

 

  

 

Capitolo 26- National stage of Iceland

 

Per progettare una banca bisogna suggerire ipotesi flessibili e generiche per adattarsi alle modalità lavorative in cambiamento. Disegnano così una struttura a corte con 1100 postazioni lavorative e gli edifici direzionali intorno ad un ampio spazio pubblico al piano terra. Inclinano il tetto dell’edificio per creare volumi differenziati  che rispondano  agli immediati intorni: mare e centro storico raccolto. Da un lato viene creata un’incavatura per offrire riparo alle persone che passeggiano in piazza, dall’altro si rientra per creare un palcoscenico urbano proprio nel punto in cui viene celebrata la festa nazionale.  Spingono indietro la facciata nord per allinearla con il litorale urbano, arretrano la linea del tetto dell’edificio rispetto al percorso culturale creando un canyon ben illuminato. Le due concavità formano due caverne luminose e sono di passaggio sulla corte centrale. Ricoprono le facciate di vetro esterno con pois argentati che danno vita a giochi di luce all’interno e riflettono immagini sia all’interno che all’esterno. L’intero paese va in banca rotta ed il progetto fallisce.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.urbika.com/imgs/projects/large/1295_landsbankinn.jpg

 

Landsbanki

 

 

 

Capitolo 27- Social infrastructure

 

La città di Slussen è stata la culla di Stoccolma ed ha assunto diversi aspetti nel corso del tempo fino alla forma di raccordo stradale a quadrifoglio attuale. Decidono di trasformare totalmente lo spazio in modo che non ospiti più automobili ma persone, tengono i flussi di traffico originari (auto, treni, autobus) e cancellano tutto il resto. Aggiungono in cima un’area per accedere al mare forata per far passare l’aria e aprire la vista, estendono le parti esistenti di Soder per farle arrivare all’acqua, completano il cortile dello Stockholms Stadmuseum trasformandolo in un anello continuo, introducono un nobelmuseet e una biblioteca a est e ad ovest trasformano l’auditorium in un teatro. Dei lucernai costellano la pavimentazione dando luce e aria agli spazi sottostanti. La mobilità di auto, bus e treni coadiuva il fluire della vita cittadina dal centro al mare, pendii e curve creano luoghi per muoversi, fermarsi, godersi la vita in riva all’acqua. Prima Slussen vedeva nell’automobile la forza trainante della città del futuro, adesso è convinto che qualità della vita e rapporti sociali siano gli unici a determinare la creazione di una città sostenibile dal punto di vista ecologico, economico e sociale.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.designboom.com/tools/WPro/images/11a/big1.jpg

 

Slussen

 

 

 

Capitolo 28- Dumus Pontus

 

Progettano un porto a Copenaghen che congiunge la sirenetta all’accademia reale di belle arti per risolvere il problema del traffico cittadino e produrre tanto valore immobiliare da potersi autofinanziare. La sommità del ponte è destinata al traffico il resto è un complesso edilizio lungo 1 km con residenze e uffici ed un’altezza variabile da 1 a 15 piani. Sulla terra ferma delle strutture a destinazione pubblica si rivolgono alla città adiacente, mentre in acqua gli uffici occupano i piani più ampi con sotto i parcheggi e le abitazioni, che scendono fino al mare. Il ponte ha gigantesche arcate di diverse dimensioni per consentire il passaggio delle imbarcazioni ed essendo un unicum i suoi autori ricevono il loro primo brevetto.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.thefunctionality.com/storage/wordpress/infrastructure_now/big.jpg?__SQUARESPACE_CACHEVERSION=1233291619849

 

The housing Bridge

 

 

 

Capitolo 29- Battlefield

 

Questa area era adibita ad aeroporto e poi diventa un grosso centro sportivo caratterizzato da lande deserte ideali per essere edificate, ma non si può eliminare questa risorsa senza essere sgraditi a nessuno perciò i BIG decidono di ricavare una striscia di 30m lungo il confine del lotto. Variano l’altezza del complesso per rispettare i vicini e garantire la vista delle guglie, creano grandi porte, arcate e ampi accessi per garantire il collegamento fisico e visivo tra cloverfield e i dintorni, abbassano la struttura in tre punti in modo tale da fargli toccare il suolo e consentire l’accesso al parco sul tetto. In questo modo danno vita ad un’opera che ospita 2000 residenze tre asili e una scuola pubblica e che mantiene inalterati i campi da calcio. I calciatori gradiscono l’idea di essere protetti dai forti venti e d’avere nuove sedi per le società sportive mentre quelli degli orti lanciano una protesta preoccupati per l’arrivo d’immigrati o per motivi egoistici di legame possessivo ai loro orti. Il dibattito viene portato avanti anche dai media e quando finalmente la sinistra radicale decide di andare avanti col progetto tutto si arena a causa del ripensamento dell’assessore dell’ambiente e delle infrastrutture. Alla fine il concorso bandito viene vinto dal progetto di un complesso edilizio frammentato e fagocitante i campi da calcio.

Si occupano di un intervento di ricostruzione nel Khalifa Park ad Abu Dhabi, un parco enorme totalmente inutilizzato. Riuniscono come nel caso visto in precedenza tutte le abitazioni in un grande edificio a corte, il tetto si alza e abbassa per accogliere il più grande percorso di montagne russe del mondo.

 

Descrizione: Descrizione: http://t3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSP6uRhiq4YCKIJ2H-jTpgO_J-QTV2MwpJiLXGzad1uGrZ3CH6j

 

The Clover Block

 

 

 

Capitolo 30- Marbled Block

 

Questo è il progetto di un edificio a destinazione mista nel quartiere ai piedi dell’acropoli di Atene. A livello del terreno creano un motivo quasi medievale di vicoli e viuzze, per massimizzare l’intervento residenziale riducono la larghezza delle strade da 4m a livello del suolo ad 1m ed  inclinano i muri per non lasciar passare il sole cocente. Il volume è un blocco monolitico di marmo, tempestato di crepe a uso pubblico. Questo intervento viene poi realizzato in un altro sito.

 

Descrizione: Descrizione: http://2.bp.blogspot.com/_8Lufw3c2g4I/S7tJyjw2-wI/AAAAAAAAICM/gCUx5IdIbpc/s1600/BIG+.+The+Holy+Road+.+mixed+used+development+.+Athens+(5).jpg

 

Holy Road

 

  

 

Capitolo 31- Istant Icon

 

Si tratta della progettazione di un deposito e di una sala espositiva nel museo Tamayo in cima ad un pendio affacciato anche su Città del Messico. Le richieste sono estremamente specifiche e decidono di adottare il layout esistente: la croce. Il deposito deve però stare in piano per le attività che vi si svolgono allora danno vita ad una croce aggettante sul pendio; i visitatori arrivano dalla strada sopra al tetto e scendono nelle sale espositive, l’area di scarico è collegata direttamente alla strada sottostante. Sotto l’elemento a sbalzo vengono posizionati gli spazi pubblici. Le murature sono in mattoni pieni dipinti di bianco con fori tra loro variabili che creano un quadro di Rufino Tamayo.

 

Descrizione: Descrizione: http://i3.ytimg.com/vi/6d_YWRXqahQ/mqdefault.jpg

 

Art Cross

 

 

 

Capitolo 32- Engineering without engines

 

La torre deve ospitare due diverse attività: abitare e lavorare che hanno spesso gli stessi contesti ma esigenze diverse,  infatti le abitazioni utilizzano energia per riscaldare, gli uffici per raffrescare inoltre richiedono luce naturale ma non solare diretta invece le abitazioni amano il sole e le terrazze. Decidono quindi di inclinare verso nord le abitazioni ottimizzando il guadagno di energia solare passiva inoltre così le terrazze degli appartamenti  beneficiano di luce sempre, gli uffici invece hanno un’inclinazione ideale nord-sud e quindi opposta alla precedente. Sempre per gli uffici, per evitare un eccessivo riscaldamento nei mesi caldi inclinano il volume a sud. Il lato nord non è mai colpito dal sole, mentre sul lato sud l’emissione solare si riduce del 50%, l’esposizione alla luce diffusa da nord aumenta del 40%. Alternano in un motivo a zig zag queste due parti dell’edificio e ciò stabilizza anche la struttura. Il progetto non vince il concorso ma anche la costruzione della variante vincitrice fallisce del tutto a causa di un terremoto.

 

Descrizione: Descrizione: http://www.abitare.it/en/wp-content/uploads/2010/09/HOJ_Image-by-BIG_01_aHR_Gal700px.jpg

 

Roovre Tower

 

 

 

Capitolo 33- Royal Treatment

 

Questo è il progetto per un airport hotel all’aeroporto di Oslo, partono dalla tipica forma a torre di cui però sbriciolano subito la base in sei distinti edifici con il paesaggio che si incunea tra queste fino a raggiungere l’atrio centrale. Data la forma le finestre dei piani più bassi vengono trasformate in lucernai per offrire la vista del cielo norvegese piuttosto che dei mediocri dintorni. L’edificio viene chiamato “La piovra” ed è visibile dagli aerei. Al committente piace così tanto il progetto che ne commissiona loro uno identico a Stoccolma ma essi si rifiutano e lo riadattano. Creano una rampa inclinata per l’arrivo delle automobili agli spazi comuni posti alla sommità, mentre ai piani inferiori collocano le abitazioni. Questa idea però non piace allora pensano ad un edificio modernista con finestre orizzontali da parete a parete che creano con le loro ondulazioni il ritratto di uno dei reali su francobolli. La forma è quella di un triangolo, gli angoli acuti annullano a tratti la profondità dell’edificio, producendo l’illusione di un’immagine bidimensionale. La colorazione della moquette sulle pareti di notte crea immagini colorate dei reali “alla Andy Warhol”. Il volume centrale è attraversato da sale riunione che s’intersecano ed è rifinito con un materiale molto riflettente che crea spazi piranesiani. Si nota da quest’opera il loro approccio evoluzionistico all’architettura: la totale compiacenza come forma alternativa di attivismo.

 

Descrizione: Descrizione: http://c1038.r38.cf3.rackcdn.com/group1/building6168/media/4d5038c8d46fc5.07421334.jpg

 

VMCP hotel

 

 

 

Capitolo 34- Sheikh Chic

 

Si tratta di un gigantesco albergo a Dubai, un cliente del Kuwait rimane affascinato dal VMCP e ne vuole uno uguale allora progettano un edificio monolitico, alto 300m e largo 100m, rivestito in marmo bianco e contraddistinto da un reticolo di finestre quadrate di dimensioni diverse che determinano l’immagine dello sceicco. La facciata protegge inoltre le finestre dal sole, gli uffici sono in alto con balconi in ombra tra il vetro e il marmo. Tutti gli interventi aggiuntivi sono sommersi nella sabbia e ricevono luce tramite cortili seminterrati.

 

Descrizione: Descrizione: http://farm4.staticflickr.com/3655/3300657786_9d6ff09269.jpg

 

Leadership Tower

 

 

 

Capitolo 35- Post-petroleum palace

 

Badawi essendo tutta fantasia e niente realtà non ha alcun contesto in cui deve essere integrata perciò per i BIG è come costruire 200000mq di abitazioni nel deserto. Decidono di far rientrare le facciate perché siano in ombra durante le ore in cui il sole è più caldo, scavano una gigantesca arcata nel volume ipotetico per creare scorciatoie, viali, piazze e strade secondarie in modo da renderlo un nodo urbano. Gli spazi a destinazione pubblica formano una gigantesca tettoia, il mercato è posto al centro, all’ombra. Le stanze godono di una vista sconfinata, gli atri si aprono verso il cielo e sono illuminati e raffrescati naturalmente. Al piano terra le lastre di sostegno si riducono a struttura e circolazione, ma diventano più grandi per accogliere più stanze, sopra si trovano negozi e spazi abitativi che danno sugli atri invertiti, sotto ci sono ristoranti e giardini. I piani sopra sono attici esclusivi. Ai cittadini piace molto il progetto vedendo in esso il simbolo della comunità islamica di spazi pubblici sotto il firmamento dei cinque pilastri su cui è fondata la loro società.

 

Descrizione: Descrizione: http://images.lib.ncsu.edu/des/Size2/NCSULIB-1-NA/1347/107688.jpg?userid=1&username=admin&resolution=2&servertype=JVA&cid=1&iid=NCSULIB&vcid=NA&usergroup=Design_Library-1-Admin&profileid=1

 

Post-petroleum palace

 

  

 

GLOSSARIO

 

Coerenza - Conformità tra le proprie convinzioni e l'agire pratico.

 

Semplicità - Elementarità, facilità.

 

 Ecolomia In questa parola si fondono ecologia ed economia. Si può progettare un ecosistema in cui ogni prodotto sia rimesso in circolo come fonte di alimentazione.

 

Sostenibilità ambientale - Per sostenibilità ambientale si intende la capacità di preservare nel tempo le tre funzioni dell’ambiente: la funzione di fornitore di risorse, funzione di ricettore di rifiuti e la funzione di fonte diretta di utilità. All’interno di un sistema territoriale per sostenibilità ambientale si intende la capacità di valorizzare l’ambiente in quanto “elemento distintivo” del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio.

 

Eco-tech - Garanzia di ecocompatibilità ed efficienza energetica.

 

Sostenibilità economica - La sostenibilità economica può essere definita come la capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura degli indicatori economici. In particolare, la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento delle popolazioni. All’interno di un sistema territoriale per sostenibilità economica si intende la capacità di produrre e mantenere all’interno del territorio il massimo del valore aggiunto combinando efficacemente le risorse, al fine di valorizzare la specificità dei prodotti e dei servizi territoriali.

 

Tetris tridimensionale - appartamenti che si incastrano formando complesse combinazioni trasformando le facciate esterne.

 

Sostenibilità sociale - La sostenibilità sociale può essere definita come la capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite per classi e per genere. All’interno di un sistema territoriale per sostenibilità sociale si intende la capacità dei soggetti di intervenire insieme, efficacemente, in base ad una stessa concezione del progetto, incoraggiata da una concertazione fra i vari livelli istituzionali.

 

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 VM houses

 

Simbiosi architettonica - Gravitazione di ciascuna struttura intorno alla sua collocazione ideale.

 

Alchimia architettonica - Mescolando normali ingredienti in combinazioni inattese si può creare un valore aggiunto.

 

Differenze posticcie – Diversità evidente solo apparentemente ad un primo livello, ma nulla se si scava nei contenuti.

 

Valore simbolico - Che ha valore puramente rappresentativo, formale.

 

Contraddizione - Opposizione, contrasto, discordanza tra pensieri, affermazioni, comportamenti, dati di fatto.

 

Evoluzione urbana – Risultato della complessa interazione tra interessi pubblici e privati foraggiata dagli investimenti e sottoposta a regole ben precise.

 

Tipografia urbana – Trasformazione di edifici in insegne della città.

 

Architettura – Essa è la parte artificiale della geografia del pianeta, “la materia che ci circonda”.

 

Nuova corrente funzionalista – Corrente basata non sull’accumulo di macchine ma sulla capacità di modellare gli edifici e scegliere i materiali per fare in modo che siano le proprietà intrinseche dell’architettura a soddisfare i requisiti necessari.

 

approccio evoluzionistico all’architettura - Totale compiacenza come forma alternativa di attivismo.