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   autore   | 
  
   YONA FRIEDMAN  | 
 
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   titolo   | 
  
   UTOPIE RALIZZABILI  | 
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   editore   | 
  
   QUODLIBET  | 
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   luogo  | 
  
   MACERATA  | 
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   anno  | 
  
   2003  | 
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   lingua  | 
  
   ITALIANO  | 
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   Titolo originale: Utopies
  réalisables. Nouvelle édition
  (1974)  | 
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   Argomento e tematiche
  affrontate  | 
  
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   L'autore
  cerca di definire un linguaggio semplice e universale che permetta lo studio sistematico
  delle utopie e verifichi se queste sono realizzabili o meno, tenendo anche
  presente la tipologia di organizzazione della società presa in studio. Ragiona
  sulla società come insieme di oggetti e uomini e ne studia le
  relazioni. Osserva
  quali sono le utopie tutt'oggi irrealizzate, anche se le tecniche necessarie
  per portarle a compimento sono presenti, e quelle che invece sono
  irrealizzabili per motivi reali, i quali vengono scrupolosamente studiati e
  verificati. Propone
  soluzioni a condizioni reali che risultano critiche per la vita dell'uomo.  | 
  
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   Giudizio Complessivo: 8 (scala 1 - 10)  | 
  
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   Scheda
  compilata da: Brambilla Cristina  | 
  
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   Corso di
  Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2012/2013  | 
  
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   Autore  | 
  
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   Yona
  Friedman nasce in Ungheria nel 1923 e qui comicia a studiare architettura
  grazie all'aiuto economico di un professore che scopre il suo talento. Successivamente
  si trasferirsce in Romania e poi in Israele dove, per mentenersi gli studi,
  lavora come operaio edile. Una volta
  terminati gli studi partecipa al Congrès Internationaux  d'
  Architecture Moderne (CIAM) dove presenta le sue idee riguardanti lo sviluppo
  urbano (Mobile architecture). Nel
  Novembre del 1957 fonda il Groupe d'Etudes d'Architecture Mobile (GEAM) con
  Jan Trapmane, successivamente conosce Gerrit Rietveld e Jerzy Soltan. Nell'
  Aprile del 1960 GEAM fonda i suoi principi e conclude che la pianificazione
  urbana ha fallito con il suo approccio datato e costoso. Il gruppo lavora per
  trovare delle soluzioni. Su invito
  di  Jean Pruvé Friedman si
  reca a Parigi dove conosce Denise Charvein che diviene sua moglie. Egli cerca
  di realizzare le sue idee progettuali, ma si rende conto di non essere
  compreso e si concentra maggiormente sulla trasmissione e propaganda delle
  sue idee. Egli
  progetta artwork che espone in diverse mostre e il suo obiettivo è
  collegare i suoi disegni a le sue opere al suo ragionemaneto di base
  architettonica.   | 
  
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   Yona Friedman  | 
  
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   Contenuto   | 
  
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   L'autore incrementa la sua prima
  edizione con nuovi interventi e considerazioni sulla sua teoria riguardante
  le utopie realizzabili. Questo libro è, per l'autore, uno
  stato d'accusa per  quelli che
  definisce i due "cattivi" dei nostri tempi: lo "Stato
  mafia" e la "mafia dei media". La prima riguarda
  l'impossibilità di conservazione di uno Stato democratico classico non
  appena le sue dimensioni superano certi limiti e la seconda è una
  diretta conseguenza causata dell'impossibilità della comunicazione
  globale dovuta all'incapacità dell'uomo di effettuarla. Queste due mafie cercano di
  convincere che siamo noi, la popolazione, a volere quello che loro vogliono
  quando, in realtà, ognuno di noi è esperto per se stesso. I dirigenti non sono più in
  grado di governare gli Stati e non riescono più a rimanere in contatto
  con la massa divenuta troppo ampia.  I media hanno la sola funzione di
  fare da "critici teatrali" preoccupandosi dell'effetto da produrre
  invece di informare in modo oggettivo. L'unica soluzione alle mafie rimane
  quella dei piccoli gruppi.  | 
  
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   CAPITOLI  | 
  
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   Capitolo 1 – Delle
  utopie in generale  | 
  
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   L'autore definisce la nostra epoca come quella nella quale
  sono state inventate il maggior numero di utopie che sono, per eccellenza,
  realizzabili. Esse nascono da una condizione di insoddisfazione che deve
  essere superata. La ricerca del miglioramento può avvenire: - immaginandosi un cambiamento che sembra realizzabile ma
  non lo è, quello che gli 
  anglossassoni chiamano wishful thinking; - immaginandosi un cambiamento del comportamento di tutti
  gli altri che, essendo irrealizzabile, porta ad una rassegnazione
  preliminare; - riflettendo e studiando ciò che del comportamento
  altrui può cambiare e osservando gli strumenti a disposizione
  necessari per  la formulazione di
  una strategia che confluisca in un'utopia realizzabile; - pensando di cambiare il proprio comportamento personale,
  ovvero un progetto. L'operazione chiave dell'utopia realizzabile consiste
  nell'ottenere il consenso collettivo e può nascere solo a condizione
  che esista un rimedio noto (tecnica) per porre fine all'insoddisfazione che
  l'ha generata. Il progetto, a differenza dell'utopia, necessita di una
  tecnica conosciuta ma non di un consenso collettivo. Esistono due diverse leggi delle utopie: 1- di fronte ad una situazione insoddisfacente la tecnica
  proposta per il superamento è già nota, quindi insoddisfazione
  e tecnica applicabile non sono contemporanee; 2- la tecnica può essere applicata solo a consenso
  avvenuto quindi questi due fattori (tecnica applicabile e consenso) non sono
  tra loro contemporanei. Se la conoscenza della tecnica applicabile è in mano
  a poche persone si tratta di utopia paternalista, se è di dominio
  pubblico di utopia non paternalista.  L'applicazione della tecnica ha lo scopo di eliminare la
  causa dell'insoddisfazione o di rendere apprezzabile la situazione esistente.
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   Capitolo 2 – Le utopie sociali  | 
  
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   La società viene definita come un insieme di
  individui tra i quali esiste una qualsiasi relazione. Essi si INFLUENZANO
  l'uno con l'altro in modo diretto o attraverso una propagazione delle
  influenze. Nelle organizzazioni paternaliste gli ideatori delle utopie non ne
  subiscono le conseguenze, non ne vengono quindi influenzati; il contrario
  accade nelle organizzazioni non paternaliste.  Le società possono essere: 1- gerarchiche: nelle quali la propagazione delle influenze
  non è garantita  2- egualitarie: dove la propagazione che parte da un
  individuo arriva con certezza a tutti gli altri anche se in modo lento. La società è in realtà costituita da
  uomini  e oggetti, quest'ultimi
  non coscienti, collegati da un sistema di influenze. Questa definizione
  equivale a quella di ambiente ossia l'insieme di oggetti influenzati
  dall'uomo e che lo influenzano.  | 
  
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   Capitolo 3 – Gruppo critico  | 
  
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   Per
  consentire la velocità di trasmissione delle relazioni e per permettere
  la persuasione necessaria al consenso dell'utopia si necessita di una
  grandezza funzionale del gruppo identificata con il gruppo critico.  All'interno
  di esso devono essere studiate la valenza, ossia il numero di centri di
  interesse su cui un uomo può concentrare la propria attenzione
  cosciente, e la capacità di canale che definisce la degradazione,
  ovvero l'ostacolo, per la trasmissione di un'informazione. La
  trasgressione dei limiti del gruppo critico conduce all'alienazione, provoca
  un cambiamento e ostacola la permanenza di una società egualitaria. La
  grandezza del gruppo critico è determinata da: 1-
  struttura del gruppo; 2-
  valenza dei membri; 3-
  capacità di canale dei membri; 4-
  velocità caratteristica del linguaggio; 5-
  velocità di reazione  | 
  
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   Capitolo 4 – L'ambiente  | 
  
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   Il
  meccanismo che regola la coesistenza delle società è simile
  all'ecosistema che regola la coesistenza delle specie. Esso viene definito
  come ecologia sociale; ad essa appartiene un elemento detto selezione sociale
  che dipende da un sistema di regole inventate da una società con lo
  scopo di conservare una certa SITUAZIONE.  L'ecologia
  sociale pone dei limiti quantitativi utili al mantenimento della soglia del
  gruppo critico. La selezione sociale tratta invece dei limiti qualitativi. Una
  società viene definita egualitaria quando le persone che la compongono
  hanno tutte la medesima posizione sociale. Essa assume un buon funzionamento
  quando comprende un gran numero di oggetti di bassissima condizione sociale.  La
  proporzione tra persone ed oggetti è fondamentale per determinare il
  repertorio delle possibili organizzazioni sociali e di tutte le utopie
  realizzabili. Nella
  società la comunicazione è importante, ma possibile solo per
  piccoli gruppi. Nel caso di società che hanno oltrepassato la soglia
  del gruppo critico la comunicazione risulta impossibile ed i suoi dirigenti
  prendono coscienza della condizione sociale solo attraverso dati statistici
  che portano ad una trascuratezza della condizione reale. Le
  constatazioni fatte sul gruppo critico degli esseri viventi trovano
  corrispondenze nel mondo degli oggetti. Una di queste è la produzione
  di rifiuti i quali sono riciclabili solo entro certi limiti di
  quantità oltre i quali inizia l'inquinamento. Questa è definita
  quantità critica dei rifiuti che dipende dall'organizzazione del
  gruppo umano. I
  legami tra uomini e oggetti all'interno di una società sono quindi
  molto importanti e il loro equilibrio può essere facilmente
  disturbato.  | 
  
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   Capitolo 5 – L'organizzazione degli
  altri  | 
  
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   Precedentemente
  l'autore ha osservato il rapporto tra uomini e oggetti, il suo studio poi si
  concentra maggiormente sul rapporto dell'oggetto con l'individuo e
  l'ambiente. Gli
  oggetti assumono importanza diversa a seconda dell'osservatore; si cerca
  quindi un'assiomatica che descriva i collegamenti tra persone e oggetti,
  ovvero: 1-
  un oggetto appartiene a un ambiente solo quando attira l'attenzione di un
  individuo; 2-
  un oggetto necessario alla sopravvivenza di un individuo ne attira
  l'attenzione; 3-
  un oggetto che attira l'attenzione di un individuo ne attirerà
  parimenti l'attenzione sui collegamenti che esistono tra quell'oggetto e gli
  altri (persone e oggetti). Questa
  assiomatica include un certo numero di corollari: - ad
  individui diversi può corrispondere un ambiente diverso; -
  l'operazione all'origine dei collegamenti è l'attenzione; -
  senza attenzione la sopravvivenza è impossibile; - la
  differenza tra individui e oggetti è di attenzione; - il
  problema dell'accesso ha come unica origine i limiti delle capacità
  d'attenzione di un dato individuo. Data
  la prima assiomatica sul rapporto dell'oggetto con individuo e ambiente ne
  viene introdotta una seconda riguardante l'organizzazione dell'individuo
  rispetto all'oggetto: la proprietà. Questa
  si riduce ad una relazione passiva persona-oggetto, in quanto l'oggetto non
  è cosciente, e ad una di convenzione persona-persona. Il numero di
  persone definisce il repertorio di organizzazioni e l'insieme di vincoli che
  possono essere scelti. Alcuni
  oggetti non sono permanentemente utilizzati e altri sono a disposizione di
  tutti, manca una regolamentazione che registri le priorità nel caso di
  utilizzo collettivo dell'oggetto. Ci
  sono due tipi di organizzazione che riguardano l'attesa di utilizzo: 1-
  stoccaggio: l'oggetto aspetta di essere utilizzato; 2-
  regolamentazione: l'individuo aspetta l'oggetto. I
  prodotti di prima necessità non appartengono a nessuna delle due
  organizzazioni e sono quelli economicamente più facili da ottenere. Le
  organizzazioni che necessitano di uno stoccaggio di oggetti sviluppano uno
  spreco temporale nel senso della vita dell'individuo, lo frammentano e il
  problema principale che si individua è l'accesso all'oggetto.  | 
  
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   Capitolo 6  – La "società senza competizione"  | 
  
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   Dopo
  aver osservato il rapporto persona-persona e persona-oggetto viene studiato
  il comportamento dell'individuo nella società. La
  lotta per la vita della specie è da sempre presente all'interno della
  società e si vuole capire se è veramente necessaria o se
  è possibile creare una società senza competizione. La
  lotta per la vita si manifesta in senso stretto solo nel caso in cui un
  genere necessario alla sopravvivenza non è reperibile in
  quantità sufficiente per un intero insieme di individui. L'abbondanza
  dei generi di sussistenza e la riduzione dell'insieme degli individui possono
  condurre ad un equilibrio, si tratta in ogni caso di una trasformazione. Sono
  riconoscibili quatto schemi: -
  abbondanza naturale, ossia equilibrio; -
  abbondanza naturale e rarefazione artificiale; -
  rarità naturale e lotta per la vita; -
  rarità naturale e risposta tecnologica. La
  lotta per la sopravvivenza non è necessaria per gli schemi di
  abbondanza artificiale e naturale, ma nel primo caso potrebbe essere presente
  un desiderio di potere che può essere fermato se tutti gli individui
  sono a conoscenza della tecnologia utilizzata a creare l'abbondanza. Nel
  caso di equilibrio potrebbe comparire la lotta per la precedenza e creare una
  condizione definita rarità indotta,  nella quale il pericolo di inflazione
  è un grande ostacolo alla realizzazione di utopie egualitarie che
  possono essere create solo istituendo un feedback continuo relativo alla
  condizione sociale del singolo o rifiutando la rarità indotta, come
  accade nella utopica società non competitiva. I
  gruppi non competitivi sono in realtà fragili perché possono
  crescere e oltrepassare la soglia critica e perché il paternalismo
  delle mitologie è causa delle scissioni ideologiche. Un
  modo per evitare la distruzione dei gruppi non competitivi è garantire
  la possibilità di migrazione e di controllare le nascite. In
  generale la creazione di una società egualitaria è sempre
  ostacolata dalla competizione.   | 
  
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   Capitolo 7  – L' importanza dell'importanza  | 
  
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   Importante
  è osservare le società e gli individui che ne fanno parte
  dall'esterno perché ognuno di essi si sente importante e la sua
  visione della società risulta distorta. Le utopie risultano dunque
  tentativi ideati con lo scopo di 
  ristabilire la propria importanza agli occhi degli altri ed è
  proprio questa ad essere indispensabile per cogliere gli aspetti
  dell'organizzazione sociale facenti parte della società in esame; in
  una società non paternalista l'importanza è garantita a
  chiunque e, in realtà, nessuno può vivere senza sentirsi
  importante. L'importanza
  può essere: -
  positiva: l'individuo si sente importante indipendentemente dagli altri; -
  negativa: l'individuo riduce l'importanza altrui per garantire la propria. L'utopia
  di una società anonima è realizzabile attraverso un sistema di
  criteri fondato sull'importanza negativa, ma questo crea un livellamento
  dell'importanza di ciascuno dei suoi membri ed incita automaticamente al
  minimo sforzo in quanto l'importanza sociale dell'individuo non accresce mai. Ogni
  individuo tende quindi ad attribuirsi maggiore importanza e questo porta ad
  una società egualitaria pur non essendo egualitario chi ne fa parte.  Quando
  una società risulta felice vuole perpetuare la sua condizione attraverso
  quelle che vengono definite utopie immobiliste. Esse rappresentano la
  situazione ideale per qualsiasi governo, ma sono difficili da raggiungere e
  uno dei mezzi più usati per la loro realizzazione consiste
  nell'elaborare dei criteri arbitrari che permettano a ciascuno di attribuirsi
  un'importanza che lo soddisfi.   | 
  
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   Capitolo 8  – La città  | 
  
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   La
  città è l'ossatura materiale della società, viene intesa
  come territorio abitato da essere umani organizzati e quindi è di per
  sé un' utopia realizzata; è principalmente un'organizzazione
  prima ancora di essere un territorio occupato. L'utopia città è
  una sintesi di due aspetti che sono l'organizzazione umana e il territorio. Nella
  sua storia la città è divenuta deposito di specialisti
  dell'industria i quali sono tutti indispensabili, mentre nella realtà
  agricola precedente tutti erano in grado di svolgere tutti i compiti
  divenendo quindi intercambiabili e non indispensabili. L'utopia realizzata
  delle prime città è quindi stata quella di essere costituita da
  un insieme di individui tutti uguali e tutti indispensabili. Nel
  tempo la città si è snaturata, ha ceduto agli attacchi esterni
  oltrepassando la soglia del gruppo critico e cambiando struttura, ovvero
  passando da egualitaria a gerarchica. Nella
  città odierna sono però sopravvissuti dei gruppi egualitari: le
  città private. Esse sono realtà che corrispondono al nucleo di
  cittadini che fanno da collegamento diretto tra ognuno dei cittadini della
  città; esistono tante città private quante sono i cittadini che
  compongono la città.  Quando
  la città privata coincide con un territorio ben definito diviene
  villaggio urbano che è estremamente stabile perché non
  può crescere ed è quindi di difficile deterioramento. La
  città privata dà vita all'utopia della città primitiva e
  provoca il disintegrarsi delle grandi organizzazioni creando una struttura
  sociale nuova a bassa comunicazione e difficilmente influenzabile con metodi
  autoritari. Il
  linguaggio semplice ed accessibile a tutti è di primaria importanza
  per l'autopianificazione. Autopianificazione sociale e autoregolazione sociale sono concetti
  limitrofi, ma c'è tra loro un differenza. L'autoregolazione
  è una delle conseguenze di alcune leggi naturali e garantisce la
  sopravvivenza della specie trascurando la condizione dei singoli individui
  mentre l'autopianificazione sfrutta le leggi
  naturali e le domina senza fare alcuna vittima. Conoscere le leggi naturali
  che governano la società vuol dire evitare sforzi vani e quindi
  evitare le utopie irrealizzabili.  | 
  
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   Capitolo 9  – La città globale  | 
  
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   Per
  città globale non si intende che la terra è abitata da una
  società omogenea e uniforme, ma che è agevolata la
  mobilità materiale e immateriale di piccoli gruppi che sono
  geograficamente dispersi. La
  città-continente è costituita da un centinaio di città
  che esistono da secoli e sono ora collegate da una rete di trasporti ad alta
  velocità e soddisfa allo sviluppo economico e demografico senza
  però comportare una crescita smisurata di ciascuna delle città
  che la compongono. Un esempio di modello del futuro è l'Europa Unita. Caratteristica
  della città globale è l'esistenza di frontiere definitive e
  questo rende impossibile sia l'emigrazione che l'immigrazione necessarie
  all'equilibrio dei gruppi. La migrazione è vista come un fattore di
  autoregolazione sociale ed è una delle utopie realizzabili più
  importanti, essa permette di avere la possibilità di migliorare la
  propria condizione cambiando luogo e allontanandosi, anche se la sua fuga
  può produrre ulteriori conflitti che saranno però limitati. In
  un'organizzazione simile è impossibile pensare ad un governo centrale;
  ogni gruppo della città globale dovrebbe provvedere ad autoregolarsi
  con un proprio sistema politico. La migrazione rappresenta quindi
  l'autoregolazione del sistema sociale degli abitanti della città
  globale perché garantisce una varietà di regolamenti
  accettabili. Un'unica organizzazione centrale non potrebbe funzionare
  perché avrebbe una velocità di reazione troppo lenta di fronte
  ad un problema da risolvere.  | 
  
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   Capitolo 10  – Conclusione: piccole utopie
  realizzabili  | 
  
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   L'utopia
  dello Stato mondiale è rimasta irrealizzata nei secoli perché
  troppo grande per poter funzionare in modo soddisfacente per i cittadini. E'
  però possibile un'infrastruttura mondiale. L'infrastruttura per
  definizione è un supporto materiale di progetti e utopie, è
  l'opposto dell'organizzazione che è invece il supporto immateriale di
  quelle stesse azioni. Il primo
  aspetto dell'organizzazione ad essere legato all'infrastruttura, ovvero alla
  sua parte materiale, è la territorialità dalla quale deriva il
  secondo, l'idea di frontiera. L'ultimo aspetto è la distribuzione
  ineguale delle riserve naturali perché tutti i territori non sono
  dotati in misura uguale dei mezzi di sopravvivenza. Uno Stato mondiale
  imporrebbe il proprio controllo su tutti questi tre punti. In
  un' infrastruttura mondiale i gruppi potrebbero sopravvivere solo senza
  superare la soglia del gruppo critico e la chiusura di essi garantirebbe la
  tolleranza reciproca. I gruppi sarebbero collegati tra loro grazie a una rete
  di comunicazioni estesa sull'intera superficie e la cui manutenzione sarebbe
  affidata ad una organizzazione deputata alla gestione.    | 
  
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   GLOSSARIO  | 
  
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   Ambiente (capitolo 2) -  insieme di oggetti influenzati
  dall'uomo e che lo influenzano.  | 
  
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   Società (capitolo 2) - insieme di individui tra i quali
  esiste una qualsiasi relazione.  | 
  
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   Società egualitaria (capitolo 4) - le persone che la
  compongono hanno tutte la medesima posizione sociale.  | 
  
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   Rarità indotta (capitolo
  6) - invenzione di un genere non indispensabile alla sopravvivenza, ma
  presentato come tale per farne un mezzo di distinzione.  | 
  
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   Città (capitolo 8) - territorio abitato da  esseri umani organizzati.  | 
  
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   Autoregolazione sociale (capitolo 8) - organizzazione che è conseguenza di alcune leggi
  naturali e che garantisce la sopravvivenza della specie trascurando la
  condizione dell'individuo.  | 
  
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   Autopianificazione sociale (capitolo 8) - organizzazione che sfrutta le leggi naturali dominandole
  senza fare alcuna vittima.  | 
  
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   Città continente (capitolo 9) - insieme di città già esistenti da secoli che
  sono ora collegate da una rete di trsporti ad alta velocità.   | 
  
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   Territorialità (capitolo
  10) - idea per cui una porzione della superficie terrestre appartiene a una
  persona o a un gruppo.  | 
  
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