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autori

 

MANUEL GAUSA, VINCENTE GUALLART, WILLY MULLER, FEDERICO SORIANO, FERNANDO PORRAS, JOSé MORALES

titolo

THE METAPOLIS DICTIONARY OF ADVANCED ARCHITECTURE. City, technology and society in the information age

editore

ACTAR

luogo

BARCELLONA

anno

2003

 

 

lingua

INGLESE

 

 

Prima edizione 2000 (versione spagnola)

 

 

 

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ARGOMENTO E TEMATICHE AFFRONTATE

Metapolis Dictionary of Advanced Architecture è stato concepito, nella sua versione spagnola, nel giugno 2000, come un documento-manifesto, esposto al MET 2.0. In quell'occasione una squadra di quindici architetti spagnoli si incontrarono a Barcellona con il proposito di formulare un comune approccio a temi strategici per il futuro, riguardanti la residenza, la città e l'ambiente. Il materiale raccolto portò all'idea di creare una pubblicazione in un formato che ne avrebbe permesso la diffusione, la ripetizione, e l'associazione con altri progetti, tematiche e potenzialità, attraverso concezioni individuali e settori ermetici.

In quest’edizione è presentata la versione internazionale -più completa, estesa e diversificata nei suoi contenuti- che espone anche temi inizialmente destinati ad un futuro arricchimento e maggior grado di dettaglio. L'intento di questa integrazione è illustrare un più esteso e globale campo di ricerca che definisce come si è arrivati a parlare di Advanced Architecture e che tiene insieme atteggiamento trasversali, idee, concetti, tecniche, termini, scenari e ambienti, i quali -sebbene indirizzati sempre più frequentemente a diverse ideologie- necessitano di un appropriato contesto di riferimento.

L'Advanced Architecture sta all'era dell'informazione come l'Architettura Moderna sta all'era industriale. Si interessa alle tecnologie industriali, alla conoscenza economica, alla consapevolezza ambientale e alla sfera individuale che sta dando vita ad un nuovo tipo di azione architettonica.

 

Giudizio Complessivo: 8 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Sara Lucini

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 2 a.a.2012/2013

  

 

 

 

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Manuel Gausa

 

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Vicente Guallart

 

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Willy Muller

 

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Federico Soriano

 

 

AUTORI

Manuel Gausa       

Nato a Barcellona nel 1959, si laurea nella Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Barcellona nel 1986, ottenendo un dottorato nel 2005. Nel 1991 diventa direttore della rivista Quaderns d'Arquitectura i Urbanisme (pubblicazione ufficiale del COAC ), ruolo che occupa tutt'ora. Nel 1994 inizia a dirigere la casa editrice Actar Architecture; dal 1995 al 2000, anno in cui riceve la Médaille dell'Accademia di Architettura di Francia, riceve l'incarico di Professore associato di Progetto presso l'università in cui ha studiato. Nel 2003 è nominato Presidente del Consiglio Scientifico del IAAC, incarico che svolge fino al 2006.

Collabora al periodico La Vanguardia dal 2001 al 2005 ed è autore di alcune pubblicazioni come Vivienda: nuevas alternativas, nuevas sistemas o Singular Housing, che scrisse con Jaime Salazar.

 

Vicente Guallart

Nasce a Valencia nel 1963 e apre il suo studio a Barcellona nel 1992.

Con i suoi lavori ricerca la confluenza tra architettura, natura artificiale e tecnologie. Alcuni dei suoi progetti più rilevanti sono la Denia Mountain (ricostruzione di una vecchia cava; selezionato per la Biennale di Venezia del 2004), 3 porti a nord di Taiwan che favorirono il turismo nell'isola (vincitori di 2 competizioni internazionali), la Sharing Tower nelle vicinanze di La Torre (Valencia).

Dedica la maggior parte del tempo a ricerca e progetti educativi come direttore del IAAC a Barcellona; nel 2000 fu condirettore del MIT's Media Lab.

E' l'autore del masterplan di Sociopolis, un progetto di residenze a Valencia, che ha permesso lo sviluppo urbano e contemporaneamente la protezione del paesaggio rurale. Il progetto fu esposto alla Biennale di Valencia e al Arkitektur Zentrum di Vienna. La costruzione è terminata nel 2007.

Ha tenuto diverse conferenze in università di tutto il mondo e attualmente è parte del Barcelona City Council.

 

Willy Muller

Nasce a La Plata, Argentina, il 28 giugno 1961, risiede a Barcellona dal 1985.

Studia all’Università di La Plata, dove si laurea in Architettura e Urbanistica nel 1984; continua gli studi a Barcellona dal 1986 al 1988, anno in cui consegue il dottorato. Apre a Barcellona il suo studio, WMA-Willy Muller Architects, nel 1996.

E’ direttore attualmente del settore sviluppo del IAAC e coodirettore del Master di Architettura sostenibile.

E’ invitato per numerose conferenze nelle università del mondo. Recentemente ha costruito il Nuovo Mercato dei Fiori di Barcellona.

 

Federico Soriano

Nasce a Madrid nel 1961. Frequenta l’Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid fino al 1986. Fino al 1993 svolge l’incarico di Professore di Progetto. Dal 1991 al 1993 è direttore della rivista Arquitectura e dal 1994 direttore-editore di Fisuras de la cultura contemporànea. Nel 1992 fonda lo studio di architettura Soriano e Associati con Dolores Palacios.

 

Fernando Porras

E’ architetto interessato alle tematiche paesaggistiche. Lavora a Madrid, nello studio associato Mrìo arquitetos asociados+West8.

Ha tenuto conferenze nelle università europee; nel gennaio 2013 è stato in Italia al Politecnico di Milano per presentare il progetto Madrid Rios.

 

José Morales

E’ architetto spagnolo, attento alle tematiche paesaggistiche e della residenza. Ha fondato lo studio MGM (Morale, Giles, Mariscal) a Siviglia.

  

CONTENUTI

Il libro è un dizionario nella quale vengono raccolte parole significative per l'ambito architettonico. Per ogni concetto uno o più degli autori fornisce una propria interpretazione, inoltre si esplicano connessioni con poetiche, movimenti o periodi. Queste peculiarità conferiscono al testo un carattere contemporaneo, aperto più calla critica e al dibattito rispetto ad una visione univoca e dogmatica.

Si sono scelte alcune parole ritenute significative nel contesto architettonico e inserite in maniera riassuntiva le interpretazioni fornite dagli autori nel libro.

 

ARCHITECTURE

(MG) L’architettura nasce per conoscere la natura delle cose al fine di agire sulla realtà. Perciò il suo valore non risiede tanto nel dare forma alla spazio quanto nel stabilire relazioni con esso. L’architetto assume quindi il ruolo di stratega, che tira i fili di questo processo. La responsabilità più grande è la capacità di compiere azioni incisive che sintetizzino le condizioni reali e una più vasta visione del mondo. Infatti per riconoscere lo spazio bisogna iniziare a trasformarlo.

(FS) L’architettura è sempre in quei luoghi dove nessuno pronuncia il suo nome, poiché essa detesta essere riconosciuta. La falsa architettura è quella che si pubblicizza e si vuole far conoscere. Il problema risiede nella realtà di quest’ultima che suscita spesso grande confusione.

(VG) L’architettura è il processo mediante il quale lo spazio viene definito, sia esso fisico o virtuale. L’architetto tradizionalmente manipola i materiali per creare limiti allo spazio permettendo  all’uomo di svolgervi delle attività. Architettura non è mai il risultato, ma il processo: edifici, parchi, oggetti sono i suoi risultati.

 

 

COMPLICITY

(MG) Non è solo capacità di dialogo, ma anche sinergia, interazione tra energie provenienti da campi differenti, armonizzate in un’unica azione.

 

CONCEPT

(CO) E’ frutto della nostra capacità di sintesi, con lo scopo non di rompere il progetto, bensì di scoprirne gli elementi chiave che stabiliscono relazioni significative con il contesto in cui nasce e le linee fondamentali che lo hanno composto. E’ una procedura di sintesi che non vuole scindere, bensì congiungere gli elementi, che devono riscoprirsi parte di un tutto.

 

DYNAMISM

(MG) Energia attiva e propulsiva. L’ambiente contemporaneo implica uno spazio che cambia costantemente, mosso da eventi caratterizzati dalla costante variazione di scenario e configurazione. La mutevolezza e la temporaneità, dopo lo sviluppo, esprimono la nostra natura animata, la capacità di cambiare, in cui mobilità e virtualità svolgono un ruolo decisivo. Il dinamismo risiede nel continuo confronto tra possibile e reale, virtuale e presente, come principio fondante dell’essere. Le nostre strutture devono riflettere il nostro animo, perciò nascono i parametri di flessibilità e trasformazione a cui i progetti sempre si riferiscono.

   

ENVIRONMENT

(CO) Gli ambienti sono completamente integrati per prima cosa nella realtà e nel mondo virtuale, dove le distinzioni che intercorrono cessano di esistere.

(MG) Non è più solo contesto, piuttosto ambiente globale: nel locale pende il nome di luogo, o meglio campo; nel globale è meglio detto realtà, fisica o virtuale che sia.

(CO) Un’atmosfera costruisce un ambiente. Quando l’oggetto è respinto dal contesto, invece di stimoli formali e materiali, vengono cercati quelli percettivi nello spazio. Lo spettatore non è più collocato di fronte all’oggetto, ma nell’oggetto: deve sentire la necessità di esplorare lo spazio e scoprire gli oggetti in esso presenti.

  

FLEXIBILITY

(MG) Per aprire situazioni certe alla possibilità dell’indeterminato, occorre sempre tenere conto della forma: l’intreccio, il modulo e il ritmo non sono solo strumenti che irrigidiscono la struttura. Questo nuovo concetto dovrebbe ora essere associato alla possibilità di polifunzionalità e versatilità dello spazio. Maggiore flessibilità e trasformabilità ha portato a volte a ricercare la soluzione in elementi seriali e prefabbricati. Allo steso modo si può pensa a pareti spostabili, nel caso di uffici o openspace. Affascinante è l’idea di cabine poste casualmente nello spazio. Sono tutti esempi sfaccetati di approccio alla multiformità e denaturalizzazione a cui va incontro lo spazio nella contemporaneità. Lo spazio per un solo uso cede il posto a uno spazio multiuso, che prevedere a sua volta la divisione in sottospazi temporanei.

(C) Il fattore economico ha indotto ad una nuova razionalizzazione dello spazio, che prevede alloggi a basso costo, al pari dell’incremento nella complessità dei servizi richiesti. Il tutto ha portato ad una ferma divisione in elementi di servizio, camere e zone giorno. Per far ciò la struttura a telaio si è rivelata la migliore, sia per quanto riguarda il sistema costruttivo sia per la gestione dell’interno. I muri non sono più portanti, quindi possono essere variati, spostati a seconda delle esigenze, diventano puri strumenti per l’uso dello spazio.

(VM) E’ stato uno dei concetti di cooperazione e scontro nelle faida tra industrializzazione e architettura. Infatti se all’inizio poteva realmente essere solo un risultato della prima, ora l’attenzione va indirizzata alla molteplicità di opzioni che offre: una più veloce via di confronto e scelta, oltre alla razionalizzazione del processo di produzione. Il fatto che venga ridotta la possibilità di unicità del prodotto è superato in quanto il valore ora è nella forma, non più nel singolo pezzo. Il processo di ideazione è complesso, lungo e in esso trova il suo ruolo l’architettura; quello che segue è semplicemente la veloce produzione dell’idea.

 

GEOMETRY

(VG) Se l’architettura è paesaggio, gli edifici sono montagne. Se gli edifici sono montagne, la geometria e geografia.

(FS) Qual è la forma di un pesce? Non è un cubo, una sfera o altro, perciò si coniano “a forma di nuvola”, “a forma di roccia” etc. queste forme si autoproducono come risultato di una trasformazione interna. Una “forma vuota” è definita dalla sua superficie, è ciò che rimane tra suono e silenzio, non è né una figura né un fondale. La “forma del recinto” è la traccia, il movimento di un oggetto che definisce la struttura; il punto mobile come opposto ai tre assi dello spazio.

 

HOUSE

(JM) Il luogo in cui il soggetto risiede nella città è spesso chiamato casa. Lo spazio pubblico non appartiene al singolo, non solo perché appartiene ad altri ma anche perché è controllato. A casa ci sono tutte quelle cose che non hanno mai trovato un loro posto, ognuno trova tutto quello che la memoria ha immagazzinato. La memoria potrebbe essere un luogo dello spazio ancor più del tempo. Se l’architettura abbandona le simboliche strutture del passato, se la casa non è più un rifugio, se la stanza dissolve in uno spazio intermedio di promiscuità, allora vengono suggerite nuove relazioni e immaginazione e invenzione sembrano possedere uno spazio già ben definito.

(MG) La “casa-casa”: il simbolo, lo spazio riconosciuto come casa. La “casa-cava”: la caverna, il rifugio. la “casa-cara”: l’immagine, lo spazio iconografato. La “casa-caja: il contenitore, lo spazio oggetto. La “casa-capa”: l’interfaccia, lo spazio di interazione, un espediente per relazioni e interscambi con il mondo. Un luogo di divertimento e stimoli, non solo di rifugio. Un paesaggio da abitare.

(CO) Per capire il significato dell’abitare, occorre liberarsi una volta per tutte dall’idea standardizzata del modello di casa. La casa mantiene i suoi elementi essenziali, perciò rimane un recinto che ritaglia uno spazio, il quale assume una sua identità; in sintesi è un gesto di appropriazione.

 

IMAGINE

(FS) L’immaginazione è la qualità della produzione architettonica più avanzata. Essa trasforma la realtà e stabilisce relazioni insospettate. Segnala sentieri diversi da quelli che portano problemi. In ogni caso serve ad avere memoria e una certa conoscenza di base; gioca sempre in contrattacco, contro ciò che c’è.

(MG) “Serpente: Quando Adamo e tu camminate io sento i tuoi “Perché?” sempre “Perché?”. Tu vedi le cose e chiedi “Perché?”. Ma io sogno qualcosa che non è mai esistito; e mi chiedo “Perché no?”.

 

LIGHT

(MG) Sintesi di Energia e “Notte/Giorno”.

(VG) Le immagini contemporanee e l’architettura tradizionale avvengono insieme sotto la luce. Oggigiorno ogni immagine è luce. In tv, sul computer, nei cinema o di notte nelle vie commerciali. L’architettura era “il magnifico incontro dei volumi sotto la luce”. Oggi non è più fatta con volumi, o con forme, e non è più vista sotto la luce. La luce può essere solo artificiale.

(FS) Un concetto amplificato di luce: Luce naturale, sei ore. Luce artificiale, ventiquattro ore. Luce naturale, aree limitate. Luce artificiale, ogni area. Un meccanismo per modificare la forma nello spazio. Essa rende queste forme instabili.

(CO) Quando la realtà è luce e gli spazi sono volumi di luce, forse l’architettura può essere creata con il movimento dell’attore, dell’abitante, in tempo reale. Poi movimento e costruzione sono simultanei. Quando noi non percepiamo i limiti fra realtà, rendering, miniature e un più largo scenario, l’architettura è cinetica, è viaggio fra nuove tecnologie, nuove realtà, nuove sensibilità e nuove velocità.

(JM) E’ necessariamente veicolo per lo spazio per diventare manifesto, permette allo spazio di non aver bisogno di materiale per essere visto ed è speso stata una condizione necessaria per comprendere un luogo in un’accezione ideale e assoluta. Inoltre è anche condizione necessaria per il paesaggio della città di diventare manifesto. La scala e le relazioni fra distanze sono alterate, portando nella città e negli edifici pubblici un linguaggio di segni che non hanno nulla a che fare con l’immagine delle città espressioniste.

 

MEANING

(JM) La domanda sul significato dell’architettura non ha a che fare solo con l’indagine sulle sue origini, ma anche, in un certo sento, è la forma di risposta agli eventi che ci circondano. Oggi gli architetti hanno smesso di copiare gli altri riproponendo una rivisitazione. In altre parole se prima si voleva un linguaggio comune, ora sembra che molti progetti esprimano solitudine. Prima la domanda “Cosa vuol dire il tuo lavoro?” invitava uno all’analisi, al riconoscimento di elementi già noti, ora il significato non sta più nelle “stesse vecchie cose” ma nelle differenze.

 

NO-PLACES

(MG) L’antropologo Marc Augé coniò il termine per definire la relazione tra “tempo della città” e “spazio della mobilità”. I Nonluoghi identificati da Augé -parcheggi, stazioni, aeroporti...- costituiscono il nuovo paradigma dello scenario quotidiano che viene “architetturializzato”, dimenticato dalla cultura dell’architettura. Sono il passaggio da un esistenzialismo ideologico ad uno più finto, relazionato a mobilità e consumismo, ma anche al valore dell’ozio.

 

REVERSIBLE

(MG) E’ un’azione che può invertire il suo movimento riportando la situazione a com’era prima che avvenisse. E’ come una presenza instabile. Allo stesso modo si può parlare di occupazione reversibile di un paesaggio: la vecchia dicotomia urbanistica tra aree che sono e che non sono destinate allo sviluppo potrebbe risolversi, in certi casi, con differenti strategie di occupazione del suolo, che potrebbero aver luogo tenendo conto della vocazione del luogo. Il dinamismo può dare la capacità di agire con meno forma e un atteggiamento più flessibile. Questo perché apparteniamo alla cultura della mobilità, della temporaneità e della precarietà.

 

SUSTAINABILITY

(FS) Il concetto di sostenibilità è il risultato del rendersi conto di un mondo con risorse limitate e una capacità limitata di assorbire le perdite, dove ogni azione porta con sé future conseguenze. Questo deve interessare tutto il processo di costruzione di un edificio, dalla scelta dei materiali rispetto al luogo, fino a quando gli abitanti vi si trasferiranno. La costruzione è un circolo chiuso, che include ogni passo dalla produzione dei materiali al riuso che non tollera sprechi: manutenzione e smantellamento vengono inclusi nel progetto. Il più grande nemico della sostenibilità è l’estetica ecologica conservazionista che prova nostalgia per il passato rurale, per una realtà che non può essere una soluzione contemporanea.

(C) Finora l’espansionismo urbano ha raggiunto un punto, in cui è diventato evidente che l’ecosistema ha capacità limitate; l’evidenza è tata in certi casi drammatica. Non si erano posti limiti, con il conseguente consumo di risorse e degenerazione del sistema, spesso irreversibile. Osservare il singolo sistema-città non rende la portata dell’impatto ambientale di questa politica. Ogni città deve porsi dei limiti,in modo che ogni tassello aiuti lo scenario globale.

 

 

TRAJECTORY

(MG) Linea, percorso o geometria descritto nello spazio da uno o vari punti in movimento. Andamento, nel senso di direzionalità: azzardo, caos virtuale, contegno o azione. Diagrammatica -sintetica- logica di una complessa disposizione spaziale, sin una definizione non lineare e dinamica.

 

Osservazione: Le lettere nella parentesi prima di ogni definizione si riferiscono all’autore.