FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO (C.P.)
Stampa
Anno immatricolazione
2018/2019
Anno offerta
2018/2019
Normativa
DM270
SSD
M-FIL/05 (FILOSOFIA E TEORIA DEI LINGUAGGI)
Dipartimento
DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI
Corso di studio
FILOSOFIA
Curriculum
PERCORSO COMUNE
Anno di corso
Periodo didattico
Secondo Semestre (25/02/2019 - 05/06/2019)
Crediti
6
Ore
36 ore di attività frontale
Lingua insegnamento
Italiano
Tipo esame
SCRITTO E ORALE CONGIUNTI
Docente
PIAZZA TOMMASO (titolare) - 6 CFU
Prerequisiti
è preferibile aver dato l'esame di Filosofia del linguaggio
Obiettivi formativi
L'obiettivo di questo corso è quello di familiarizzare gli studenti con le questioni filosofiche, a cavallo tra epistemologia ed etica, affrontate nell'ambito della cosiddetta etica della credenza
Programma e contenuti
Etica della credenza

Questo corso ha l’obiettivo di familiarizzare gli studenti con le questioni filosofiche, a cavallo tra epistemologia ed etica, affrontate nell'ambito della cosiddetta etica della credenza. In particolare, affronteremo la questione relativa all’esistenza e alla autorità di norme doxastiche, norme cioè che specificano, date le circostanze in cui ci troviamo, che cosa dovremmo (o ci è eventualmente permesso) credere in tali circostanze. Inizieremo dal documentare la persistenza nella tradizione moderna, specialmente in filosofi come Descartes, Locke e Hume, di una risposta affermativa a tale domanda. Affronteremo poi i due pilastri della letteratura sull’argomento: il saggio di W. K. Clifford, pubblicato nel 1877, con il titolo “The Ethics of Belief”, e la risposta, pubblicata nel 1896 dal filosofo W. James, con il titolo “The Will to Believe”. Passeremo poi ad alcune questioni teoriche: in particolar modo ci occuperemo delle obiezioni rivolte all’esistenza di doveri doxastci da tre filosofi: W. Alston, A. Plantinga e B. Williams. Di seguito, assumendo che esistano norme doxastiche, ci occuperemo di tre domande distinte e passeremo in rassegna le principali tesi che sono emerse in letteratura in risposta a tali domande. Queste domande sono: quanti e quali tipi di norme doxatiche è possibile distinguere? Che tipo di struttura è legittimo pensare che tali norme possiedano? Ed infine: che cosa richiedono tali norme?
Metodi didattici
Lezioni frontali
Testi di riferimento
W. K. Clifford, “The Ethics of Belief”, Contemporary Review, 1877 (trad. it. in W. K. Clifford, Etica, scienza, fede, Bollati Boringhieri, 2013).

W. James, “The Will to Believe” in F. Burkhardt et al. (eds.), The will to believe and other essays in popular philosophy, Cambridge: MA, Harvard (trad. it. La volontà di credere, 1970)

A. Chignell, “The Ethics of Belief”, Stanford Encyclopedia of Philosophy.

A. Plantinga, Warrant: the Curret Debate, OUP, 1993 (parti)

W. Alston, “The Deontological Conception of Epistemic Justification”, Philosophical Perspectives, vol. 2, 1988.

R. Feldman, “The Ethics of Belief”, Philosophy and Phenomenologivcal Research, 60, 2000.

B. Williams, “Deciding to Believe”, in B. Williams, Problems of the Self, CUP, 1973 (trad. it in B. Williams, Problemi dell’io, Il Saggiatore, 1990).
Modalità verifica apprendimento
presentazioni seminariali durante il corso ed esame orale finale a verifica dell'apprendimento dei contenuti del corso
Altre informazioni
-
Obiettivi Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile