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autori |
ANDREA BOSCHETTI, MICHELE
DE LUCCHI, LEOPOLDO FREYRIE, GIOVANNI FURLAN |
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titolo |
SUPERURBANO. RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE |
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editore |
MARSILIO |
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luogo |
VENEZIA |
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anno |
2011 |
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lingua |
ITALIANO ED INGLESE |
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Titolo originale:
Superurbano. Sustainable Urban Regeneration “International Architecture
Biennial Barbara Cappochin Prize And Exhibition 2011” |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Questa quinta edizione non sarà
dedicata a un grande dell’architettura contemporanea ma a un tema di grande
attualità : la rigenerazione
urbana sostenibile. Tre I nodi tematici attorno ai quali si svilupperanno il
catalogo e la mostra: le sfide della contemporaneità e dei nuovi stili dell’abitare, del
lavorare, del vivere e della multietnicità;
la
sostenibilità mediante l’uso di
tecnologie compatibili con l’ambiente ; infine, l’integrazione e la continuità con il tessuto urbano esistente, la storia
dei luoghi e l’identità locale. Il
catalogo dedica inoltre un ampio spazio al Premio Internationale di
Architettura “Barbara Cappochin” 2011 che si inserisce all’interno della Biennale :
383 opere provenienti da ben 36 Paesi. |
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Giudizio
Complessivo: 7 (scala 1-10) |
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Scheda compilata da: Evangelia Kotsifi |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2015/2016 |
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ANDREA
BOSCHETTI MICHELE DE LUCCHI LEOPOLDO
FREYRIE GIOVANNI
FURLAN |
Autori |
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ANDREA BOSCHETTI Laurea presso l'Istituto Universitario di
Architettura a Venezia (I.U.A.V.) Dottore di Ricerca (PHD) in urbanistica
presso lo IUAV Venezia, relatore Prof. Bernardo Secchi 1969 Nasce a Bolzano, Italia 1994 Collabora presso l' Office for
Metropolitan Architecture (OMA), Rotterdam 1997-1998Collaboratore alla didattica
presso lo IUAV con Bernardo Secchi 1997-1999 Collabora presso lo Studio
Associato Secchi-Viganò di Milano 1999 Fonda Metrogramma a Milano. Andrea
Boschetti e Alberto Francini sono gli architetti titolari dello studio di
architettura Metrogramma.Lo studio esplora molteplici temi di progettazione
con uno sguardo unitario alle differenti scale che riguardano la città
contemporanea, dall'oggetto di design alla geo-urbanistica. 1998-2001Dottorato di Ricerca in
Urbanistica presso lo IUAV e la Columbia University. Dal 2001 Conferenze
presso l'Università di Ascoli, Pescara, Lucca, Milano, Cornell
University 2002 Conferenza presso la Columbia
University, New York 2004 Benemerenza della cultura italiana
della Presidenza della Repubblica, medaglia di bronzo Dal 2002 Professore esterno di
progettazione architettonica I, Politecnico di Torino Dal 2006 consulente dell' Urban Center di
Torino 2008 Professore a contratto Kent State University a
Cleveland MICHELE DE LUCCHI Michele De Lucchi è un designer
architetto italiano. La sua carriera inizia dopo la laurea in architettura a
Firenze essendo diventato assistente al corso di Progettazione tenuto da Adolfo
Natalini all'Università di Architettura della città toscana,
viene in contatto con il design radicale e fonda il gruppo Cavart, ispirato a quei
principi. Gli anni successivi lo vedono a Milano, dove nel 1979 incontra
Ettore Sottsass, che seguirà nel gruppo Memphis, e nel 1980 avvia
un'attività autonoma. Negli stessi anni stringe rapporti con il
Centrokappa e con Alchimia. È però il rapporto con Sottsass a
introdurlo negli ambienti più importanti del design industriale italiano:
nel decennio successive collabora con Olivetti, per la quale progetta gli
arredi a marchio Synthesis e poi diventa responsabile dell'ufficio Design
della casa madre, un incarico che manterrà fino al 2002 e che lo
porterà a firmare il progetto di numerosi computer e articoli per
ufficio, un ambito nel quale nel corso degli anni presterà i propri
progetti anche a Compaq, Philips, Siemens e Vitra. La fine degli anni Ottanta è un
momento d'oro per la carriera di De Lucchi: nel 1989 si aggiudica la
progettazione delle filiali Deutsche Bank e viene insignito per la prima
volta del Compasso d'oro. Il premio gli viene riconosciuto per la lampada
Tolomeo, disegnata nel 1987 per Artemide. Un anno prima lavorerà per
l'azienda di mobili Malobbia di Thiene nella progettazione di arredi per la
casa. Negli anni successivi tornerà ad occuparsi di design in
Germania, ad esempio progettando gli interni delle biglietterie Deutsche
Bahn; e per le banche, lavorando ad esempio per il Banco Portugues do
Atlantico e per le Poste Italiane. Il suo ambito prevalente, però,
rimane il design di interni per ufficio: oltre che per Olivetti, De Lucchi
lavora per Enel, Piaggio, Telecom Italia, Hera e, tornando al mondo delle
banche, per Intesa Sanpaolo, che gli commissiona anche le carte di credito e
l'allestimento delle Gallerie d'Italia in Piazza della Scala. Nel frattempo, nel 1990, fonda Produzione
Privata, un marchio dedicato alla produzione di oggetti senza committenza e
successivamente si occupa di allestimenti di mostre - ad esempio alle
Scuderie del Quirinale - e di ripensare spazi museali e biblioteche: si
occupa del Palazzo delle Esposizioni di Roma, del restauro del Museo del
Design alla Triennale di Milano, delle biblioteche di San Giorgio in Poggiale
(Bologna) e Lodi e della Fondazione Cini di Venezia. Nel 2001 torna a vincere
il Compasso d'oro: stavolta a valergli il premio è la stampante Artjet
10 di Olivetti, un'azienda che tuttavia l'anno successivo De Lucchi lascia.
Nello stesso anno, il 2002 inizia a insegnare: prima allo IUAV di Venezia,
dove nel 2004 diventa professore
ordinario, e poi, dal 2008, al Politecnico di Milano. Dal 2005 inizia inoltre
un'intensa attività in Georgia: prima curando la riqualificazione del
quartiere Rykhe a Tbilisi, poi lavorando ai progetti del Ministero degli
Affari Interni e il Ponte della Pace nella capitale georgiana e del Palazzo
di Giustizia e dell'hotel Medea a Batumi. A seguito di tali lavori e per il contributo recato al paese caucasico viene
insignito dal president Saakashvili della cittadinanza onoraria georgiana. Nel
2009 torna ad occuparsi di allestimenti museali, curando quello del Neues
Museum di Berlino. Michele De Lucchi è noto per molti
oggetti di design industriale, i più famosi dei quali sono: - la sedia First Chair per
Memphis (design)(1983) - la lampada Tolomeo per
Artemide (azienda) (1986) (Premio Compasso d'oro 1989) con la collaborazione
di Giancarlo Fassina - la lampada al LED Castore
per Artemide (azienda) (2003) (Premio Compasso d'oro 2004) - la lampada fluorescente Noto
per Artemide (azienda)(2008) - il tavolo Vegan per Riva
1920 (2009) con la collaborazione di Davide Angeli -
la libreria in
Acciaio Corten Existence per De Castelli (2010) LEOPOLDO FREYRIE Milanese, 52 anni, nel 1993 fonda con
Marco Pestalozza la "Freyrie & Pestalozza Architetti
Associati", realizzando in Italia e nel mondo edifice complessi e sedi
di società e di attività commerciali. Consigliere del CNAPPC
dal 1997, nel 2000 è tra i fondatori del Forum Europeo per le Politiche Architettoniche. Nel 2001
è rappresentante del Governo italiano al Comitato Consultivo per la
Formazione di Architetto presso l'Ue. Nel 2004 è Presidente del
Consiglio degli Architetti d'Europa ed è insignito della American
Institute of Architects Presidential Medal. Nel 2007 è designato dal
Ministro dei Beni Culturali membro del Consiglio Italiano del Design.
È stato Relatore Generale del XXIII Congresso Mondiale degli
Architetti a Torino nel 2008 ed è Amministratore dell'Istituto di
Cultura Architettonica che lo ha organizzato GIOVANNI FURLAN Nato ad Abano Terme (PD) nel 1969, si
è laureato in architettura a Venezia nel 1996 con Gino Malacarne e
Marino Narpozzi come relatori. Oltre ai fondamenti culturali della scuola
veneziana, sviluppa esperienze professionali all'estero. Dal 1997 svolge la libera professione in
Padova. Fonda lo studio RWS architetti associati in occasione delle
partecipazioni ai primi concorsi internazionali, realizzando edifici di
civile abitazione e progettando spazi ed edifici pubblici. Dal 2001 svolge attività didattica
e di ricerca presso il “Dipartimento di Progettazione Architettonica” allo
I.U.A.V. di Venezia sui temi dell'architettura civile e dell'edificio
pubblico in generale. Nell'anno accademico 2001-02 collabora con
il Prof. Gino Malacarne allo I.U.A.V., in occasione del seminario di
architettura sul tema Architettura dell' edificio collettivo e la
città relativo ad un'area nella città di Pesaro. Partecipa alla
realizzazione di una mostra delle tesi di laurea “Architettura e teatro”,
Mostra dei progetti di architettura tenutasi a Pesaro nel mese di marzo 2003. Nell'anno 2002-03 è collaboratore
alla didattica al corso di Composizione architettonica presso il Corso di
Laurea Specialistica Architettura allo I.U.A.V. sul tema “Progetto per il
recupero di Villa Fulcis a Belluno”. Nell'occasione sviluppa le tematiche
relative alla progettazione su edifice storici ed espone in due lezioni i
temi relativi alla “Nuova progettazione nei tessuti urbani antichi” e
“Considerazioni su alcuni progetti di Aldo Rossi, Giorgio Grassi ed O.M.
Ungers”. Nel 2003 vince il Concorso Internazionale
di idee per Piazza della Libertà a Cesena, con Gino Malacarne. Dal 2004 è Tutor con il prof. Gino
Malacarne alla facoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena al
Laboratorio di progettazione IV A sul tema dell' Architettura del Teatro in
particolare sul “Progetto per un nuovo teatro nella città di Rimini” e
dell' edificio in forma urbis nella Progettazione per un “Nuovo Palazzo di
Giustizia a Cesena”. È invitato nel marzo 2006 al ciclo
di conferenze “I lunedì dell' architettura” organizzato da Inarch sez.
Veneto, per illustrare la realizzazione di un nuovo edificio per uffici e
produzione della ditta Ar.Te. a Santa Giustina in Colle, Padova. Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i
quali ricordiamo il Premio Biennale internazionale di Architettura “Barbara
Cappochin”, (Migliori opere sezione provinciale segnalata dalla giuria.
Padova 2007), Premio Biennale Archés, Triennale di Milano 2008 (terzo
classificato ex aequo), Premio Architettura Città di Oderzo, Segnalato
(Treviso 2008). Ha esposto i suoi progetti in diverse
mostre tra le quali Biennale di Architettura di Venezia (con G. Malacarne,
sezione “Città di Pietra. Progetto per Bari, Punta Perotti”) Venezia
2006, XII Bienal Internacional de Arquitectura de Buenos Aires BA09 (Sezione
Veneto 40) Argentina 2009. Dal 2007 svolge attività di
qualificazione e specializzazione per la didattica presso la facoltà
di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena, sviluppando la ricerca e le tematiche
della “Progettazione Urbana e l'edificio collettivo”. Dal 2008 è Membro della Commissione
Edilizia Integrata del Comune di Albignasego, Padova. Nel 2009 è stato eletto consigliere
dell'Ordine degli ArchitettI Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della
Provincia di Padova. |
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Contenuto |
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Il libro
è il catalogo unico della Biennale, che per la prima volta
contiene sia il Premio Internationale
sia la mostra a Palazzo della Ragione. Il tema trattato è la rigenerazione
urbana sostenibile.Si presentano le 383 opere partecipanti al concorso e le
19 esposte alla mostra. |
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CAPITOLI |
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Capitolo 1 - SUPERURBANO |
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I due autori, Andrea Boschetti e
Michele De Lucchi, presentano il loro pensiero e introducono i termini
“superurbano” e “rigenerazione”. L'installazione
era da Andrea Boschetti e Alberto Francini (Metrogramma) con Michele De
Lucchi (AMDL). I progetti
presentati rappresentavano 19 idee di città di varie parti del mondo
che sono sorte in contesti molto diversi socioeconomici e culturali, ma
rappresentano lo stesso città del futuro, e in particolare modelli per
città intelligenti, inclusive e sostenibili. La mostra presentava in forma allegorica,
una sezione trasversale di una città del futuro, concepita come una
spettacolare scena teatrale che ha permeteva al visitatore di muoversi
osservando e imparando a interagire con essa. Un sofisticato progetto
multimediale assicurava che l'intero itinerario era ricco di sorprese e di
emozioni. (...) La mostra è allestita
all’interno del Palazzo della Ragione a Padova, che, per aver ospitato i
tribunali e gli uffici finanziari a partire dalla sua edificazione in epoca
medievale fino alla dominazione veneziana, è per tradizione luogo
dello svolgimento della vita pubblica della città. |
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Capitolo 2 - TAVOLO DELL’ARCHITETTURA |
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Dopo aver portato la città all’interno dell’architettura,
un secondo momento di approfondimento dei progetti premiati dalla Fondazione
Barbara Cappochin si svolge in esterno. Nella piazzetta attigua a un altro
“monumento” della città, il Caffè Petrocchi, su un tavolo in
legno della lunghezza di 24 metri sono visibili i disegni poggiati su grandi
leggii come nell’atelier di un architetto. Immergendoli nel flusso del
passaggio cittadino, i progetti sul tavolo vogliono incrementare la
partecipazione della gente, sensibilizzandola verso i temi importanti si cui
la città si sta facendo portavoce. Questo tavolo, del piano ampio
sostenuto da una struttura reticolare leggera, è a sua volta piccola
architettura e si ispira alla geometria di un ponte su un fiume: come il
ponte congiunge due rive aprendo il dialogo tra i popoli, il tavolo
dell’architettura traghetta il presente caotico verso un migliore futuro per
la città.
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Capitolo 3 - SUPERURBANO.BIENNALE BARBARA CAPPOCHIN 2011 |
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Si presentano
sinteticamente le 19 opere esposte nella Biennale Barbara Cappochin 2011. I
progetti si suddividono in 3 categorie : città sostenibile,
città intelligente e città inclusiva. Città sostenibile La lotta al cambiamento
climatico è ormai da anni al centro delle principali strategie europee
per la crescita e lo sviluppo delle città e l’immagine della
città del futuro non può prescindere da un’economia efficiente
basata sull’utilizzo di tecnologie verdi e sostenibili, attraverso il
recupero e la razionalizzazione delle risorse, riducendo al minimo
l’emmissione di carbonio e la produzione di agenti inquinanti. L’utilizzo di
energia pulita ed efficiente cambierà radicalmente il volto delle
città, evitando il degrado ambientale e la perdita di
biodiversità, ristabilendo un economia basata sui ritmi e sulla
capacità rigenerativa dell’ecosistema e proponendo un modello
economico prospero e competitivo basato sulla produzione autoctona di energie
rinnovabili. Un modello energetico compatibile con l ambiente potrà
procedere di pari passo con il ritorno a modelli urbanistici a misura d’uomo,
a parti di città lente, in armonia con i ritmi dell’ambiente naturale. Gli esempi virtuosi scelti all’interno di questa sezione della mostra
dimostrano come tale atteggiamento ecocompatibile sia possibile non solo
attraverso la tutela dello spazio aperto oggi esistente, ma anche attraverso
la conversione di ambienti artificiali riconvertiti 1.Foundries’ Garden,
Nantes,France, - ADH ARCHITECTS 2.Elm Park Green Urban Quarter,
Dublin, Ireland - BUCHOLZ MCEVOY ARCHITECTS 3.The High Line, New York,
New York State, USA – DILLER SCOFIDIO + RENFRO 4.Universitè feminine Ewha,
Seoul, South Korea – DOMINIQUE PERRAULT ARCHITECTURE 5.Green Belt, City of
Tripoli, Libya – COLOCO & GILLES CLÈMENT 6.Brooklyn Bridge Park, Brooklyn, New York State, USA – MICHAEL VAN
VALKENBURGH 1.Foundries’ Garden, Nantes,France, - ADH ARCHITECTS Il Giardino delle Fonderie fa parte
del progetto per “I Île de Nantes”, una delle più grandi pianificazioni urbane in corso di realizzazione in
Francia.Il Giardino delle Fonderie si trova al centro dell isola, distante
dalla Loira, in una zona periferica con fabbriche e case popolari.Il progetto
consiste nella riqualificazione degli spazi abitativi e pubblici che si
trovano intorno al complesso delle Fonderies Atlantique, impresa
specializzata nella produzione di eliche per transatlantici.Forni
industriali,binari e tre fosse di colata sono le tracce ancora visibili in
situ della vecchia attività. Questi i principali obiettivi: ·
creare un giardino coperto, uno spazio protteto per le attività quotidiane, i giochi dei bambini e gli eventi sociali del
quartiere ·
rendere visibile la precedente
attività industriale non solo come un museo, ma anche come
eredità di un luogo in cui molti abitanti hanno lavorato duramente e
con passione, e per i quali la conservazione del sito rappresenta un tributo
affettivo nei confronti del passato industriale della città e delle
vite che vi sono state spese. Il giardino
è suddiviso in due parti: ·
il “Giardino dei Forni”, collocato intorno alle antiche fornaci.Qui
abbiamo piantato graminacee, bambù e canneti
che andranno a creare delle “colonne verdi” vicino a nuove cisterne d’acqua. ·
Il “Giardino dei Viaggi” , che occupa la maggior parte
dell’area,costruito un metro e mezzo sopra il livello originario del suolo,
poiche il terreno inquinato doveva essere stabilizzato.Il tema del viaggio è rappresentato da una gran varietà di piante giunte in
Europa tra Cinque e Settecento tramite i porti sull’Atlantico. 2.Elm Park
Green Urban Quarter, Dublin, Ireland - BUCHOLZ MCEVOY ARCHITECTS
Il complesso urbano di Elm Park Green a Dublino è un progetto a basso consumo energetico e a uso misto che
include un complesso di appartamenti, unità residenziali per anziani,
una struttura sanitaria, un albergo, uffici, un asilo nido, un centro per il
tempo libero con piscina, zona conferenze e caffeteria, in un contesto
paesaggistico progettato e immaginato per essere il “polmone verde” della città. I
blocchi di edifici incorniciano la vista delle montagne e del mare, riducendo
al minimo l’impatto
del progetto. Una gran varietà di usi ne assicura la
vitalità 24 ore su 24, su un “tappeto” urbano arricchito da una rete
di strade pedonali e piste ciclabili che creano nuove occasioni di
interazione sociale. Un ambiente sostenibile nel senso olistico del termine,
che minimizza la richiesta di energia e potenzia la densità, la
flessibilità e la diversità, creando un ecosistema salutare e
stimolante. La forma degli edifici sfrutta le energie naturali disponibili (vento, sole etc), ottimizzando
l’orientamento degli immobili in rapporto al percorso solare e alla direzione
del vento. I vari “aggiustamenti” nella
costruzione degli edifici, in funzione della loro situazione microclimatica,
riescono a raggiungere una prestazione energetica superiore. La superficie
sottile di pavimentazione consente la penetrazione in profondità della luce naturale, mentre I “light shelves” (mensole riflettenti) delle facciate e
i soffitti in cemento scolpito all’interno contribuiscono a una resa
ottimale. Queste strategie diminuiscono l’uso di illuminazione artificiale,
consepita a sensori di luce diurna che riducono ulteriormente il carico
energetico. Elm Park ha un impatto energetico estremamento ridotto (il 60% in
meno rispetto agli standard), e icoraggia le persone a mettersi in rapporto
con il loro ambiente in maniera nuova e responsabile nei confronti
dell’ambiente stesso. 3.The High Line, New
York, New York State, USA – DILLER SCOFIDIO + RENFRO
La Hight Line è un nuovo
parco pubblico lungo quasi due chilometri e mezzo, costruito su una ferrovia
sopraelevata dismessa che si estende dal Meatpacking District fino all’ Hudson Rail Yards di Manhattan.
Ispirato alla bellezza malinconica e ribelle di questo relitto
postindustriale, in cui la natura si è
riappropriata di un brano d’infrastruttura urbana un tempo d’importanza vitale, il nuovo parco che
interpreta oggi l’eredità. Esso traduce la biodiversità radicatasi dopo la sua rovina in una sequenza di microclimi
urbani specifici del luogo, che comprendono spazi esposti al sole e in ombra
, bagnati, asciutti , ventosi o riparati. Attraverso una strategia di agri-tettura- in parte agricoltura, in
parte architettura- la superficie della Hight Line viene digitalizzata in
unità distinte di pavimentazione, assemblate luogo in
due chilometri e mezzo in proporzioni variabili, da un 100% di pavimentazione
a un 100% di biotopi dalla ricca vegetazione. Il sistema di pavimentazione
consiste di singole tavole in calcestruzzo
prefabbricato con giunture aperte, in modo da incoraggiare l’emergene nelle aiole piantumate
creando così un paesaggio non uniforme e “senza percorso”, in cui il
pubblico può girovagare in modi non prestabiliti. Il parco
ospita zone selvatiche, aree coltivate, e parti più raccolte o
destinate alla socialità. I punti di accesso sono esperienze di accesso sono esperienze “di durata”, progettare per
prolungare il momento di momento di passaggio dal ritmo frenetico delle
strade cittadine al paedaggio lento e innaturale che si trova al di sopra di
esse. 4.Universitè feminine
Ewha, Seoul, South Korea – DOMINIQUE PERRAULT ARCHITECTURE La Campus Valley La
complecità del sito contingente, nel suo rapporto col più vasto
campus e con la città di Shinchon a sud, richiede una risposta “più
ampia del sito stesso”, una risposta urbanistica, una soluzione di global landscape che
intrecci il tessuto del campus Ewha con la città.
Questo gesto, la “Campus Valley”, crea una nuova topografia che incide in vari modi sul
paesaggio circostante. La natura rurale del campus è forse la sua
qualità più notevole. Dovrebbe essere permesso coltivare all’esterno, o in questo caso
all’interno, coprendo il centro del campus di alberi, fiori e prati. Il parco
è ridisegnato : il risultato è un
giardino paradisiaco, che dà origine a un luogo speciale in cui
incontrarsi, svolgere lezioni informali o semplicemente rilassarsi. Anche qui
è evidente il principio volto a collegare le varie parti del campus,
sfumando le distinzioni tra vecchio e nuovo, tra edificio e paesaggio, tra
presente e passato. Les Champs-Elysèes. Una
nuova linea di congiunzione fende la topografia, rilevando l’interno del campus. Si forma un
vuoto, un luogo ibrido, in cui convivono numerose attività. È un
viale lievemente discendente che controlla il flusso di movimento e conduce a
una monumentale scallinata che porta i visitori verso l’alto, richiamando gli Champs-Elysèes o il Campidoglio romano. Un cortile d’entrata, con
accesso ai vari dipartimenti, un punto su una traiettoria che conduce verso
un’ altra destinazione,un forum per lo scambio d’idee, in cui gli studenti si
riuniscono dopo le lezioni per discutere le loro opinioni. Una piazza, con
una caffeteria che costituisce un vero “posto” per fermarsi e rilassarsi. Un teatro
all’aperto, in cui la scalinata può essere usata a mò di
anfiteatro, un giardino con sculture, in cui gli eventi espositivi all’interno possono uscire
all’esterno. È proprio questa flessibilità (concettuale
e reale) che permette al nuovo campus Ewha di intrecciarsi
inevitabilmente al paesaggio e di farsi al tempo stesso edificio, scultura,
brano del paesaggio medesimo. 5.Green Belt, City of
Tripoli, Libya – COLOCO & GILLES CLÈMENT
Per ampiezza e dimensione ecologica, il progetto del Green Belt di
Tripoli si presenta come una sperimentazione urbana in cui lo spazio pubblico
porta la sfida del futuro nel contesto mondiale della carenza di beni comuni.
Per bene comune va inteso il territorio condiviso, l’insieme dei beni
immateriali come I paessaggi e la poetica dello spazio, ma anche i beni
materiali e vitali come l’aria, l’acqua e la biodiversità, da cui tutta l’umanità dipende. L’accesso all’acqua e il suo carattere prezioso e vitale
ci obbligano, in ogni parte del mondo, a una gestione ragionata. Questo
imperativo assume dimensioni particolari nei paesi in cui l’acqua
biologicamente vitale si presenta in quantità
ridotte. Sebbene la Libia benefici di una fonte fossile per l’alimentazione delle sue città, essa deve aspettarsi l’esaurimento di tale fonte nel prossimo futuro. La
questione stessa della limitatezza delle risorse fossili si presenta qui a
tutti i livelli, si tratta dell’acqua o dell’energia. Ma se è opportuno svilluppare delle tecnologie in
grado di sostituirsi alle energie fossili,resta per il momento sconsigliabile
sostituire l’acqua con un altro elemento. La gestione dell’acqua, la sua
economia, distribuzione e riciclaggio all’interno dello spazio finito del
pianeta, si presenta come un grande problema del nostro tempo.
La vastità del progetto Green Belt
permette di affrontare la questione sotto diverse forme, di cui alcune, come
la zona di Suq al Tulata, sono state già realizzate. Ma permette anche
di sviluppare una pedagogia dell’ “arte di vivere domani”, in un mondo in cui il
riciclaggio dovrà far parte dei nostri gesti
quotidiani. Il Green
Belt, come noi lo intendiamo, deve potersi collocare in modo esemplare a
livello mondiale, non per sviluppare un turismo di lusso o un centro di
attività commerciali,come accade in alcune parti della
terra, ma come un luogo in cui l’economia e la gestione dei beni portino
beneficio a tutti. 6.Brooklyn Bridge Park, Brooklyn, New York State, USA –
MICHAEL VAN VALKENBURGH
Il Brooklyn Bridge Park comprenderà nella sua
forma definitiva più di 34 ettari, con oltre 2 chilometri di
lungofiume. Il parco andrà a costituire una linea di confine
estremamente dinamica, in cui s’incontrano due ecosistemi diversi ma interdipendenti, il fiume e la
città. Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi e
tuttavia abbastanza semplici: preservare l’esperienza spettacolare e il carattere monumentale del
lungofiume industriale reintroducendo al tempo stesso ecosistemi
autosufficienti nel sito, che viene investito di nuove possibilità sociali e ricreative. La prima fase attrae le persone
nel parco attivando i due principali ingressi suo moli, il Pier One e il Pier
Six. L’entrata sul Pier One è una destinazione pubblica che offre una vasta
gamma di attività. Una pista ciclabile, che corre per tutta la
lunghezza del sito definitivo del parco, collega il Pier One e il Pier Six.
Il Pier Six prevede una serie di specifici campi da gioco che attraggono per
tutto l’anno
grandi quantità di bambini e il loro
accompagnatori. In tutta la zona del Pier One, l’acqua piovana in eccesso viene recuperata dagli
edifici, dalle parti pavimentate, dai parti e dalle aree piantumate, per
essere convogliata in serbatoi sotterranei e poi rimessa in circolo nei “rain
garden”. Questo metodo di raccolta-smaltimento, insieme all’utilizzo
incrementato di prati che assorbono l’acqua e di aree piantumate, riduce
drasticamente lo spreco dell’acqua piovana nel sistema cittadino. Un
programma di sostanziale recupero e riuso mantiene, all’interno del
cambiamento, un senso di continuità nel
tratto lungo il fiume : I pilastri in legno restano ai loro posti, i blocchi di granito
recuperati diventano sedili spettacolari, mentre il legno per le panchine è stato ricavato dalle travi di pino giallo che componevano uno
dei magazzini demoliti. Grazie alle sue fondamenta relativamente solide e a
un’attenta selezione dei materiali, il Pier One è in grado di
sostenere la nuova e vigorosa topografia del sito, che con la sua posizione
offre una prospettiva ideale per godere lo straordinario panorama dello
skyline di Manhattan e del porto di New York. Guidato dal concetto di “natura postindustriale”, il
progetto usa in modo spregiudicato il paesaggio artificiale per rilanciare
nuove ecologie del sito che possano progredire ed evolvere in uno scenario
urbano d’intenso utilizzo. Città intelligente A partire dalla definizione di
crescita intelligente, promossa dall’ Unione Europea, volta allo sviluppo di
un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione, è possibile
immaginare una città del futuro in cui la tecnologia sia al servizio
dello sviluppo urbano, sociale ed economico, con l’obiettivo di stimolare la crescita attraverso nuovi
posti di lavoro e nuovi mezzi di interazione.
Una città non solo tecnologica nelle
sue sembianze-
dalle facciate intelligenti alle
membrane fotosensibili degli edifici-ma innovativa anche nella sostanza-dalle
performance energetiche ai sistemi costruttivi all’avanguardia, fino alla
costruzione di una città parallela digitale, capace
di condividere capillarmente conoscenze, informazioni e idee. I progetti selezionati per
questa sezione hanno come comune denominatore la costruzione di brani di
città con caratteristiche ed elementi innovatori, capace di produrre
spazi flessibili e adattabili ai differenti contesti,involucri al alto
livello tecnologico, infrastrutture complesse che coniugano trasporti,
permeabilità e spazio pubblico. A questi si aggiungono gli esempi
riguardanti interi quartieri sorti dalle ceneri di un passato industriale
ormai concluso, articolati da differenti e da un mix funzionale essenziale
per il recupero di un ruolo importante all’interno della città. 1.Digital Water Pavilion,
Zaragoza, Spain –
CARLORATTIASSOCIATI | CARLO RATTI & WALTER NICOLONO 2.Eco-boulevard, Madrid, Spain – ECOSISTEMA URBANO 3.Prada Transformer, Seoul, South Korea – OMA 4.Maciachini Business Park, Milan, Italy – STUDIO ELEMENTARE 5.Quartiere Portello Milano, Milan, Italy – STUDIO VALLE ARCHITETTI
ASSOCIATI 6.Madrid Rio, Madrid, Spain – WEST 8 1.Digital Water Pavilion,
Zaragoza, Spain –
CARLORATTIASSOCIATI | CARLO RATTI & WALTER NICOLONO
Progettando per la città di Saragozza, sede dell’Expo
internazionale del 2008 dedicata al tema dell’acqua, il DWP nasce dalla
volontà di creare spazi architettonici realmente interattivi
e riconfigurabili. Adibito a ufficio del turismo durante la manifestazione,
il padiglione è attualmente utilizzato come caffeteria e infobox
relativo al Mila Digital, progetto urbano di riconversione dell’interna area dell’ Expo. La sfida è stata quella di utilizzare l’acqua come elemento architettonico. Le pareti sono
realmente composte da gocce d’acqua che, generate da un sistema a
condiventare potenzialmente un ingresso o un’uscita e dove le partizioni
interne possono spostarsi in funzione del numero di visitatori presenti nel
padiglione. Gli unici elementi massivi rimangono due box centrali e il
sistema copertura, quest’ultimo si comporta come un sipario,con la possibilità di scendere e scomparire a terra. Grazie all’uso dell’acqua è stato possibile mitigare il microclima interno, eliminando del
tutto l’uso
dell’aria condizionata (evaporative cooling) e creando uno spazio pubblico
coperto che è oggi tra i più popolari della città. A questo
successo contribuisce attivamente un’associazione locale di programmatori che sviluppa i
contenuti digitali del padiglione attraverso una raccolta “open source” di
idee, dati, informazioni.
Il Digital Water Pavilion è stato
nominato da “ TIME MAGAZINE” come “Miglior Progetto dell” Anno”. 2.Eco-boulevard, Madrid, Spain – ECOSISTEMA URBANO
La proposta per l’Eco- Boulevard di Vallecas può essere definita un operazione di recupero urbano costituita
dalle seguenti realizzazioni : montaggio di tre “alberi d’aria” con funzione di “ rinvigoritori
sociali”, colocati lungo l’area preesistente, destinazione degli alberi
all’interno del viale originario, riduzione e disposizione asimetrica delle
arterie stradali, interventi di superficie sull’urbanizzazione precedente
(perforazioni, riempimento, verniciatura ecc) che completano la
riconfigurazione dello sviluppo urbano eseguito.
I 3 padiglioni, o alberi d’aria, funzionano come strutture aperte che
moltiplicano le attività destinate ai residenti.
Istallati come elementi provvisori nella “non-città”, essi verranno utilizzati solo
finchè tali spazi di condizionamento d’aria non siano più necessari, quando la zona diventerà “definitiva”. Queste strutture
andrebbero allora rimosse mentre il vecchio terreno verrebbe a configurarsi
come una sorta di radura nel bosco.
L’albero d’aria è costituito da una
struttura leggera, smontabile ed energeticamente autosufficiente. Esso
consuma solo ciò che può produrre, tramite sistemi di recupero
di energia solare con pannelli fotovoltaici. La vendita di questa energia
alla rete elettrica genera un’eccedenza sul bilancio annuale, eccedenza che viene reinvestita nella
manutenzione della struttura stessa.
L’obiettivo di questo progetto è creare un’atmosfera che inviti e promuova
l’attività in uno spazio pubblico “malato” a causa di una “cattiva pianificazione”. I
semplici sistemi di adeguamento climatico istallati negli “alberi d’aria” sono tipo
evapotraspirativo, come quelli spesso usati nelle serre. Essa cerca di
opporsi al binomio tempo libero-consumo e di riattivare lo spazio pubblico
creando ambienti climaticamente adatti ( 8-10° più
fresci rispetto alla temperatura nel viale in estate), in cui gli abitanti possano ancora una volta essere
parte attiva nelle aree pubbliche. 3.Prada Transformer, Seoul, South Korea – OMA
Il Prada Transformer è un'installazione della
durata di 6 mesi collocata sul terreno storico Gyeonghui Palace al centro di
Seoul. Il padiglione in forma di tetraedro è stato progettato per
ospitare quattro eventi dedicati all'arte, al cinema, alla moda e alla
più vasta cultura di Prada. Il padiglione è costituito da
quattro forme geomettriche fodamentali (cerchio, croce, esagono e rettangolo)
che convergono insieme, rivestite da una membrana traslucida. Ogni forma
è un potenziale piano di pavimentazione progettato come ideale per tre
mesi di programmazione culturale: un' esposizione di moda, un festival
cinematografico, una mostra d'arte e lo ''Student Takeover'' finale. DESTABILIZZAZIONE Prada
Transformer è una struttura temporanea rivoluzionaria che viene presa
da delle gru e ruotata per adattarsi a diversi eventi culturali. Il
Transformer sfida i principi fondamentali di gravità, della statica,
dell'orientamento e dell'ubicazione. L'interno padiglione in forma di
tetraedro si ribalta dopo ogni fase e si riconfigura per un nuovo uso: il
soffito di un' esposizione diventa il pavimento dell' evento seguente e cosi
via. CONCETTO E VISIONE Il Prada Transformer
mescola molte diverse attività all interno di un medesimo edificio.
Ciascun evento ha un piano di pavimentazione di forma distinta. Esso gira
letteralmente su se stesso, cambiando caratteristiche in funzione delle
esigenze di ciascun evento. Questo principio produce una sorta di paradosso,
mentre la funzione di ogni configurazione è iper-specifica, la forma
dell'edificio stesso è effimera, quasi indefinibile. GEOMETRIA Le quattro facce hanno
forme distinte -un cerchio, una croce, un esagono e un rettangolo- inscritte
entro la geometria triangilare del tetraedro. ROTAZIONE Il Prada Transformer si
trasforma per rotazione. La struttura viene sollevata dalle fondamenta usando
quattro gru, ruotata e poi riposizionata. Mentre ogni trasformazione segna un
cambiamento di evento, il ricordo della precedente attività, o
l'anticipazione di quella successiva è presente nelle pareti e nel
soffitto. MEMBRANA Tutta la struttura
è avvolta in una membrana bianca elastica e traslucida in PVC chiamata
''Cocoon'' normalmente utilizzata per coprire e riporre i grandi macchinari.
L'involucro, ben teso sull'armatura in acciaio, rivela le rigide geometrie
delle lastre di pavimentazione e costituisce un collegamento informe fra di
esse. 4.Maciachini Business Park, Milan, Italy – STUDIO ELEMENTARE
Il Progetto Maciachini è il
progetto di trasformazione di un' area industrale della storica casa
farmaceutica malanese Carlo Erba. L'industria, fondata a metà
dell'Ottocento, al limite della città lungo l'asse nord di sviluppo
produttivo, con il passare degli anni raggiunse una superficie di circa 6
ettari e mezzo e nel contempo fu inglobata nel tessuto cittadino. Gli stabilimenti furono quindi trasferiti
fuori città negli anni ottanta e l'area, circondata da un altro muro
di cinta, ha rappresentato per anni una sorta di inutile contenitore
impenetrabile e il continuo degrado. Nei primi anni 2000 l'area diventa di
proprietà di un fondo internazionale che indende transformare la
stessa in un grande complesso immobiliare a uffici, ben servito dall'allora
recente apertura della stazione di metropolitana. Una misteriosa combinazione di intenti ha
fatto si che la proprietà, la Pubblica amministrazione e i gestori
dell'operazione e abbiano condiviso il comune obbietivo di valorizzazione
dell' area; grazie a poche e semplici scelte che ci hanno aiutato a gestire
la complessità. Maciachini diventa l'occasione per
abbattere i vecchi muri. Maciachini diventa un progetto aperto ai cittadini e
non solo agli utilizzatori del business park; tuttii servizi e gli spazi
aperti sono esterni alle aree uffici, l'area nord-ovest ospita un taetro-all'
chiuso e all' aperto-un museo di marionette e burattini, una grnde palestra
con piscina, negozi e il food park con i suoi ristoranti nel bosco ritrovato. Maciachini si apre al verde di cui si
respira la presenza del vicino Parco nord -al quale si lega con la nuova
pista ciclabile- e che diventa tema centrale di progettazione dello spazio
connettivo pubblico e del piano terra dei singoli interventi edilizi. Maciachini si apre alla città, con
la quale dialoga implementandone i percorsi, le viste, le successione di
luoghi, in particolare al sud, con il tessuto urbano più storico. Maciachini diventa un progetto aperto
anche ai linguaggi dei diversi architetti, che sono stati scelti come se
fosse la scelta stessa di un progetto, per ogni tema e contesto un autore
dotato della giusta sensibilità. 5.Quartiere Portello Milano, Milan, Italy – STUDIO VALLE ARCHITETTI
ASSOCIATI
Il piano
riconversione dell’area Portello vede il riutilizzo delle aree delle ex
fabbriche Alfa Romeo e Lancia a ridosso della ex Fiera di Milano. Il piano
prevede una serie di spazi pubblici collegati da una rete di percorsi
pedonali che oltrepassano le infrastrutture stradali esistenti (viale Serra e
viale Scarampo). Questi spazi
sono: la grande piazza pedonale inclinata – circondata da tre edifice – posta
di fronte all’edificio esistente della Fiera, la quale porta alla passerella
pedonate che sovrappassa viale Serra, a un grande parco urbano, a due zone
residenziali, una a corte e l’altra a cluster e alla piazza dell’aggregato
commerciale coperta da una grande pen-silina trapezoidale. Lo spazio
pubblico e il movimento pedonale sono i principi insediativi che collegano
presenze architettoniche diverse. I volume costruiti fanno riferimento a una
“forma del vuoto” che ne garantisce la relazione in tutte le fasi di
realizzazione del piano urbanistico. Il percorrere gli spazi a piedi diviene
misura e orientamento della citta, permettendone un’accessibilita prima
impensabile. Particolare attenzione e stata posta nel gestire il traffico
carrabile con parcheggi posti sotto gli spazi pubblici: le piazze della Fiera
e dell’Aggregato Commerciale sono delle piastre multipiano che legano I
diversi livelli con piani inclinati e inseriscono i blocchi edilizi in un
paesaggio artificiale segnato dalla continuita pedonale. La citta per parti
proposta dal piano si confronta con una figurazione cinetica che relaziona le
varie zone at traverso la durata e il movimento del pedone. Questa gestione
della distanza e capace di annettere il vuoto urbano in una strategia di
relazione e non lo riduce mai a un intervallo neutrale tra episodi costruiti
staccati tra di loro. 6.Madrid Rio, Madrid, Spain – WEST 8 La città di Madrid ha scavato 43
chilometri di gallerie in cui si scompaiono le uscite stradali e le
autostrade della sezione lunga 6 chilometri del fiume Manzanarre. West 8,
lavorando insieme a MRIO Architectos, impresa di partecipazione formata da 3
società con sede a Madrid e guidata da Gines Garrido Colomero , ha
progetatto il masterplan per il recupero degli argini del fiume e della nuova
area urbana. Sono stati perciò elaborati i programmi di sviluppo per i
singoli componenti: Salon de Pinos, Avenida de Portugal, Huerta de la
Patrida, Jardines de Puerte de Segovia, Jardines de Puertes de Toledo,
Jardines de la Virgen del Puerto e il Parco di Argenzuela. I più
importanti di essi includono: il Salon des Pinos, progetatto come spazio
verde lineare destinato a collegare le aree urbane preesistenti con quelle di
nuova realizzazione lungo il fiume Manzanarre, quasi interamente collocato al
di sopra del tunnel autostradale, con una ''correografia'' costituita da 8000
pini piantati in una grande varietà di taglio; l'Avenida de Portugal,
una delle strade più importanti del centro di Madrid, trasferita in
una gelleria e dotata di parcheggio sotterraneo,il cui spazio è stato
riconvertito in un giardino di cilliegi,a particolare beneficio della
popolazione residente; la Huerta de la Patrida, l'antico Palazzo Reale, che
è ora la moderna interpretazione di un frutteto con vasto assortimento
di alberi da frutto piantati in gruppi di fille alternate; per il Parco
Arganzuela, il motivo dominante
è l acquà: il fiume Manzanarre, canalizzato e smorzato nel suo
corso, è circondato da muraglioni, mentre i diversi torrenti
conservano il loro carattere specifico; i Puentes Cascara, fungendo sia da
ponti che da punti di riferimento ionici, creano un luogo in cui il fiume
viene realmente vissuto; sono progettati come enormi cupole in cemento dalla
struttura ruvida, realizzate in scala con gli elementi del parco, con oltre
cento cavi simili a ossa di balena che sostengono il sottile pinte in acciaio,
e con soffiti a mosaico realizzati dell'artista Daniel Canogar. Città inclusiva La terza e
ultima caratteristica della città ideale è l’inclusiva. La strategia dei
prossimi anni sarà fondata sempre di
più sul raggiungimento di una coesione territoriale e sociale capace
di condurre ogni comunità verso una crescita accessibile a tutti e
condivisa, un percorso, questo che si snoda attraverso la lotta alla
povertà e alle disuguaglianze , il sostegno alla formazione e l’estensione delle competenze,
restituendo il quadro di una società aperta e
dinamica, ma soprattutto realmente democratica. Tali risultati sul piano
economico e sociale si riflettono nella progettazione di uno spazio urbano
privo di barriere fisiche e culturali, attraverso l’inserimento di luoghi per l’incontro e il confronto,
non solo nelle parti di città ormai consolidate, ma
anche e soprattutto nelle aree periferiche che più necessitano di tali
attenzioni. Le realizzazioni esposte in
mostra muovono da esempi di nuove piazze europee all’ apertura di lotti industriali, fino alla
riqualificazione dei waterfront 1.Social Urbanism in Medellin,
Medellin, Colombia – EMPRESA DE DESARROLO URBANO MEDELLIN – EDU 2.Superkilen Master Plan, Copenhagen, Denmark – BIG, TOPOTEKT &
SUPERFLEX 3.South-East Coastal Park and Auditoriums, Barcelona, Spain –
AZPA/FOA 4.Christus Church in Donau City, Vienna, Austria – HEINZ TESAR 5.CaixaForum Madrid, Madrid, Spain – HERZOG & DE MEURON 6.Metropol Parasol, Sevilla, Spain – JURGEN MAYER H.ARCHITECTS 7.Centro Polifunzionale SNOS, Turin, Italy – STUDIO GRANMA
ARCHITETTI ASSOCIATI 1.Social Urbanism in Medellin,
Medellin, Colombia – EMPRESA DE DESARROLO URBANO MEDELLIN– EDU Il
Progetto Urbanistico Integrale (PUI) e uno strumento per la pianificazione e
l’intervento fisico in aree caratterizzate da un alto livello di marginalizzazione,
isolamento, poverta e violenza. In base a tali criteti, le comunita
nord-orientali di Medellin costituivano uno scenario ideale per il primo
progetto pilota. Innanzitutto questi settori della citta registravano la
valutazione piu bassa nell’indice di qualità della vita e il piu basso
indice di sviluppo umano (IDH) (Alcaldia de Medellin, 2004). In secondo
luogo, erano gia coinvolti nell’insediamento di un Sistema di trasporti, il
Metrocable, che college tramite funivia questi centri abitati alla rete
metropolitan cittadina. Il PUI
ha contribuito a selezionarne l’ubicazione delle stazioni, con l’obiettivo di
integrare e sviluppare l’impatto generato dallo stesso Metrocable. Il PUI ha
implementato il processo di consolidamento della zona, dando luogo a una
maggior organizzazione e ordine in tutta l’area (e non soltanto una piu ampia
accessibilita), attraverso una serie di lavori e progetti caratterizzati da
servizi per la comunita, con parchi, strade, sentieri e ponti pedonali che
collegano i vari quartieri l’uno all’altro. Il PUI nord-orientale si
concentra sulla fornitura e sul miglioramento delle infrastrutture pubbliche
come mezzo di trasformazione sociale, in particolare nelle aree densamente
popolate della citta formatesi negli anni cinquanta, soprattutto tramite un
processo di urbanizzazione illegale. Undici
quartieri e circa 170.000 abitanti nei Comuni 1 e 2 beneficiano ora del
progetto completato. Il Progetto Urbanistico Integrale tenta di riunire, in
uno sforzo congiunto, la partecipazione delle comunità, migliorando il
coordinamento fra le istituzioni, lo sviluppo degli alloggi, degli spazi
pubblici e della mobilità. Inoltre, il Progetto Urbanistico Integrale
favorisce l’adeguamento dei servizi per la collettivita e il recupero della
situazione ambientale. Il Metrocable stimola gli utenti a una maggiore
partecipazione alla vita cittadina. Subito dopo la sua costruzione, piccolo
negozi hanno cominciato a sorgere intorno alle quattro stazioni intermedie,
poste al centro del progetto, e la zona e diventata piu vivace e organizzata.
La sicurezza e migliorata, al punto che i residenti di altre parti della
città si recano adesso nella zona del Metrocable per le gite del fine
settimana. Il Metrocable ha fornito benefici diretti a circa 150.000 abitanti
e benefici indiretti a 350.000 persone del primo a secondo strato
socio-economico. Nove quartieri compongono la Comuna 1: Villa Niza,
Andalucia, La Francia, Villa del Socorro, Pablo VI, La Isla, Santa Cruz, La
Rosa e Moscu. La Comuna 2 e invece costituita di 10 quartieri: Popular,
Granizal, La Esperanza, Santo Domingo, La Avanzada, Carpinelo, Carambolas,
San Pablo, El Compromiso e La Aldea. 2.Superkilen Master Plan, Copenhagen, Denmark – BIG,
TOPOTEKT & SUPERFLEX
Superkilen è uno spazio urbano di 800m
che s’incunea in una delle zone etnicamente più diversificate e
socialmente problematiche della Danimarca. Il progetto urbanistico, destinato
al centro di Nørrebro,
quartiere periferico di
Copenaghen composto da 60 differenti provenienze culturali, è
concepito come un meccanismo per l’integrazione che superi le diverse etnie,
religioni, culture e lingue. L’idea dominante è
quella di elaborare il progetto come
una grande mostra di buona pratica urbana : una collezione di oggetti globali
rinvenuti tra le 60 nazionalità
delle persone che abitano la zona. Ogni oggetto è accompagnato da una
piccola targhetta inossidabile inserita nel terreno che ne descrive, in
danese e nella lingua d’origine, funzione e provenienza. S’intende presentare
una sorta di raccolta surrealista della diversità urbana globale, che
in realtà riflette la vera natura della zona, piuttosto che perpetrare
l’immagine pietrificata di una Danimarca omogenea. Il punto di partenza
concettuale è la divisione di Superkilen in tre zone di colori
simbolici : il verde, il nero e il rosso. I diversi colori e superfici
vengono integrati per formare nuovi ambienti dinamici per gli oggetti
quotidiani. L’obiettivo è fare del quartiere di Nørrebro uno spazio urbano innovativo di livello
internazionale, che possa essere d´ispirazione per altre città e
altri quartieri. 3.South-East Coastal Park and Auditoriums, Barcelona, Spain
– AZPA/FOA
Il progetto per il Parco litorale sud-est e per gli Auditorium fa
parte delle infrastrutture che Barcellona ha pianificato come città ospitante per il Forum Internazionale delle Culture, tenutosi
nel 2004. La proposta è un’alternativa alla geometria razionale
artificiale e lineare, coerente o contradditoria, e alle approssimazoni della
geometria organica che tenta una riproduzione delle qualità
pittoresche della natura. Il progetto esplora le varie strategie che
producono l’emergere
di complessi paesaggi organizzativi tramite la creazione di topografie
generate in maniera artificiale, attraverso un’integrazione mediata di
rigorosi ordini simulati. Il prototipo organizzativo per il parco è mutuato da un modello ricorrente nelle aree costiere : le dune di sabbia. Si tratta di
una forma e di un materiale con struttura interna essenziale, sempre sabbia
modellata dal vento.
La struttura di distribuzione programmatica si basa fondamentalmente
sull’analisi dei diversi sport e attività
ricreative che il parco è destinato a ospitare, e sulle dure
condizioni ambientali del luogo. La topografia del parco offre
zone adatte per auditorium all’aperto e per spazi riservati a eventi e attività, fornendo protezione dal vento e un habitat adeguato alla
vegetazione. La topografia stessa è stata inoltre progettata per
controllare le prospettive visive e panoramiche del visitatore. Le varie zone
del parco vengono prottete in modi diversi dal prevalente vento di sud-ovest,
per fornire condizioni adatte alla crescita della vegatazione e identificare
al tempo stesso le superfici previste per le differenti attività,
oltre che le prospettive visuali e le zone d’ombra. Il parco permette e favorisce gli sport e le
attività ricreative, dalla camminata alla corsa, dalla bicicletta allo
skateboard, offrendo inoltre una serie di aree previste per gli spettacoli e
il relax tramite una rete di sentieri o zone di attività. I punti
panoramici sono volutamente controllati attraverso la delimitazione di tali
zone : prospettive strette e mirate si dilatano in panorami aperti. 4.Christus Church in Donau City, Vienna, Austria – HEINZ
TESAR
Nuova Chiesa nel Nuovo Quartiere crescente Donaucity nella zona
periferica oltre il Danubio,Vienna. Dato il compito di costruire una
chiesa a cavallo del terzo millennio, essa è stata eretta in quella parte della città di Vienna che ha
l’obiettivo ben definito di procurare al centro storico un pendant al di
là del Danubio. L’estendersi della costellazione urbanistica oltre il Danubio ha portato
al concetto fondamentale dell’abbozzo di posizionare la nuova chiesa come
zona sulla piazza all’ingresso del nuovo quartiere crescente.
L’edificio reagisce al suo ambiente in maniera specifica. Nella sua
rotazione riguardo alla diagonale esso è concepito
ed esposto a est. La piazza all’inizio della diagonale è formata dalla
zona sacra e dalla banca situata di fronte. Circondata da grattacieli, la
nuova chiesa si afferma come parallelepipedo a crociera. Seguendo il
programma liturgico, la figura dell’edificio è determinata dalla
geometria a otto crociere. L’ottavo giorno simbolizza il ritorno di Gesù Cristo. La chiesa cattolica è un parallelepipedo a
crociera connotati di luce naturale. L’ingresso della chiesa al livello della piazza è affiancato da un bacino d’acqua. La sistemazione della piazza è stata effetuata sul terreno della chiesa, cosicchè ne
risulti una superficie unitaria. Una scala erbosa, che può essere
usata per vari eventi, chiude il cerchio della piazza, esse è anche
parte di un vialetto. La struttura portante delle campane è disposta
sul prato in posizione elevata. La geometria del cubo a crociera è
chiaramente formulata mediante il rivestimento della parete e del tetto. L’intero edificio è rivestito di grandi piastre nere di acciaio cromato con delle
perforazioni lucide. Queste piastre sottolineanno il peso dell’edificio affondato nella
topografia. 5.CaixaForum Madrid, Madrid, Spain – HERZOG & DE MEURON
Una calamita La CaixaForum è
concepita come una calamita urbana, in grado di attrarre non solo gli
appassionati d’arte, ma anche gli abitanti di Madrid e le persone che vengono
da fuori. L’attrazione non sarà soltanto
il programma culturale di CaixaForum, ma l’edificio stesso, in quanto la sua mole imponente appare
sollevata da terra, sfidando in
apparenza le leggi di gravità e attirando, nel vero senso della
parola, i visitatori al suo interno. La CaixaForum di Madrid gode di una
prestigiosa collocazione, in prossimità del Paseo del Prado e di
fronte al Giardino Botanico. Questo nuovo indirizzo per l’arte si trova
collocato in un’area fino ad ora occupata da insignificanti strutture urbane
: la stazione della “Central Elèctrica” e un distributore di benzina. Le
pareti perimetrali in mattoni della vecchia centrale elettrica, vincolate
dalla Soprintendenza, sono importanti esempi sopravvissuti di una precoce era
industriale di Madrid, mentre il distibutore di benzina,una struttura
puramente funzionale, risultava chiaramente fuori luogo. La demolizione del
distibutore ha creato una piccola piazza tra il Paseo del Prado e la nuova
CaixaForum, alloggiata nella centrale elettrica riconvertita. L’unica materiale della vecchia
centrale elettrica che si poteva utilizzare era la sua copertura in mattoni
vincolata.È stata un’operazione chirurgica, separando
e rimuovendo la base e le parti dell’edificio non più necessarie. La
rimozione della base dell’edificio ha lasciato una plaza coperta sotto la
copertura in mattoni, che appare ora fluttuante sopra al livello stradale.
Questo spazio coperto sotto la CaixaForum offre ombra ai visitatori che
vogliono passare il tempo o incontrarsi fuori, ed è al contempo l’entrata al Forum stesso. La separazione della struttura dal
livello del terreno crea due mondi distinti : uno al di sotto e l’altro al di
sopra del suolo. Il “mondo sotterraneo” sepolto sotto la piazza progettata topograficamente in senso
paesaggistico, fornisce spazi per un teatro/auditorium, locali di servizio e
numerosi parcheggi. L’edificio a più piani
sopra al livello del suolo ospita l’atrio d’ingresso e le sale espositive, un ristorante e gli
uffici amministrativi. Il sorprendente aspetto scultoreo del
profilo della CaixaForum non è un semplice capriccio
architettonico, ma intende riflettere le sagome dei tetti degli edifici
circostanti. 6.Metropol Parasol, Sevilla, Spain – JURGEN MAYER H.
ARCHITECTS
Metropol Parasol è il nuovo
progetto-simbolo destinato a Siviglia, un luogo d’intentificazione volto a
promuovere il ruolo della città come una tra le più
affascinanti mete culturali della Spagna, esso ha sollecitano le
potenzialità della Plaza de la Encarnacion nel porsi come nuovo centro
di Siviglia. La sua funzione di spazio urbano d’eccezione,all’interno del
denso tessuto della città medievale, consente attività
molteplici, dal raccoglimento individuale alle feste, da luogo d’incontro e
per il tempo libero alle attività commerciali. Un infrastruttura molto
sviluppata supporta le attività della piazza, facendo un polo
d’attrazione sia per i turisti che per i locali. Questi “ombrelloni” poggiano
su una piattaforma archeologica aperta sulla storia di Siviglia, e coprono il
cuore della città costituendosi come nuovo spazio urbano del XXI
secolo.Il progetto di Metropol Parasol, con le sue grandi strutture, presenta
un sito archeologico, un mercato agricolo, una piazza soppraelevata, numerosi
bar e ristoranti al di sotto e all’interno dei parasole, offrendo al tempo
stesso una terazza panoramica collocata sulla loro sommità.
Realizzati come innovativa costruzione in legno con rivestimento
in poliuretano, i parasole emergono dal sito degli scavi archeologici
divenendo un tratto distintivo della contemporaneità. È concepito come una struttura coprente che fornisce una preziosa
ombra durante il giorno, creando una
situazione climatica favorevole e un luogo adatto per rilassarsi. La piazza
sopraelevata risponde alla necessità di un grande spazio d’incontro
urbano multifunzionale, posto nelle’antico centro storico della città,
essa è collegata al livello stradale tramite ampie scalinate che
fungono da stimolo per la vita all’aperto. A Siviglia la maggior parte delle
attività si svolge di sera o di notte, durante il giorno la piazza
diventa una meta invitante per ritirarsi dalla vita urbana e un luogo per il
gioco, per la conversazione o la contemplazione. Di notte Metropol Parasol
diviene un cielo artificiale che fa da scenario a varie ambientazioni
luminose e sonore. Queste due caratteristiche consentono una serie di
attività urbane che enfatizzano il ruolo della Plaza come uno dei
luoghi privilegiati per la comunicazione e l’interazione della città. 7.Centro Polifunzionale SNOS, Turin, Italy – STUDIO GRANMA
ARCHITETTI ASSOCIATI
Le ex Officine Savigliano, nodo della
riqualificazione dell’area industriale torinese, conservano l’identità di luogo del lavoro, passando da una produzione tecnica
d’avanguardia a nuovi modelli produttivi ad alto contenuto tecnologico, con
la scelta di Seat Pagine Gialle di insediare qui il suo nuovo quartier
generale. L’officina è oggi completata anche da attività
commerciali, ristorazione e residenze. Il progetto si fonda su
un’idea dinamica di memoria e sulla mixitè di funzioni e prende le
mosse dalla ristrutturazione e il restauro dell’edificio storico, in
posizione di cerniera tra la città e il nuovo parco, e la
realizzazione di nuovi volumi che mirano a caraterizzare le diverse funzioni.
In tal senso, la semplicità delle forme e la rilettura dei materiali
edilizi, tradizionalmente industriali, sono determinanti. La galleria storica
mantiene la sua funzione di fulcro distributivo di tutti i percorsi e tutte
le attività. L’interno del vecchio edificio si trasforma in un esterno aperto sui
nuovi fabbricati e sul parco della Dora.
Parte dei volumi commerciali affacciati sulla galleria fuoriescono
dall’edificio, spezzando la regolarità della facciata con rotazioni
non ripetitive, dimensioni e profondità differenti. La suggestione
è quella dei container: i volumi netti sono poggiati a terra, quasi
provvisori, il colore rosso evidenzia ed enfatizza l’addizione. |
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Capitolo 4 - I PREMI |
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In questo capitolo
abbiamo le 4 categorie di Premi con speciale menzione di ogni vincitore ma
anche degli altri partecipanti che sono stati in qualche modo distinti. La prima categoria è il PREMIO BIENNALE
INTERNAZIONALE BARBARA CAPPOCHIN 2011. I suoi vincitori erano i
arcitetti Fabrizio Barozzi e Alberto Veiga,ESTUDIO BAROZZI
VEIGA,con il Centro di Promozione della D.O.C. “RIBERA DE DUERO” (2010), Roa(Spain). Il progetto si localizza sul
limite urbano della cittadina di Roa e prevede la ristrutturazione e
l’ampliamento di un edificio storico esistente. L’edificio si definisce come
un elemento di transizione fra il paesaggio urbano nel quale si inserisce, e
il paesaggio naturale verso il quale si affacia. Abbiamo due semplici
elementi architettonici : una torre che segna in modo preciso il limite
urbano e si relaziona con il paesaggio orizzontale della meseta e una piazza
pubblica che si inserisce delicatamente tra i frammenti del costruito e li
ricompone in un tutto unitario. La torre ospita le funzioni rappresentative,
mentre lo zoccolo seminterrato al di sotto della piazza pubblica organizza le
funzioni tecniche. La selta del progetto coniuga la qualità estetica,
funzionalità e stostenibilità auspicate dalle finalità
del Premio. Del progetto vincitore è stata apprezzata la
capacità di inserirsi in un contesto storico e paesaggistico con
grande sensibilità ma insieme con la consapevolezza della propria
contemporaneità. Il progetto presenta una notevole attenzione e
sensibilità nell’uso dei materiali. Altri menzionati erano: ·
Centro di assistenza sanitaria comunale Usera a Madrid (2009),Madrid (Spain), ESTUDIO ENTRESITIO, architetti Maria Hurtado de
Mendoza, Cèsar Jimènez de Tejada, Josè Maria Hurtado de
Mendoza HONOURABLE MENTION ·
Cram.Foundation of Rehabilitation and Conservation of Marine Animals
(2010), El Prat del Llobregat (Spain), HIDALGO HARTMANN
ARQUITECTURA, architetti Jordi Hidalgo, Daniela Hartmann HONOURABLE MENTION ·
Museo di Arte Contemporanea a Cracovia (MOCAK) (2010), Cracovia
(Polland), CLAUDIO NARDI ARCHITECTS,
architetti Claudio Nardi con Leonardo Maria Proli HONOURABLE MENTION ·
Suoi Re multifuntional community house (2010), Hoa Binh (Vietnam),1+1>2 INTERNATIONAL ARCHITECTURE JSC., architetto Thuc Hao Hoang BEST
WORKS ·
Ampliamento del cimitero di Gubbio (2010), Gubbio (Italy), ANDREA DRAGONI ARCHITETTO BEST
WORKS ·
Shima Kitchen (2010), Kagawa-ken (Japan), ARCHITECTS ATELIER RYO ABE BEST
WORKS ·
Can Framis Museum (2008), Barcelona (Spain), BAAS, JORDI BADIA BEST WORKS ·
Caserma dei Vigili del Fuoco di Magrè (2010), Magrè sulla Strada del Vino (Italy), BERGMEISTERWOLF ARCHITEKTEN, architetto Gerd Bergmeister BEST WORKS ·
Darwin Centre phase II (2009), London (United Kingdom), C.F. HIDALGO ARCHITECTS, architetto Anna Maria Indrio BEST WORKS ·
Museum of Art and Archaeology of “ Vale do Côa” (2009), Vila Nova de Foz Côa (Portugal), CAMILO REBELO ARQUITECTO UNIPESSOAL
BEST WORKS ·
Nido d’infanzia e centro bambini-genitori “Barbapapà” (2009), Vignola (Italy), CCDSTUDIO.EU, architetto Luca Ciaffoni BEST WORKS ·
Sistemazione spazi scoperti, tenuta e bosco a Levanto (2010), Levanto
(Italy), CZSTUDIO ASSOCIATI CON GABRIELE
PIMPINI, architetto Laura Zampieri BEST
WORKS ·
Uffici Mark Medical (2011), Gorizia (Italy), DI DATO & MENINNO ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Luigi Di Dato BEST WORKS ·
New Art Space for the Arango House (2008), Madrid (Spain), ELISA VALERO BEST WORKS ·
Centro di assistenza sanitaria comunale Villaverde (2010), Madrid
(Spain), ESTUDIO ENTRESITIO, architetti
Maria Hurtado de Mendoza, Cèsar Jimènez de Tejada, Josè
Maria Hurtado de Mendoza BEST WORKS ·
Paço de Pombeiro (2008), Felgueiras
(Portugal), EZZO ,
architetto Cèsar Moreira BEST WORKS ·
Casa della Musica (2009), Cervignano del Friuli
(Italy), GEZA –
GRI E ZUCCHI ARCHITETTI, architetto Stefano Gri BEST WORKS ·
Segai Research Centre (2011), La Laguna (Spain), GPY ARQUITECTOS, architetto Juan Antonio Gonzàlez Pèrez BEST WORKS ·
Sebrae Headquarters (2010), Brasilia (Brazil), GRUPOSP, architetto Alvaro Puntoni BEST
WORKS ·
House of Setouchi (2008), Mihara City Hiroshima (Japan), KEISUKE KAWAGUCHI +K2 – DESIGN BEST
WORKS ·
Ar- House (2008), Oita (Japan), KUBOTA ARCHITECT
ATELIER, architetto Katsufumi Kubota BEST
WORKS ·
Kuokkala Church (2010), Jyväskylä (Filand), LASSILA HIRVILAMMI ARCHITECTS/
LUONTI OY, architetto Anssi Lassila BEST WORKS ·
Parco dei Via Regina (2010), Brienno (Italy), LORENZO NOÉ BEST WORKS ·
Enviromental Department of Zaragoza City Council (2009), Zaragoza (Spain),
MAGÉN
ARQUITECTOS, architetti Jaime Magèn,
Francisco J.Magèn BEST WORKS ·
Recupero di Torre di Porta Nuova
(2011), Venice (Italy), MAP STUDIO – MAGNANI PELZEL ARCHITETTI ASSOCIATI BEST WORKS ·
Isernia Golf Club (2009), Località Zio Carlo (Italy), MEDIR
ARCHITETTI, architetto Roberto Ianigro BEST WORKS ·
Spanish Pavilion World Expo Shangai (2010), Shangai (CHINA), MIRALLES TAGLIABUE EMBT, architetto Benedetta Tagliabue BEST WORKS ·
Direzione Codognotto Italia (2009), Salgareda (Italy), PAOLO VOCIALTA BEST WORKS ·
Mikve Rajel (2011), Mexico DF (Mexico), PASCAL ARQUITECTOS, architetto Gerard Pascal BEST WORKS ·
Social housing tower of 75 units in Europa square - E.I.O.5 (2010)
,L’Hospitalet de Llobregat (Spain), ROLDÀN + BERENGUÈ,ARQTS.,
architetto Miguel Roldàn BEST WORKS ·
House in Melides (2010), Melides
(Portugal),PEDRO
REIS ARQUITECTO BEST WORKS ·
Riqualificazione di una stalla (2009), Soglio (Switzerland), RUINELLI ASSOCIATI ARCHITETTI SIA, architetto Armando Ruinelli BEST WORKS ·
Nuova aula liturgica dedicata a San Lorenzo martire con annessa aula
polifunzionale (2008), Cividale del Friuli (Italy), STUDIO ASSOCIATO AR.PI.DI PITTINI SANDRO E CAZZARO DARIO, architetto
Sandro Pittini BEST WORKS ·
Studio sc (2011) , Sào Paulo (Brazil), STUDIO MK 27, Marcio Kogan BEST WORKS ·
Punta house (2011), Sào Paulo (Brazil), STUDIO MK 27, Marcio Kogan BEST WORKS ·
Public Library Maria Lejàrraga (2011), Granada
(Spain), STUDIO
RUBENS CORTÉS /
M57ARQUITECTOS BEST WORKS ·
Centro pediatrico di Emergency ngo (2010), Nyala (Sudan), STUDIO TAMASSOCIATI, architetto Massimo Lepore BEST WORKS ·
Nest (2010), Onomichi (Japan), UID
ARCHITECTS,architetto Keisuke Maeda BEST
WORKS ·
Ohirune House (THE NAP HOUSE) (2009), Niigata (Japan), YUKI MINAMIKAWA ARCHITECT OFFICE BEST
WORKS La seconda categoria è il PREMIO
SPECIALE PER LA CURA DEGLI ELEMENTI DI DETTAGLIO ARCHITETTONICO E COSTRUTTIVO.
Il suo vincitore era l’architetto Ryo Abe, ARCHITECTS ATELIER RYO ABE, con il Shima Kitchen (2010) a Kagawa-ken(Japan). Il Setouchi International
Art Festival del 2010 è stato
un punto di svolta per l’isola di Teshima. Prima di esso, il pubblico
percepiva Teshima come l’isola dei rifiuti industriali. L’amministrazione
locale aveva bisogno di reinventare se stessa e riguadagnarsi la fiducia dei
residenti dell’isola. Shima Kitchen è un progetto di restauro volto a
creare una sede per l’arte e un luogo per mangiare, realizzato in una vecchia
casa abbandonata di un villaggio di Teshima.Intorno a questa casa c’erano
terreni liberi in cui molto tempo prima erano stati demoliti numerosi altri
edifici. Rimanevano un antico magazzino, due alberi di cachi e molti piccoli
alberi di fico. La casa è stata trasformata in una cucina open-style,
riarredato il magazzino come una galleria d’arte e prolungato un tendone
intorno agli alberi per creare un teatro all’aperto. Il teatro è
ispirato allo stile di un tradizionale teatro Noh, con il palcoscenico
(butai), la veranda (hashikake) e una balconata (sajiki), ma è stato
progettato per adattarsi a vari tipi di eventi, coma la musica dal vivo, la
moderna performance artistica, la danza tradizionale e le feste della
communità. La forma della tenda è stata concepita in modo da
scorrere in maniera contigua dalla casa esistente, con i bordi esterni più
bassi rispetto alle case vicine. In tal modo il tetto s’inserisce
armoniosamente nel paesaggio circostante del villaggio, senza disturbarne
l’atmosfera serena. Questo lavoro che dimosta
come la visione del progetto, unita a una consapevole capacità
tecnica, possano risolvere, attraverso l’ideazione di un dettaglio
costruttivo, problemi di habitat, funzione e di sostenibilità
ambientale. Il progetto è pensato per essere low-cost e per essere
realizzato con risorse umane e tecniche molto limitate, ma questo non ha in
nessuno modo tolto qualità poetica ed estetica all’opera, ma anzi ne
ha rafforzato l’identità. Altri menzionati erano: ·
Riqualificazione di una stalla (2009), Soglio (Switzerland), RUINELLI ASSOCIATI ARCHITETTI SIA, architetto Armando Ruinelli HONOURABLE MENTION ·
Public Library Maria Lejàrraga (2011), Granada (Spain), STUDIO RUBENS CORTÈS /
M57ARQUITECTOS HONOURABLE MENTION ·
Suoi Re multifuntional community house (2010), Hoa Binh (Vietnam), 1+1>2 INTERNATIONAL ARCHITECTURE JSC. ,architetto Thuc Hao Hoang BEST WORKS ·
La porta del parco (2010), Naples (Italy), ATI SERVIZI INTEGRATI – IDI – SILVIO D’ASCIA ARCHITECTE, architetto
Etienne Seif BEST WORKS ·
Can Framis Museum (2008), Barcelona (Spain), BAAS, JORDI BADIA BEST WORKS ·
Darwin Centre phase II (2009), London (United Kingdom), C.F. MØLLER ARCHITECTS, architetto Anna Maria
Indrio BEST WORKS ·
Nido d’infanzia e centro bambini-genitori “Barbapapà” (2009), Vignola (Italy), CCDSTUDIO.EU, architetto Luca Ciaffoni BEST WORKS ·
Uffici Mark Medical (2011), Gorizia (Italy), DI DATO & MENINNO ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Luigi Di Dato BEST WORKS ·
New Art Space for the Arango House (2008), Madrid (Spain), ELISA VALERO BEST WORKS ·
Studio on number 17, Belèn street, (2010), Granada (Spain), ELISA VALERO BEST WORKS ·
Casa della Musica (2009), Cervignano del Friuli, GEZA - GRI E ZUCCHI ARCHITETTI,
architetto Stefano Gri BEST WORKS ·
Carmel Academic Center (2010), Haifa (Israel), KNAFO KLIMOR ARCHITECTS, architetto Tagit Klimor BEST WORKS ·
Environmental Department of Zaragoza City Council (2009), Zaragoza
(Spain), MAGÈN ARQUITECTOS, architetti Jaime Magèn,
Francisco J.Magèn BEST WORKS ·
Cave (2011), Okinawa (Japan), MASARSUGU YAMAMOTO
ARCHITECT AND ASSOCIATES BEST WORKS ·
Drassanes Metro Station Reform (2009), Barcelona (Spain), ON-A, architetto Eduardo Gutièrrez BEST WORKS ·
Social housing tower of 75 units in Europa square – E.I.O.5- Incasòl (2010), L’Hospitalet de Llobregat
(Spain), ROLDÀN+BERENGUÈ,ARQTS,architetto Miguel Roldàn BEST WORKS ·
Restauro della scuola Luigi Rossi. Nuova Mediateca Montanari –Memo
(2010), Fano (Italy), STUDIO CUPPINI ASSOCIATI,
architetto Giampiero Cuppini BEST
WORKS ·
Recupore ghiacciaia (2009), Fiorenzuola D’Arda (Italy), STUDIO MARIANI, architetto Mauro Mariani BEST WORKS ·
Studio SC (2011), Sào Paulo (Brazil), STUDIO MK27, architetto Marcio Kogan BEST WORKS La terza categoria è la
MEDAGLIA D’ORO
GIANCARLO IUS. I suoi vincitori erano l’architetti Jaime Magèn e Francisco J. Magèn, MAGÈN
ARQUITECTOS, con Enviromental Department of
Zarargoza City Council (2009), Zaragoza (Spain). Oggetto del lavoro è uno nuovo edificio per il Dipartimento ambientale del
Comune di Saragozza, collocato in un terreno che fonda il suo valore particolare sulla reazione
tra la città urbanizzata e le sponde del’Erbo. Il progetto si basa su
due idee fondamentali : la prima è una risposta a questo speciale
significato urbanistico e paesaggistico, la seconda cerca di esprimere il
rapporto intrinsceto tra l’impegno ambientale, la materialità e il
programma destinato all’edificio. Il pianterreno ospita le aree aperte al
pubblico. L’atrio d’ingresso collega la sala multifunzionale agli uffici,
consentendone possibili usi indipendenti. Il basamento ospita il parcheggio e
gli ambienti di servizi tecnici.
Il Dipartimento ambientale di Saragozza coniuga perfettamente la
funzione di difesa e tutela dell’ambientale dell’efificio stesso. Diventa
spazio pubblico abitato dalla città con la possibilità di utilizzare
il tetto e gli spazi esterni come luogo d’incontro della comunità e
come frammento di un nuovo paesaggio.
Altri menzionati erano: · Suoi Re multifunctional community house (2010), Hoa Binh (Vietnam), 1+1>2 INTERNATIONAL ARCHITECTURE
JSC., architetto Thuc Hao Hoang BEST WORKS · Low Carbon Office Triento
Trieste 13, un edificio per uffici a zero emissioni (2009), Reggio Emilia
(Italy), LABORATORIO DI ARCHITETTURA,
ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Roberta Casarini BEST WORKS · Social housing tower of 75
units in Europa square – E.I.O.5 - Incasòl (2010), L’Hospitalet de Llobregat (Spain), ROLDÀN+BERENGUÈ,ARQTS,architetto Miguel
Roldàn BEST
WORKS · Centro pediatrico di Emergency
ngo (2010),Nyala (Sudan),STUDIO TAMASSOCIATI,architetto
Massimo Lepore BEST WORKS La quarta categoria è il
PREMIO
PROVINCIALE. I suoi vincitori erano l’architetti Francesco Loschi, Giuseppe Pagano e Paolo Panetto,EXIT
ARCHITETTI ASSOCIATI ,con la Cappella di famiglia (2009),Padova
(Italy). L’idea è di realizzare uno
spazio confortevole, a contatto con
gli agenti atmosferici per rimanendo protetto. È
possibile apprezzare il trascorrere del tempo attraverso una copertura
che permetterà il passaggio di
una luce morbida e, in caso di poggia, l’acqua cadrà attraverso alcuni
fori all’interno della cappellina. Il pavimento in ghiaia bianca drenerà
l’acqua mantenendo asciutto il piano di calpestio. La porta non è
chiusa ermeticamente ma lascia passare aria favorendo un microclima
controllato e una luce sempre diversa durante il giorno. La copertura
è costituita da un insieme di tubi in inox che saldati l’uno all’altro
formeranno un continuo gioco di luci e ombre spostando la attenzione verso
l’alto. Attraverso alcuni tubi passa luce, aria, acqua, e anche vedere il
cielo. La giuria premia la
semplicità e la sensibilità con cui il progettista ha condotto
la realizzazione di questo lavoro. L’applicazione attenta nell’uso dei
materiali e la qualità nel disegno fanno di questo manuffato una
piccola opera di ottima qualità architettonica. Altri menzionati erano: · App Tech (2009), Mestrino (Italy), ARIANNA GOBBO HONOURABLE MENTION · ULSS 16 Distretto Sanitario
n.4 (2010), Selvazzano Dentro (Italy), STRIOLO,
FOCHESATO & PARTNERS HONOURABLE
MENTION · Centro d’infanzia Zip (2010),
Padova (Italy), ARCHITETTO LUISA FONTANA BEST WORKS · Parco residenziale Oscar –
comparto 1 (2009), Padova (Italy), MASMA ARCHITETTI
ASSOCIATI, architetto Stefano Liccardo BEST
WORKS · Rigenerazione di una casa
nella palude (2011) Tombolo (Italy), STEFANO FAURO BEST WORKS · Centro Servizi Socio- Sanitari
“Guido de Rossignoli” (2010), Camposampiero (Italy), STRIOLO, FOCHESATO & PARTNERS BEST
WORKS · Residenza sanitaria
assistenziale Palazzo Bolis (2010), Selvazzano Dentro (Italy), STRIOLO, FOCHESATO & PARTNERS BEST
WORKS · Centro polifunzionale Diemme
(2009), Albignasego (Italy), STUDIO ARCHITETTI
BORCHIA ASSOCIATI BEST WORKS · Litocenter (2010), Piazzola
sul Brenta (Italy), STUDIO TECNICO DI INGEGNERIA
ED ARCHITETTURA CECCHINI BEST WORKS |
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Capitolo 5 - IL BANDO |
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Alla fine del libro
troviamo il testo del bando del concorso. |
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