BIBLIOTECA CONDIVISA   

> ELENCO LIBRI

 

 

Descrizione: 619kPyvR1IL

autori

ANDREA BOSCHETTI, MICHELE DE LUCCHI, LEOPOLDO FREYRIE, GIOVANNI FURLAN

titolo

SUPERURBANO. RIGENERAZIONE URBANA SOSTENIBILE

editore

MARSILIO

luogo

VENEZIA

anno

2011

 

 

lingua

ITALIANO ED INGLESE

 

 

Titolo originale: Superurbano. Sustainable Urban Regeneration “International Architecture Biennial Barbara Cappochin Prize And Exhibition 2011”

 

Argomento e tematiche affrontate

            Descrizione: 619kPyvR1IL

 

 

       Questa quinta edizione non sarà dedicata a un grande dell’architettura contemporanea ma a un tema di grande attualità : la rigenerazione urbana sostenibile. Tre I nodi tematici attorno ai quali si svilupperanno il catalogo e la mostra: le sfide della contemporaneità e dei nuovi stili dell’abitare, del lavorare, del vivere e della multietnicità; la sostenibilità mediante l’uso di tecnologie compatibili con l’ambiente ; infine, l’integrazione e la continuità con il tessuto urbano esistente, la storia dei luoghi e l’identità locale. Il catalogo dedica inoltre un ampio spazio al Premio Internationale di Architettura “Barbara Cappochin” 2011 che si inserisce all’interno della Biennale : 383 opere provenienti da ben 36 Paesi.

 

  

Giudizio Complessivo: 7 (scala 1-10)

Scheda compilata da: Evangelia Kotsifi

Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2015/2016

 

 

 

 

 

 

                     Descrizione: boschetti_ant

                ANDREA BOSCHETTI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                Descrizione: michele-de-lucchi

                MICHELE DE LUCCHI

             

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                 Descrizione: 85697a0fda31a563b2b23131720895a3

                 LEOPOLDO FREYRIE

 

 

 

 

 

 

                 Descrizione: giovanni-furlan

                 GIOVANNI FURLAN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Autori

 

ANDREA BOSCHETTI

Laurea presso l'Istituto Universitario di Architettura a Venezia (I.U.A.V.) Dottore di Ricerca (PHD) in urbanistica presso lo IUAV Venezia, relatore Prof. Bernardo Secchi

1969 Nasce a Bolzano, Italia

1994 Collabora presso l' Office for Metropolitan Architecture (OMA), Rotterdam

1997-1998Collaboratore alla didattica presso lo IUAV con Bernardo Secchi

1997-1999 Collabora presso lo Studio Associato Secchi-Viganò di Milano

1999 Fonda Metrogramma a Milano. Andrea Boschetti e Alberto Francini sono gli architetti titolari dello studio di architettura Metrogramma.Lo studio esplora molteplici temi di progettazione con uno sguardo unitario alle differenti scale che riguardano la città contemporanea, dall'oggetto di design alla geo-urbanistica.

1998-2001Dottorato di Ricerca in Urbanistica presso lo IUAV e la Columbia University. Dal 2001 Conferenze presso l'Università di Ascoli, Pescara, Lucca, Milano, Cornell University

2002 Conferenza presso la Columbia University, New York

2004 Benemerenza della cultura italiana della Presidenza della Repubblica, medaglia di bronzo

Dal 2002 Professore esterno di progettazione architettonica I, Politecnico di Torino

Dal 2006 consulente dell' Urban Center di Torino

2008 Professore a contratto Kent State University a Cleveland

 

 

MICHELE DE LUCCHI

Michele De Lucchi è un designer architetto italiano. La sua carriera inizia dopo la laurea in architettura a Firenze essendo diventato assistente al corso di Progettazione tenuto da Adolfo Natalini all'Università di Architettura della città toscana, viene in contatto con il design radicale e

fonda il gruppo Cavart, ispirato a quei principi. Gli anni successivi lo vedono a Milano, dove nel 1979 incontra Ettore Sottsass, che seguirà nel gruppo Memphis, e nel 1980 avvia un'attività autonoma. Negli stessi anni stringe rapporti con il Centrokappa e con Alchimia. È però il rapporto con Sottsass a introdurlo negli ambienti più importanti del design industriale italiano: nel decennio successive collabora con Olivetti, per la quale progetta gli arredi a marchio Synthesis e poi diventa responsabile dell'ufficio Design della casa madre, un incarico che manterrà fino al 2002 e che lo porterà a firmare il progetto di numerosi computer e articoli per ufficio, un ambito nel quale nel corso degli anni presterà i propri progetti anche a Compaq, Philips, Siemens e Vitra.

La fine degli anni Ottanta è un momento d'oro per la carriera di De Lucchi: nel 1989 si aggiudica la progettazione delle filiali Deutsche Bank e viene insignito per la prima volta del Compasso d'oro. Il premio gli viene riconosciuto per la lampada Tolomeo, disegnata nel 1987 per Artemide. Un anno prima lavorerà per l'azienda di mobili Malobbia di Thiene nella progettazione di arredi per la casa. Negli anni successivi tornerà ad occuparsi di design in Germania, ad esempio progettando gli interni delle biglietterie Deutsche Bahn; e per le banche, lavorando ad esempio per il Banco Portugues do Atlantico e per le Poste Italiane. Il suo ambito prevalente, però, rimane il design di interni per ufficio: oltre che per Olivetti, De Lucchi lavora per Enel, Piaggio, Telecom Italia, Hera e, tornando al mondo delle banche, per Intesa Sanpaolo, che gli commissiona anche le carte di credito e l'allestimento delle Gallerie d'Italia in Piazza della Scala.

Nel frattempo, nel 1990, fonda Produzione Privata, un marchio dedicato alla produzione di oggetti senza committenza e successivamente si occupa di allestimenti di mostre - ad esempio alle Scuderie del Quirinale - e di ripensare spazi museali e biblioteche: si occupa del Palazzo delle Esposizioni di Roma, del restauro del Museo del Design alla Triennale di Milano, delle biblioteche di San Giorgio in Poggiale (Bologna) e Lodi e della Fondazione Cini di Venezia. Nel 2001 torna a vincere il Compasso d'oro: stavolta a valergli il premio è la stampante Artjet 10 di Olivetti, un'azienda che tuttavia l'anno successivo De Lucchi lascia. Nello stesso anno, il 2002 inizia a insegnare: prima allo IUAV di Venezia, dove nel 2004  diventa professore ordinario, e poi, dal 2008, al Politecnico di Milano. Dal 2005 inizia inoltre un'intensa attività in Georgia: prima curando la riqualificazione del quartiere Rykhe a Tbilisi, poi lavorando ai progetti del Ministero degli Affari Interni e il Ponte della Pace nella capitale georgiana e del Palazzo di Giustizia e dell'hotel Medea a Batumi. A seguito di tali lavori e per il

contributo recato al paese caucasico viene insignito dal president Saakashvili della cittadinanza onoraria georgiana.

 Nel 2009 torna ad occuparsi di allestimenti museali, curando quello del Neues Museum di Berlino.

 

Michele De Lucchi è noto per molti oggetti di design industriale, i più famosi dei quali sono:

  - la sedia First Chair per Memphis (design)(1983)

  - la lampada Tolomeo per Artemide (azienda) (1986) (Premio Compasso d'oro 1989) con la collaborazione di Giancarlo Fassina

  - la lampada al LED Castore per Artemide (azienda) (2003) (Premio Compasso d'oro 2004)

  - la lampada fluorescente Noto per Artemide (azienda)(2008)

  - il tavolo Vegan per Riva 1920 (2009) con la collaborazione di Davide Angeli

-       la libreria in Acciaio Corten Existence per De Castelli (2010)

 

 

 

LEOPOLDO FREYRIE

Milanese, 52 anni, nel 1993 fonda con Marco Pestalozza la "Freyrie & Pestalozza Architetti Associati", realizzando in Italia e nel mondo edifice complessi e sedi di società e di attività commerciali. Consigliere del CNAPPC dal 1997, nel 2000 è tra i fondatori del Forum Europeo per le

Politiche Architettoniche. Nel 2001 è rappresentante del Governo italiano al Comitato Consultivo per la Formazione di Architetto presso l'Ue. Nel 2004 è Presidente del Consiglio degli Architetti d'Europa ed è insignito della American Institute of Architects Presidential Medal. Nel 2007 è designato dal Ministro dei Beni Culturali membro del Consiglio Italiano del Design. È stato Relatore Generale del XXIII Congresso Mondiale degli Architetti a Torino nel 2008 ed è Amministratore dell'Istituto di Cultura Architettonica che lo ha organizzato

 

 

 

 

 

 

 

 

GIOVANNI FURLAN

Nato ad Abano Terme (PD) nel 1969, si è laureato in architettura a Venezia nel 1996 con Gino Malacarne e Marino Narpozzi come relatori. Oltre ai fondamenti culturali della scuola veneziana, sviluppa esperienze professionali all'estero.

Dal 1997 svolge la libera professione in Padova. Fonda lo studio RWS architetti associati in occasione delle partecipazioni ai primi concorsi internazionali, realizzando edifici di civile abitazione

e progettando spazi ed edifici pubblici.

Dal 2001 svolge attività didattica e di ricerca presso il “Dipartimento di Progettazione Architettonica” allo I.U.A.V. di Venezia sui temi dell'architettura civile e dell'edificio pubblico in generale.

Nell'anno accademico 2001-02 collabora con il Prof. Gino Malacarne allo I.U.A.V., in occasione del seminario di architettura sul tema Architettura dell' edificio collettivo e la città relativo ad un'area nella città di Pesaro. Partecipa alla realizzazione di una mostra delle tesi di laurea “Architettura e teatro”, Mostra dei progetti di architettura tenutasi a Pesaro nel mese di marzo 2003.

Nell'anno 2002-03 è collaboratore alla didattica al corso di Composizione architettonica presso il Corso di Laurea Specialistica Architettura allo I.U.A.V. sul tema “Progetto per il recupero di Villa Fulcis a Belluno”.

Nell'occasione sviluppa le tematiche relative alla progettazione su edifice storici ed espone in due lezioni i temi relativi alla “Nuova progettazione nei tessuti urbani antichi” e “Considerazioni su alcuni progetti di Aldo Rossi, Giorgio Grassi ed O.M. Ungers”.

Nel 2003 vince il Concorso Internazionale di idee per Piazza della Libertà a Cesena, con Gino Malacarne.

Dal 2004 è Tutor con il prof. Gino Malacarne alla facoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena al Laboratorio di progettazione IV A sul tema dell' Architettura del Teatro in particolare sul “Progetto per un nuovo teatro nella città di Rimini” e dell' edificio in forma urbis nella Progettazione per un “Nuovo Palazzo di Giustizia a Cesena”.

È invitato nel marzo 2006 al ciclo di conferenze “I lunedì dell' architettura” organizzato da Inarch sez. Veneto, per illustrare la realizzazione di un nuovo edificio per uffici e produzione della ditta Ar.Te. a Santa Giustina in Colle, Padova.

Ha ricevuto diversi riconoscimenti tra i quali ricordiamo il Premio Biennale internazionale di Architettura “Barbara Cappochin”, (Migliori opere sezione provinciale segnalata dalla giuria. Padova 2007), Premio Biennale Archés, Triennale di Milano 2008 (terzo classificato ex aequo), Premio Architettura Città di Oderzo, Segnalato (Treviso 2008).

Ha esposto i suoi progetti in diverse mostre tra le quali Biennale di Architettura di Venezia (con G. Malacarne, sezione “Città di Pietra. Progetto per Bari, Punta Perotti”) Venezia 2006, XII Bienal Internacional de Arquitectura de Buenos Aires BA09 (Sezione Veneto 40) Argentina 2009.

Dal 2007 svolge attività di qualificazione e specializzazione per la didattica presso la facoltà di Architettura “Aldo Rossi” di Cesena, sviluppando la ricerca e le tematiche della “Progettazione Urbana e l'edificio collettivo”.

Dal 2008 è Membro della Commissione Edilizia Integrata del Comune di Albignasego, Padova.

Nel 2009 è stato eletto consigliere dell'Ordine degli ArchitettI Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Padova.

 

 

  Contenuto

 

    Il libro è il catalogo unico della Biennale, che per la prima volta contiene  sia il Premio Internationale sia la mostra a Palazzo della Ragione. Il tema trattato è la rigenerazione urbana sostenibile.Si presentano le 383 opere partecipanti al concorso e le 19 esposte alla mostra.

 

CAPITOLI

Capitolo 1 - SUPERURBANO

  

   I due autori, Andrea Boschetti e Michele De Lucchi, presentano il loro pensiero e introducono i termini “superurbano” e “rigenerazione”. L'installazione era da Andrea Boschetti e Alberto Francini (Metrogramma) con Michele De Lucchi (AMDL).

  I progetti presentati rappresentavano 19 idee di città di varie parti del mondo che sono sorte in contesti molto diversi socioeconomici e culturali, ma rappresentano lo stesso città del futuro, e in particolare modelli per città intelligenti, inclusive e sostenibili.

  La mostra presentava in forma allegorica, una sezione trasversale di una città del futuro, concepita come una spettacolare scena teatrale che ha permeteva al visitatore di muoversi osservando e imparando a interagire con essa. Un sofisticato progetto multimediale assicurava che l'intero itinerario era ricco di sorprese e di emozioni.

 

    Descrizione: 1      Descrizione: 2      Descrizione: 3

 

 

(...) La mostra è allestita all’interno del Palazzo della Ragione a Padova, che, per aver ospitato i tribunali e gli uffici finanziari a partire dalla sua edificazione in epoca medievale fino alla dominazione veneziana, è per tradizione luogo dello svolgimento della vita pubblica della città.
Il Palazzo della Ragione ha non solo un’evidente centralità urbana, ma soprattutto una centralità sociale riconosciuta dalla cittadinanza ed esibita orgogliosamente quale simbolo della giustizia. Eletta sede delle più importanti mostre di architettura di interesse internazionale organizzate a Padova negli ultimi anni, il Salone del Palazzo della Ragione, la più grande sala coperta sopraelevata al mondo, ha assunto anche presso il pubblico il ruolo di sede ufficiale del dibattito su architettura e città, tra i temi più alti della disciplina.
Nel solco della tradizione acquista ancora più rilevanza la mostra dei lavori dedicati alla rigenerazione urbana in un luogo che, non solo presso gli esperti, ma anche nell’immaginario della gente rappresenta la città stessa e la sua vita. Il Salone ospita l’allestimento di una città che non esiste ancora e indica la direzione da perseguire, in un programma dove la partecipazione sociale, in quanto presa di coscienza e condivisione delle soluzioni, assume un ruolo importantissimo.
L’allestimento della mostra è in relazione proporzionale e materica con la maestosa volta in legno dell’altezza di 40 metri. Una grande piattaforma al centro dell’ambiente simula una’idea di città in forma di grande scena teatrale, da cui si innalzano torri in legno, distribuite in modo fitto per ricreare un astratto insieme urbano dalle sembianze contemporanee. E’ il desiderio di dare forma essenziale allo spazio.
I visitatori transitano attraverso possibili visioni urbane, modi diversi, ma comunicanti, di vedere il territorio: la città intelligente, la città inclusiva, la città sostenibile. Al centro di ognuno dei tre sistemi urbani, immersa tra le altre torri, ce n’è una particolare, che è accessibile e illustra al suo interno i progetti che parlano di rigenerazione urbana dal punto di vista dell’urbe intelligente, dell’urbe inclusiva e dell’urbe sostenibile.
Il legno è l’unico materiale utilizzato. Le torri sono costruite in listelli di abete e rivestite di tessuto, creando un effetto di semitrasparenza che interpreta lo spaesamento eccitante provocato dalla complessità.
All’interno di questa metropoli delle idee, proiezioni visive e sonore ispirate al tema della rigenerazione completano la rappresentazione teatrale della vita urbana. Un sogno di qualità verso cui tendere e trasformare in cultura della realtà.

 

 

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Capitolo 2 - TAVOLO DELL’ARCHITETTURA

  

   Dopo aver portato la città all’interno dell’architettura, un secondo momento di approfondimento dei progetti premiati dalla Fondazione Barbara Cappochin si svolge in esterno. Nella piazzetta attigua a un altro “monumento” della città, il Caffè Petrocchi, su un tavolo in legno della lunghezza di 24 metri sono visibili i disegni poggiati su grandi leggii come nell’atelier di un architetto. Immergendoli nel flusso del passaggio cittadino, i progetti sul tavolo vogliono incrementare la partecipazione della gente, sensibilizzandola verso i temi importanti si cui la città si sta facendo portavoce. Questo tavolo, del piano ampio sostenuto da una struttura reticolare leggera, è a sua volta piccola architettura e si ispira alla geometria di un ponte su un fiume: come il ponte congiunge due rive aprendo il dialogo tra i popoli, il tavolo dell’architettura traghetta il presente caotico verso un migliore futuro per la città.

 

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Capitolo 3 - SUPERURBANO.BIENNALE BARBARA CAPPOCHIN 2011

 

   Si presentano sinteticamente le 19 opere esposte nella Biennale Barbara Cappochin 2011. I progetti si suddividono in 3 categorie : città sostenibile, città intelligente e città inclusiva.

 

Città sostenibile

 

    La lotta al cambiamento climatico è ormai da anni al centro delle principali strategie europee per la crescita e lo sviluppo delle città e l’immagine della città del futuro non può prescindere da un’economia efficiente basata sull’utilizzo di tecnologie verdi e sostenibili, attraverso il recupero e la razionalizzazione delle risorse, riducendo al minimo l’emmissione di carbonio e la produzione di agenti inquinanti. L’utilizzo di energia pulita ed efficiente cambierà radicalmente il volto delle città, evitando il degrado ambientale e la perdita di biodiversità, ristabilendo un economia basata sui ritmi e sulla capacità rigenerativa dell’ecosistema e proponendo un modello economico prospero e competitivo basato sulla produzione autoctona di energie rinnovabili. Un modello energetico compatibile con l ambiente potrà procedere di pari passo con il ritorno a modelli urbanistici a misura d’uomo, a parti di città lente, in armonia con i ritmi dell’ambiente naturale.

Gli esempi virtuosi scelti all’interno di questa sezione della mostra dimostrano come tale atteggiamento ecocompatibile sia possibile non solo attraverso la tutela dello spazio aperto oggi esistente, ma anche attraverso la conversione di ambienti artificiali riconvertiti

 

1.Foundries’ Garden, Nantes,France, - ADH ARCHITECTS

2.Elm Park Green Urban Quarter, Dublin, Ireland - BUCHOLZ MCEVOY ARCHITECTS

3.The High Line, New York, New York State, USA – DILLER SCOFIDIO + RENFRO

4.Universitè feminine Ewha, Seoul, South Korea – DOMINIQUE PERRAULT ARCHITECTURE

5.Green Belt, City of Tripoli, Libya – COLOCO & GILLES CLÈMENT

6.Brooklyn Bridge Park, Brooklyn, New York State, USA – MICHAEL VAN VALKENBURGH

 

 

1.Foundries’ Garden, Nantes,France, - ADH ARCHITECTS

 

         Descrizione: c6545279a541fcae90bd86b9fbd0e160             Descrizione: adh-nantes-jardin-des-fonderies-52   Descrizione: adh-nantes-d-coupe-jardin

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       Il Giardino delle Fonderie fa parte del progetto per “I Île de Nantes”, una delle più grandi pianificazioni urbane in corso di realizzazione in Francia.Il Giardino delle Fonderie si trova al centro dell isola, distante dalla Loira, in una zona periferica con fabbriche e case popolari.Il progetto consiste nella riqualificazione degli spazi abitativi e pubblici che si trovano intorno al complesso delle Fonderies Atlantique, impresa specializzata nella produzione di eliche per transatlantici.Forni industriali,binari e tre fosse di colata sono le tracce ancora visibili in situ della vecchia attività. Questi i principali obiettivi:

·     creare un giardino coperto, uno spazio protteto per le attività quotidiane, i giochi dei bambini e gli eventi sociali del quartiere

·     rendere visibile la precedente attività industriale non solo come un museo, ma anche come eredità di un luogo in cui molti abitanti hanno lavorato duramente e con passione, e per i quali la conservazione del sito rappresenta un tributo affettivo nei confronti del passato industriale della città e delle vite che vi sono state spese.

     Il giardino è suddiviso in due parti:

·     il “Giardino dei Forni”, collocato intorno alle antiche fornaci.Qui abbiamo piantato graminacee, bambù e canneti che andranno a creare delle “colonne verdi” vicino a nuove cisterne d’acqua.

·     Il “Giardino dei Viaggi” , che occupa la maggior parte dell’area,costruito un metro e mezzo sopra il livello originario del suolo, poiche il terreno inquinato doveva essere stabilizzato.Il tema del viaggio è rappresentato da una gran varietà di piante giunte in Europa tra Cinque e Settecento tramite i porti sull’Atlantico.

 

 

2.Elm Park Green Urban Quarter, Dublin, Ireland - BUCHOLZ MCEVOY ARCHITECTS

 

     Descrizione: BMA_EGUQ_5-702x527      Descrizione: Elm-Park-3      Descrizione: BM-EGUQ-1-700x526

 

     Descrizione: ac7baa686292e71f8b42fd2f4bdf5958     Descrizione: a00b65efd6916dbbfb99346f7aa6528b     Descrizione: BucholzMcevoyArch

   

     Il complesso urbano di Elm Park Green a Dublino è un progetto a basso consumo energetico e a uso misto che include un complesso di appartamenti, unità residenziali per anziani, una struttura sanitaria, un albergo, uffici, un asilo nido, un centro per il tempo libero con piscina, zona conferenze e caffeteria, in un contesto paesaggistico progettato e immaginato per essere il “polmone verde” della città. I blocchi di edifici incorniciano la vista delle montagne e del mare, riducendo al minimo l’impatto del progetto. Una gran varietà di usi ne assicura la vitalità 24 ore su 24, su un “tappeto” urbano arricchito da una rete di strade pedonali e piste ciclabili che creano nuove occasioni di interazione sociale. Un ambiente sostenibile nel senso olistico del termine, che minimizza la richiesta di energia e potenzia la densità, la flessibilità e la diversità, creando un ecosistema salutare e stimolante. La forma degli edifici sfrutta le energie naturali disponibili (vento, sole etc), ottimizzando l’orientamento degli immobili in rapporto al percorso solare e alla direzione del vento. I vari  “aggiustamenti” nella costruzione degli edifici, in funzione della loro situazione microclimatica, riescono a raggiungere una prestazione energetica superiore. La superficie sottile di pavimentazione consente la penetrazione in profondità della luce naturale, mentre I “light shelves” (mensole riflettenti) delle facciate e i soffitti in cemento scolpito all’interno contribuiscono a una resa ottimale. Queste strategie diminuiscono l’uso di illuminazione artificiale, consepita a sensori di luce diurna che riducono ulteriormente il carico energetico. Elm Park ha un impatto energetico estremamento ridotto (il 60% in meno rispetto agli standard), e icoraggia le persone a mettersi in rapporto con il loro ambiente in maniera nuova e responsabile nei confronti dell’ambiente stesso.

 

 

3.The High Line, New York, New York State, USA – DILLER SCOFIDIO + RENFRO

 

                                                Descrizione: 10    Descrizione: 6

 

                                         Descrizione: 9    Descrizione: 8   Descrizione: 7

 

   La Hight Line è un nuovo parco pubblico lungo quasi due chilometri e mezzo, costruito su una ferrovia sopraelevata dismessa che si estende dal Meatpacking District fino all’ Hudson Rail Yards di Manhattan. Ispirato alla bellezza malinconica e ribelle di questo relitto postindustriale, in cui la natura si è riappropriata di un brano d’infrastruttura urbana un tempo d’importanza vitale, il nuovo parco che interpreta oggi l’eredità. Esso traduce la biodiversità radicatasi dopo la sua rovina in una sequenza di microclimi urbani specifici del luogo, che comprendono spazi esposti al sole e in ombra , bagnati, asciutti , ventosi o riparati. Attraverso  una strategia di agri-tettura- in parte agricoltura, in parte architettura- la superficie della Hight Line viene digitalizzata in unità distinte di pavimentazione, assemblate luogo in due chilometri e mezzo in proporzioni variabili, da un 100% di pavimentazione a un 100% di biotopi dalla ricca vegetazione. Il sistema di pavimentazione consiste di singole tavole in calcestruzzo  prefabbricato con giunture aperte, in modo da incoraggiare l’emergene nelle aiole piantumate creando così un paesaggio non uniforme e “senza percorso”, in cui il pubblico può girovagare in modi non prestabiliti. Il parco ospita zone selvatiche, aree coltivate, e parti più raccolte o destinate alla socialità. I punti di accesso  sono esperienze di accesso sono esperienze “di durata”, progettare per prolungare il momento di momento di passaggio dal ritmo frenetico delle strade cittadine al paedaggio lento e innaturale che si trova al di sopra di esse.

 

 

4.Universitè feminine Ewha, Seoul, South Korea – DOMINIQUE PERRAULT ARCHITECTURE

 

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    La Campus Valley La complecità del sito contingente, nel suo rapporto col più vasto campus e con la città di Shinchon a sud, richiede una risposta “più ampia del sito stesso”, una risposta urbanistica, una soluzione di global landscape che intrecci il tessuto del campus Ewha con la città. Questo gesto, la Campus Valley”, crea una nuova topografia che incide in vari modi sul paesaggio circostante. La natura rurale del campus è forse la sua qualità più notevole. Dovrebbe essere permesso coltivare all’esterno, o in questo caso all’interno, coprendo il centro del campus di alberi, fiori e prati. Il parco è ridisegnato : il risultato è un giardino paradisiaco, che dà origine a un luogo speciale in cui incontrarsi, svolgere lezioni informali o semplicemente rilassarsi. Anche qui è evidente il principio volto a collegare le varie parti del campus, sfumando le distinzioni tra vecchio e nuovo, tra edificio e paesaggio, tra presente e passato.

    Les Champs-Elysèes. Una nuova linea di congiunzione fende la topografia, rilevando l’interno del campus. Si forma un vuoto, un luogo ibrido, in cui convivono numerose attività. È un viale lievemente discendente che controlla il flusso di movimento e conduce a una monumentale scallinata che porta i visitori verso l’alto, richiamando gli Champs-Elysèes o il Campidoglio romano. Un cortile d’entrata, con accesso ai vari dipartimenti, un punto su una traiettoria che conduce verso un’ altra destinazione,un forum per lo scambio d’idee, in cui gli studenti si riuniscono dopo le lezioni per discutere le loro opinioni. Una piazza, con una caffeteria che costituisce un vero “posto”  per fermarsi e rilassarsi. Un teatro all’aperto, in cui la scalinata può essere usata a mò di anfiteatro, un giardino con sculture, in cui gli eventi espositivi all’interno possono uscire all’esterno. È proprio questa flessibilità (concettuale e reale) che permette al nuovo campus Ewha di intrecciarsi inevitabilmente al paesaggio e di farsi al tempo stesso edificio, scultura, brano del paesaggio medesimo.

 

 

5.Green Belt, City of Tripoli, Libya – COLOCO & GILLES CLÈMENT

 

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   Per ampiezza e dimensione ecologica, il progetto del Green Belt di Tripoli si presenta come una sperimentazione urbana in cui lo spazio pubblico porta la sfida del futuro nel contesto mondiale della carenza di beni comuni. Per bene comune va inteso il territorio condiviso, l’insieme dei beni immateriali come I paessaggi e la poetica dello spazio, ma anche i beni materiali e vitali come l’aria, l’acqua e la biodiversità, da cui tutta l’umanità dipende. L’accesso all’acqua e il suo carattere prezioso e vitale ci obbligano, in ogni parte del mondo, a una gestione ragionata. Questo imperativo assume dimensioni particolari nei paesi in cui l’acqua biologicamente vitale si presenta in quantità ridotte. Sebbene la Libia benefici di una fonte fossile per l’alimentazione delle sue città, essa deve aspettarsi l’esaurimento di tale fonte nel prossimo futuro. La questione stessa della limitatezza delle risorse fossili si presenta qui a tutti i livelli, si tratta dell’acqua o dell’energia. Ma se è  opportuno svilluppare delle tecnologie in grado di sostituirsi alle energie fossili,resta per il momento sconsigliabile sostituire l’acqua con un altro elemento. La gestione dell’acqua, la sua economia, distribuzione e riciclaggio all’interno dello spazio finito del pianeta, si presenta come un grande problema del nostro tempo.

   La vastità del progetto Green Belt permette di affrontare la questione sotto diverse forme, di cui alcune, come la zona di Suq al Tulata, sono state già realizzate. Ma permette anche di sviluppare una pedagogia dell’ “arte di vivere domani”, in un mondo in cui il riciclaggio dovrà far parte dei nostri gesti quotidiani. Il Green Belt, come noi lo intendiamo, deve potersi collocare in modo esemplare a livello mondiale, non per sviluppare un turismo di lusso o un centro di attività commerciali,come accade in alcune parti della terra, ma come un luogo in cui l’economia e la gestione dei beni portino beneficio a tutti.

 

 

6.Brooklyn Bridge Park, Brooklyn, New York State, USA – MICHAEL VAN VALKENBURGH

 

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   Il Brooklyn Bridge Park comprenderà nella sua forma definitiva più di 34 ettari, con oltre 2 chilometri di lungofiume. Il parco andrà a costituire una linea di confine estremamente dinamica, in cui s’incontrano due ecosistemi diversi ma interdipendenti, il fiume e la città. Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi e tuttavia abbastanza semplici: preservare l’esperienza spettacolare e il carattere monumentale del lungofiume industriale reintroducendo al tempo stesso ecosistemi autosufficienti nel sito, che viene investito di nuove possibilità sociali e ricreative.

   La prima fase attrae le persone nel parco attivando i due principali ingressi suo moli, il Pier One e il Pier Six. L’entrata sul Pier One è una destinazione pubblica che offre una vasta gamma di attività. Una pista ciclabile, che corre per tutta la lunghezza del sito definitivo del parco, collega il Pier One e il Pier Six. Il Pier Six prevede una serie di specifici campi da gioco che attraggono per tutto l’anno grandi quantità di bambini e il loro accompagnatori. In tutta la zona del Pier One, l’acqua piovana in eccesso viene recuperata dagli edifici, dalle parti pavimentate, dai parti e dalle aree piantumate, per essere convogliata in serbatoi sotterranei e poi rimessa in circolo nei “rain garden”. Questo metodo di raccolta-smaltimento, insieme all’utilizzo incrementato di prati che assorbono l’acqua e di aree piantumate, riduce drasticamente lo spreco dell’acqua piovana nel sistema cittadino. Un programma di sostanziale recupero e riuso mantiene, all’interno del cambiamento, un senso di continuità nel tratto lungo il fiume : I pilastri in legno restano ai loro posti, i blocchi di granito recuperati diventano sedili spettacolari, mentre il legno per le panchine è stato ricavato dalle travi di pino giallo che componevano uno dei magazzini demoliti. Grazie alle sue fondamenta relativamente solide e a un’attenta selezione dei materiali, il Pier One è in grado di sostenere la nuova e vigorosa topografia del sito, che con la sua posizione offre una prospettiva ideale per godere lo straordinario panorama dello skyline di Manhattan e del porto di New York. Guidato dal concetto di “natura postindustriale”, il progetto usa in modo spregiudicato il paesaggio artificiale per rilanciare nuove ecologie del sito che possano progredire ed evolvere in uno scenario urbano d’intenso utilizzo.

 

 

 

Città intelligente

 

    A partire dalla definizione di crescita intelligente, promossa dall’ Unione Europea, volta allo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione, è possibile immaginare una città del futuro in cui la tecnologia sia al servizio dello sviluppo urbano, sociale ed economico, con l’obiettivo di stimolare la crescita attraverso nuovi posti di lavoro e nuovi mezzi di interazione.

   Una città non solo tecnologica nelle sue sembianze- dalle facciate  intelligenti alle membrane fotosensibili degli edifici-ma innovativa anche nella sostanza-dalle performance energetiche ai sistemi costruttivi all’avanguardia, fino alla costruzione di una città parallela digitale, capace di condividere capillarmente conoscenze, informazioni e idee.

   I progetti selezionati per questa sezione hanno come comune denominatore la costruzione di brani di città con caratteristiche ed elementi innovatori, capace di produrre spazi flessibili e adattabili ai differenti contesti,involucri al alto livello tecnologico, infrastrutture complesse che coniugano trasporti, permeabilità e spazio pubblico. A questi si aggiungono gli esempi riguardanti interi quartieri sorti dalle ceneri di un passato industriale ormai concluso, articolati da differenti e da un mix funzionale essenziale per il recupero di un ruolo importante all’interno della città.

 

 

1.Digital Water Pavilion, Zaragoza, Spain – CARLORATTIASSOCIATI | CARLO RATTI & WALTER NICOLONO

2.Eco-boulevard, Madrid, Spain – ECOSISTEMA URBANO

3.Prada Transformer, Seoul, South Korea – OMA

4.Maciachini Business Park, Milan, Italy – STUDIO ELEMENTARE

5.Quartiere Portello Milano, Milan, Italy – STUDIO VALLE ARCHITETTI ASSOCIATI

6.Madrid Rio, Madrid, Spain – WEST 8

 

 

1.Digital Water Pavilion, Zaragoza, Spain – CARLORATTIASSOCIATI | CARLO RATTI & WALTER NICOLONO

 

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   Progettando per la città di Saragozza, sede dell’Expo internazionale del 2008 dedicata al tema dell’acqua, il DWP nasce dalla volontà di creare spazi architettonici realmente interattivi e riconfigurabili. Adibito a ufficio del turismo durante la manifestazione, il padiglione è attualmente utilizzato come caffeteria e infobox relativo al Mila Digital, progetto urbano di riconversione dell’interna area dell’ Expo. La sfida è stata quella di utilizzare l’acqua come elemento architettonico. Le pareti sono realmente composte da gocce d’acqua che, generate da un sistema a condiventare potenzialmente un ingresso o un’uscita e dove le partizioni interne possono spostarsi in funzione del numero di visitatori presenti nel padiglione. Gli unici elementi massivi rimangono due box centrali e il sistema copertura, quest’ultimo si comporta come un sipario,con la possibilità di scendere e scomparire a terra.

   Grazie all’uso dell’acqua è stato possibile mitigare il microclima interno, eliminando del tutto l’uso dell’aria condizionata (evaporative cooling) e creando uno spazio pubblico coperto che è oggi tra i più  popolari della città. A questo successo contribuisce attivamente un’associazione locale di programmatori che sviluppa i contenuti digitali del padiglione attraverso una raccolta “open source” di idee, dati, informazioni.

   Il Digital Water Pavilion è stato nominato da  “ TIME MAGAZINE” come “Miglior Progetto dell” Anno”.

 

 

2.Eco-boulevard, Madrid, Spain – ECOSISTEMA URBANO

 

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    La proposta per l’Eco- Boulevard di Vallecas può essere definita un operazione di recupero urbano costituita dalle seguenti realizzazioni : montaggio di tre “alberi d’aria” con funzione di “ rinvigoritori sociali”, colocati lungo l’area preesistente, destinazione degli alberi all’interno del viale originario, riduzione e disposizione asimetrica delle arterie stradali, interventi di superficie sull’urbanizzazione precedente (perforazioni, riempimento, verniciatura ecc) che completano la riconfigurazione dello sviluppo urbano eseguito.

   I 3 padiglioni, o alberi d’aria, funzionano come strutture aperte che moltiplicano le attività destinate ai residenti. Istallati come elementi provvisori nella “non-città”, essi verranno utilizzati solo finchè tali spazi di condizionamento d’aria non siano più necessari, quando la zona diventerà “definitiva”. Queste strutture andrebbero allora rimosse mentre il vecchio terreno verrebbe a configurarsi come una sorta di radura nel bosco.

  L’albero d’aria è costituito da una struttura leggera, smontabile ed energeticamente autosufficiente. Esso consuma solo ciò che può produrre, tramite sistemi di recupero di energia solare con pannelli fotovoltaici. La vendita di questa energia alla rete elettrica genera un’eccedenza sul bilancio annuale, eccedenza che viene reinvestita nella manutenzione della struttura stessa.

   L’obiettivo di questo progetto è creare un’atmosfera che inviti e promuova l’attività in uno spazio pubblico “malato” a causa di una “cattiva pianificazione”. I semplici sistemi di adeguamento climatico istallati negli  “alberi d’aria” sono tipo evapotraspirativo, come quelli spesso usati nelle serre. Essa cerca di opporsi al binomio tempo libero-consumo e di riattivare lo spazio pubblico creando ambienti climaticamente adatti ( 8-10° più fresci rispetto alla temperatura nel viale in estate), in cui gli abitanti possano ancora una volta essere parte attiva nelle aree pubbliche.

 

 

3.Prada Transformer, Seoul, South Korea – OMA

 

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     Il Prada Transformer è un'installazione della durata di 6 mesi collocata sul terreno storico Gyeonghui Palace al centro di Seoul. Il padiglione in forma di tetraedro è stato progettato per ospitare quattro eventi dedicati all'arte, al cinema, alla moda e alla più vasta cultura di Prada. Il padiglione è costituito da quattro forme geomettriche fodamentali (cerchio, croce, esagono e rettangolo) che convergono insieme, rivestite da una membrana traslucida. Ogni forma è un potenziale piano di pavimentazione progettato come ideale per tre mesi di programmazione culturale: un' esposizione di moda, un festival cinematografico, una mostra d'arte e lo ''Student Takeover'' finale.

    DESTABILIZZAZIONE Prada Transformer è una struttura temporanea rivoluzionaria che viene presa da delle gru e ruotata per adattarsi a diversi eventi culturali. Il Transformer sfida i principi fondamentali di gravità, della statica, dell'orientamento e dell'ubicazione. L'interno padiglione in forma di tetraedro si ribalta dopo ogni fase e si riconfigura per un nuovo uso: il soffito di un' esposizione diventa il pavimento dell' evento seguente e cosi via.

    CONCETTO E VISIONE Il Prada Transformer mescola molte diverse attività all interno di un medesimo edificio. Ciascun evento ha un piano di pavimentazione di forma distinta. Esso gira letteralmente su se stesso, cambiando caratteristiche in funzione delle esigenze di ciascun evento. Questo principio produce una sorta di paradosso, mentre la funzione di ogni configurazione è iper-specifica, la forma dell'edificio stesso è effimera, quasi indefinibile.

    GEOMETRIA Le quattro facce hanno forme distinte -un cerchio, una croce, un esagono e un rettangolo- inscritte entro la geometria triangilare del tetraedro.

    ROTAZIONE Il Prada Transformer si trasforma per rotazione. La struttura viene sollevata dalle fondamenta usando quattro gru, ruotata e poi riposizionata. Mentre ogni trasformazione segna un cambiamento di evento, il ricordo della precedente attività, o l'anticipazione di quella successiva è presente nelle pareti e nel soffitto.

   MEMBRANA Tutta la struttura è avvolta in una membrana bianca elastica e traslucida in PVC chiamata ''Cocoon'' normalmente utilizzata per coprire e riporre i grandi macchinari. L'involucro, ben teso sull'armatura in acciaio, rivela le rigide geometrie delle lastre di pavimentazione e costituisce un collegamento informe fra di esse.

 

 

4.Maciachini Business Park, Milan, Italy – STUDIO ELEMENTARE

 

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   Il Progetto Maciachini è il progetto di trasformazione di un' area industrale della storica casa farmaceutica malanese Carlo Erba. L'industria, fondata a metà dell'Ottocento, al limite della città lungo l'asse nord di sviluppo produttivo, con il passare degli anni raggiunse una superficie di circa 6 ettari e mezzo e nel contempo fu inglobata nel tessuto cittadino.

   Gli stabilimenti furono quindi trasferiti fuori città negli anni ottanta e l'area, circondata da un altro muro di cinta, ha rappresentato per anni una sorta di inutile contenitore impenetrabile e il continuo degrado.

   Nei primi anni 2000 l'area diventa di proprietà di un fondo internazionale che indende transformare la stessa in un grande complesso immobiliare a uffici, ben servito dall'allora recente apertura della stazione di metropolitana.

   Una misteriosa combinazione di intenti ha fatto si che la proprietà, la Pubblica amministrazione e i gestori dell'operazione e abbiano condiviso il comune obbietivo di valorizzazione dell' area; grazie a poche e semplici scelte che ci hanno aiutato a gestire la complessità.

   Maciachini diventa l'occasione per abbattere i vecchi muri. Maciachini diventa un progetto aperto ai cittadini e non solo agli utilizzatori del business park; tuttii servizi e gli spazi aperti sono esterni alle aree uffici, l'area nord-ovest ospita un taetro-all' chiuso e all' aperto-un museo di marionette e burattini, una grnde palestra con piscina, negozi e il food park con i suoi ristoranti nel bosco ritrovato.

   Maciachini si apre al verde di cui si respira la presenza del vicino Parco nord -al quale si lega con la nuova pista ciclabile- e che diventa tema centrale di progettazione dello spazio connettivo pubblico e del piano terra dei singoli interventi edilizi.

   Maciachini si apre alla città, con la quale dialoga implementandone i percorsi, le viste, le successione di luoghi, in particolare al sud, con il tessuto urbano più storico.

   Maciachini diventa un progetto aperto anche ai linguaggi dei diversi architetti, che sono stati scelti come se fosse la scelta stessa di un progetto, per ogni tema e contesto un autore dotato della giusta sensibilità.

 

5.Quartiere Portello Milano, Milan, Italy – STUDIO VALLE ARCHITETTI ASSOCIATI

 

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    Il piano riconversione dell’area Portello vede il riutilizzo delle aree delle ex fabbriche Alfa Romeo e Lancia a ridosso della ex Fiera di Milano. Il piano prevede una serie di spazi pubblici collegati da una rete di percorsi pedonali che oltrepassano le infrastrutture stradali esistenti (viale Serra e viale Scarampo).

    Questi spazi sono: la grande piazza pedonale inclinata – circondata da tre edifice – posta di fronte all’edificio esistente della Fiera, la quale porta alla passerella pedonate che sovrappassa viale Serra, a un grande parco urbano, a due zone residenziali, una a corte e l’altra a cluster e alla piazza dell’aggregato commerciale coperta da una grande pen-silina trapezoidale.

    Lo spazio pubblico e il movimento pedonale sono i principi insediativi che collegano presenze architettoniche diverse. I volume costruiti fanno riferimento a una “forma del vuoto” che ne garantisce la relazione in tutte le fasi di realizzazione del piano urbanistico. Il percorrere gli spazi a piedi diviene misura e orientamento della citta, permettendone un’accessibilita prima impensabile. Particolare attenzione e stata posta nel gestire il traffico carrabile con parcheggi posti sotto gli spazi pubblici: le piazze della Fiera e dell’Aggregato Commerciale sono delle piastre multipiano che legano I diversi livelli con piani inclinati e inseriscono i blocchi edilizi in un paesaggio artificiale segnato dalla continuita pedonale. La citta per parti proposta dal piano si confronta con una figurazione cinetica che relaziona le varie zone at traverso la durata e il movimento del pedone. Questa gestione della distanza e capace di annettere il vuoto urbano in una strategia di relazione e non lo riduce mai a un intervallo neutrale tra episodi costruiti staccati tra di loro.

 

 

6.Madrid Rio, Madrid, Spain – WEST 8

 

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    La città di Madrid ha scavato 43 chilometri di gallerie in cui si scompaiono le uscite stradali e le autostrade della sezione lunga 6 chilometri del fiume Manzanarre. West 8, lavorando insieme a MRIO Architectos, impresa di partecipazione formata da 3 società con sede a Madrid e guidata da Gines Garrido Colomero , ha progetatto il masterplan per il recupero degli argini del fiume e della nuova area urbana. Sono stati perciò elaborati i programmi di sviluppo per i singoli componenti: Salon de Pinos, Avenida de Portugal, Huerta de la Patrida, Jardines de Puerte de Segovia, Jardines de Puertes de Toledo, Jardines de la Virgen del Puerto e il Parco di Argenzuela. I più importanti di essi includono: il Salon des Pinos, progetatto come spazio verde lineare destinato a collegare le aree urbane preesistenti con quelle di nuova realizzazione lungo il fiume Manzanarre, quasi interamente collocato al di sopra del tunnel autostradale, con una ''correografia'' costituita da 8000 pini piantati in una grande varietà di taglio; l'Avenida de Portugal, una delle strade più importanti del centro di Madrid, trasferita in una gelleria e dotata di parcheggio sotterraneo,il cui spazio è stato riconvertito in un giardino di cilliegi,a particolare beneficio della popolazione residente; la Huerta de la Patrida, l'antico Palazzo Reale, che è ora la moderna interpretazione di un frutteto con vasto assortimento di alberi da frutto piantati in gruppi di fille alternate; per il Parco Arganzuela, il motivo  dominante è l acquà: il fiume Manzanarre, canalizzato e smorzato nel suo corso, è circondato da muraglioni, mentre i diversi torrenti conservano il loro carattere specifico; i Puentes Cascara, fungendo sia da ponti che da punti di riferimento ionici, creano un luogo in cui il fiume viene realmente vissuto; sono progettati come enormi cupole in cemento dalla struttura ruvida, realizzate in scala con gli elementi del parco, con oltre cento cavi simili a ossa di balena che sostengono il sottile pinte in acciaio, e con soffiti a mosaico realizzati dell'artista Daniel Canogar.

 

 

 

Città inclusiva

 

   La terza e ultima caratteristica della città ideale è l’inclusiva. La strategia dei prossimi anni sarà fondata sempre di più sul raggiungimento di una coesione territoriale e sociale capace di condurre ogni comunità verso una crescita accessibile a tutti e condivisa, un percorso, questo che si snoda attraverso la lotta alla povertà e alle disuguaglianze , il sostegno alla formazione e l’estensione delle competenze, restituendo il quadro di una società aperta e dinamica, ma soprattutto realmente democratica.

   Tali risultati sul piano economico e sociale si riflettono nella progettazione di uno spazio urbano privo di barriere fisiche e culturali, attraverso l’inserimento di luoghi per l’incontro e il confronto, non solo nelle parti di città ormai consolidate, ma anche e soprattutto nelle aree periferiche che più necessitano di tali attenzioni.

    Le realizzazioni esposte in mostra muovono da esempi di nuove piazze europee all’ apertura di lotti industriali, fino alla riqualificazione dei waterfront

 

 

1.Social Urbanism in Medellin, Medellin, Colombia – EMPRESA DE DESARROLO URBANO MEDELLIN – EDU

2.Superkilen Master Plan, Copenhagen, Denmark – BIG, TOPOTEKT & SUPERFLEX

3.South-East Coastal Park and Auditoriums, Barcelona, Spain – AZPA/FOA

4.Christus Church in Donau City, Vienna, Austria – HEINZ TESAR

5.CaixaForum Madrid, Madrid, Spain – HERZOG & DE MEURON

6.Metropol Parasol, Sevilla, Spain – JURGEN MAYER H.ARCHITECTS

7.Centro Polifunzionale SNOS, Turin, Italy – STUDIO GRANMA ARCHITETTI ASSOCIATI

 

 

1.Social Urbanism in Medellin, Medellin, Colombia – EMPRESA DE DESARROLO URBANO MEDELLIN– EDU

 

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      Il Progetto Urbanistico Integrale (PUI) e uno strumento per la pianificazione e l’intervento fisico in aree caratterizzate da un alto livello di marginalizzazione, isolamento, poverta e violenza. In base a tali criteti, le comunita nord-orientali di Medellin costituivano uno scenario ideale per il primo progetto pilota. Innanzitutto questi settori della citta registravano la valutazione piu bassa nell’indice di qualità della vita e il piu basso indice di sviluppo umano (IDH) (Alcaldia de Medellin, 2004). In secondo luogo, erano gia coinvolti nell’insediamento di un Sistema di trasporti, il Metrocable, che college tramite funivia questi centri abitati alla rete metropolitan cittadina.

      Il PUI ha contribuito a selezionarne l’ubicazione delle stazioni, con l’obiettivo di integrare e sviluppare l’impatto generato dallo stesso Metrocable. Il PUI ha implementato il processo di consolidamento della zona, dando luogo a una maggior organizzazione e ordine in tutta l’area (e non soltanto una piu ampia accessibilita), attraverso una serie di lavori e progetti caratterizzati da servizi per la comunita, con parchi, strade, sentieri e ponti pedonali che collegano i vari quartieri l’uno all’altro. Il PUI nord-orientale si concentra sulla fornitura e sul miglioramento delle infrastrutture pubbliche come mezzo di trasformazione sociale, in particolare nelle aree densamente popolate della citta formatesi negli anni cinquanta, soprattutto tramite un processo di urbanizzazione illegale.

      Undici quartieri e circa 170.000 abitanti nei Comuni 1 e 2 beneficiano ora del progetto completato. Il Progetto Urbanistico Integrale tenta di riunire, in uno sforzo congiunto, la partecipazione delle comunità, migliorando il coordinamento fra le istituzioni, lo sviluppo degli alloggi, degli spazi pubblici e della mobilità. Inoltre, il Progetto Urbanistico Integrale favorisce l’adeguamento dei servizi per la collettivita e il recupero della situazione ambientale. Il Metrocable stimola gli utenti a una maggiore partecipazione alla vita cittadina. Subito dopo la sua costruzione, piccolo negozi hanno cominciato a sorgere intorno alle quattro stazioni intermedie, poste al centro del progetto, e la zona e diventata piu vivace e organizzata. La sicurezza e migliorata, al punto che i residenti di altre parti della città si recano adesso nella zona del Metrocable per le gite del fine settimana. Il Metrocable ha fornito benefici diretti a circa 150.000 abitanti e benefici indiretti a 350.000 persone del primo a secondo strato socio-economico. Nove quartieri compongono la Comuna 1: Villa Niza, Andalucia, La Francia, Villa del Socorro, Pablo VI, La Isla, Santa Cruz, La Rosa e Moscu. La Comuna 2 e invece costituita di 10 quartieri: Popular, Granizal, La Esperanza, Santo Domingo, La Avanzada, Carpinelo, Carambolas, San Pablo, El Compromiso e La Aldea.

 

 

2.Superkilen Master Plan, Copenhagen, Denmark – BIG, TOPOTEKT & SUPERFLEX

 

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   Superkilen è uno spazio urbano di 800m che s’incunea in una delle zone etnicamente più diversificate e socialmente problematiche della Danimarca. Il progetto urbanistico, destinato al centro di Nørrebro, quartiere periferico di Copenaghen composto da 60 differenti provenienze culturali, è concepito come un meccanismo per l’integrazione che superi le diverse etnie, religioni, culture e lingue. L’idea dominante è quella di elaborare il  progetto come una grande mostra di buona pratica urbana : una collezione di oggetti globali rinvenuti tra le  60 nazionalità delle persone che abitano la zona. Ogni oggetto è accompagnato da una piccola targhetta inossidabile inserita nel terreno che ne descrive, in danese e nella lingua d’origine, funzione e provenienza. S’intende presentare una sorta di raccolta surrealista della diversità urbana globale, che in realtà riflette la vera natura della zona, piuttosto che perpetrare l’immagine pietrificata di una Danimarca omogenea. Il punto di partenza concettuale è la divisione di Superkilen in tre zone di colori simbolici : il verde, il nero e il rosso. I diversi colori e superfici vengono integrati per formare nuovi ambienti dinamici per gli oggetti quotidiani. L’obiettivo è fare del quartiere di Nørrebro uno spazio urbano innovativo di livello internazionale, che possa essere d´ispirazione per altre città e altri quartieri.

 

 

 

3.South-East Coastal Park and Auditoriums, Barcelona, Spain – AZPA/FOA

 

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     Il progetto per il Parco litorale sud-est e per gli Auditorium fa parte delle infrastrutture che Barcellona ha pianificato come città ospitante per il Forum Internazionale delle Culture, tenutosi nel 2004. La proposta è un’alternativa alla geometria razionale artificiale e lineare, coerente o contradditoria, e alle approssimazoni della geometria organica che tenta una riproduzione delle qualità pittoresche della natura. Il progetto esplora le varie strategie che producono l’emergere di complessi paesaggi organizzativi tramite la creazione di topografie generate in maniera artificiale, attraverso un’integrazione mediata di rigorosi ordini simulati. Il prototipo organizzativo per il parco è mutuato da un modello ricorrente nelle aree costiere : le dune di sabbia. Si tratta di una forma e di un materiale con struttura interna essenziale, sempre sabbia modellata dal vento.

     La struttura di distribuzione programmatica si basa fondamentalmente sull’analisi dei diversi sport e attività ricreative che il parco è destinato a ospitare, e sulle dure condizioni ambientali del luogo.

     La topografia del parco offre zone adatte per auditorium all’aperto e per spazi riservati a eventi e attività, fornendo protezione dal vento e un habitat adeguato alla vegetazione. La topografia stessa è stata inoltre progettata per controllare le prospettive visive e panoramiche del visitatore. Le varie zone del parco vengono prottete in modi diversi dal prevalente vento di sud-ovest, per fornire condizioni adatte alla crescita della vegatazione e identificare al tempo stesso le superfici previste per le differenti attività, oltre che le prospettive visuali e le zone d’ombra. Il parco permette e favorisce gli sport e le attività ricreative, dalla camminata alla corsa, dalla bicicletta allo skateboard, offrendo inoltre una serie di aree previste per gli spettacoli e il relax tramite una rete di sentieri o zone di attività. I punti panoramici sono volutamente controllati attraverso la delimitazione di tali zone : prospettive strette e mirate si dilatano in panorami aperti.

 

 

4.Christus Church in Donau City, Vienna, Austria – HEINZ TESAR

 

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    Nuova Chiesa nel Nuovo Quartiere crescente Donaucity nella zona periferica oltre il Danubio,Vienna. Dato il compito di costruire una chiesa  a cavallo  del terzo millennio, essa è stata eretta in quella parte della città di Vienna che ha l’obiettivo ben definito di procurare al centro storico un pendant al di là del Danubio. L’estendersi della costellazione urbanistica oltre il Danubio ha portato al concetto fondamentale dell’abbozzo di posizionare la nuova chiesa come zona sulla piazza all’ingresso del nuovo quartiere crescente.

    L’edificio reagisce al suo ambiente in maniera specifica. Nella sua rotazione riguardo alla diagonale esso è concepito ed esposto a est. La piazza all’inizio della diagonale è formata dalla zona sacra e dalla banca situata di fronte. Circondata da grattacieli, la nuova chiesa si afferma come parallelepipedo a crociera. Seguendo il programma liturgico, la figura dell’edificio è determinata dalla geometria a otto crociere. L’ottavo giorno simbolizza il ritorno di Gesù Cristo. La chiesa cattolica è un parallelepipedo a crociera connotati di luce naturale. L’ingresso della chiesa al livello della piazza è affiancato da un bacino d’acqua. La sistemazione della piazza è stata effetuata sul terreno della chiesa, cosicchè ne risulti una superficie unitaria. Una scala erbosa, che può essere usata per vari eventi, chiude il cerchio della piazza, esse è anche parte di un vialetto. La struttura portante delle campane è disposta sul prato in posizione elevata. La geometria del cubo a crociera è chiaramente formulata mediante il rivestimento della parete e del tetto. L’intero edificio è rivestito di grandi piastre nere di acciaio cromato con delle perforazioni lucide. Queste piastre sottolineanno il peso dell’edificio affondato nella topografia.

 

 

5.CaixaForum Madrid, Madrid, Spain – HERZOG & DE MEURON

 

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      Una calamita La CaixaForum è concepita come una calamita urbana, in grado di attrarre non solo gli appassionati d’arte, ma anche gli abitanti di Madrid e le persone che vengono da fuori. L’attrazione non sarà soltanto il programma culturale di CaixaForum, ma l’edificio stesso, in quanto la sua mole imponente appare sollevata da terra,  sfidando in apparenza le leggi di gravità e attirando, nel vero senso della parola, i visitatori al suo interno. La CaixaForum di Madrid gode di una prestigiosa collocazione, in prossimità del Paseo del Prado e di fronte al Giardino Botanico. Questo nuovo indirizzo per l’arte si trova collocato in un’area fino ad ora occupata da insignificanti strutture urbane : la stazione della “Central Elèctrica” e un distributore di benzina. Le pareti perimetrali in mattoni della vecchia centrale elettrica, vincolate dalla Soprintendenza, sono importanti esempi sopravvissuti di una precoce era industriale di Madrid, mentre il distibutore di benzina,una struttura puramente funzionale, risultava chiaramente fuori luogo. La demolizione del distibutore ha creato una piccola piazza tra il Paseo del Prado e la nuova CaixaForum, alloggiata nella centrale elettrica riconvertita.

      L’unica materiale della vecchia centrale elettrica che si poteva utilizzare era la sua copertura in mattoni vincolata.È stata un’operazione chirurgica, separando e rimuovendo la base e le parti dell’edificio non più necessarie. La rimozione della base dell’edificio ha lasciato una plaza coperta sotto la copertura in mattoni, che appare ora fluttuante sopra al livello stradale. Questo spazio coperto sotto la CaixaForum offre ombra ai visitatori che vogliono passare il tempo o incontrarsi fuori, ed è al contempo l’entrata al Forum stesso.

      La separazione della struttura dal livello del terreno crea due mondi distinti : uno al di sotto e l’altro al di sopra del suolo. Il “mondo sotterraneo” sepolto sotto la piazza  progettata topograficamente in senso paesaggistico, fornisce spazi per un teatro/auditorium, locali di servizio e numerosi parcheggi. L’edificio a più piani sopra al livello del suolo ospita l’atrio d’ingresso e le sale espositive, un ristorante e gli uffici amministrativi.

      Il sorprendente aspetto scultoreo del profilo della CaixaForum non è un semplice capriccio architettonico, ma intende riflettere le sagome dei tetti degli edifici circostanti.

 

 

6.Metropol Parasol, Sevilla, Spain – JURGEN MAYER H. ARCHITECTS

 

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       Metropol Parasol è il nuovo progetto-simbolo destinato a Siviglia, un luogo d’intentificazione volto a promuovere il ruolo della città come una tra le più affascinanti mete culturali della Spagna, esso ha sollecitano le potenzialità della Plaza de la Encarnacion nel porsi come nuovo centro di Siviglia. La sua funzione di spazio urbano d’eccezione,all’interno del denso tessuto della città medievale, consente attività molteplici, dal raccoglimento individuale alle feste, da luogo d’incontro e per il tempo libero alle attività commerciali. Un infrastruttura molto sviluppata supporta le attività della piazza, facendo un polo d’attrazione sia per i turisti che per i locali. Questi “ombrelloni” poggiano su una piattaforma archeologica aperta sulla storia di Siviglia, e coprono il cuore della città costituendosi come nuovo spazio urbano del XXI secolo.Il progetto di Metropol Parasol, con le sue grandi strutture, presenta un sito archeologico, un mercato agricolo, una piazza soppraelevata, numerosi bar e ristoranti al di sotto e all’interno dei parasole, offrendo al tempo stesso una terazza panoramica collocata sulla loro sommità. Realizzati  come  innovativa costruzione in legno con rivestimento in poliuretano, i parasole emergono dal sito degli scavi archeologici divenendo un tratto distintivo della contemporaneità. È concepito come una struttura coprente che fornisce una preziosa ombra  durante il giorno, creando una situazione climatica favorevole e un luogo adatto per rilassarsi. La piazza sopraelevata risponde alla necessità di un grande spazio d’incontro urbano multifunzionale, posto nelle’antico centro storico della città, essa è collegata al livello stradale tramite ampie scalinate che fungono da stimolo per la vita all’aperto. A Siviglia la maggior parte delle attività si svolge di sera o di notte, durante il giorno la piazza diventa una meta invitante per ritirarsi dalla vita urbana e un luogo per il gioco, per la conversazione o la contemplazione. Di notte Metropol Parasol diviene un cielo artificiale che fa da scenario a varie ambientazioni luminose e sonore. Queste due caratteristiche consentono una serie di attività urbane che enfatizzano il ruolo della Plaza come uno dei luoghi privilegiati per la comunicazione e l’interazione della città.

 

 

7.Centro Polifunzionale SNOS, Turin, Italy – STUDIO GRANMA ARCHITETTI ASSOCIATI

 

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      Le ex Officine Savigliano, nodo della riqualificazione dell’area industriale torinese, conservano l’identità di luogo del lavoro, passando da una produzione tecnica d’avanguardia a nuovi modelli produttivi ad alto contenuto tecnologico, con la scelta di Seat Pagine Gialle di insediare qui il suo nuovo quartier generale. L’officina è oggi completata anche da attività commerciali, ristorazione e residenze.

     Il progetto si fonda su un’idea dinamica di memoria e sulla mixitè di funzioni e prende le mosse dalla ristrutturazione e il restauro dell’edificio storico, in posizione di cerniera tra la città e il nuovo parco, e la realizzazione di nuovi volumi che mirano a caraterizzare le diverse funzioni. In tal senso, la semplicità delle forme e la rilettura dei materiali edilizi, tradizionalmente industriali, sono determinanti. La galleria storica mantiene la sua funzione di fulcro distributivo di tutti i percorsi e tutte le attività. L’interno del vecchio edificio si trasforma in un esterno aperto sui nuovi fabbricati e sul parco della Dora.

    Parte dei volumi commerciali affacciati sulla galleria fuoriescono dall’edificio, spezzando la regolarità della facciata con rotazioni non ripetitive, dimensioni e profondità differenti. La suggestione è quella dei container: i volumi netti sono poggiati a terra, quasi provvisori, il colore rosso evidenzia ed enfatizza l’addizione.

 

 

 

 

Capitolo 4 - I PREMI

 

  In questo capitolo abbiamo le 4 categorie di Premi con speciale menzione di ogni vincitore ma anche degli altri partecipanti che sono stati in qualche modo distinti.

 

  La prima categoria è il PREMIO BIENNALE INTERNAZIONALE BARBARA CAPPOCHIN 2011.

  I suoi vincitori erano i arcitetti Fabrizio Barozzi e Alberto Veiga,ESTUDIO BAROZZI VEIGA,con il Centro di Promozione della D.O.C. “RIBERA DE DUERO” (2010), Roa(Spain).

 

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      Il progetto si localizza sul limite urbano della cittadina di Roa e prevede la ristrutturazione e l’ampliamento di un edificio storico esistente. L’edificio si definisce come un elemento di transizione fra il paesaggio urbano nel quale si inserisce, e il paesaggio naturale verso il quale si affacia. Abbiamo due semplici elementi architettonici : una torre che segna in modo preciso il limite urbano e si relaziona con il paesaggio orizzontale della meseta e una piazza pubblica che si inserisce delicatamente tra i frammenti del costruito e li ricompone in un tutto unitario. La torre ospita le funzioni rappresentative, mentre lo zoccolo seminterrato al di sotto della piazza pubblica organizza le funzioni tecniche.

       La selta del progetto coniuga la qualità estetica, funzionalità e stostenibilità auspicate dalle finalità del Premio. Del progetto vincitore è stata apprezzata la capacità di inserirsi in un contesto storico e paesaggistico con grande sensibilità ma insieme con la consapevolezza della propria contemporaneità. Il progetto presenta una notevole attenzione e sensibilità nell’uso dei materiali.

 

 

 

   Altri menzionati erano:

·      Centro di assistenza sanitaria comunale Usera a Madrid (2009),Madrid (Spain), ESTUDIO ENTRESITIO, architetti Maria Hurtado de Mendoza, Cèsar Jimènez de Tejada, Josè Maria Hurtado de Mendoza  HONOURABLE MENTION

·      Cram.Foundation of Rehabilitation and Conservation of Marine Animals (2010), El Prat del Llobregat (Spain), HIDALGO HARTMANN ARQUITECTURA, architetti Jordi Hidalgo, Daniela Hartmann HONOURABLE MENTION

·      Museo di Arte Contemporanea a Cracovia (MOCAK) (2010), Cracovia (Polland), CLAUDIO NARDI ARCHITECTS, architetti Claudio Nardi con Leonardo Maria Proli HONOURABLE MENTION

·      Suoi Re multifuntional community house (2010), Hoa Binh (Vietnam),1+1>2 INTERNATIONAL ARCHITECTURE JSC., architetto Thuc Hao Hoang  BEST WORKS

·      Ampliamento del cimitero di Gubbio (2010), Gubbio (Italy), ANDREA DRAGONI ARCHITETTO BEST WORKS

·      Shima Kitchen (2010), Kagawa-ken (Japan), ARCHITECTS ATELIER RYO ABE BEST WORKS

·      Can Framis Museum (2008), Barcelona (Spain), BAAS, JORDI BADIA BEST WORKS

·      Caserma dei Vigili del Fuoco di Magrè (2010), Magrè sulla Strada del Vino (Italy), BERGMEISTERWOLF ARCHITEKTEN, architetto Gerd Bergmeister BEST WORKS

·      Darwin Centre phase II (2009), London (United Kingdom), C.F. HIDALGO ARCHITECTS, architetto Anna Maria Indrio BEST WORKS

·      Museum of Art and Archaeology of “ Vale do Côa” (2009), Vila Nova de Foz Côa (Portugal), CAMILO REBELO ARQUITECTO UNIPESSOAL BEST WORKS

·      Nido d’infanzia e centro bambini-genitori “Barbapapà” (2009), Vignola (Italy), CCDSTUDIO.EU, architetto Luca Ciaffoni BEST WORKS

·      Sistemazione spazi scoperti, tenuta e bosco a Levanto (2010), Levanto (Italy), CZSTUDIO ASSOCIATI CON GABRIELE PIMPINI, architetto Laura Zampieri BEST WORKS

·      Uffici Mark Medical (2011), Gorizia (Italy), DI DATO & MENINNO ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Luigi Di Dato BEST WORKS

·      New Art Space for the Arango House (2008), Madrid (Spain), ELISA VALERO BEST WORKS

·      Centro di assistenza sanitaria comunale Villaverde (2010), Madrid (Spain), ESTUDIO ENTRESITIO, architetti Maria Hurtado de Mendoza, Cèsar Jimènez de Tejada, Josè Maria Hurtado de Mendoza BEST WORKS

·      Paço de Pombeiro (2008), Felgueiras (Portugal), EZZO , architetto  Cèsar Moreira BEST WORKS

·      Casa della Musica (2009), Cervignano del Friuli (Italy), GEZA – GRI E ZUCCHI ARCHITETTI, architetto Stefano Gri BEST WORKS

·      Segai Research Centre (2011), La Laguna (Spain), GPY ARQUITECTOS, architetto Juan Antonio Gonzàlez Pèrez BEST WORKS

·      Sebrae Headquarters (2010), Brasilia (Brazil), GRUPOSP, architetto Alvaro Puntoni BEST WORKS

·      House of Setouchi (2008), Mihara City Hiroshima (Japan), KEISUKE KAWAGUCHI +K2 – DESIGN BEST WORKS

·      Ar- House (2008), Oita (Japan), KUBOTA ARCHITECT ATELIER, architetto Katsufumi Kubota BEST WORKS

·      Kuokkala Church (2010), Jyväskylä (Filand), LASSILA HIRVILAMMI ARCHITECTS/ LUONTI OY, architetto Anssi Lassila BEST WORKS

·      Parco dei Via Regina (2010), Brienno (Italy), LORENZO NOÉ BEST WORKS

·      Enviromental Department of Zaragoza City Council (2009), Zaragoza (Spain), MAGÉN ARQUITECTOS, architetti Jaime Magèn, Francisco J.Magèn BEST WORKS

·      Recupero di Torre di Porta Nuova (2011), Venice (Italy), MAP STUDIO – MAGNANI PELZEL ARCHITETTI ASSOCIATI BEST WORKS

·      Isernia Golf Club (2009), Località Zio Carlo (Italy), MEDIR ARCHITETTI, architetto Roberto Ianigro BEST WORKS

·      Spanish Pavilion World Expo Shangai (2010), Shangai (CHINA), MIRALLES TAGLIABUE EMBT, architetto Benedetta Tagliabue BEST WORKS

·      Direzione Codognotto Italia (2009), Salgareda (Italy), PAOLO VOCIALTA BEST WORKS

·      Mikve Rajel (2011), Mexico DF (Mexico), PASCAL ARQUITECTOS, architetto Gerard Pascal BEST WORKS

·      Social housing tower of 75 units in Europa square - E.I.O.5 (2010) ,L’Hospitalet de Llobregat (Spain), ROLDÀN + BERENGUÈ,ARQTS., architetto Miguel Roldàn BEST WORKS

·      House in Melides (2010), Melides (Portugal),PEDRO REIS ARQUITECTO BEST WORKS

·      Riqualificazione di una stalla (2009), Soglio (Switzerland), RUINELLI ASSOCIATI ARCHITETTI SIA, architetto Armando Ruinelli BEST WORKS

·      Nuova aula liturgica dedicata a San Lorenzo martire con annessa aula polifunzionale (2008), Cividale del Friuli (Italy), STUDIO ASSOCIATO AR.PI.DI PITTINI SANDRO E CAZZARO DARIO, architetto Sandro Pittini BEST WORKS

·      Studio sc (2011) , Sào Paulo (Brazil), STUDIO MK 27, Marcio Kogan BEST WORKS

·      Punta house (2011), Sào Paulo (Brazil), STUDIO MK 27, Marcio Kogan BEST WORKS

·      Public Library Maria Lejàrraga (2011), Granada (Spain), STUDIO RUBENS CORTÉS / M57ARQUITECTOS BEST WORKS

·      Centro pediatrico di Emergency ngo (2010), Nyala (Sudan), STUDIO TAMASSOCIATI, architetto Massimo Lepore BEST WORKS

·      Nest (2010), Onomichi (Japan), UID ARCHITECTS,architetto Keisuke Maeda BEST WORKS

·      Ohirune House (THE NAP HOUSE) (2009), Niigata (Japan), YUKI MINAMIKAWA ARCHITECT OFFICE BEST WORKS

 

   La seconda categoria è il PREMIO SPECIALE PER LA CURA DEGLI ELEMENTI DI DETTAGLIO ARCHITETTONICO E COSTRUTTIVO.

   Il suo vincitore era l’architetto Ryo Abe, ARCHITECTS ATELIER RYO ABE, con il Shima Kitchen (2010) a Kagawa-ken(Japan).

 

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     Descrizione: 5730022830_b7d9570898_b  Descrizione: 4.-shima_kitchen_w170811_d1  Descrizione: c1ca7051-6ce9-4d31-bb40-39b7ba85e5b8  Descrizione: 12dbf4a4-e7c5-4b26-9067-5e18bfff9912

     

      Il Setouchi International Art  Festival del 2010 è stato un punto di svolta per l’isola di Teshima. Prima di esso, il pubblico percepiva Teshima come l’isola dei rifiuti industriali. L’amministrazione locale aveva bisogno di reinventare se stessa e riguadagnarsi la fiducia dei residenti dell’isola. Shima Kitchen è un progetto di restauro volto a creare una sede per l’arte e un luogo per mangiare, realizzato in una vecchia casa abbandonata di un villaggio di Teshima.Intorno a questa casa c’erano terreni liberi in cui molto tempo prima erano stati demoliti numerosi altri edifici. Rimanevano un antico magazzino, due alberi di cachi e molti piccoli alberi di fico. La casa è stata trasformata in una cucina open-style, riarredato il magazzino come una galleria d’arte e prolungato un tendone intorno agli alberi per creare un teatro all’aperto. Il teatro è ispirato allo stile di un tradizionale teatro Noh, con il palcoscenico (butai), la veranda (hashikake) e una balconata (sajiki), ma è stato progettato per adattarsi a vari tipi di eventi, coma la musica dal vivo, la moderna performance artistica, la danza tradizionale e le feste della communità. La forma della tenda è stata concepita in modo da scorrere in maniera contigua dalla casa esistente, con i bordi esterni più bassi rispetto alle case vicine. In tal modo il tetto s’inserisce armoniosamente nel paesaggio circostante del villaggio, senza disturbarne l’atmosfera serena.

     Questo lavoro che dimosta come la visione del progetto, unita a una consapevole capacità tecnica, possano risolvere, attraverso l’ideazione di un dettaglio costruttivo, problemi di habitat, funzione e di sostenibilità ambientale. Il progetto è pensato per essere low-cost e per essere realizzato con risorse umane e tecniche molto limitate, ma questo non ha in nessuno modo tolto qualità poetica ed estetica all’opera, ma anzi ne ha rafforzato l’identità.

 

 

 

    Altri menzionati erano:

·     Riqualificazione di una stalla (2009), Soglio (Switzerland), RUINELLI ASSOCIATI ARCHITETTI SIA, architetto Armando Ruinelli HONOURABLE MENTION

·     Public Library Maria Lejàrraga (2011), Granada (Spain), STUDIO RUBENS CORTÈS / M57ARQUITECTOS HONOURABLE MENTION

·     Suoi Re multifuntional community house (2010), Hoa Binh (Vietnam), 1+1>2 INTERNATIONAL ARCHITECTURE JSC. ,architetto Thuc Hao Hoang BEST WORKS

·     La porta del parco (2010), Naples (Italy), ATI SERVIZI INTEGRATI – IDI – SILVIO D’ASCIA ARCHITECTE, architetto Etienne Seif BEST WORKS

·     Can Framis Museum (2008), Barcelona (Spain), BAAS, JORDI BADIA BEST WORKS

·     Darwin Centre phase II (2009), London (United Kingdom), C.F. MØLLER ARCHITECTS, architetto Anna Maria Indrio BEST WORKS

·     Nido d’infanzia e centro bambini-genitori “Barbapapà” (2009), Vignola (Italy), CCDSTUDIO.EU, architetto Luca Ciaffoni BEST WORKS

·     Uffici Mark Medical (2011), Gorizia (Italy), DI DATO & MENINNO ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Luigi Di Dato BEST WORKS

·     New Art Space for the Arango House (2008), Madrid (Spain), ELISA VALERO BEST WORKS

·     Studio on number 17, Belèn street, (2010), Granada (Spain), ELISA VALERO BEST WORKS

·     Casa della Musica (2009), Cervignano del Friuli, GEZA  - GRI E ZUCCHI ARCHITETTI, architetto Stefano Gri BEST WORKS

·     Carmel Academic Center (2010), Haifa (Israel), KNAFO KLIMOR ARCHITECTS, architetto Tagit Klimor BEST WORKS

·     Environmental Department of Zaragoza City Council (2009), Zaragoza (Spain), MAGÈN ARQUITECTOS, architetti Jaime Magèn, Francisco J.Magèn BEST WORKS

·     Cave (2011), Okinawa (Japan), MASARSUGU YAMAMOTO ARCHITECT AND ASSOCIATES BEST WORKS

·     Drassanes Metro Station Reform (2009), Barcelona (Spain), ON-A, architetto Eduardo Gutièrrez BEST WORKS

·     Social housing tower of 75 units in Europa square – E.I.O.5- Incasòl (2010), L’Hospitalet de Llobregat (Spain), ROLDÀN+BERENGUÈ,ARQTS,architetto Miguel Roldàn BEST WORKS

·     Restauro della scuola Luigi Rossi. Nuova Mediateca Montanari –Memo (2010), Fano (Italy), STUDIO CUPPINI ASSOCIATI, architetto Giampiero Cuppini BEST WORKS

·     Recupore ghiacciaia (2009), Fiorenzuola D’Arda (Italy), STUDIO MARIANI, architetto Mauro Mariani BEST WORKS

·     Studio SC (2011), Sào Paulo (Brazil), STUDIO MK27, architetto Marcio Kogan BEST WORKS

 

    La terza categoria è la MEDAGLIA D’ORO GIANCARLO IUS.

    I suoi vincitori erano l’architetti Jaime Magèn e Francisco J. Magèn, MAGÈN ARQUITECTOS, con Enviromental Department of Zarargoza City Council (2009), Zaragoza (Spain).

 

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    Descrizione: 1038d3c7deb2181b8cd47af5c5034cf3  Descrizione: stringio   Descrizione: Headquarters-of-the-Enavironment-and-Public-Spaces_big3-630x420

    Descrizione: a6f6e3b2-4d8f-4312-a8ca-3f6767598ce8   Descrizione: 8a7da234-cec3-47d5-96e7-1459b5ddd42c   Descrizione: dzn_Environmental-unit-Headquarters-in-Zaragoza-9

 

     Oggetto del lavoro è uno nuovo  edificio per il Dipartimento ambientale del Comune di Saragozza, collocato in un terreno che fonda  il suo valore particolare sulla reazione tra la città urbanizzata e le sponde del’Erbo. Il progetto si basa su due idee fondamentali : la prima è una risposta a questo speciale significato urbanistico e paesaggistico, la seconda cerca di esprimere il rapporto intrinsceto tra l’impegno ambientale, la materialità e il programma destinato all’edificio. Il pianterreno ospita le aree aperte al pubblico. L’atrio d’ingresso collega la sala multifunzionale agli uffici, consentendone possibili usi indipendenti. Il basamento ospita il parcheggio e gli ambienti di servizi tecnici.

     Il Dipartimento ambientale di Saragozza coniuga perfettamente la funzione di difesa e tutela dell’ambientale dell’efificio stesso. Diventa spazio pubblico abitato dalla città con la possibilità di utilizzare il tetto e gli spazi esterni come luogo d’incontro della comunità e come frammento di un nuovo paesaggio.

    

 

 

   Altri menzionati erano:

·     Suoi Re multifunctional community house (2010), Hoa Binh (Vietnam), 1+1>2 INTERNATIONAL ARCHITECTURE JSC., architetto Thuc Hao Hoang BEST WORKS

·     Low Carbon Office Triento Trieste 13, un edificio per uffici a zero emissioni (2009), Reggio Emilia (Italy), LABORATORIO DI ARCHITETTURA, ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Roberta Casarini BEST WORKS

·     Social housing tower of 75 units in Europa square – E.I.O.5 - Incasòl (2010), L’Hospitalet de Llobregat (Spain), ROLDÀN+BERENGUÈ,ARQTS,architetto Miguel Roldàn BEST WORKS

·     Centro pediatrico di Emergency ngo (2010),Nyala (Sudan),STUDIO TAMASSOCIATI,architetto Massimo Lepore BEST WORKS

 

 

   La quarta categoria è il PREMIO PROVINCIALE.

   I suoi vincitori erano l’architetti Francesco Loschi, Giuseppe Pagano e Paolo Panetto,EXIT ARCHITETTI ASSOCIATI ,con la Cappella di famiglia (2009),Padova (Italy).

 

   Descrizione: b_730_7a4943cd-2928-41bd-82db-b0e8338292a3  Descrizione: b_730_41ff124f-5385-4ab6-89c9-d6535d420900  Descrizione: d2983a41-17bc-4547-ad5f-845d3958d2cb  Descrizione: 8e22b538-a1a1-4c56-8459-e2b75b18a428 

 

         L’idea è di realizzare uno spazio confortevole, a contatto  con gli agenti atmosferici per rimanendo protetto. È possibile apprezzare il trascorrere del tempo attraverso una copertura che  permetterà il passaggio di una luce morbida e, in caso di poggia, l’acqua cadrà attraverso alcuni fori all’interno della cappellina. Il pavimento in ghiaia bianca drenerà l’acqua mantenendo asciutto il piano di calpestio. La porta non è chiusa ermeticamente ma lascia passare aria favorendo un microclima controllato e una luce sempre diversa durante il giorno. La copertura è costituita da un insieme di tubi in inox che saldati l’uno all’altro formeranno un continuo gioco di luci e ombre spostando la attenzione verso l’alto. Attraverso alcuni tubi passa luce, aria, acqua, e anche vedere il cielo.

         La giuria premia la semplicità e la sensibilità con cui il progettista ha condotto la realizzazione di questo lavoro. L’applicazione attenta nell’uso dei materiali e la qualità nel disegno fanno di questo manuffato una piccola opera di ottima qualità architettonica.

 

 

 

    Altri menzionati erano:

·     App Tech (2009), Mestrino (Italy), ARIANNA GOBBO HONOURABLE MENTION

·     ULSS 16 Distretto Sanitario n.4 (2010), Selvazzano Dentro (Italy), STRIOLO, FOCHESATO & PARTNERS HONOURABLE MENTION

·     Centro d’infanzia Zip (2010), Padova (Italy), ARCHITETTO LUISA FONTANA BEST WORKS

·     Parco residenziale Oscar – comparto 1 (2009), Padova (Italy), MASMA ARCHITETTI ASSOCIATI, architetto Stefano Liccardo BEST WORKS

·     Rigenerazione di una casa nella palude (2011) Tombolo (Italy), STEFANO FAURO BEST WORKS

·     Centro Servizi Socio- Sanitari “Guido de Rossignoli” (2010), Camposampiero (Italy), STRIOLO, FOCHESATO & PARTNERS BEST WORKS

·     Residenza sanitaria assistenziale Palazzo Bolis (2010), Selvazzano Dentro (Italy), STRIOLO, FOCHESATO & PARTNERS BEST WORKS

·     Centro polifunzionale Diemme (2009), Albignasego (Italy), STUDIO ARCHITETTI BORCHIA ASSOCIATI BEST WORKS

·     Litocenter (2010), Piazzola sul Brenta (Italy), STUDIO TECNICO DI INGEGNERIA ED ARCHITETTURA CECCHINI BEST WORKS

 

 

Capitolo 5 - IL BANDO

 

   Alla fine del libro troviamo il testo del bando del concorso.