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autore |
GIANANDREA BARRECA (a cura di) |
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titolo |
NEW WATER ANTHROPOLOGY |
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editore |
LIST |
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luogo |
MILANO |
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anno |
2014 |
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lingua |
INGLESE |
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Titolo originale: G. Barreca, New water anthropology, List 2014 |
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Argomento e tematiche affrontate |
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Il libro
tratta dell'acqua a Milano, elemento che da sempre è cresciuto e ha fatto
crescere la città di pari passo con essa, che oggi è stato abbandonato e
dimenticato sia dalla metropoli che dai cittadini. L'intento è quello,
attraverso una summa di progetti e idee di progettisti, professori e studenti
del progetto Domus Academy, riportare alla luce l'importanza dell'acqua a
Milano, riscoprire quindi una nuova relazione tra acqua-città-cittadino. Il libro si
svolge tramite l'apporto di più individui, i quali, in ogni paragrafato dei
cinque capitoli, propongono i propri progetti e idee trattando l'acqua sotto
svariati punti di vista. |
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Giudizio Complessivo: 7 (scala 1-10) |
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Scheda compilata da: Camilla Bogliolo |
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Corso di Architettura e Composizione Architettonica 3 a.a.2015/2016 |
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Autore Gilles Clément |
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Gianandrea Barreca (Ge, 1969) è un architetto e urbanista italiano. Oggi insegna Composizione Architettonica agli studenti di Ingegneria Edile-Architettura presso l'università di Genova, ma opera come progettista dal 1996. E' uno dei soci fondatori del Gruppo A12, che si occupa della condizione urbana contemporanea, e del Boeri Studio (1999), con cui recentemente vinto il prestigioso “International Highrise Award 2014” per il progetto Bosco Verticale. Dal 2004 collabora con il gruppo Domus Academy (1982), scuola di ricerca e formazione post laurea di II livello. Per essa è curatore di varie pubblicazioni e raccolte di lavori come Canton Ticino: territory of a new modernity, e New water anthropology (2014). |
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Gianandrea Barreca |
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Contenuto |
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Riscoprire
il senso naturale dell'acqua a livello personale e a livello urbano, sulla
scia del sentimento antico e della necessità che da sempre l'uomo ha di essa.
Al giorno d'oggi l'acqua è scomparsa fisicamente all'interno della città per
essere solo servizio e infrastruttura. Intervenire sul territorio per
riscoprirla e valorizzarla è la proposta fondamentale del libro, la quale
viene sviluppata attraverso sei capitoli, che si definiscono “contenitori” di
strategie e pensieri di intervento per le nostre città: INTRODUCTION STRATEGY CONNECTION ENTERTAINMENT THERAPY BUILDING Ognuno di essi è una raccolta di progetti di diversi autori che affrontano la tematica del capitolo offrendo i propri pensieri e studi sull'acqua. Il libro offre così una grande quantità di punti di vista e sistemi di intervento differenti per ogni contenitore, al fine di dare nuova sensibilità alle persone e nuova identità alla città. |
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CAPITOLI |
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INTRODUZIONE |
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INTRODUCTION
(G. Barreca) Il libro si
apre con un introduzione su quello che sarà il contenuto del libro, ovvero
una raccolta di lavori e ricerche dal 2008 al 2012 relative all'acqua nel
complesso urbano di Milano. Si delinea subito la volontà del libro di non
essere un libro di antropologia ma piuttosto un contenitore di esperienze e
idee personali, che seguono il filo comune dell'importanza e del valore
dell'acqua come elemento essenziale da riportare alla luce all'interno del
contesto metropolitano milanese, che se ne è oramai dimenticato. La
dichiarazione di intenti è quindi quella di mettere a disposizione i propri
studi e progetti (non finiti) con lo scopo di proporre un programma di
intervento e di sviluppo della risorsa acqua, centro di dibattito per quanto
riguarda l'identità futura degli spazi urbani milanesi. Il libro si
profila come un'analisi di antropologia/biologia che si focalizza
sull'umanità e sull'acqua, poiché connesse con ecologia ed evoluzione, come
accumulo di progressivi cambiamenti come fosse un processo evolutivo che
termina con la convivenza tra uomini, acqua ed architettura. Sul tema
dell'acqua l'evoluzione dell'uomo consiste nella semplificazione della
relazione tra i due: egli dipende in senso parassitario da essa a livello
infrastrutturale, ma la nasconde e la utilizza come mero servizio poiché si è
specializzato nell'adattarla alle proprie necessità. La soluzione invece è
riscoprire il senso naturale dell'acqua come elemento che deve essere vissuto
e sentito, sia personalmente che nello spazio urbano costruito. WATER AS A
REGENERATING ELEMENT FOR COMPLEX URBAN SYSTEMS (G. Barreca) In questo
paragrafo iniziale si pone al centro Milano come città d'acqua, ad essa da
sempre legata; Mediolanumdeve infatti le sue origini e il suo
benessere proprio all'acqua, che in una “terra di mezzo” come la pianura
padana le ha permesso sviluppo culturale ed economico definendone il layout
urbano. Segue una parte sull'origine e la storia di Milano e si focalizza
l'attenzione sul sistema dell'agricoltura, ovviamente possibile grazie
all'acqua; si parla infine di Milano come “città delle macchine”, in forte
contrasto con la “città d'acqua” che non è più dal XIX secolo. Con lo
sguardo sulla città di oggi, Barreca definisce i progetti a seguire come
strategie applicabili non solo su piccole aree ma su tutta la città, e quindi
su più città: sono quindi un Manifesto della volontà di ritrovare la
connessione acqua-città-cittadino-spazio pubblico. Prima di
arrivare quindi ai capitoli-raccolte di intenzioni bisogna preparare un piano
strategico, così suddiviso:
Disegnare
mappe dell'acqua nella città, non solo per addetti ai lavori ma in maniera
esplicita e non come mere percentuali o grafici, poiché le mappe si fanno
strumento di conoscenza su larga scala. Le “water maps” devono essere
ripensate per rappresentare la natura fluida dell'acqua nello spazio urbano.
A oggi sono
i piani urbanistici a definire gli standard minimi e le quantità per vivere,
ma sull'acqua non vi sono vincoli né volumi minimi per la persona. Ridefinire
e aggiungere nuovi standard riferiti all'acqua può aiutare fin da subito i
nuovi progetti urbani.
Gestire
l'inquinamento dell'acqua con terapie specifiche e redigere un nuovo
programma di rispetto dell'acqua.
Riscoprire
la relazione persa con dalla storia, dove è sempre esistito il legame
acqua-città. Canali, laghi ecc. sono una chance di riscoperta come
contenitore sociale e sistema ecologico rinnovato.
Se l'acqua
si codifica all'interno della città in piscine, fontane, allevamenti ittici
questi devono essere elementi dello spazio pubblico. Innovare il senso
estetico dell'acqua e introdurre storia, design e tecnica in questi codici
per portarli al centro di un nuovo disegno di spazio urbano. (vedi le macchine
di Leonardo)
E'
necessario un ritorno all'architettura come sintesi di efficienza e
tecnologia, che dia importanza all'acqua nella città secondo approcci
differenti: -
raccolta su tetti e facciate; -
contenere tramite pluviali, cisterne accessibili come micro
ecosistema negli edifici; -
invertire la pelle di un edificio, con sistema idraulico
esterno e non nascosto; - esibire le
costruzioni e infrastrutture che lavorano con l'acqua; Questi
punti insieme trasformano l'aspetto di una città delineando un panorama
naturale. |
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STRATEGY |
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POROUS CITY (P. Viganò) La riflessione si apre con la
correlazione tra la porosità del corpo umano, che si lascia penetrare e la
porosità della città, anch'essa attraversabile da vari elementi e con diversi
movimenti. L'acqua, per esempio, è un elemento che penetra la città in modi
vari e disparati e la disegna, la cambia, la definisce: è un agente di
trasformazione. La città porosa si può comprendere
tramite sezioni della sua pelle, quindi a layer, dalle cavità sotterranee,
al tipo di suolo che trattiene o meno l'acqua, che può essere o meno
penetrato, fino alla superficie, la quale può permettere o meno di respirare
e definire lo spazio pubblico.
Il sottoparagrafo si focalizza
sull'esempio della rete di strade e acqua nella città di Venezia, massimo
risultato della penetrazione dell'acqua nel contesto urbano. Scorre poi verso
le pianure della regione veneta, che hanno una fitta rete di irrigazione e
sistema di drenaggio.
Parlando di Parigi e della Senna il discorso si porta sull'elasticità delle aree adiacenti al fiume parigino e di altre che invece devono essere protette con sistemi di difesa come argini e sistemi di protezione temporanei. Se nel tempo Parigi si è estesa e densificata bisogna far fronte ai rischi maggiori di esondazione e cataclismi di una popolazione che vive a stretto contatto con il fiume e i suoi pericoli. Ci deve quindi essere relazione tra il progetto dell'acqua e l'ecologia.
BETWEEN POLICIES AND URBAN
PERCEPTION... (S. Yam) Questo è uno stralcio della tesi di
Yam, che si propone come Manifesto per il sistema dell'acqua milanese. E'
costituito da cinque temi che raccolgono in tutto 24 punti. Il nucleo
centrale è che il benessere futuro di Milano sia nel reinnesto dell'acqua in
senso civico e politico; l'eccessivo consumo di acqua, la mancanza di spazio
verde significativo e la questione delle infrastrutture idriche sono
problematiche da risolvere tramite il manifesto. Dopo una breve spiegazione di come
l'autore sia giunto alla formulazione di quelle cinque tematiche e dei
relativi punti propone il suo “water policy manifesto”, costituito da:
Il Manifesto è un documento per l'educazione e non didattico, precisa l'autore e funge da provocatore di nuove idee e pensieri, che possano essere utilizzati dalla piccola alla grande scala. Questo ovviamente dovrà sottostare a nuovi piani politici e di governo, un “Piano di governo dell'acqua”.
VAST TERRITORIES, MINUTE GESTURE... (P.
Lembi)
Tramite alcune foto di Milano, Lembi
introduce il proprio pensiero del legame che la città ha con l'acqua: - una raffigurazione di un fanciullo che esce dalla
bocca di un serpente descrive il potere e la forza dell'acqua, da ben gestire
così che la vita umana sia possibile. - le “water meadow” intorno a Milano, set di un
film di un amico, che offrono un quadro di come l'acqua sia necessaria e
definisca il layout del paesaggio - un uomo che verifica il livello delle acque
sotterranee in piazza Duomo, dove secondo leggende popolari se estenderebbe
un grande lago sotterraneo - persone che fanno la coda a una fontanella di acqua
potabile, quasi un'attrazione per la gente, che ha la fortuna di avere
accesso all'acqua in modo cosi naturale e semplice.
La presenza dell'acqua è visibile in ogni immagine di vita quotidiana. Piccoli gesti che persone, animali e natura fanno in maniera naturale, indicano la presenza e la necessità dell'acqua nella loro vita. Prendendo spunto da queste immagine Lembi cerca di descrivere le questioni afferenti alla pianificazione di interventi sull'acqua.
Come Barreca, anche in questo paragrafo
si fa un excursus sul passato e il legame con l'acqua perduto, così come sono
stati nascosti pezzi di quel legame in maniera fisica e la volontà di mappare
l'acqua.
Vengono esposte le politiche e
normative vigenti, Europee e nazionali afferenti ai cicli d'acqua,
all'ambiente e all'ecosistema, descrivendo sommariamente cosa tentano di fare
e cosa proteggono e definiscono con i loro decreti. In particolare si parla
del PAI, a livello regionale per la Lombardia e degli altri enti come i
Parchi locali o regionali che si interessano all'ecosistema lungo i corsi
d'acqua. In conclusione la questione è che troppi enti, troppe leggi e troppi
decreti si sovrappongono e si trovano sullo stesso livello gerarchico, senza
riuscire a definire interventi validi e soluzioni pratiche. La troppa
specializzazione degli organismi politici e burocratici è la causa
dell'impossibilità di definire un vero e proprio piano di azione.
Oltre al piano governativo, sul piano
sociale l'individuo non si preoccupa di “sentire l'acqua”. Lembi la chiama “absence
of necessity”, cioè il non bisogno di acqua (apparente) che si è
trasmesso nel contesto urbano. Avendola a disposizione grazie alle
infrastrutture, la persona non sente il bisogno di avere un legame naturale
con essa e quindi lo scopo dei progetti su territorio urbano deve proprio essere
quello di riportare alla luce questa necessità, tramite sentieri, corridoi
ecologici, luoghi di intrattenimento ecc. |
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CONNECTION |
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WATER CONNECTION/URBAN VEINS (M. C.
Pastore) Il nuovo capitolo si apre con le azioni
di vita quotidiana che ogni individuo compie, utilizzando l'acqua nella
propria casa. Essa è stata oggi domata e controllata, incanalata e gestita a
servizio della città e degli edifici, quindi dei cittadini. Dopo un rimando
al passato e all'assenza dei sistemi fognari e al cambiamento del sistema
idrico dall'800 fino ad oggi, l'autore concentra l'attenzione sulle “water
connection” attuali: quello superficiale naturale, cioè il corso dei
fiumi, canali ecc, e quello sotterraneo artificiale, ovvero il sistema
fognario e di tubazioni per l'apporto idrico alle abitazioni. Insieme essi
costituiscono il sistema delle infrastrutture cioè la rete attraverso la
quale l'acqua scorre e la risorsa è distribuita. In particolare il focus del tema è il
“piped system”: acquedotti e fognature. Attraverso i tubi si ha la
connessione tra punto di produzione e utente finale. Seguono poi le
indicazioni odierne da rispettare per quanto riguarda l'apporto di acqua alle
abitazioni, in contrasto con il metodo romano in cui gli acquedotti erano
parte della città, visibili, mastodontici, che ne definivano le sezioni. Per
quanto riguarda il sistema fognario esso si è sviluppato molto piùtardi nella
storia poiché non era identificato come un servizio di prima necessità. Le tubazioni sono quindi un simbolo di modernità perchè portano letteralmente l'idea di progresso in città, rispondono alla domanda della città e della società come una fitta rete sotterranea collegata, solo apparentemente marginale.
FLUID SYSTEM FOR URBAN CONNECTION (G.
Barreca) Barreca qui riprende il discorso della
relazione tra territorio e uomo, nel quale è insito il desiderio di
predominare e controllare la natura, tra l'adattamento e il bisogno. La forma
e il significato di ogni città è basato quindi sul bisogno della natura, in
particolare dell'acqua. Come in precedenza ripete la questione
dell'abbandono e dell'utilizzo dell'acqua in maniera “meccanica” per il
bisogno della città. Ma ancora oggi, nonostante questo, a Milano rimangono
tracce di quelle che erano le macchine idrauliche del passato. L'autore
propone quindi una riscoperta di questi lasciti e un intervento per una
riapertura del sistema di connessione via acqua presente nella città; questo
rinnoverebbe il sentimento verso l'acqua e la vita sociale della città. Pone in esempio il sistema di canali della Darsena, come uno spazio pubblico di luci e aree pedonali, in cui l'acqua è elemento rigeneratrice, che potrebbe fare parte di un nuovo e riscoperto anello interno. Allo stesso modo la roggia Vettabbia diverrebbe un elemento fondamentale per un sistema di parchi verdi e giardini, collegando punti della città che oggi sono solo chiazze più o meno verdi nel complesso sistema metropolitano. Barreca opta per risolvere il problema della frammentazione e separazione dei luoghi tramite la riapertura dei corsi d'acqua già preesistenti, creando un nuovo sofisticata e ecologica infrastruttura urbana.
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ENTERTAINMENT |
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AESTETHICS WATER (F. Librizzi) Il passo di Librizzi comincia dalla
civiltà Romana, la prima con una complessità politica e culturale, la prima
ad aver sviluppato sistemi ingegneristici e architettonici sofisticati per la
nascita, crescita e vita della sua città. Per i romani l'acqua era uno degli
elementi centrali, sempre presenti e tavolta utilizzati anche eccessivamente
al fine di stupire. In questo paragrafo si parla infatti dell'estitica
dell'acqua, dell'intrattenimento che l'individuo può trarre da essa, come i
Romani facevano nei loro anfiteatri trasformati in piscine per lo spettacolo
delle battaglie navali (Naumachia). Dopo i Romani, nel percorso storico
intrapreso dall'autore, vi è Leon Battista Alberti, primo incaricato di
costruire una fontana monumentale e celebrativa dove oggi sorga la fontana di
Trevi. La fontana di Trevi è uno di quei monumenti capace di simboleggiare un'intera
città. Questo è lo scopo che ogni intrattenimento estetico dell'acqua deve
seguire. Si parla poi della scena della “Dolce
Vita” di Fellini e di “Tototruffa62”, di come lo stesso monumento sia nel
tempo diventato icona di un'intera città, e di come sia tutt'ora valorizzato. Librizzi tratta poi altri progetti e
istallazioni con protagonista l'acqua. Ad esempio Olafur Eliasson, che colorò
di rosso l'acqua come performance artistica; o ancora Gunther Vogt rese il
pavimento di un edificio uno stagno; “The New York City Waterfall” fu
un'altra istallazione che prevedeva la visione di quattro cascate fatte a
mano sul lungomare; o ancora “Blur building” era un edificio con muri
di vapore acqueo... Insomma il sunto è che l'arte utilizza
l'acqua (e la natura) nello spazio pubblico, cerca di dare un'interpretazione
e una rappresentazione della posizione della natura rispetto all'uomo. Un possibile intervento potrebbe quindi
essere a livello di creazione di padiglioni e istallazioni per eventi
temporanei, che si leghino o meno al campo architettonico, ma che lavorino
con l'architettura presente. WATER: A PROCESS OF CULTURAL
SEDIMENTATION (D. Bertin, A. Mason) Il paragrafo tratta di tematiche
geologiche e geografiche, approcciando la questione dell'acqua partendo dalla
natura sedimentaria della valle del Po. Ne definisce il luogo, il contesto,
la natura e differenze tra le varie aree, il tipo di suolo e le coltivazioni
lungo il corso del fiume. Cita la grande rete di irrigazione e la fiorente
agricoltura, enuncia gli affluenti del Po e arriva in ultimo al problema
dell'inquinamento a seguito dell'industrializzazione. L'uomo deve essere consapevole di tutto
ciò sopracitato e deve essere parte del sistema naturale, non sentirsi
superiore. Propone quindi cinque macchine progettate da J&M che hanno
l'intento di riuscire a trasformare alcune aree della zona dei Navigli di
Milano in “Luoghi”. Queste macchino sono parte di un “processo
sedimentario”dato dal bisogno di percepire l'acqua come una parte costituente
la città.
Un asse metallico agganciato a un perno
ancorato al fondo del canale e bilanciato da un sistema di contrappesi che
delinea forme tridimensionali sempre differenti date dallo scorrere
dell'acqua. Il movimento ritmico intanto genera suoni e vibrazioni di luce
che trasformano il ponte che attraversa il canale in una piazza animata.
Una nuova vita metallica fluttuante
lungo il Naviglio Grande, dove la natura si è rimpossessata degli argini.
Con gli argini di cemento alti almeno 4
metri, la macchina progettata può sfruttare i suoni amplificandoli, tramite
un oscillatore lungo 10 metri.
Per “guadare” il tempo, come si guada un corso d'acqua viene utilizzata un'asta metallica che corre lungo l'asse centrale del canale, oscillando come un metronomo.
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THERAPY |
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OPEN SPACES AND WATER CYCLE IN THE
SCATTERED URBANIZATION.... (F. Zanfi, A. Bortolotti)
Il capitolo si apre definendo l'area della Brianza come una delle più pesantemente costruite in Lombardia. Difficilmente distinguibile è la periferia dal centro città, poiché non vi sono dei veri e propri nuclei centrali ma costruzioni sparpagliate anche fuori dalla cerchia urbana. In questo contesto frammentato e discontinuo vi sono le clearings ovvero delle radure, spazi aperti confinati dove trova posto la ruralità e l'agricoltura, ma soprattutto depositi abusivi e discariche. Queste aree hanno oltretutto importanza strategica poiché sono le uniche non industrializzate e offrono l'unico suolo non ancora impermealizzato. E' necessario quindi un ripensamento di queste aree non avulso dalla questione ecologica.
L'idea è quella di dare a queste aree
frammentate un ruolo di infrastruttura naturale come corridoio ecologico o
reticolo verde. 2.1 Clearings as integrated projects for public spaces
and river water treatment system Il primo approccio consiste nell'utilizzare aree industriali dismesse come bacini temporanei (in serie) per trattamenti di purificazione dell'acqua, usando le aree circostanti come parchi pubblici. La conversione di edifici preesistenti in bacini darebbe inoltre una nuova morfologia, integrata con un sistema di sentieri e parchi.
2.2 Clearings as areas for the absorption of rainwater
integrated with a new landscape design Il secondo approccio mira invece a raccogliere l'acqua piovana dagli edifici e bilanciare i cicli dell'acqua nel contesto urbano, posizionandosi attorno alle radure. Tramite un sistema di infiltrazione si creano poi dei bacini di drenaggio tutto intorno al perimetro delle clearings.
Grazie a questi due approcci si possono
in conclusione fare riflessioni a medio/lungo termine: la convenienza
nell'avere un sistema agricolo che sia uno dei principali canali di benessere
per l'agglomerato urbano; la rigenerazione di una vasta area rimasta
naturale, di fronte ad un sempre maggiore inurbamento e densificazione; un
elemento centrale nella pianificazione urbana, cioè un'infrastruttura
naturale a servizio del benessere dell'individuo e della città. LAMBRO SYSTEM (A. Vercellotti)
Vicinanza dei corpi d'acqua agli
insediamenti.
Preservare l'acqua come piscine, laghi,
canali e lasciarli scorrere attraverso la città, poiché l'uomo è fatto
d'acqua e ha bisogno dell'acqua.
Gli edifici devono essere costruiti
nella parte di suolo peggiore, nel punto dove il terreno è peggiore e il
paesaggio è peggiore. Lasciare la parte sana e pulita alla natura.
Dai sopracitati punti si estrapola una
metodologia di comportamento e interventi riguardo l'uomo, il costruito e
l'acqua. Per Milano la città è identificata con i punti dove c'è accesso
all'acqua ed essi sono oramai solo tracce.
Dopo un'introduzione al fiume Lambro
viene citato un fatto di cronaca del 2010, quando dei vandali inquinaronon
volontariamente il fiume riversando materiale impuro. Oltre al rischio di
inondazione il problema dell'inquinamento è un altro dei problemi principali
del fiume e delle città situate lungo esso. Nonostante siano nati parchi e
percorsi ciclabili e pedonali lungo il fiume l'alone dell'inquinamento rimane
pressante.
Il problema dell'inquinamento viene
affrontato attraverso un bacino rigeneratore chiamato “waterscape” che
consta di più pezzi, ovvero macchine utilizzate in aree prescelte lungo il
corso del fiume, aree principalmente abbandonate o ex industriali.
Il ciclo rigeneratore parte con un
sistema di bacini nell'ex area agricola intorno a Cascina Gobba, che ha
parecchi stagni che permettono il drenaggio delle acqua del Lambro. La macchina lavora in cinque fasi, dopo
le quali l'acqua torna purificata nel fiume, avendo creato, durante il
processo una “wetland” utilizzabile come parco, in connessione con le
aree verde attorno, facendo del Lambro un corridoio ecologico.
La dismessa fabbrica Maserati è il
luogo scelto per il secondo step del ciclo, che consiste nella riforestazione
di vegetazione tipica come il pioppo. Grazie a questa nuova piantumazione
l'area avrà maggiore capacità di assorbimento dell'acqua piovana e anche
diminuzione di rischi durante le inondazioni, poiché le piante trattengono
meglio sia l'acqua e limitano lo scorrimento del suolo.
Nell'area dell'Idroscalo, l'esistenza
di cave abbandonate offre il luogo ideale per il terzo step, che vuole
mitigare i problemi di inondamento tramite la coltivazione di alghe. Esse
decontaminano suolo e acqua e sono eccellenti per la fabbricazione di
biocarburanti.
La fase finale ha luogo in un edificio
abbandonato sull'anello Est, che sarà dedicato alle nuove piantagioni,
creando giardini d'acqua e piante idroponiche, creando una vera e propria
comunità.
Il ruolo dell'architettura all'interno di questo ambizioso progetto è quello di dare forma e volto alla nuova condizione. I vari step devo essere parte di un'unica struttura e infrastruttura. Per poter fare ciò si ipotizza la creazione di un nuovo organo politico specializzato, che si occupi dell'attuazione dell'intervento. |
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BUILDING |
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COMMON SPACE: CROSSOVERS AND
HYBRIDISATION BETWEEN... (G. Barreca) Barreca riprende il già citato tema
della perdita della sensibilità verso l'acqua con un monologo che va
dall'acqua che costituisce il corpo, ai primi uomini che si riparavano da
essa nelle caverne a quando costruirono la prima architettura, perdendo il
legame che da sempre li aveva uniti. Oggi in una città non c'è traccia
dell'acqua che utilizziamo poiché nascosta e ridotta a mero servizio. E anche
nel passato pian piano non vi è più stato bisogno di insediarsi vicino ai
corsi d'acqua grazie a sistemi di condotti e tubature che la portavano dove
necessario. Apparvero quindi in città grandi costruzioni contenenti l'acqua
che riducevano la distanza tra essa nella natura e la stessa nella città. Nella
modernità, queste costruzioni sono anche loro sparite, traslate sotto terra e
invisibili agli occhi. Barreca poi critica l'istallazione
temporanea che sfrutta l'acqua poiché essa non è vera architettura, è
effimera e puramente intrattenitrice, ma non permette di riscoprirne il senso
veramente. Nonostante l'architettura sia salda sui
suoi principi e poco propensa al cambiamento, vengono proposti due approcci
per far rivivere l'acqua: - la raccolta, che non ha effetti sulla struttura o
sulla forma dell'edificio; - il contenimento di essa su terrazze, nei giardini e
patii; - l'inversione di quella che è la pelle dell'edificio,
ovvero portando alla luce il sistema idraulico rispetto alla facciata
dell'edificio; - l'esibizione di quegli edifici che hanno il compito
di contenerla, come piscine, acquari ecc, che possono diventare luoghi di
interazione tra i cittadini. MARTESANA CANAL: NEW WAY OF LIVING
ALONG THE WATER... (M. Cassani)
Si introduce questo progetto
descrivendo il canale della Martesana; esso definisce lungo il suo corso un
sistema ambientale lineare, costituito da architetture eterogenee e
vegetazione tipica. Non vi è però relazione tra architettura e acqua. Lungo
il suo corso i paesaggi attraversati variano da urbani a rurali e agricoli,
che sfruttano il canale per irrigazione. Tuttavia la Martesana non è
concepita come risorsa.
Si segue il cambiamento del paesaggio:
a Milano, dove è urbano e centrale, con argini ben costruiti e un fronte
disordinato a causa delle differenti tipologie di edifici che vi si
affacciano; all'uscita dell'agglomerato urbano, dove si comincia a ramificare
per servire i campi e le coltivazioni; fino a Trezzo d'Adda, dove ha la sua
sorgente.
La ricerca si sofferma su alcuni Paesi
dell'interland milanese, attraversati dalla Martesana, con layout differenti
e frammentati. Il lavoro offre l'opportunità di reinventare la relazione
uomo-acqua partendo dalla diversità di urbanizzazione tra i vari paesi.
Lavorando sulle sezioni trasversali del canale ci si occupa del piano terra,
ovvero l'attacco e la relazione diretta del canale con l'edificio.
Il progetto “Green is good, blu is
better” propone nuove soluzioni abitative lungo la Martesana. Consta di
piccoli interventi sulle unità, per esempio una cosa con piscina sul canale,
o sistemi per l'acqua piovana Il progetto “cultivation housing” ha invece l'ambizione di creare una vera e propria comunità nel punto di conflueanza della Martesana col Ticino, su una lingua di terra tipo isolotto, creando dei giardini d'acqua per nuove residenze che vivono sull'acqua.
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GLOSSARIO |
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Clearing – radura |
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Watermeadow – paesaggio d'acqua, ovvero le risaie e i campi inondati durante la coltivazione, che creano degli specchi d'acqua. |
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Waterscape - processo a step per la rigenerazione del ciclo d'acqua inquinata |
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Wetland – terra umida, ovvero la zona adiacente al corso d'acqua in cui ha preso luogo parte del processo rigeneratore delle acque, una sorta di parco-laguna. |
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